• anno scorso
Trascrizione
00:00La prima incursione nei server della Procura di Brescia risale al 2020 quando
00:05Carmelo Miano, l'hacker siciliano di 23 anni arrestato nei giorni scorsi con
00:09l'accusa di aver sottratto migliaia di atti giudiziari accedendo illegalmente ai
00:13sistemi informatici del Pala Giustizia, si era impossessato degli atti di un'indagine
00:17che lo riguardava su un traffico di dati illegale nel dark web.
00:21Dall'ora però sono stati almeno 46.000 i file sottratti alla Procura Bresciana,
00:26documenti del sostituto procuratore Erika Battaglia che era titolare
00:30dell'inchiesta che lo riguardava e di un poliziotto suo collaboratore,
00:33ma anche atti giudiziari per lo più relativi a procedimenti civili che poi scambiava con terzi.
00:39Le immagini raccolte da alcune microcamere installate nel suo appartamento mostrano
00:44come Miano abbia più volte effettuato accessi online ad un portale e-commerce russo dedicato
00:49alla vendita illegale di informazioni sensibili come codici fiscali, dati bancari e anagrafici,
00:55orientato principalmente all'Italia. L'indagine, condotta dalla Procura di Napoli che ha messo in
01:00luce l'elevata perizia e pericolosità dell'hacker, si concentra ora proprio su quegli accessi per
01:05capire che cosa il 23n abbia effettivamente scambiato e che utilizzo sia stato fatto di quei dati.

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