• 8 mesi fa
Trascrizione
00:00 Ah, ecco, questa è l'idea, no? Cioè che la biblioteca mi sovrasti.
00:06 Forse ti puoi anche allontanare, oh!
00:08 Quando sono nata mio padre aveva già avuto tante vite.
00:12 Victoria, Colombia Britannica. E dopo Seattle, Canada.
00:20 Parigi, Svezia, Berlino e il circolo polare artico.
00:24 Io sembro una spia.
00:25 Quasi 80 anni di giornalismo.
00:27 Il film è frutto di tante cose. Certamente della scelta di farlo,
00:31 che è arrivata a un certo punto, mentre stavo lì in casa,
00:35 a filmare, bibliotecare le archiviste che lavoravano sui libri ed archivi di mio padre.
00:39 Di una necessità, perché mi sono resa conto che anche il fatto stesso
00:43 che queste persone stavano lì e che io organizzavo tutto
00:46 era già di per sé un atto narrativo.
00:48 Perché io non facevo altro che organizzare, pianificare, sistemare
00:53 e quindi piano piano far emergere le storie, far emergere le priorità
00:58 che davo alle storie che arrivavano.
01:00 Quindi in qualche modo ero già dentro, con tutte le scarpe, dentro un racconto possibile.
01:05 Certamente mio padre racconta anche una generazione.
01:09 Quindi è mio padre, ma è un uomo del Novecento,
01:14 un intellettuale che ha vissuto dal dopoguerra in poi,
01:17 criticamente il tempo presente, sempre con una prospettiva di futuro,
01:22 sempre con un'idea di costruzione, con un'idea di comunità, con un'idea di collettivo.
01:27 Se l'ho fatto il film, l'ho fatto anche perché ho capito
01:31 che stavo travalicando la vicenda personale
01:34 e andavo in una dimensione necessariamente collettiva,
01:37 necessariamente condivisibile dai più.
01:41 Tanto che a Berlino è stato, come dire, questo successo è stato anche un po' questo.
01:47 Ho sentito l'abbraccio di persone di diversità, di diverse lingue,
01:50 di diverse provenienze, estrazioni, eccetera,
01:53 e mi ha convinto che questa era la strada da percorrere.
01:56 Cos'è che dicevi tu?
01:58 Che adesso questo inquadratore abbia tutto il contesto, bla bla bla,
02:02 però a me verrebbe di starci un attimo più vicino.
02:05 Che dite?
02:07 Io prenderei il rischio.
02:09 Sto parlando con i libri, dico, voi libri che dite?
02:11 Vi tradisco, ma io non vi voglio tradire.
02:14 Io ho sentito che il pubblico berlinese, almeno in tutte le varie…
02:17 Sia la prima, che è stata la grande Delphi Palace,
02:20 quasi 700 posti, una cosa enorme,
02:24 sia tutte le altre, anche i Q&A, eccetera.
02:26 Ho sentito il piacere di riscoprire pezzi di storia,
02:30 di storia comune, e anche di ritrovarsi nelle piccole storie.
02:34 Quindi l'idea che questo film possa risuonare dentro ciascuno,
02:40 ciascuna anche per motivi oscuri,
02:43 non necessariamente che io ho pensato prima.
02:45 Mi auguro che ciascuno, guardando questo film,
02:48 faccia i conti con i propri cassetti,
02:51 nel senso che poi ciascuno ha delle parti che vanno ricucite,
02:56 riannodate, come le perline.
02:59 Questo è un film fatto di tante perline,
03:01 e una messa insieme.
03:02 L'iscrizione all'ordine dei giornalisti è del 18 gennaio 1944.
03:09 A 21 anni mio padre era già al giornale di Sicilia,
03:14 e si preparava la sua vita di inviato e di caporedattore
03:17 di quella che sarebbe stata la terza pagina,
03:19 la pagina della cultura.
03:20 Quanto ti sei emozionata nel giocare con il tempo,
03:25 nell'aiutare il tempo ad accompagnarti a raccontare tuo padre,
03:30 e alla tua storia anche.
03:31 Mi sono emozionata a giocare con il tempo
03:33 perché ho scelto questo eterno presente,
03:36 che in qualche modo avvicina moltissimo chi guarda il film,
03:41 perché sei sempre in un qui e ora.
03:44 Non importa se sei nel '47, nel '56, nel 2012, nel '68,
03:52 negli anni '70, negli anni '80 o proprio nel 2022,
03:57 c'è un presente.
03:58 Il presente è l'esperienza che stai compiendo in quel momento.
04:02 Quindi il film ha questo aspetto diaristico
04:05 che si compone di una linea dell'oggi,
04:09 perché io sono a casa e faccio queste riprese,
04:12 ma anche proprio di una linea dei tanti ieri
04:15 che si rammemorano e che piano piano tornano a diventare oggi,
04:19 perché si ricompongono attraverso lo strumento del cinema,
04:23 per cui metti il suono sulle foto,
04:26 prendi degli audio che magari sono sparuti
04:30 e poi li raccompagni e ti fai diventare di nuovo un'altra cosa.
04:34 Il tempo è fondamentale.
04:36 Ho lavorato con Letizia Caudullo, la montatrice,
04:38 con la quale lavoro dal 2012,
04:41 con lei ho fatto tanti, tanti film.
04:44 Letizia è ed era, perché tu sai che purtroppo è scomparsa
04:48 la settimana prima del Festival di Berlino
04:50 e io devo molto a Letizia per questo film,
04:52 perché lei, montatrice raffinatissima,
04:55 si è molto divertita a trovare le soluzioni di montaggio,
04:59 proprio perché aveva chiarissima questa idea del tempo presente.
05:05 Noi abbiamo lavorato sull'idea di un tempo presente.
05:08 Un tempo presente che ci trascina nei labirinti,
05:11 come sono quei labirinti del bellici, del terremoto,
05:15 di un terremoto emotivo che ci trascina in quelle lettere,
05:19 che sono una delle sorprese forse,
05:21 prima di tutto per te che hai trovato,
05:23 queste scoperte continue che ti aprono il cuore,
05:27 che ti curano il cuore.
05:29 La vicenda del bellici è una vicenda importante
05:31 che attraversa l'intero film,
05:33 perché significa tante cose.
05:35 Come dico nel film, rappresenta in qualche modo
05:39 una meta desiderata, perché io avevo appunto nel cuore
05:44 di fare un film in quella zona della Sicilia, in passato.
05:49 Ma poi anche perché è terreno di confronto.
05:52 Carlo Levi dice delle cose definitive sul mezzogiorno
05:56 a partire dal terremoto,
05:58 e poi le immagini,
06:00 e poi un luogo che vuole essere simbolo
06:04 e forse pretende di essere simbolo,
06:07 ma non sappiamo fino in fondo se lo è.
06:09 E poi è anche una riflessione sull'arte, sul cinema,
06:13 ma anche sull'arte proprio,
06:15 sulla capacità dell'artista di relazionarsi con la realtà,
06:18 di quanto gli artisti si nutrono anche dell'illusione
06:21 in qualche modo di restituire il reale.
06:24 Andare sul bellice significa attraversare un luogo d'arte,
06:27 ma anche attraversare un luogo di anime, di morti.
06:32 Quindi rappresenta tante cose quel territorio del film,
06:36 tantissime, diciamo.
06:38 Qualcuno ha detto che è come se tu, in qualche modo,
06:41 andando lì, riattraversassi il film in modo trasfigurato,
06:45 perché il film è fatto di tante strade possibili,
06:47 tanti sentierini, tante viuzze, tante intercapedini.
06:52 Quindi è un film fatto di intercapedini.
06:55 - Non mi ricordi di prenderlo con i capelli? - Mi ricordo il suono,
06:58 poi io faccio quello che mi pare.
07:00 La biblioteca mi parla.
07:04 - Guarda, è messo un cerchio.
07:06 L'archivio mi racconta, le fotografie mi aiutano a comprendere.
07:10 Ed è singolare in questo labirinto che si trovi un punto
07:14 di concretezza da parte delle parole di un poeta.
07:17 Forse è il momento più concreto del film
07:20 e viene consegnato a un poeta.
07:23 Anche il modo in cui abbiamo collocato nel montaggio
07:26 le parole di Ignazio Buttitta ha molto senso,
07:31 perché le abbiamo tirate fuori dalla questione Sicilia,
07:35 ma sta dentro un'altra dimensione,
07:38 che è la dimensione in qualche modo di qua si consegna
07:41 del rapporto che c'è tra me e il film,
07:45 tra il film e chi guarda,
07:48 e tra tutti noi e il nostro scopo nel mondo.
07:53 Perché il film è fatto a capitoli,
07:55 quindi volendo poteva stare anche nel capitolo Sicilia.
07:58 Invece no, sta fuori dal capitolo Sicilia.
08:01 Il poeta dice delle cose importantissime,
08:04 fa una riflessione sul ruolo degli intellettuali,
08:07 fa una riflessione sul fatto,
08:09 dice sostanzialmente "se tu non mi dai un indirizzo,
08:13 se non guardi il mondo e proponi una visione del mondo,
08:17 allora tu stai rinunciando al tuo ruolo".
08:20 E questo lui lo fa perché è consapevole
08:23 che la poesia in qualche modo gli dà uno strumento
08:28 anche di lotta contro l'essere passivi,
08:32 contro un certo senso di sudditanza,
08:35 che oggi forse dovremmo un attimo guardare in faccia.
08:41 Quindi io sono indecisa.
08:43 Perché è difficile decidere cosa tenere
08:47 e cosa lasciare andare.
08:50 Forse il consegnare alla storia
08:54 una personalità come quella di tuo padre,
08:56 una storia come quella della vostra famiglia,
08:59 aiuta tutti noi a trovare un senso a un futuro.
09:03 Perché si parla di passato, però è al futuro che stiamo guardando.
09:06 In qualche modo questo eterno presente per me
09:10 è anche immediatamente un futuro possibile,
09:12 perché il presente è un attimo che si trasforma.
09:15 E il film coglie questa trasformazione.
09:17 Mi viene anche da pensare che riprendere,
09:20 fare le riprese è stato anche un modo di consentirmi
09:23 di appropriarmi della materia che io avevo intorno a me
09:28 prima di lasciarla andare.
09:30 Del resto è quello che io faccio quando faccio i film normalmente.
09:33 Se io faccio il film con Basira Hang
09:36 prima di andare in Iran a girare in Persiano,
09:39 io filmo queste persone
09:41 finché queste persone non mi entrano dentro
09:43 e diventano patrimonio del mio sguardo,
09:47 delle mie orecchie, della mia lingua.
09:50 E allora forse in quel modo posso fare qualcosa di altro da me.
09:55 E la stessa cosa è successa nella casa
09:57 dove io sono andata e cresciuta.
09:59 Filmarlo è diventato un modo per appropriarmene
10:03 e quindi poi conoscendola a fine e in fondo
10:05 l'ho potuta in qualche modo lasciare andare.
10:07 Credo di essermi in qualche modo costruita una memoria
10:12 che è anche una carezza.
10:14 Che hai detto?
10:25 Hai aperto proprio il cassetto segreto.
10:28 [Risata]