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Milano, 28 mag. (askanews) - Nell'elezione di Marina Marzia Brambilla a rettrice dell'Università degli Studi di Milano, prima donna in 100 anni di storia dell'ateneo, c'è anche un tema che ha a che fare con la parità dei diritti e delle opportunità. Ben esemplificato dalla carrellata di rettori uomini cha accompagna il visitatore nei corridoi del Rettorato.

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«Il fatto che l'elezione di una rettrice donna abbia fatto così notizia anche sui giornali - ha detto la professoressa ad askanews - è proprio indice di un problema che ancora c'è; quando non farà più notizia forse significherà che il problema è superato. Quindi io sono anche contenta che questo sia un simbolo di come anche il lavoro delle colleghe, docenti, delle colleghe del personale tecnico e bibliotecario, delle nostre studentesse venga riconosciuto appieno, di come le donne, così come gli uomini, possono contribuire a pieno anche appunto al governo delle nostre istituzioni. Certo da Milano arriva un segnale forte anche al Paese, perché Milano ha le tre principali università pubbliche, quindi Statale, Politecnico e Bicocca, con una guida femminile. Però a livello nazionale è ancora una minoranza, quindi la parità da questo punto di vista è ancora lontana. Poi è chiaro che contano i contenuti, le competenze, il merito, quindi quello che farà la differenza sono i progetti e i contenuti che porterò avanti».

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La questione della parità resta centrale e, nonostante alcuni casi evidenti, come le leadership dei due principali partiti italiani, oltre che la guida del governo, le posizioni di rilievo in Italia restano nella grande maggioranza appannaggio degli uomini.

«Le statistiche, se non erro - ha aggiunto Marina Brambilla - dicono che ci sono 13 rettrici donne su 85 e che comunque anche seguendo il ritmo che al momento vediamo nel ricambio ci vorrebbero altri 80 anni per arrivare a una parità. Quindi ecco il tema c'è ancora ed è proprio per questo che fa notizia».

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