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IRENE BERTUCCI, SCRITTRICE, GIORNALISTA ED ESPERTA DI COMUNICAZIONE, HA PRESENTATO IL SUO LIBRO "NON FRAINTENDERMI" A RADIO ROMA MAGAZINE SU RADIO ROMA

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Trascrizione
00:00Fammi muciaccia Cristina Aguilera quando sono le 14.27, Radio Roma questa è sempre Radio Roma Magazine.
00:07Vi ricordiamo il canale TV digitale terrestre 115 per il Lazio e la Lombardia.
00:12Allora adesso parliamo di comunicazione. Come si comunica oggi? Come è cambiata la comunicazione ai tempi di social?
00:18Ne parliamo proprio con un'autrice, una giornalista, una scrittrice, il suo libro Non fraintendermi, fine dei qui pro quo in ufficio a casa con gli amici.
00:27Quindi diamo il benvenuto e il buon pomeriggio a Irene Bertucci. Buon pomeriggio.
00:31Salve, grazie anche a voi.
00:33Buon pomeriggio Irene, possiamo darci del tu in diretta?
00:36Se volete sì, assolutamente sì.
00:38Grazie.
00:39Un regalo.
00:39Grazie mille Irene. Allora parliamo proprio del tuo libro Non fraintendermi, ricordiamo Harper Collins edizioni.
00:46Che cosa c'è di sbagliato oggi? Cosa sbagliamo della comunicazione tra partner, in famiglia, in ufficio, con i figli?
00:55Allora esatto, in tutti i campi devo dire un pochino. Quello che sbagliamo è effetto un po' della nostra cultura perché noi siamo convinti che parlare sia comunicare.
01:07Mentre invece sono due cose parecchio diverse, perché parlare ha a che fare con il codice, con le parole.
01:14Comunicare ha a che fare invece con la strategia con la quale usiamo queste parole.
01:19E molto banalmente se io dico capelli, occhi, bicchiere, bocca, moderno per dire delle cose che ho qui intorno a me, è facile per tutti quanti perché tutti abbiamo l'esperienza di quegli oggetti.
01:31Ma appena io comincio a dire famiglia, rispetto, onestà, lavoro, amore, benessere, queste sono parole astratte che si riempiono di significati molto personali.
01:41Allora se io non capisco qual è il significato di queste parole per l'altro, sicuramente ci sarà un fraintendimento.
01:49Mentre noi diamo per scontato che siccome parliamo e usiamo correttamente l'italiano, allora l'altro non solo ci deve capire, addirittura ci deve credere.
01:59Cioè il diritto ad essere creduti oggi, insomma, è un po' particolare.
02:03Irene, secondo te quanto è facile fraintendersi nell'era dei social, o comunque quanto è più facile fraintendersi ora che ci sono i social, quindi magari sui social, piuttosto che in una conversazione reale?
02:15Facilissimo! Cioè il social è il luogo del fraintendimento, perché nonostante la parola sociale ci riporti alla relazione, alla comunicazione, ahimè, dal mio punto di vista il social è il luogo massimo della non comunicazione.
02:31Perché nel social l'altro non c'è, cioè nella relazione dobbiamo essere in due, ci dobbiamo poter relazionare uno con l'altro, magari vedere, magari poter fare un botta e risposta.
02:42Sul social questo non esiste, io parlo quasi da solo e parlo da solo nel tentativo di dare una grande visibilità alle mie opinioni, che spesso scambio per verità.
02:53Quindi il social è veramente il luogo migliore per fraintendersi, per non capirsi, per generare conflitti, perché manca l'altro.
03:01Irene, il libro è veramente interessante, quindi proprio siamo, come diceva anche la collega, nell'era dei social, ma facciamo un esempio di fraintendimento, un esempio semplice di fraintendimento e poi un esempio anche di comunicazione corretta, per esempio tra partner, fidanzati, compagni, coniugi.
03:22Allora, tra partner quello che sarebbe molto importante chiarire sono le regole della relazione, o meglio, le regole del valore amore.
03:33Entrambi sicuramente si amano, però magari per uno amare significa passare tutti i weekend a casa, davanti alla televisione, a farsi la cenetta e darsi i vaccini di fronte alla tv, l'altra invece è una persona molto attiva e ha bisogno invece di uscire, di andare, che ne so, al mare, di fare dei weekend fuori, eccetera eccetera.
03:55Entrambi si amano, entrambi godono del tempo insieme, però lui dice, amore questo weekend ti ho fatto una sorpresa meravigliosa, ho organizzato una nottata Netflix a casa davanti al camino con la copertina addosso.
04:10E lei impazzisce e dice, ma come? Aiuto? No, nel senso, quasi una minaccia questa cosa, no? E lei dice, ma io voglio uscire, e lui risponde, ma tu non puoi stare con me allora, no? Perché per lui la regola per l'amore è stare insieme a casa, no?
04:25E qui inizia il fraintendimento, perché lui dice, ma allora tu non puoi stare con me, e lei dice, sì voglio stare con te, ma in mezzo agli altri, ma allora non mi ami perché in realtà hai bisogno degli altri per stare con me, e qui inizia un caos che non finisce più.
04:37Allora, ci sarebbe il bisogno di chiarirsi molto bene sulle regole, cioè io mi sento amato quando passo con te ogni tanto un weekend a casa, molto tranquillo, a mangiare insieme, davanti a TV eccetera.
04:50E lei dice, io mi sento amato quando con te sto bene anche in mezzo agli altri, senza fare grossi problemi sul perché, il per come, uno prova una cosa, uno prova un'altra, ma in uno spirito grande di accettazione della regola dell'altro.
05:03Allora, quando lui organizza la serata Netflix, lei dovrebbe esserne un po' felice perché lui dedica il loro tempo a loro, e lui dovrebbe fare una serata Netflix insieme, no? E magari una serata fuori da qualche parte in più.
05:18Ecco, però la condivisione, sembra una cosa sciocca, ma la condivisione delle regole è molto importante per non fraintenderci.
05:25Sì, questo è interessante perché a volte sembra quasi che in coppia o comunque in uno stesso contesto si finisca un po' per parlare addirittura due lingue diverse, no? E quando in realtà basterebbe semplicemente parlare in un modo diverso per riuscire a parlare la stessa lingua e intendere la stessa cosa.
05:41A volte ci si fraintende non per cattiveria, ma proprio per incapacità di comunicare all'altro, credo.
05:46Allora, questa cosa che hai detto della lingua diversa apre, cioè sfogna una porta aperta perché è un po' ognuno di noi, è un po' come un paese straniero per l'altro.
05:58Cioè, se tu dovessi parlare adesso con un inglese, lo faresti con un'attenzione meticolosa rispetto alle parole che usi, rispetto al modo che hai, mentre quando parli con il tuo partner dai per scontato che siccome usate lo stesso codice, lui ti deve capire perfettamente.
06:15Invece quello che cerco di spiegare nel libro, adesso purtroppo in pochi minuti non si può raccontare tutto, ma quando noi parliamo l'altro mette in campo dei suoi meccanismi inconsci, dei filtri cognitivi si chiamano, per cui lui interpreterà in maniera molto diversa quello che stai dicendo.
06:32Allora bisogna conoscerli questi meccanismi inconsci, bisogna analizzarli, riconoscerli, eventualmente disinnescarli, che significa creare frasi e discorsi che rispettino gli schemi mentali dell'altra persona.
06:45Un'ultima domanda prima di ringraziarti Irene, con i figli quale sarebbe l'atteggiamento e il linguaggio più corretto per comprendersi? Figli magari già grandi, adolescenti?
06:57Con i figli è un mondo, però ti voglio far notare una cosa importante su quale forse noi non abbiamo prestato attenzione fino adesso. Tutti noi, tutti voi, penso che abbiamo più o meno la stessa età, siamo figli di una generazione molto complessa dal punto di vista del linguaggio.
07:13I nostri genitori, credo anche i vostri, ditemi se ho ragione, mi avranno sicuramente detto frasi del tipo, se prendi un bel voto a scuola papà è contento, niente compiti, niente gita, mi raccomando non stare troppo fuori con gli amici, non comportarti da egoista, cose di questo tipo, non lo so, mi ricordo qualcuna delle mie.
07:36Cosa hanno creato queste frasi in noi? Hanno creato la consapevolezza che il nostro comportamento generasse le emozioni dei nostri genitori, pensa, e quindi da adulti oggi pensiamo che le nostre emozioni dipendano dal comportamento degli altri, ma ciò che gli altri fanno, dicono, non c'entra niente con le nostre emozioni, che dipendono invece dei nostri bisogni più profondi, se questi bisogni non sono soddisfatti succederà un patatrack.
08:03Allora, come bisogna parlare su ancora un minuto? Mi chiedevi dei figli, per esempio, mi chiedevi dei figli.
08:09Mangiami, fai contento se mangi, se prendi un bel voto sono contenta, forse anche questo è sbagliato.
08:15Perché noi nei confronti dei figli siamo spesso giudicanti e accusatori, ok? Quindi bisogna cominciare a togliere dal nostro vocabolario il verbo essere usato come un'accusa, sei egoista, sei cattivo, sei, non so, un fallimento, qualunque cosa, se sei esagerato, sei incoerente, sei superficiale, queste cose non vanno bene con i figli.
08:36Allo stesso tempo dovremmo evitare di portare sui figli tutte le aspettative disattese che abbiamo avuto per noi e rispettarli profondamente nel loro essere.
08:46Quindi facciamo un esempio pratico. Diciamo a un figlio, amore vieni qua che ho bisogno di parlarti, no? Lui immediatamente si metterà sulla difensiva, oddio che stress che sarà adesso mia madre.
08:57E se invece provassimo a dire a un certo punto, che ne so, Claudietto avrei bisogno di parlarti, come faccio a farti questa richiesta senza che ciò risulti una minaccia per te?
09:10Se provassimo ad andare completamente nella direzione dell'altro invece che imporre, accusare, giudicare, credetemi che anche la relazione genitori figli diventerebbe molto più semplificata.
09:23Grazie, grazie davvero di essere stata con noi, è molto interessante. Ricordiamo quindi, non fraintendermi, Irene Bertucci, grazie di essere stata a Radio Roma.
09:34Grazie, a presto, ciao Irene.
09:37È molto interessante quello che ci ha raccontato la giornalista, la scrittrice esperta di comunicazione. Vogliamo sentire un po' di musica? Ci ritroviamo sempre qui su Radio Roma.

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