• 7 mesi fa
Una maratona di 13 ore di disegni, code fino alle 3 di notte, una prima tiratura di 130 mila copie destinata ad esaurirsi in poche settimane, 500 versioni con cover variant polverizzate in meno di due ore ed altre 2.500 che faranno felici i fan presenti al Salone del Libro di Torino. «Quando muori resta a me», il nuovo fumetto di Zerocalcare edito da Bao Publishing, presentato alla Feltrinelli di via Appia il giorno dell’uscita, è destinato ad abbattere molti record. Una graphic novel che affronta il rapporto fra padre e figlio e cerca di guardare, se non di abbattere, i muri di comunicazione fra generazioni.«Il senso di colpa non te lo spiega nessuno», una frase che racchiude il cuore di quest’opera che cerca di ascoltare l’eco dei rimpianti e spezzare i cicli di incomunicabilità che si trasmettono negli anni. «Ho sentito la necessità di raccontare un aspetto un po’ più intimo rispetto alle mie ultime opere, perché anche nell’intimità ci sono spunti che assumono connotati politici – spiega Zerocalcare -. Credo che in questa storia, che può sembrare semplicemente quella di un padre e un figlio, ci sia qualcosa di collettivo». Un filo rosso lega quattro generazioni, dagli anni della prima Guerra mondiale al G8 di Genova, un groviglio mai sciolto di sentimenti con i quali è necessario fare i conti. Un altro tema dell’opera è il legame fra senso di colpa e responsabilità. «Tuttora non riesco bene a riconoscere il senso di colpa e mi trovo a fare cose dissennate, come ad esempio una maratona di 13 ore di disegni. Sto cercando di prendere le misure di questa condizione». «Quando muori resta a me» ha come inaspettata colonna sonora “Extraterrestre” di Eugenio Finardi: «Quando sento le parole ‘vorrei un pianeta su cui ricominciare’ penso che anche io vorrei tornare a circa 25 anni fa per poter fare scelte diverse e vivere vite diverse».

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