• 7 mesi fa
Uno dei paradossi della politica italiana è che eleggiamo con le liste bloccate, cioè senza preferenzem i parlamentari nazionali che dovrebbero rappresentare i loro territori, i loro elettori, mentre invece eleggiamo con le preferenze i deputati al Parlamento europeo, i quali sono invece chiamati a rappresentare la nazione nel suo complesso, non i territori e a svolgere un lavoro più tecnico sui dossier che politico. Insomma, dovremmo mandare lì i più competenti, non i più popolari. Questo snatura il sistema. Se pensate a quanto sono ampie le circoscrizioni, - quella del Sud, per esempio, comprende Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Basilicata - vi renderete conto del perché sono necessari dai 50.000 ai 200.000 euro per essere eletti, tra l’altro, in competizioni con candidati del proprio stesso partito. Ciononostante, il Parlamento europeo è oggi ambitissimo anche da politici nazionali di primo piano, che pure dovrebbero ancora avere ambizioni in Italia . Intanto perché garantisce un’occupazione per cinque anni: l’Europarlamento non corre rischi di scioglimento anticipato. E poi perché garantisce un reddito di circa 3 milioni nell’arco di cinque anni, se considerati 18.000€, più o meno al mese, tra stipendio, indennità e naturalmente rimborsi spese, viaggi gratis e la possibilità di assumere fino a tre portaborse. Questo forse spiega perché molti altri Stati, molti altri Paesi europei, hanno eliminato il sistema delle preferenze per il Parlamento di Strasburgo.

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