(LaPresse) «Oggi non vado a lavorare, vado domani». Sergio Ruocco arriva in via Adda a bordo della Punto rossa guidata dal suocero, Bruno, il padre di Sharon Verzeni, sul sedile del passeggero la madre della donna uccisa a coltellate la notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, che non parla e dribbla i giornalisti in attesa.Ruocco, il compagno di Sharon, è tranquillo e alla domanda se per oggi sono previste nuove convocazioni da parte dei carabinieri risponde: «Non penso. Spero che i carabinieri trovino presto il colpevole ma noi non possiamo dare più di tanto una mano. Quello che sappiamo lo abbiamo già detto». I cronisti chiedono che impatto avrebbe scoprire che l'assassino è una persona conosciuta e a quel punto interviene il padre della donna che chiudendo il cancello della villetta dice: «Sarebbe peggio, ma non pensiamo proprio».
Category
🗞
NovitàTrascrizione
00:00Salve, oggi di nuovo dai carabinieri? Non penso. Ma non è andato a lavorare? Scusami un secondo, vado domani.
00:11Domani? Senta ma se la senti di mandare un messaggio all'assassino di Sciarone in modo che si trovi anche una verità?
00:23Spero che lo trovi nella sveglia dei carabinieri, non possiamo dargli una mano più di tanto, quello che sappiamo l'abbiamo già detto.
00:32Ma se fosse una persona conosciuta, sarebbe un mondo?
00:37Che senso conosciuta?
00:38Se l'assassino fosse una persona da voi conosciuta?
00:42Non penso proprio dai.
00:44Sarebbe peggio ma...