• 6 mesi fa
Se non sono 10mila poco (anzi, pochissimo) ci manca: un fiume in piena color arcobaleno ha invaso sabato 1 giugno, le strade del centro storico di Padova per l’annuale parata del Pride e per rivendicare i diritti delle persone Lgbtqia+. In testa al corteo, partito e arrivato in piazza De Gasperi, le famiglie arcobaleno, salite alla ribalta delle cronache negli scorsi mesi per le 37 registrazioni effettuate dal Comune di Padova (e rivendicate dal sindaco Sergio Giordani) di figli legati a due madri. Dietro a loro cinque furgoncini con altrettanti dj che sparano musica a tutto volume lungo l’intero tragitto e tanta, tantissima gente decisa tanto a festeggiare quanto a ribadire le loro idee. Lo fanno soprattutto con i tanti cartelli esposti: inevitabili quelli legati a quanto affermato a inizio settimana da Papa Francesco in un’udienza privata coi vescovi, ma c’è spazio anche per il supporto alla Palestina e per il ricordo di Giada Zanola, ultima vittima di una tragica piaga di nome “femminicidi”. A parlare sul palco di piazza De Gasperi anche Margherita Colonnello, assessora comunale al sociale e alle politiche di genere: «Padova è bella quando splende, e voi siete i nostri colori: questo mondo vuole rabbuiarli, ma noi non lo permetteremo. Saremo sempre al fianco delle famiglie, di tutte le famiglie, e la nostra battaglia continua al loro fianco. In questa giornata, però, il nostro pensiero va anche a Giada Zanola, ai suoi familiari e a tutte le vittime di femminicidio». (Video Bellavia/Bergamaschi, testo Gabriele Fusar Poli)

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