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00:00:00Ben ritrovati dalla Sala Libretti del Giornale di Brescia, oggi siamo qui per parlare di un
00:00:16docufilm che ci riporta indietro di 50 anni, è un docufilm realizzato con le studentesse della
00:00:27Facoltà di Lingua dell'Università Cattolica di Brescia. Ringrazio i docenti Paolo Carelli e Marina
00:00:36Villa con la quale iniziamo questo laboratorio di giornalismo ancora quattro anni fa. Allora,
00:00:45il titolo che abbiamo dato a quest'appuntamento è non siamo più stati gli stessi, è una frase che ha
00:00:54pronunciato la signora Gloria che ci ha omaggiato anche della sua presenza questo pomeriggio qui al
00:01:03giornale, che era giovanissima e che ha ripetuto questa frase ad altre giovani studentesse che
00:01:13hanno approfittato di questo laboratorio di giornalismo per entrare a piedi pari nella
00:01:19memoria di quanto è successo 50 anni fa in Piazza della Loggia. Un laboratorio di giornalismo che
00:01:27ha andato ben oltre la tecnica che si è invece espressa nelle edizioni precedenti, lo definirei
00:01:35un laboratorio emozionale, perché il lavoro di queste studentesse è stato quello di raccogliere
00:01:43i ricordi, i ricordi della strage di Piazza della Loggia, un'iniziativa questo docufilm che bene
00:01:51volentieri abbiamo inserito in quel variato calendario di iniziative per il cinquantesimo
00:01:58della strage, un calendario molto molto articolato che ha coinvolto la città, la provincia, le scuole,
00:02:07le istituzioni, le associazioni, la gente comune, voluto da Amalio Milani che è qui presente, dalla
00:02:16casa della memoria e che ha trovato la convergenza davvero di tantissime tantissime realtà.
00:02:25Il docufilm Non siamo più stati gli stessi raccoglie alcune delle tante testimonianze
00:02:36manifestate al Giornale di Brescia e alla Casa della Memoria appunto che congiuntamente hanno
00:02:42avviato quest'iniziativa di una raccolta di testimonianze, di memorie, nelle aspettative
00:02:48anche di oggetti, di manifesti, ma appunto sollecitati da questi due enti e aperti a tutti.
00:02:57Abbiamo congiuntamente promosso una mail che è ancora attivata, lo ricordiamo, è
00:03:05piazzaloggia50chiocciolagiornaledibrescia.it e da questo bacino Fabio Gafforini con lo staff
00:03:15di TeleTutto ha tinto alcune testimonianze raccolte come, dalla mail siamo arrivati
00:03:24alla testimonianza sul posto, in piazza della loggia davanti alla Stele. Cittadini comuni,
00:03:32ma anche persone che in quel giorno hanno hanno perso hanno perso frammenti di famiglia,
00:03:42Maglio Milani, Alfredo Bazzoli e poi le istituzioni oppure anche testimonianze incrociate, perché
00:03:51quel 28 maggio di 50 anni fa, come detto dalla signora Gloria, ha davvero segnato il prima e il
00:04:02dopo della strage per tantissimi, per tantissimi bresciani e non solo. Io nel ringraziare Fabio
00:04:13Gafforini perché coordinerà questa restituzione alla città e alla provincia di questo lavoro,
00:04:19ovviamente ringrazio l'Università Cattolica di Brescia, grazie ai docenti, grazie anche alla
00:04:28preside della Facoltà di Scienze Linguistiche per essere intervenuto qui con voi, ringrazio tutti i
00:04:36testimoni, il regista di TeleTutto che ha curato il nostro Massimo Grandi e soprattutto ringrazio
00:04:46le studentesse e sarà bello ascoltare da loro cosa resta di questo, di questo laboratorio,
00:04:54di questo lavoro. A te Fabio. Grazie direttore Nunzia Vallini, presento subito chi è al tavolo
00:05:02con me partendo dal preside della Facoltà di Scienze Linguistiche Giovanni Gober, grazie preside
00:05:09per essere qui con noi, Marina Villa che è docente del Laboratorio di Giornalismo della Facoltà di
00:05:15Scienze Linguistiche dell'Università Cattolica e Paolo Carelli che invece è docente di teoria e
00:05:20tecnica dei media. Partirei chiedendole, queste studentesse si scrivono a lingua per fare lingua,
00:05:26probabilmente per il commercio, per insegnare e poi si ritrovano a fare ricerca storica,
00:05:32questo dà comunque la dimensione di come anche le facoltà universitarie poi spazzino in diversi
00:05:40ambiti e diano poi una formazione che sia estremamente completa. Grazie, direi che questo
00:05:49è stato reso possibile dai docenti, qui c'è Marina Villa, Paolo Carelli e dai docenti che hanno
00:05:57anche in precedenza organizzato e animato questa attività e naturalmente anche dalla possibilità
00:06:06che è stata data dal giornale di davvero trovare un luogo nel quale applicare e fare esperienza e
00:06:17la nostra facoltà raggruppa tutta una serie di, diciamo, di indirizzi, di orientamenti che vanno
00:06:29dall'attenzione alla cultura letteraria a quella delle comunicazioni dei media, degli strumenti
00:06:39operativi della comunicazione all'ambito dell'economia, soprattutto dell'azienda,
00:06:46della comunicazione aziendale, all'ambito delle relazioni internazionali e denominatore comune è
00:06:52l'attenzione alla lingua come strumento di cultura e di comunicazione, di cultura e di dialogo,
00:07:03perché le lingue se non c'è un dialogo non esistono, le lingue nascono perché c'è bisogno
00:07:08di interagire con qualcuno, qualcuno che ci provoca e allo stesso tempo lingua che vai,
00:07:17tradizione che trovi, punti di vista che trovi, quindi quella pluralità di atteggiamenti e di
00:07:27attenzioni verso la realtà si trova manifestata nella maniera più naturale, proprio nello studio
00:07:36delle lingue, nell'attenzione linguistica, ecco quindi la nostra facoltà consente da una parte
00:07:41di fare esperienza della realtà negli ambiti rilevanti nei quali le lingue sono poi usate,
00:07:50ambiti professionali rilevanti, da una parte dall'altra consente proprio di acquisire
00:07:57consapevolezza della relatività di qualsiasi punto di vista, che non vuol dire relativismo,
00:08:04vuol dire che i punti di vista sono tantissimi e proprio lo studio delle lingue ci aiuta a
00:08:11prendere atto che ogni punto di vista non esaurisce la realtà, la realtà è inesauribile,
00:08:18l'azionista di maggioranza della nostra università probabilmente è colui che la realtà la vede tutta,
00:08:29confidiamo che sia così, insomma è certo ciascuno di noi vede soltanto qualche piccolo particolare
00:08:38e questo ci aiuta anche molto a essere umili verso noi stessi, cioè ad esercitare anche un po'
00:08:45di ironia, cioè sapere guardare noi stessi e le nostre pretese di assolutezza sul mondo con un
00:08:54sorriso, perché se riflettiamo ci accorgiamo di quanto sono ridicoli i termini posti dai
00:09:02mortali, diceva Seneca, e qui è un po' quello che diceva prima l'assessore, la condivisione,
00:09:10l'inclusione, sì è fondamentale anche per noi, per la nostra università, perché è la dimensione
00:09:19nella quale ci collochiamo e anche la dimensione che dà la ragione della nostra presenza. Il
00:09:27lavoro che hanno fatto, non solo il lavoro, l'esperienza fatta dalle nostre studenti,
00:09:32io dico le studenti perché studente può essere maschile o femminile, studentessa non mi piace
00:09:38molto, è un participio presente latino, students, studentis, studente può essere l'uno e l'altro,
00:09:47quindi le nostre studenti sono state, come dire, il braccio operativo di questa grande
00:09:55enterprise, di questa organizzazione, che ha reso, mi sembra, un servizio importante alla
00:10:04comunità del Bresciano in generale, un servizio importante che è una testimonianza civile e credo
00:10:12sia uno dei modi più belli per attestare concretamente il fatto che la nostra università
00:10:17è pubblica, tanto è vero che è una università di diritto pubblico, non ha scopi di lucro,
00:10:25diversamente da altre università private, la nostra è un'università privata di diritto pubblico,
00:10:32ancorché non sia lo Stato a dirigere, a gestire, lo spirito, la ragione e persino il quadro
00:10:40normativo è pubblico, quindi pubblico vuol dire anzitutto essere nella propria attività anche uno
00:10:50strumento di servizio, di servizio verso la comunità e questo forse è anche un modo per fare quello che
00:10:58si dice politica, cioè la prima politica è vivere e la prima politica è quella di operare per il
00:11:05bene comune, è un po' questo lo spirito che mi fa capire come sia non soltanto centrale quello che
00:11:14è stato organizzato e approntato, allestito dagli studenti, grazie ai docenti ovviamente, non soltanto
00:11:22centrale, ma è anche rivelatore di un atteggiamento che aiuta a crescere, perché poi qualsiasi attività
00:11:31che si svolga è l'attività che fa crescere, crescere non soltanto come entità capace di
00:11:42immagazzinare delle informazioni, peraltro studiare lingue ha una particolare natura, non è come
00:11:53studiare matematica, economia, giurisprudenza, è lavorare su di sé per anche attrezzare le proprie
00:12:03capacità cognitive, percettive e comunicative in una maniera che cambia la persona, chi ha studiato
00:12:12lingue e chi le ha davvero comprese, che le ha fatte davvero proprie, ha appreso le lingue in una
00:12:21maniera unica per ciascuno, perché l'apprendimento linguistico funziona quando ciascuno acquisisce
00:12:29le lingue secondo la propria disposizione, da una parte è questo, dall'altra è cambiato davvero
00:12:37come persone ed è per questo che studiare lingue è molto importante, ecco aiuta a cambiare come
00:12:45persone, anche a vedere che cosa è la nostra esperienza umana nella comunità, ma anche nella
00:12:52nostra stessa individualità. Grazie ancora Giovanni Gobber, preside della Facoltà di Scienze
00:12:59Linguistiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, anche per essere stato con noi oggi, vediamo
00:13:07allora cosa hanno fatto le studentesse, non prima però dei ringraziamenti, partendo proprio da loro
00:13:14a Giulia Bertocchi, a Sofia Braga, a Francesca Camossi, a Vittoria Ferrami, a Carlotta Gatti, Martina
00:13:21Lonardini, Valentina Perini, Cristina Re, Sofia Rolfi, grazie a voi, ai docenti che
00:13:31sedono oggi al tavolo, che sono Marina Villa e Paolo Carelli, alle testimonianze di Maglio
00:13:38Milani, che vedremo anche appunto nel documentario di Alfredo Bazzoli e del collega Pierpaolo
00:13:44Prati, ma anche di Gloria Ruzzunenti, di Raffaele Mascis, di Elsa Boemi, di Salvatore Milano, che è qui con
00:13:51noi quest'oggi, di Claudio Leni, di Angela Bodeo, di Luciano Consolandi e di Loris Marchesini. La
00:13:59collaborazione di Casa della Memoria, del Giornale di Brescia e di Teletutto e Massimo Grandi, grazie
00:14:05che ha curato insieme a me questo docufilm. Grazie e buona visione.
00:14:14Posso dire che questo avvenimento, io avevo 17 anni, mi ha portato via all'innocenza.
00:14:24Nei mesi successivi ho sempre avuto il terrore dei temporali, perché il tuono mi spaventava
00:14:39tantissimo, cioè mi ricordava quel giorno che ho vissuto.
00:14:51Non sono arrivate le schegge lì da noi, perché la gente che era qui davanti le ha coperte.
00:14:58La rivivi, la rivivi tutti gli anni. Come in questi giorni che ci sono queste commemorazioni,
00:15:11la memoria viene rinfrescata su questi argomenti e tante volte diciamo il perché succedono queste
00:15:19cose, il perché succedono queste cose, la cattiveria dell'uomo umano, perché non c'è
00:15:26altra motivazione praticamente, non c'è altra motivazione.
00:15:56A Milano, Alcalde.
00:16:06Aiuto!
00:16:08Fermi!
00:16:10State fermi!
00:16:12Compagni e amici, state fermi!
00:16:15Calma!
00:16:17C'è una differenza tra ricordo e memoria. Il ricordo è la descrizione del fatto, è
00:16:23il legame che tu hai con la tua memoria interiore. State all'interno della piazza!
00:16:30Facciamo il servizio d'ordine!
00:16:32Il servizio d'ordine!
00:16:36State calmi!
00:16:38State calmi!
00:16:41La memoria invece è qualcosa di più, è la collocazione del ricordo dentro la storia,
00:16:49quindi è un processo di elaborazione che parte da una domanda di fondo, perché è
00:16:55accaduto?
00:17:02E questo è estremamente importante perché anche la vittima che si fa testimone non può
00:17:10limitarsi al tema del racconto di quel giorno, io quel giorno c'ero, ho vissuto in diretta
00:17:17la strage, ho visto mia moglie e i miei amici morire, ma occorre fare lo sforzo per proiettarsi
00:17:27nel diritto di cittadinanza, uscire cioè dalla pura e semplice dimensione della vittima per
00:17:34ritornare ad essere cittadino, è un percorso lungo, è un percorso difficile, ma credo
00:17:40che sia davvero l'elemento importante, passare dal momento del ricordo alla elaborazione di
00:17:48quanto è stato, che non significa dimenticare, ma significa essere parte di un approfondimento
00:17:55sulle ragioni per cui è accaduto, dentro la quale ci metti anche la tua sofferenza.
00:18:11Io avevo 17 anni e frequentavo la terza liceo del liceo scientifico Calini di Brescia, siccome
00:18:18pioveva invece di rimanere lì vicino al palco degli oratori avevamo deciso di venire a
00:18:26ripararci qui sotto i portici e a un certo punto un nostro amico, un nostro compagno è
00:18:35venuto da noi e ci ha detto ho messo una bandiera sulla statua, quella statua su quella fontana,
00:18:43ma noi non potevamo vederla da dove eravamo, perché in effetti eravamo in linea con la
00:18:51stele e la fontana non si vedeva, quindi per vedere la fontana, siccome era gremito di
00:19:00gente il portico abbiamo fatto un paio di passi avanti a filo col pilastro gemello di
00:19:06questo.
00:19:07Questa è la piazza della loggia di Brescia, questa mattina verso le 10.30 era da poco
00:19:12cominciato un comizio organizzato per manifestare contro il terrorismo neofascista che da alcune
00:19:17settimane aveva determinato in città uno stato di tensione, stava parlando a nome della
00:19:22federazione dei sindacati franco castrezzati della CIS, quando sotto l'orologio che domina
00:19:26la piazza è avvenuta la terribile esplosione, si è uditomboato, poi grida e urla, si è
00:19:31alzato una fita cortina di fumo, molti corpi di persone erano inanimati al suolo.
00:19:36Noi eravamo un gruppo di lavoratori della FIDEP, della CGL Funzione Pubblica, piove
00:19:44ginava, io insistevo con i miei amici, i miei compagni di andare a metterci lì sotto perché
00:19:54lì saremmo stati accoperti e non avremmo preso l'acqua, invece mi dissuasero e così.
00:20:01Quando scoppiò la bomba io e la mia amica sentimo proprio come un tuono, all'inizio
00:20:08io pensai che fosse un tuono proprio, in realtà poi girandoci verso da dove proveniva il rumore
00:20:16abbiamo visto tanto fumo, tanti ombrelli e oggetti che saltavano per aria, ricordo davvero
00:20:23tutto di quei momenti nonostante siamo passati 50 anni e fossi molto giovane, ricordo come
00:20:28ero vestita, ricordo con chi ero. La nostra delegata sindacale aveva organizzato
00:20:33questo gruppo, eravamo in 5 ragazze, siamo venute in città per questa manifestazione
00:20:38antiterroristica fascista così e ci siamo conosciuti in quell'occasione.
00:20:44Siamo arrivati in Piazza Loggia e abbiamo deciso di stare dove c'era il negozio di
00:20:50cittadini a Verza e eravamo al terzo pilastro, praticamente quello prima del
00:20:55Cinemastra, tanto per intenderci. Ci siamo messi lì perché non avendo l'ombrello
00:21:00e abbiamo cominciato a sentire l'oratore che stava spiegando la manifestazione.
00:21:07A un certo punto abbiamo sentito questo botto che polvere, rumore, praticamente non
00:21:16si capiva niente, a un certo punto ci siamo svegliati da questo torpore perché
00:21:23nessuno sembrava che fosse un petardo e alla fine abbiamo cominciato a sentire
00:21:29le voci, bomba, bomba, bomba, ci siamo guardati in giro, c'era questa polvere,
00:21:34gente in terra etc. e ci siamo messi a scappare, il primo istinto è quello di scappare.
00:21:41Livia Bottardi Milani
00:21:46Un boato e nulla più, le pagine della mia vita ad un tratto polverizzate, non più
00:21:55quelle gocce fastidiose a insistere sul viso mentre mi avvicinavo per ascoltare
00:22:01meglio, non più il profumo del gesso, non più le lezioni preparate, le discussioni,
00:22:08non più i miei ragazzi, un attimo prima ero lì e poi il silenzio, nel frastuono perché
00:22:20per me scomparso il rumore, scomparso il tutto.
00:22:27Vittorio Emanuele II
00:22:36Quel giorno noi scegliemmo di essere in piazza per partecipare, per dire no alla
00:22:42violenza, fu una scelta, non c'era l'obbligo di venire, sentivamo però il dovere civile
00:22:49di esserci e il dovere civile significava difendere le ragioni per cui altri prima di
00:22:56noi avevano combattuto per darci le istituzioni democratiche e noi avevamo il dovere di poterle
00:23:02difendere, questo è stato il primo elemento fondamentale, cioè essere insieme, scegliere
00:23:12per riproporci dentro quegli ideali, dentro quel passaggio di memoria, quella eredità
00:23:21che ci era stata consegnata da chi aveva lottato e dai padri costituenti.
00:23:31Giulietta Banzi Bazzoli
00:23:34Adieu, ma cher enfant, nemmeno il tempo di una carezza, nemmeno un sorriso, solo il vuoto,
00:23:42i miei bambini a casa aspettano, ma non tornerò, i miei studenti si guardano in silenzio e
00:23:51sanno che non tornerò, avevo una casa, avevo un mondo, avevo un ideale, ora non ho più
00:24:02nulla.
00:24:08Facendo un passo avanti per vedere la statua da quella visuale, noi non abbiamo più visto
00:24:15la statua in realtà, in quel momento come ho alzato gli occhi per vedere la bandiera,
00:24:22io ho visto solo della polvere che saliva in cielo, come se avessero buttato sacchi di
00:24:32polvere, ho sentito le vetrine che cadevano, non abbiamo capito subito che cosa era successo,
00:24:43in una frazione di nanosecondo però abbiamo capito che dovevamo fuggire da lì, correvamo
00:24:50più velocemente possibile, c'erano tutte le scaglie di vetro, dei vetri delle finestre
00:24:55che cadevano, ma erano polverizzati, li sentivo sul viso, so che è arrivata una nostra amica
00:25:03che era lì così con la bicicletta, stringendo la bicicletta come se fosse un ancora di salvezza,
00:25:10era terrorizzata perché aveva un golfino bianco schizzato di sangue, credendo che fosse
00:25:17il proprio e allora io credo di avere fatto delle cose sotto shock, quindi le ho tolto
00:25:26il golf per farle vedere che non aveva niente, lei aveva detto che aveva visto delle persone
00:25:32esploderle davanti agli occhi.
00:25:34Clementina Calzari Trebeschi, si era detto per sempre e per sempre sarà, uniti nella vita
00:25:48e nella lotta, uniti mio caro sposo su questo selciato, in questa piazza bagnata, potevamo
00:25:58ancora lottare, potevamo ancora volare, invece è tutto finito, una lapide ricorda i nostri
00:26:08nomi, saranno i nostri cari a ricordare noi.
00:26:17Ero terrorizzata perché le mie paure erano due, la prima era per mio padre, devo dire
00:26:24la verità perché mio padre aveva 45 anni, era impegnato ai servizi di ordine pubblico
00:26:30proprio vicino ai portici e poi avevo paura che scoppiassero altre bombe, ho intravisto
00:26:36dove in mezzo alla piazza, dove c'è la lapide dei corpi, quindi immaginate una ragazza di
00:26:4514 anni, ero veramente nel panico. Poi ho incontrato un mio amico che frequentava
00:26:53Littis, era tra l'altro un leader del movimento studentesco, mi ha preso per mano perché
00:26:58io ero veramente spaventata e mi ha portato in piazza della Vittoria dove con il gettone
00:27:04telefonico sono riuscito a chiamare mia madre che aveva già saputo perché i miei fratelli
00:27:12più piccoli frequentavano le medie e li avevano mandati a casa, che era successo qualcosa
00:27:17ma non sapeva cosa e quindi io non avevo detto neanche a mia madre che ero venuta in manifestazione
00:27:24ma la sensibilità delle madri, lei aveva già immaginato che io sarei venuta e quindi
00:27:30volevo rassicurarla e soprattutto sapere se anche mio padre stava bene, se non era successo
00:27:37niente neanche a lui che era proprio di servizio vicino dove è scoppiata la bomba.
00:27:42Dei ricordi tristi, io mi trovavo proprio a pochi metri perché era un negozio qua a
00:27:485 metri, mi è rimasta impressa la grande fiammata, io ero appoggiato allo stipite,
00:27:57ho sentito il botto, mi sono girato, ho visto queste fiammate che saliva, saliva, saliva
00:28:04e poi cominciavano a cadere i vetri e quant'altro, allora avevo un amico poliomelitico,
00:28:11l'ho tirato giù, ci siamo accucciati e poi ero preso e si è scappato in fondo dove c'è
00:28:17un vicolino e gli ho detto te stai lì che torno a prendere i libri, sono tornato a prendere
00:28:22i libri, ho visto quello che c'era e sinceramente quello non mi ha fatto dormire per una settimana
00:28:28ma io adesso se chiudo gli occhi me lo ricordo ancora quella fiammata, non è bello!
00:28:58La furia omicida mi ha stampato sulla terra fredda, bagnata, nel dolore ho rivisto il
00:29:06caldo sole del sud e i tuoi occhi di ragazza disposti a seguirmi, non ti ho portata lontana
00:29:14Ada, non ho mantenuto le mie promesse, non ho potuto Ada, faceva troppo freddo.
00:29:23Io mi ricordo bene Pinto che è morto poi qualche giorno dopo e qui in terra poi c'erano
00:29:32Trebeschi, la Calzari, la moglie.
00:29:36Ero da poco venuto a Brescia come assistente medico della chirurgia toracica che era stata
00:29:53aperta da poco al satellite e eravamo in reparto, dopodiché arriva questa telefonata molto
00:30:01allarmata e c'era una gran confusione, sirene, un trambusto, un movimento molto frenetico
00:30:11di questi pazienti che arrivavano sulle ambulanze e anche su macchine private, venivano messi
00:30:18alla meglio. C'era un'atmosfera insieme molto tesa però anche molto fattiva, tutti cercavano
00:30:27di fare qualcosa pur nel disordine ovviamente di una cosa non programmata e una delle figure
00:30:34che ricordo molto era la suora che cercava di indirizzare il poco personale infermieristico
00:30:42per fare delle cose in tutta fretta ma fatte correttamente, quindi questi lenzuoli insanguinati
00:30:49che venivano tolti e sostituiti con altri puliti che duravano poco. Io mi sono trovato
00:30:54in una saletta del pronto soccorso a sotturare delle ferite, tamponare, medicare e così via
00:31:02e però ricordo molto questo Pinto, Luigi Pinto, perché dopo ci hanno detto che era
00:31:09un giovane precario che era qui da pochi mesi come insegnante ed è poi uno che abbiamo
00:31:16operato perché aveva lesioni sia toraciche che generali, lo abbiamo operato e poi dopo
00:31:23lui è sopravvissuto, per un po' lo abbiamo seguito e lo hanno seguito in rianimazione.
00:31:28Lui non era sotto i portici, era stato colpito da rischegge, quindi non aveva apparentemente
00:31:34lesioni molto gravi o almeno subito mortali e quindi era tutto pieno come dei bersagli,
00:31:44delle piccole ferite mescolate a frammenti di stoffa, una cosa terribile.
00:31:50Alberto Trebeschi, io so cos'è una bomba, io so quale principio muove l'innesco,
00:31:57io so quali effetti produce un'esplosione, in teoria tutto questo so.
00:32:06Ciò che non immaginavo era che sarebbe finita qui, con Clema al mio fianco,
00:32:14dilaniati dalla ferocia di chi, al rispetto per l'ideale altrui,
00:32:20antepone la brutalità, nell'illusione che un boato possa uccidere un'idea.
00:32:34Quella bomba ha colpito tutti.
00:32:44Il suo obiettivo erano le istituzioni democratiche,
00:32:47allora vuol dire che noi siamo stati colpiti tutti, chi più chi meno,
00:32:52certo altri più di tanti, ma il fondamentale è avere questa consapevolezza
00:32:58ed è da questa consapevolezza che nasce l'indicazione profondamente democratica
00:33:03e cioè la violenza si risponde con la forza della democrazia,
00:33:08per non essere esattamente come loro.
00:33:10Io credo che questo sia stato un momento quasi rifondativo,
00:33:15riaffermativo dei valori con i quali la Costituzione è stata costruita.
00:33:21Anche qui partiamo dalla sofferenza ma per riaffermare il principio
00:33:25e i valori della vita e della convivenza civile.
00:33:39BARTOLOMEO TALENTI
00:33:50Bartolomeo Talenti, questa volta ho perso.
00:33:55L'arbitro ha fischiato dall'assù oltre le nuvole.
00:34:01Nemmeno il tempo di capire ed ero solo materia sparsa sulla piazza.
00:34:06Il nemico ha segnato un punto ma non c'è nulla da applaudire.
00:34:12Io non avevo finito, tante cose ho lasciato da fare.
00:34:17Il destino dicono, di ghiaccheria dico io,
00:34:21di un avversario che non mostra la faccia, spietato e crudele.
00:34:37BARTOLOMEO TALENTI
00:34:44Dopo l'accaduto io non mi sono reso conto perché avevo 4 anni e mezzo,
00:34:53quindi ero un bambino piccolo e non mi rendevo conto ovviamente di quello che succedeva.
00:35:00Mi sono reso conto poi negli anni successivi per la circostanza che
00:35:07in questa piazza quella mattina il 28 maggio c'era anche mia mamma
00:35:13che aveva avuto la sfortuna di decidere di andare a collocarsi lì sotto i portici
00:35:25visto che pioveva e proprio vicino al cestino dei rifiuti dove alle 10-12 minuti sarebbe scoppiata la bomba.
00:35:36Quindi mia mamma è stata investita dall'esplosione morta praticamente sul colpo
00:35:41e quindi da quel momento lì in poi mio padre e noi tre fratelli
00:35:48siamo stati amputati da un affetto familiare ovviamente così importante
00:35:55e mi sono reso conto di quello che è successo per tutto il resto della mia vita, non certamente in quel momento.
00:36:12Ho vissuto delle emozioni terribili in quelle ore, prima lo spavento, il terrore e poi un odio feroce.
00:36:24Proprio sentivo una specie di rabbia che mi saliva dentro
00:36:29e ho capito che se qualcuno in quel momento avesse puntato il dito contro una persona
00:36:37dicendo è stato lui probabilmente l'avremmo ucciso.
00:36:54Ricordo solo che per molti anni, davvero anni, non sono più riuscita a passare da questa piazza.
00:37:09Io avevo 17 anni, mi ha portato via l'innocenza, mi ha portato via la fiducia nella vita,
00:37:20ci ha impiegato tantissimo a recuperare ma non eravamo più quelle di prima comunque, non lo siamo stati più in effetti.
00:37:36In quei giorni non capivo perché avevo questa sensazione di lutto
00:37:42ma in realtà poi ho capito che era il lutto per la mia giovinezza,
00:37:47per qualcosa che mi avevano strappato, non solo per la vita delle persone che erano morte.
00:37:58Euplo Natale, tic tac, tic tac, gli orologi di mio figlio, tic tac, tic tac, l'orologio di una bomba,
00:38:13tic tac, tic tac, le gocce di pioggia sul mio ombrello, tic tac, tic tac, silenzio, il boato, sto male, sto male,
00:38:34sto male, tic tac, tic tac, gli ultimi battiti del mio cuore e poi eterno silenzio.
00:38:48L'emozione più forte poi è stata che noi del sindacato abbiamo fatto, lì sul Van Vitelliano, sul salone,
00:39:04avevano portato le bare e noi facevamo la guardia d'onore.
00:39:11Io sono stato qui tre giorni, senza andare a casa, avevo telefonato a mia moglie che aveva detto che a me non è successo niente
00:39:22e sono stato qui tre giorni, non mangiavamo niente, eravamo lì su o facevamo un'ora fermi, immobili, poi ci riposavamo.
00:39:33Ma l'emozione più forte, ancora più forte, è stata quando ci sono stati i funerali.
00:39:40C'era un mare di gente, non c'era posto per stare in piedi, tutto quel corso fino a giù fino al corso di Zanardelli.
00:39:58Io mi ricordo che per almeno un mese la notte mi svegliavo e sentivo ancora il botto della bomba.
00:40:10Ma che ancora oggi, io mi ricordo ancora oggi, sento qualche volta nelle notti insonni e ricordo questo grande botto,
00:40:32questo sbandamento, la piazza così, le persone che non sanno dove andare, che cosa fare.
00:40:40La mia moglie mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare,
00:40:46mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare,
00:40:54mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare,
00:41:01mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare,
00:41:06mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare, mi ha chiesto di andare.
00:41:36Dolore per le ferite insanabili del corpo. Dolore per le cicatrici indelebili sul cuore.
00:41:45Vi troverò in quel mondo eterno. Sarete lì ad aspettarmi per ricordare insieme.
00:41:54Sarò nel nulla eterno. Compagni e amici, fatemi posto in mezzo a voi.
00:42:07L'abbiamo raccontata così come l'abbiamo vissuta ai nostri figli, ma anche ai nostri nipoti.
00:42:13Perché la nostra nipotina, che adesso ha 14 anni, aveva fatto un compito in classe
00:42:18proprio raccontando la storia dei suoi nonni.
00:42:21Il ricordo rimane sempre. Emotivamente sì, rimane sempre. Tutti gli anni te lo ricordi.
00:42:28Lei per un po' di tempo ha avuto problemi d'insonnia.
00:42:32La rivivi, la rivivi tutti gli anni.
00:42:35Come in questi giorni che ci sono queste commemorazioni, la memoria viene rinfrescata su questi argomenti.
00:42:42E tante volte diciamo il perché succedono queste cose.
00:42:47Il perché succedono queste cose. La cattiveria dell'uomo umano.
00:42:51Perché non c'è altra motivazione, praticamente. Non c'è altra motivazione.
00:42:56Sicuramente è storia. È storia della nostra città.
00:43:00Noi è la storia della nostra vita, praticamente. Perché ci siamo conosciuti quel giorno lì
00:43:05e dal giorno successivo lui è continuato a venire a Veneziale a vedere come stavo
00:43:09e adesso siamo qui, insomma.
00:43:12E dopo lì è nata un'altra storia.
00:43:14Abbiamo una bellissima famiglia.
00:43:22Sono date importanti. La strage Piazza della Loggia per il 25 aprile, la liberazione,
00:43:27per il 2 giugno la festa della Repubblica.
00:43:29Sono date che segnano l'evoluzione e lo sviluppo della nostra democrazia.
00:43:33Fanno capire su quali sfide, con quali difficoltà, attraverso quali sacrifici, attraverso quali dolori
00:43:42si è costruita e si è consolidata la nostra democrazia.
00:43:46Non bisogna mai dimenticarlo, perché la democrazia non è acquisita una volta per sempre.
00:43:54Ciascuno di noi ha le proprie sfide davanti per difenderla, per consolidarla.
00:43:59Oggi le sfide sono diverse, ovviamente non siamo più in quel contesto,
00:44:03però fare memoria insieme di quello che è accaduto io penso che sia la premessa indispensabile
00:44:11per essere in grado di affrontare le sfide che riguardano la nostra democrazia anche nel futuro.
00:44:24Giustizia è stata fatta parzialmente.
00:44:28Il caso è ancora aperto perché ci sono ancora alcuni punti oscuri da chiarire
00:44:32ed è bene che la magistratura prosegua nei tentativi di accertamento della verità,
00:44:38perché della verità e dell'accertamento delle responsabilità giudiziali abbiamo bisogno
00:44:49non solo noi parenti delle vittime, abbiamo bisogno dell'intera comunità nazionale,
00:44:56perché quell'episodio è uno degli tanti episodi che in quell'epoca hanno contribuito
00:45:01a condizionare l'evoluzione della nostra democrazia
00:45:08ed è quindi molto importante che ci sia chiarezza e limpidezza su quello che è accaduto.
00:45:13La parte della verità c'è, bisogna stare attenti a dire che manca ancora la verità,
00:45:22perché in realtà ormai si sa quasi tutto, si sa che furono i neofascisti di ordine nuovo
00:45:30a piazzare l'Ordigno, si sa che la verità è arrivata con 40 anni di ritardo
00:45:39perché si misero all'opera servizi segreti, apparati militari deviati dello Stato
00:45:51per cancellare, nascondere, occultare le prove che avevano consentito di smascherare rapidissimamente
00:45:59se si fosse voluto gli autori responsabili della strage, però oggi si sa che furono loro,
00:46:07che ci furono queste connivenze, che fu un episodio che si colloca dentro questa stagione
00:46:13di attentati finalizzati a condizionare l'evoluzione democratica del nostro Paese,
00:46:18manca ancora una parte di questa verità, è bene continuare a cercarla anche a distanza
00:46:26dei 50 anni perché è una necessità credo ineludibile della nostra democrazia.
00:46:38I processi sono stati tantissimi, ne ho contati 17, a questo punto si è arrivati perché
00:46:44Girachì quei processi non voleva celebrarli e ha mescolato un po' le carte, alcune le ha nascoste
00:46:51ha cercato che l'accertamento della verità arrivasse con molto, molto, molto ritardo,
00:46:57è davvero una storia molto complicata, non è un caso che sia arrivato in un momento
00:47:04che sia arrivato a 50 anni e non si sappiano ancora gli esecutori materiali, ma credo che
00:47:11l'unica vera ragione per motivare un ritardo di mezzo secolo di storia nell'accertamento
00:47:17della verità sia proprio quello dei depistaggi che ci sono stati e del tentativo appunto
00:47:24di nascondere quello che è successo in Piazza della Loggia il 28 maggio 1974, un tentativo
00:47:31che è durato decenni e che forse anche per la morte di tanti protagonisti di quel depistaggio
00:47:39adesso non è più uno stabolo, anche se è passato mezzo secolo.
00:47:54Di tanti anni ha influito sulla fiducia che i bresciani e gli italiani hanno nella giustizia,
00:48:00però un accertamento della verità c'è stato perché noi conosciamo i mandanti della
00:48:05strage di Piazza Loggia, ancorché siano arrivati a sentenze i processi solo nel 2017 e quindi
00:48:14si sono passati 43 anni dalla strage di Piazza Loggia, una verità c'è, una matrice politica,
00:48:19una matrice storica, una verità giudiziaria comunque c'è e questo dovrebbe a mio avviso
00:48:26far riconquistare della fiducia da parte dei cittadini, dei bresciani e degli italiani
00:48:32in generale nella giustizia perché nonostante i depistaggi, il tempo passato, le difficoltà
00:48:37attraversate ci sono magistrati e giudici che ad un accertamento di verità sono comunque
00:48:44arrivati e credo che questo sia un dato positivo. Purtroppo ritengo che la giustizia sia efficace,
00:48:53la giustizia tempestiva, anche perché negli anni diversi responsabili accreditati come
00:49:02responsabili dalle stesse sentenze sono passati a miglior vita e quindi per loro non c'è
00:49:09una pena da scontare come ci sarebbe stata se viceversa la giustizia fosse stata tempestiva.
00:49:23I processi hanno contribuito a formare la storia di Piazza della Loggia, in diverso
00:49:37modo, anche perché ci sono stati dei filoni di indagine completamente differenti e sembravano
00:49:44scollegati, si è partiti pensando a un nucleo di giovani fascisti bresciani, cosa che poi
00:49:54è stata smentita dalla storia e dai processi, si è arrivati al filone milanese, anche qui
00:50:00chiuso con assoluzioni e poi si è arrivati a Venezia ed è l'unico filone che ha maturato
00:50:08delle sentenze definitive che sono quelle dell'ergastolo di Maggi e Tramonte. Ciascuno
00:50:14di questi filoni però ha comportato, al di là del dato tecnico processuale, anche del
00:50:23travaglio, se immaginate cosa può essere stato a Brescia negli anni 77, 78, 79, 80,
00:50:33una città ancora con la ferita aperta di Piazza della Loggia in cui figli della stessa
00:50:40città venivano processati per la strage, provandosi a calare in quella realtà si rende
00:50:47conto che sicuramente fu un momento particolarmente doloroso per la città, sia da una parte che
00:50:54dall'altra, per poi scoprire che nessuno di questi protagonisti degli indagati poi
00:51:00è stato condannato per questi fatti. Certo è che la memoria secondo me non è tanto
00:51:09e solo nelle carte processuali, ma è tanto di più in tutti coloro che hanno voluto tenerla
00:51:17viva anche al di fuori e soprattutto al di fuori del processo e l'hanno voluta tenere
00:51:23viva sia in piazza che nelle scuole, ma anche proprio nelle aule di giustizia perché il
00:51:33grande lavoro che è stato fatto dai magistrati è stato un lavoro supportato in continuo
00:51:39anche dalle parti civili che hanno avuto un ruolo fondamentale nell'alimentare la ricerca
00:51:44della verità, per 50 anni Brescia, la Casa della Memoria, la situazione dei familiari
00:51:54delle vittime nella strage di Piazza Loggia si sono impegnate a fondo perché non cadesse,
00:52:01non crollasse come un castello di carta tutto il lavoro compiuto nella ricerca della verità
00:52:10e che fosse comunque in continuazione alimentato e trovasse nuova linfa di processo in processo,
00:52:19di giornata del ricordo in giornata del ricordo e in tutte le iniziative che sono state fatte
00:52:25per la provincia, per la città e per il resto d'Italia.
00:52:40È inevitabile che il tempo sbiadisca i ricordi, lenisce le ferite, rimargina un po' il dolore,
00:53:02quindi è inevitabile che ricordare e commemorare diventi più complicato.
00:53:08Però, accidenti, qui stiamo parlando di una bomba messa in questa piazza, Piazza della Loggia,
00:53:18la piazza del Lago Ra, lo spazio nel quale si riconosce l'intera città, una bomba messa
00:53:25durante una manifestazione antifascista, ma una manifestazione in cui si esprimeva
00:53:32il diritto più basilare di una democrazia, cioè il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.
00:53:42Stiamo parlando di questo, di una bomba messa per uccidere persone che manifestavano liberamente il proprio pensiero.
00:53:51Ora, io penso che basta questo per rendere la città, credo, consapevole del dovere di ricordare quello che è successo
00:54:01e di capire perché è successo, per capire anche come, non dico evitare che succeda di nuovo, perché sarebbe un po' banale dirlo,
00:54:12però come da quella lezione, da quell'evento, da quell'episodio trarre qualche insegnamento per aiutare la democrazia a diventare più forte.
00:54:24Stiamo parlando comunque di un evento che ha sconvolto la città nella sua anima più profonda e nel suo luogo più iconico e più rappresentativo.
00:54:38Quindi io penso che ci siano ragioni più che buone, più che sufficienti, se solo ci si riflette un momento per continuare a ricordare,
00:54:49commemorare per questa città quell'evento così sconvolgente che l'ha colpita.
00:54:55Buongiorno, gravissimo attentato a Brescia. Un ordigno ad orologeria esplode in piazza della loggia durante una manifestazione antifascista.
00:55:05Ordigno, che è una bomba ad orologeria, è esploso verso le 10.30 nella centralissima piazza della loggia.
00:55:11Quante sono le vittime? Si ha un dato preciso?
00:55:14Per adesso i morti accertati sono 5, secondo altre versioni sarebbero 6, altre versioni parlano addirittura di 11.
00:55:21I feriti sono senz'altro 47, di cui almeno 10 in gravissime condizioni e sono stati ospitati nei vari ospedali cittadini.
00:55:29Noi cerchiamo di passare il testimone della memoria, la consapevolezza che quella storia li riguarda, li riguarda nel loro presente,
00:55:38li riguarda nel farsi attori principali sia di rivendicazioni sia di prendere la lezione che è stata e che prima ricordavo.
00:55:52Noi dobbiamo non avere paura a porre le nuove esigenze e noi dobbiamo avere la forza, noi anziani, io sono piuttosto anziano,
00:56:03di accompagnarvi in questo passaggio, in questo vostro nuovo viaggio, dandovi però una sola indicazione,
00:56:12il rifiuto della violenza da un lato e la volontà di riconoscere l'altro,
00:56:17poiché il tema dell'altro, il tema cioè del riconoscimento dell'altro, il tema cioè del valore, dell'accoglienza,
00:56:26del trovarmi, del dialogo, del confrontarmi con chiunque diventa un elemento importante.
00:56:32E si tratta quindi allora di comprendere che la memoria è la composizione di tante memorie,
00:56:40ognuna delle quali porta un contributo a costruire una memoria collettiva,
00:56:45la quale deve avere dentro di sé i valori che tiene insieme la società,
00:56:50ma nello stesso tempo anche capire le ragioni per cui uno ha scelto magari di usare la violenza.
00:57:11Sono stata colpita dall'eredità che la strage di Piazza Loggia ha lasciato alla città,
00:57:17i valori che ci ha insegnato, soprattutto la cultura della tolleranza, del dialogo,
00:57:25la difesa anche della democrazia, soprattutto in maniera non violenta,
00:57:31e come anche la città ha saputo rispondere negli anni a questa ondata anche di violenza.
00:57:40La città ha risposto alla violenza appunto con la non violenza,
00:57:48i valori che volevano difendere i presciani con lo sciopero di Piazza Loggia,
00:57:55con l'esercitamento, con l'esercitamento, con l'esercitamento,
00:58:00con l'esercitamento, con l'esercitamento.
00:58:03I valori che volevano difendere i presciani con lo sciopero del 28 maggio sono stati ripetuti e rafforzati.
00:58:14Già nel 1974 si sottolineava appunto come Brescia fosse una città pacifica, una città democratica
00:58:25e anche nel 2024 Brescia ha confermato questa sua fedeltà alla democrazia.
00:58:37Riesco ad immaginarmelo ma non riesco a immedesimarmi, ma forse perché anche il clima che ci circonda è totalmente diverso.
00:58:44Ad oggi per noi è difficile immedesimarci perché comunque la situazione che ci circonda,
00:58:51almeno a Brescia, non è una situazione così movimentata come era ai tempi.
00:58:57Mi ha colpito molto la percezione che le persone hanno avuto in quell'istante,
00:59:02perché come ci è stato detto il primo pensiero non è stato direttamente quello di una bomba, di una strage,
00:59:09ma le persone hanno cercato di capire cosa effettivamente stava succedendo
00:59:13e quindi i primi attimi di sicuro posso solo immaginarmi quanto la situazione era caotica e difficile da comprendere.
00:59:20Quindi ho provato io a immedesimarmi in una situazione del genere e faccio sicuramente fatica a vedermi in una situazione così.
00:59:33È il senso di appartenenza che si è visto e si è sentito da parte di tutti,
00:59:39perché persone di diversità che hanno vissuto in prima persona o anche hanno avuto parenti presenti durante questa strage
00:59:49si è capito che hanno un forte sentimento verso tutto ciò che è accaduto,
00:59:56sentimento di rabbia, tristezza e anche voglia di verità.
01:00:00C'è questo bisogno di verità e giustizia che si continua comunque a portare nel tempo
01:00:06e sono anche persone che si uniscono e vogliono che Brescia si unisca nella storia.
01:00:19Se fosse capitato a me, penso che cercherei di divulgare il più possibile questo accaduto perché mi viene a ricordare
01:00:30e anche oggi, a distanza di 50 anni, è giusto ricordare quello che è successo
01:00:40per far sapere a più persone il possibile e cercare di informare il più possibile anche come stiamo facendo noi con l'università.
01:00:56Loro sono figure importantissime non solo per la città di Brescia, ma per la storia italiana in generale.
01:01:02Sono portatori di un ricordo e di un periodo nero che l'Italia ha vissuto e da quello che ho letto e sentito,
01:01:11Brescia è stato solo uno dei tanti episodi che hanno segnato il periodo dello stragismo in Italia.
01:01:21Loro comunque, secondo me, sono simboli, messaggi che ci arrivano di lotta contro il fascismo, contro i poteri autoritari
01:01:36e per gli ideali della libertà, della democrazia, di espressione anche.
01:01:42Sono figure fondamentali per tutti i cittadini italiani.
01:01:50Vedere e sentire persone che hanno vissuto tutto questo, perché noi ne abbiamo sentito parlare a scuola,
01:01:57ma in particolare adesso ci fa capire quanto questa città possa dare e quanto abbia dato a tutti noi
01:02:05e quanto noi possiamo fare anche per questa città, cambiarla.
01:02:08Noi siamo il futuro di questa città e dobbiamo ricordare ciò che è accaduto
01:02:14e dobbiamo portarlo alle persone della nostra età, ma anche ai nostri successori.
01:02:20Non rinunciate mai, siate perseveranti.
01:02:50Ragazzi e amici, state fermi! Dai, vai!
01:03:20Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
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