• 2 mesi fa
Analizziamo keynesianamente il tema della meritocrazia per allontanarci dall’economia degli slogan ed entrare in quella reale. Calda, appunto

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Trascrizione
00:00Buongiorno, benvenuti alla nuova puntata di Economia Calde, sono Dario Colombo, giornalista
00:10e con me c'è Francesco Maggio, economista. Buongiorno Francesco.
00:14Buongiorno Dario, buongiorno a chi ci sta seguendo.
00:17Oggi iniziamo con una citazione a multilivello, una citazione che per i più, per l'immaginario
00:25oramai di tutti è entrata come di Nanni Moretti, le parole sono importanti, ma come parla lei,
00:35citazione da Palombella Rossa, ma che le parole sono importanti l'ha detto, l'ha scritto
00:40in un grande capitolo di un suo grande libro, un'insegna linguista che è scomparso da poco,
00:47da seri anni, che ha rappresentato moltissimo per la lingua italiana ed è anche il titolo
00:57di un libro che vi proporremo come nostra consuetudine alla fine della nostra puntata.
01:04Perché vogliamo concentrarci sul fatto che le parole sono importanti e lo vogliamo fare
01:09chinesicamente? Lo vogliamo fare perché c'è una parola in particolare che ci sta colpendo
01:17e che avrebbe colpito sicuramente anche Keynes. In economia le parole hanno un multilivello
01:26di interpretazione, lo sappiamo benissimo, questa non è l'unica, ma questa è fondamentale
01:32trattarla adesso ed è la parola merito e il concetto che ne è derivato, ovvero sia
01:40la meritocrazia. Parlare di meritocrazia oggi è diventato un argomento oramai quasi
01:48scontato e si è abbandonato tutto il ragionamento che ha portato a parlarne. Invece noi lo vogliamo
01:57riportare in vita perché dietro questa accettazione della meritocrazia c'è forse la genesi di
02:08qualche problema relazionale che abbiamo oggi a livello economico e a livello sociale,
02:12vero Francesco? Verissimo, a cominciare dal fatto che le parole sono importanti. C'è
02:21citato Palombella Rossa, famosa frase, c'è citato Insigni Linguista Seriani, mi viene
02:26da citare la Treccani che nel 2015 ha fatto parte della campagna intitolata Le parole
02:31valgono proprio per la consapevolezza che le parole possono modificare la realtà e
02:37questa non è certamente una consapevolezza dei giorni nostri ma è una consapevolezza
02:41di sempre. Cito solo un sopista, un filosofo del 400 a.C., allievo di Empedio che si chiamava
02:48Gorgia da Lentini, il quale diceva che la parola può tutto, può spegnere la paura,
02:54può dare gioia, può accrescere la compassione, però in virtù di una subita forza persuasiva
03:01può drogare e stregare l'anima. Quindi le parole sono davvero importanti e poiché
03:09questo in economia assume ancora più importanza, per una ragione molto semplice, perché l'economia
03:15in economia si ha la tendenza a una lettura superficiale di primo acchitto delle parole
03:20mentre le parole sono dense, per questo sono importanti, perché hanno tante sfaccettature.
03:25Di solito in economia ci si sofferma alla chiave di lettura superficiale, l'elenco sarebbe
03:31lunghissimo, anche nelle nostre puntate ne abbiamo affrontato, per esempio quando abbiamo
03:35parlato del prodotto interno lordo, com'è opaca quella definizione, quando abbiamo
03:40parlato di sostenibilità, il lato scuro della sostenibilità, la crescita, sono tanti termini
03:47che in economia di solito si danno per scontati, diventano dei dogmi, ma nella realtà se ci
03:52vai dentro scopri che davvero non tutto è oro quel che luccica e una di queste parole
03:57che tutt'altro luccica è proprio meritocrazia. Allora, innanzitutto sgombriamo subito il
04:05campo così poi andiamo avanti nella nostra conversazione, è chiaro che chi merita, chi
04:11non ha i mezzi, ma merita deve andare avanti, lo dice perfettamente l'articolo 34 della
04:16Costituzione e bisogna rimuovere gli ostacoli che impediscono questo, così come è sacro
04:22santo che almeno come auspicio che nei posti di comando ci siano persone che meritano invece
04:28che sono lì per altre ragioni, quindi sgombriamo il campo da quest'idea di merito. La questione
04:33diventa molto più invece sottile e complessa nel momento in cui entriamo proprio nel vivo
04:40di questa parola e per entrarci partiamo dalla genesi, quando compare la parola meritocrazia.
04:45Quando si comincia a parlare di meritocrazia? Siamo più o meno a metà degli anni cinquanta,
04:51se non erro. Esattamente, siamo 1958 quando un sociologo Michael Young pubblica un libro che
05:00si chiama L'avvento della meritocrazia, The Rise of Meritocracy, è un romanzo, veramente è una via
05:08di mezzo tra saggio e romanzo, distopico, andava molto di moda, basta pensare al 1984 di George
05:16Orwell che immaginava da lì che nel 1984 ci sarebbe stato questo grande fratello che avrebbe
05:22ascoltato tutto. Ecco, nel libro di Young è calato nella realtà inglese che se da allora la selezione
05:34delle classi dirigenti fosse avvenuta esclusivamente su base di merito scolastico
05:39a partire dai banchi delle elementari, nel 2034, questa è proprio la data citata nel libro,
05:45la società inglese si sarebbe sgretolata perché ci sarebbe stato un'elite molto ristretta
05:50autoreferenziale che incapace di comunicare, di immergersi nella realtà che dovrebbe governare.
05:56Quindi appunto una visione distopica, negativa. Cosa succede? Succede che da questa accezione
06:02negativa dell'espressione meritocrazia, quando a metà degli anni 90 in Inghilterra arriva al
06:08potere Tony Blair, la fa diventare il vessilio, la parola simbolo, lo slogan dei new labor,
06:14dei laboristi, per cui la meritocrazia diventa la meta a cui deve tendere la società. Una
06:21meritocrazia fondata attraverso una rigorosa selezione di tipo scolastico. Ora, cosa è che
06:28succede? Quando Michael Young muore nel 2002, qualche mese prima si rende conto che è stata
06:35completamente travisata la sua espressione. Scrive anche un articolo sul Guardian dicendo
06:40guardate che l'accezione che io ho utilizzato è una accezione negativa, ma ormai è andata,
06:45ormai ha preso piede e così come ha preso piede in Inghilterra, in Gran Bretagna comincia a
06:51prendere piede un po' ovunque, negli Stati Uniti in particolare, al punto che proprio l'anno scorso
06:58esce un libro di Michael Sandel intitolato La tirannia del merito. Ecco allora che ci si comincia
07:05a accorgere che una meritocrazia fondata esclusivamente su un certo tipo di selezione
07:10alla fine può diventare tirannide e cerchiamo di capire. Prego, scusami. Esattamente, infatti il
07:21fatto che tu abbia citato Tony Blair, questo far diventare la meritocrazia totemica quasi,
07:30in un momento storico poi posta ceriano, ma come al solito poi a livello non solo inglese,
07:41cioè il progressismo mette in pratica e viceversa quelle che sono le idee o le riforme della parte
07:49opposta, c'è un po' questo scambiarsi di ruoli che è più di una democrazia dell'alternanza,
07:55però questo farla diventare totemica poi ha partorito poi addirittura credo di poter dire
08:02che se ne trovino le tracce, una componente della Brexit che quando gli inglesi dicono che ora
08:14entrerà in Inghilterra solamente chi ci servirà, chi avrà merito di esserci, ecco questo se vogliamo
08:22un condensato di quella impostazione, quindi estremamente basata all'utilitarismo, che
08:30travisa completamente il significato, come giustamente poi ha detto l'autore, come ha
08:35osservato, l'autore del libro travisa completamente il vero significato della parola merita e non
08:44voglio saltare alle conclusioni ma sicuramente Keynes sarebbe inorridito di fronte a un'interpretazione
08:49di questo tipo, non so come la pensi tu. Decisamente sì e ci arriviamo perché qui lo dipaniamo questo
08:58proprio per arrivare al punto in cui si scontra una visione chinesiana con una visione neoliberista,
09:05perché poi alla fine, permettimi di arrivarci attraverso un paio di passaggi Dario,
09:10proprio per questo motivo. Allora dicevamo cos'è che a questo punto bisogna chiedersi,
09:17quali sono i criteri di valutazione del merito e qui partiamo proprio dall'idea di Michael
09:23Young sui banchi di scuola. Diceva Piero Angela qualche tempo fa, a cosa serve se un ragazzo alle
09:32scuole elementari prende 10, 9, se poi non è in grado, poi si interessa completamente il suo
09:38compagno di banco che magari ha qualche tiro in più e viene pullizzato dagli altri e merito quel
09:4410 vale di più di un 7 magari di chi però si prende cura e difende il suo amico di banco. E già
09:52questa capisci come già comincia a far diventare problematico il concetto di merito e di meritocrazia
09:58e questo vale dalle scuole elementari, scuole medie eccetera, fino ad arrivare al luogo simbolo
10:06di meritocrazia, cioè l'università, i centri di eccellenza, i poli di eccellenza, le selezioni
10:13durissime per entrare in determinate università. E devo dire che in proposito è stato veramente
10:19fondamentale e chiarissimo, ho veramente onore al coraggio di tre ragazze, che lo scorso anno,
10:26il 9 luglio del 2021, il giorno in cui prese il diploma di laurea alla normale di Pisa,
10:32qui veramente parlavano delle massime espressioni dell'eccellenza culturale di questo paese,
10:39hanno fatto un discorso incredibilmente preciso, secco, contro un certo modo di intendere la
10:48meritocrazia. Tre ragazze che mi piace citare ancora una volta, perché comunque quel video ha
10:53avuto tantissime visualizzazioni, sono Virginia Magniaghi, Valeria Spacciante e Virginia Grossi.
11:00Cosa hanno detto quelle ragazze lì? Hanno detto, ma voi avete fatto un modello meritocratico che
11:05prevede una selezione durissima, una volta entrati la regola qual è stata? Buttare a mare e buttarci
11:13nell'acqua, così si impara più velocemente a nuotare e quell'idea di imparare a nuotare buttando
11:19nell'acqua, senza insegnare come si nuota, alla fine ingenera una competizione spaventosa. Le
11:25ragazze dicevano, noi oggi siamo qui a prenderci la laurea e non grazie a quel principio, ma
11:32nonostante quel principio, perché ha provocato per anni dei disagi psicologici che non a caso
11:38poi ha portato l'università a mettere in presidio permanente di supporto psicologico. E poi questa
11:45idea della performance a tutti i corsi ha trasformato per esempio i seminari da occasione
11:50formativa a occasione performativa, in cui ci sono alcuni che diciamo fanno i fenomeni della
11:57situazione, penso che mi consentirai di riassumerla con questa espressione, e altri che
12:03magari non osano fare domande perché hanno paura del giudizio altrui. E questa espressione testuale
12:09delle ragazze è il risultato di un modello neoliberista con cui è stata organizzata
12:14l'università, in cui vige, perché è un modello neoliberista che viene da OBS, quindi dall'idea
12:20di Plauto, Homo homini lupus, vita mia morso tua, a quel punto lì è la competizione l'unico valore
12:28che fa stare in piedi quelle realtà. Ma che cosa serve un centro di eccellenza che riesce a
12:34intercettare tanti finanziamenti se attorno c'è il deserto? E anche noi come centro di eccellenza
12:40diventiamo una cattedrale nel deserto? Interrogativi, oppure ancora, è più importante per voi docenti
12:50la didattica che non l'impegno civico, perché non prendete mai una posizione politica a favore
12:55di questo o di quest'altro? Ma se ci viene insegnato il disimpegno civico, poi noi nella
13:02realtà che cosa ne faremo di tanta erudizione? Quegli sono stati interrogativi incredibili,
13:08sferzanti, che hanno messo a fuoco questa parola meritocrazia. Cosa significa merito? Su quali
13:16basi avviene la selezione? E conta di più? Esattamente, infatti conta anche il termine
13:31a cui lo accompagni, perché merito da solo ha poco senso, deve essere accompagnato ad
13:38altre parole, ad altri concetti, deve essere abbinato per poter esprimere la propria e
13:45questo lo diciamo proprio per convergere sul fronte chinesiano economico della questione,
13:56che è smontare, riportare il concetto di merito al suo valore vero, vuole dire abbinarlo alla
14:05realtà che ha di fronte e la realtà è fatta dagli altri e quindi merito va abbinato ad altri,
14:12quindi all'altruismo credo di poter interpretare quello che hai detto. Certo, cioè il merito è
14:21solo un buon curriculum scolastico o per esempio l'amitezza è un merito? La capacità di saper
14:29ricomporre un conflitto è un merito oppure no? Di solito non rientra nel curriculum, però è un
14:34merito dal mio punto di vista. Il saper riconoscere i propri errori è un merito oppure no? Rispetto
14:40magari all'arroganza di un super laureato che mai oserebbe dire di aver sbagliato. Prendere posizione
14:46a favore di chi non ha i mezzi per farlo è un merito oppure no? O va contro la logica di alcuni
14:54che nei contesti aziendali non fiatano per paura di disturbare il grande capo, tra l'altro producendo
15:00un danno perché non presentando la realtà a chi deve prendere decisioni. Alla fine lo porta in
15:09un piccolo cieco. C'è un caso emblematico, proprio una case history, la Nokia, dove tutti non dicevano
15:16al capo che stavano arrivando gli smartphone e la Nokia che fino ad allora era stata leader
15:21di mercato con il GSM è arrivato in ritardo e quindi ha perso il treno. Perché? Perché erano
15:26tutti lì terrorizzati dal fatto che non bisogna contraddire i capi perché magari all'università
15:32gli era stato insegnato di star zitti perché solo così tu riesci a fare carriera. Possiamo quindi dire
15:40che un sistema economico che si basa solo su una concezione di merito tutenica non regge,
15:50non sta in piedi, si sgretola da solo. E fammi fare un paragone perché merito fa pensare subito
16:00all'eccellenza. Noi di eccellenze siamo oramai pieni anche perché, lo dico con senso autocritico,
16:07perché il mondo del giornalismo spesse volte, oramai da molti anni, va comodamente per raccontare
16:20le cose, per raccontare uno scenario, per raccontare un'ambientazione, va a raccontare
16:27l'eccellenza come se fosse, come è in realtà, cioè l'eccellenza per carità esistono, ma come
16:34se fosse la rappresentazione intera di un mondo. No, l'eccellenza è l'eccellenza ed esiste perché
16:42sotto ha un substrato di normalità. Quindi in realtà il giornalismo dovrebbe raccontare,
16:47sì, puntare il dito sull'eccellenza, ma dovrebbe raccontare la normalità, la realtà economica
16:54chinesiana che noi andiamo diffondendo. E quindi questo parallelo è sul campo,
17:07cioè il merito senza chi normalmente è espressione delle proprie capacità non
17:19consente di reggere un sistema. Guarda, ti dirò anche di più, cioè dietro questa esaltazione
17:27della meritocrazia secondo pochi parametri, pochi criteri, di fatto si legittima la disuguaglianza,
17:34perché se tu sei lì e quindi si considera che in virtù dei tuoi meriti è giusto che tu occupi
17:42quella posizione, specularmente chi non occupa quella posizione demerita e quindi si giustifica
17:50il fatto che stia in coda. E quindi ecco la cosa subdola di questa espressione, quando la SIL
17:56compara esclusivamente a pochi parametri, a competenze cognitive, quando le competenze non
18:02cognitive sono altrettanto importanti, l'amicalità, la coscienziosità, il senso del limite, l'empatia,
18:09sono tutte competenze non cognitive ma fondamentali per creare un ambiente economico favorevole,
18:16solo che non vengono prese in considerazione. Quando io sento dire, a volte purtroppo anche
18:21dai personaggi, perché qui il discorso diventerebbe enorme, ma non è solamente in economia che queste
18:28parole vengono implementate, ma spesso anche in politica, non si approfondisce e per cui si
18:36sentono dire che bisognerà cooptare i migliori. Ma chi sono i migliori? Cooptare i migliori cosa
18:42vuol dire? Se tu non abbini, e qui vengo proprio a quell'aspetto di colleganza che mettevi tu tra
18:48l'eccellenza e chi permette all'eccellenza di essere messa in evidenza, se tu non abbini all'idea
18:56di merito, anche l'idea di bisogno, non vai da nessuna parte. Perché io posso certamente avere
19:05un ristorante tre stelle, ma le trattorie non devono esistere più. Mi fa piacere che in certi
19:13studi professionali entrino tutti laureati con il massimo dei voti, magari anche con dei master,
19:18però chi prende qualche voto in meno alla laurea cosa fa? Deve lavorare, perché non è eccellenza
19:23secondo questo parametro. Ecco allora come o tu questa gamba del merito innanzitutto la fai
19:30diventare più robusta, perché dentro ci metti anche le competenze non cognitive ma fondamentali,
19:36assieme a questa ci devi mettere anche il bisogno. E qui entra Keynes, e ci siamo arrivati Carlo
19:43Dario, ci siamo arrivati. Qui entra Keynes, perché Keynes nella sua visione economica cosa dice? Il
19:49mercato, e qui in questa idea di meritocrazia, come tu giustamente dicevi, l'utilitarismo è il
19:55mercato che fa il suo lavoro. Benissimo, faccia il suo lavoro. Però diceva Keynes, laddove non
19:59arriva il mercato, perché il mercato non arriva dappertutto, altrimenti creas per equazione,
20:04è giusto che entri lo Stato. Oggi laddove non entra il merito, ma c'è il bisogno, è fondamentale
20:13che ci sia chi interviene. La differenza da Keynes ad oggi qual è? Che assieme allo Stato,
20:19per fortuna, c'è anche una società civile organizzata, più robusta, sussidiaria,
20:25capace in tante circostanze di svolgere quelle funzioni che un tempo erano solo di pertinenza
20:31dello Stato. Attenzione, l'azione di certo organizzione non profit è sempre bene pubblico,
20:37però non è statale. Quindi anche qui imparare a disgiungere la parola, una cosa è pubblico,
20:44ma non necessariamente è erogato dallo Stato. Esattamente, ed ecco che questa sintesi keynesiana
20:52è perfetta, perché a tutti quelli che ce l'hanno chiesto, ma perché economia calda,
20:57che oltretutto è un termine anche estremamente, congiunturalmente, efficace, perché viviamo
21:06in una delle state più calde che l'uomo ricordi, ma perché economia calda? Economia calda vuol dire
21:11l'economia reale, vuol dire stare sul pezzo della realtà e allontanarsi dall'economia degli slogan,
21:18ecco perché abbiamo voluto parlare oggi delle parole che sono importanti, perché gli slogan
21:24non fanno, i perusati, da chiunque, non fanno bene dell'economia, non sono altro che usurati,
21:36infatti, e invece l'economia calda è quella della realtà con anche le contraddizioni della
21:45realtà, perché la realtà è contraddittoria, però ogni aspetto che si affronta viene riflettuto,
21:59lo si osserva, lo si dibatte, lo si valuta e non lo si prende come uno slogan digerito.
22:10Mi permetti di essere un po' enfatico, Dario?
22:13Sì, credo di esserlo stato già abbastanza anch'io, ma figurati.
22:17No, ciascun aspetto lo si guarda negli occhi, non si gira attorno, non ci si arrampica,
22:27slogan, frasi fatte, ma si entra nel merito e anche entrare nel merito delle origini delle
22:34parole aiuta a questo.
22:36Esattamente, bene, noi crediamo molto nelle parole e le parole le vogliamo approfondire,
22:42continueremo a farlo, lo faremo anche nelle prossime puntate, per cui vi diamo appuntamento
22:48alla prossima, seguiteci sempre, ogni volta introdurremo sempre un elemento di novità,
22:54ma non per un birignà o perché vogliamo per forza stupire, ma perché siamo consapevoli
23:00che l'economia è fatta da tutte queste mille sfaccettature umane, vero?
23:07Totalmente d'accordo.
23:09Perfetto, allora appuntamento alla prossima puntata, grazie da parte mia, grazie a voi
23:17di averci ascoltato, grazie a Francesco di averci illuminato come al solito con le sue
23:23interpretazioni, grazie.
23:24Grazie Dario e grazie a chi ci ha seguito.

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