• 9 mesi fa
Trascrizione
00:00 Mi chiamo Michele Avantario. Io lavoravo in televisione facendo programmi sulla musica,
00:10 sul costume. Ma la mia vita è davvero cambiata quando porto Fela a Roma.
00:19 Fela io negli anni 80 in qualche modo la sua musica la conoscevo, non sono stato un fan
00:25 sfegatato di Fela perché era un rocchettaro, però la musica di Fela per chi è arrivato a Roma in
00:32 metà degli anni 80 con me, tra l'altro io sono arrivato nell'84, cioè proprio l'anno in cui ci
00:38 fu questa straordinaria edizione della Stata romana dove il concerto di Fela fu un punto forte. Nei
00:48 mesi e negli anni successivi la musica di Fela è cresciuta e negli ambienti che frequentavo io si
00:53 ascoltava. Io andavo nelle discoteche, a Roma c'erano 3-4 discoteche afro, io andavo anche in
01:00 queste discoteche quindi la musica di Fela l'avevo nelle orecchie. Certo mai avrei immaginato che nel
01:05 2019, un attimo prima della pandemia, incontrassi Renata Di Leone che è l'ultima compagna di Michele
01:15 Avantario e che è anche la persona che ha conservato le riprese che Michele ha fatto a Calacuta, che è
01:23 la comune creata da Fela tra gli anni 80 e gli anni 90. Michele per quasi 15 anni ha fatto avanti
01:33 indietro Roma, Lagos e ha documentato questi suoi viaggi. La cosa interessante di lì che nasce il
01:42 film è che io quando ho visto le immagini girate da Michele sono rimasto molto colpito perché queste
01:51 immagini, secondo me almeno, non sono state girate per farne un film. Lui voleva fare un film di
01:58 finzione sulla storia di Fela Cuti, tant'è che aveva chiesto a Fela di interpretare se stessa.
02:02 E sono degli appunti che servivano anche per scrivere la sceneggiatura probabilmente. Chiaramente
02:08 poi la consapevolezza anche tecnologica aumenta nel tempo, dagli anni 80 e gli anni 90, ma la cosa
02:13 interessante è che sono del tutto libere. Sono riprese fatte senza pensare ad uno scopo pratico,
02:19 non sono ingabbiate in una struttura di racconto o in una struttura di carattere tecnologico e anche
02:29 nel cambiamento dei formati da VHS fino al DV-CAM che lui utilizza verso la fine della sua vita,
02:36 anche questo cambiamento racconta la trasformazione della sua idea di cinema e del
02:45 fatto che il cinema evolveva in quegli anni. Questo a me ha colpito e ha colpito il fatto
02:52 che le persone che lui incontra con questa videocamera, tenendo questa videocamera in mano,
02:59 lo salutano con affetto, lo guardano, è come se fosse uno di loro e questo secondo me ci
03:06 restituisce uno sguardo su un mondo che non è così facile, non è così usuale trovare.
03:13 Negli anni successivi feci avanti e indietro con la Nigeria. Fela spesso mi chiamava per lunghe
03:18 chiacchierate. Mi piaceva vermi lì con lui. O a Calakuta Republic, la comune fondata da Fela.
03:23 A me ha colpito il vitalismo con cui Michele racconta quel mondo lì. Comunque era legato
03:30 al vitalismo nostro che in quegli anni chi cresce oggi a Roma non può nemmeno immaginare
03:37 cosa era Roma in quegli anni lì. Nonostante i cosiddetti anni di piombo, Roma negli anni 80 era
03:46 una fioritura di iniziative meravigliose. L'estate romana che ha avuto il suo avice nel 1984 proprio,
03:53 quando Fela venne a fare il concerto a Roma, l'estate romana portava tutto il mondo a Roma.
03:59 A Roma era una città mondo. Poi progressivamente si è chiusa. È un paradosso perché abbiamo avuto
04:05 i giubilei, abbiamo avuto un sacco di cose, ma la città si è chiusa culturalmente. Quegli erano
04:11 anni in cui a Roma c'erano 4 o 5 discoteche afro, per esempio, e si ascoltava la musica africana,
04:17 poi è diventata la war music. Però all'epoca era la musica africana e noi andavamo a ballare
04:23 queste cose. In queste discoteche si incontravano, perché Roma era già una città multietnica,
04:28 si incontrava un sacco di gente e c'era una mescolanza scevra da tutta la lotta politica
04:35 che sulla vicenda dell'immigrazione poi è venuta fuori, soprattutto negli anni 90. Non c'era tutta
04:43 questa pressione. Per cui la cultura africana noi la guardavamo con curiosità e interesse gigantesco.
04:51 Michele ha fatto molto di più, lui ha preso e andato in Africa.
04:55 "Why that in Africa things is getting worse", si confidava. "Multinationals are the epitomes of
05:02 these sufferings. Our ideology is the unity of the whole African continent".
05:09 Le riprese di Michele, più che casuali, sono intime. Cioè lui riprende il proprio cambiamento
05:17 e la relazione che istituisce con quel mondo e diventa il suo mondo. Facendo questo aiuta
05:27 anche noi oggi, ed è sconvolgente questo dato, a capire quanto invece siamo andati indietro
05:34 nel tempo e noi siamo ridiventati dei colonialisti proprio duri e puri. Nel senso che noi vediamo
05:40 l'Africa come un posto d'erelitto, un posto da salvare. Ammesso non concesso che siamo in
05:47 grado di salvare qualcuno, parlo anche di noi stessi purtroppo. Quello che ci racconta Michele
05:54 è che non avendo paura degli altri noi possiamo eliminare la guerra dalla nostra vita, perché
05:59 l'incontro con l'altro, inteso in questi termini, è una crescita reciproca. Io e te, io e l'altro
06:07 significa la stessa cosa. E' questa capacità che ha Michele di stare lì in mezzo a persone che
06:16 come posso dire vivono nel modo più diverso possibile immaginabile da come vive Michele
06:25 in occidente, è testimoniata dal fatto che oggi, l'altro ieri appunto, Sheon Kuti, il figlio di
06:34 Fela, ha dichiarato che per lui Michele era come una persona di famiglia, era come uno zio. Quando
06:40 è morto suo papà, Fela Kuti, che vediamo proprio nel film, vediamo il funerale di Fela, questo
06:46 ragazzo di 12 anni, ragazzino di 12 anni, viene a Roma a casa di Michele. Perché? Perché era
06:53 Michele, era appunto lo zio, era quello che ti aiuta a superare anche un lutto. Ecco questa
07:00 questa cosa è una cosa di un'importanza, di una forza straordinaria e ci dà la misura di che
07:08 cos'è oggi il nostro approccio colonialista non solo all'Africa ma al resto del mondo. Perché
07:15 noi non solo abbiamo paura del resto del mondo, ma avendone paura siamo anche violentemente
07:23 opposti al resto del mondo. Tant'è che stiamo precipitando in una guerra, sono cose complicate,
07:30 eppure nell'esperienza che fa Michele tutto questo si scioglie in un amore reciproco,
07:37 in un desiderio di stare insieme, di ascoltare la musica, di avere relazione, di mettere in
07:42 relazione i corpi, gli odori, i sapori. Tutto questo lo ritengo preziosissimo, è meraviglioso.
07:50 Per rendere semplice e immediato per il pubblico un film così difficile da fare,
08:15 era necessario avere una squadra di persone che adeissero completamente al film. Il montatore,
08:23 Andrea Campaiola, che è anche un musicista, ha montato questo film come se fosse una partitura
08:29 musicale. Teote Ardo, con un filo di preoccupazione che dimostra consapevolezza, ha realizzato delle
08:39 musiche che non hanno nessuna intenzione di concorrere con quelle di Ferracuti che sono
08:45 inarrivabili, ma che raccontano molto bene il nostro punto di vista su questa storia. Così la
08:50 voce di Santa Maria. Claudio Santa Maria è stato capace di interpretare in qualche modo questo
08:58 personaggio che ha legge sulla storia e che ci racconta la propria storia, che è Michele Avantario,
09:03 con le parole che noi abbiamo carpito dai suoi appunti, dai suoi diari e così via. Quindi questi
09:11 elementi tutti insieme fanno sì che lo spettatore non si confonda mai. Sicuramente c'è un gruppo di
09:18 persone, Daniele Vicari è il regista, ma intorno c'è questo gruppo di persone che ti sta raccontando
09:25 questa storia. Questa storia è la storia di Michele Avantario che incontra un mondo straordinario
09:31 e incontrandolo ce lo fa conoscere, lo porta fino a noi. Il piacere di stare dentro questo trip
09:38 nasce dal fatto, perché un trip nel senso vero del termine è un viaggio interiore dentro questo
09:45 mondo, lo porta fino a noi lo sguardo pulito, puro, di un cineasta che purtroppo non è più
09:52 tra noi perché è morto nel 2003, ma il suo modo di vedere il mondo ancora ci parla, ci dice qualcosa di importante.
10:01 "Io credo in libertà, in completa libertà, siamo socialisti.
10:04 Condiziono la democrazia ora, perché non c'è più democrazia".
10:11 Uno dei mondi che si è mescolato di più da sempre, c'è una mescolanza naturale nella musica,
10:18 la stessa musica di Felagudi è un mix di elementi occidentali, africani, anche di altri continenti,
10:27 è proprio un mix. Teo Teardo, essendo un musicista, vive naturalmente dentro questo mix,
10:35 lui lavora in continuazione con musicisti di mezzo mondo, però questo vale anche per il cinema,
10:41 quando il cinema, prescinde dal resto del mondo, diventa provinciale, ed è provinciale anche se
10:49 racconta delle cose apparentemente grandissime, il modo in cui a volte noi raccontiamo l'immigrazione,
10:57 è una cosa molto provinciale, perché lo raccontiamo dal buco della seratura,
11:01 invece l'immigrazione è una cosa che sta mettendo in discussione il mondo intero,
11:06 non è che riguarda solo noi, sta cambiando il mondo, insieme ad altri due o tre elementi,
11:12 riscaldamento globale, le guerre eccetera, e questo cambiamento è culturale prima di tutto,
11:19 allora la musica, il cinema, la letteratura, tutte le forme d'arte di comunicazione,
11:26 anche la televisione, ci aiutano a capire la complessità del mondo,
11:31 quando invece lavorano contro questa complessità, ci lasciano soli,
11:36 siamo perduti di fronte al mondo.
11:39 Fela era il mio papalavolo.
11:43 Vi presento il unico e solo presidente nero dell'Africa, Fela Anicolapo Kuti.
11:51 Anicolapo Kuti.
11:53 [Sottotitoli e revisione a cura di QTSS]