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Torino, 6 nov. (askanews) - Una sorta di cartografia sentimentale della nostra relazione con i fiumi e la natura, ma soprattutto con le stelle. La Galleria Mazzoleni di Torino ospita una personale di Melissa McGill, artista americana che lavora molto nel nostro Paese, dedicata al fiume Po, alla sua mappatura, in relazione alle costellazioni e alla nostra vita, ovviamente. Sono opere potenti, che in molti casi ridefiniscono l'idea stessa di spazio e superficie. "Sono arrivata a questo tema - ha detto McGill ad askanews - e uso diversi materiali per raccontarlo, perché credo che sia necessario riflettere sul modo in cui consideriamo il rapporto con l'acqua e la natura nel mondo in cui viviamo".La mostra "Eridanus: The River Constellation" evoca forme biologiche che sono oltre l'umano. Che mettono in evidenza come le mappe possono essere uno strumento che va oltre la propria funzione di semplice misurazione di un territorio. "È tutto un dialogo tra mappe, prospettive, sul modo in cui guardiamo alle cose - ha aggiunto l'artista -. Io sto cercando di porre nuove domande e di suggerire altri modi di guardare alle cose".Ovviamente il tema dei lavori è la minaccia che colpisce anche il nostro fiume più importante per il cambiamento climatico, ma poi lo sguardo si allarga, ambisce a diventare universale e profondamente sentimentale. "Ho sentito molto la voce del fiume, come esprime la sua creatività - ha concluso Melissa McGill -. Quando ho guardato le mappe ho trovato una rappresentazione molto umana: misure, nomi, territorio. Allora io volevo introdurre, con questi materiali organici e in collaborazione con l'acqua, volevo suggerire un altro modo di navigare verso il futuro".In un certo senso è come se l'arte che tratta della natura si facesse essa stessa natura attraverso le scelte di materiali dell'artista e, soprattutto, attraverso la libertà interpretativa che viene lasciata allo spettatore, altro soggetto che gioca un ruolo nella narrazione potente di McGill.

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00:00Una sorta di cartografia sentimentale della nostra relazione con i fiumi e la natura,
00:05ma soprattutto con le stelle.
00:07La Galleria Amazone di Torino ospita una personale di Melissa McGill,
00:11artista americana che lavora molto nel nostro paese,
00:14dedicata al fiume Po, alla sua mappatura,
00:16in relazione alle costellazioni e alla nostra vita, ovviamente.
00:19Sono opere potenti che in molti casi ridefiniscono l'idea stessa di spazio e superficie.
00:24Sono arrivata a questo tema e uso diversi materiali per condividere questo,
00:30perché mi sento che dobbiamo proprio pensare bene di come andiamo avanti
00:37il nostro rapporto con l'acqua e la natura,
00:40e particolarmente adesso nel mondo in cui viviamo.
00:44La mostra Eridanus del River Constellation evoca forme biologiche
00:48che sono oltre l'umano che mettono in evidenza come le mappe
00:51possano essere anche uno strumento che va oltre la propria funzione
00:54di semplice misurazione di un territorio.
00:56Tutto è una conversazione di mappe, di perspettivi,
01:00di come prendiamo le cose, di come guardiamo le cose.
01:05Io sto provando sempre a aprire le domande
01:09o suggerire altri modi di guardare delle cose.
01:12Ovviamente il tema dei lavori e la minaccia colpisce anche il nostro fiume più importante
01:16per il cambiamento climatico,
01:18ma poi lo sguardo si allarga, ambisce a diventare universale
01:21e profondamente sentimentale.
01:23Ho sentito molto la voce del fiume, come esprime, su creatività,
01:29e quando ho guardato le mappe è tutta una rappresentazione molto umana,
01:35misure, nomi, territorio.
01:38Allora io volevo introdurre con questi materiali organici
01:42e in collaborazione con l'acqua,
01:45volevo proprio suggerire un altro modo di navigare per il futuro.
01:49In un certo senso è come se l'arte che tratta della natura
01:52si facesse essa stessa natura attraverso le scelte di materiali dell'artista
01:56e soprattutto attraverso la libertà interpretativa
01:59che viene lasciata allo spettatore,
02:01altro soggetto che gioca un ruolo nella narrazione potente di McGill.

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