• 11 mesi fa
Trascrizione
00:00 Molti perché ci sono, chi lo fa per il potere, chi lo fa per il denaro, per molte ragioni.
00:06 Io ho molto indagato su me, perché?
00:09 Mi vedo altri colleghi, non parlo solamente del cinema, altri artisti, altre persone.
00:14 Perché fanno? Perché? Io lo so perché, io lo so assolutamente, io faccio quello che faccio perché voglio essere amato.
00:21 Come ci disse il produttore Maurizio Tedesco quando ci chiamò per questa impresa,
00:26 per raccontare un Dario Argento che fosse un Dario Argento privato.
00:30 Allora, ci abbiamo messo sicuramente la conoscenza di Dario e il fatto che è una persona molto più complessa di come di solito viene raccontata.
00:38 Non è solo un maestro del cinema thriller e dell'horror, ma è uno che ha saputo reinventare proprio una maniera di fare cinema
00:45 e poi una persona colta che ha tanti riferimenti culturali.
00:49 Quindi questo è stato il punto di partenza per il documentario.
00:53 È come una sorta di esorcismo e questo luogo segreto di ombra è poi stata la sua grande fortuna come autore.
01:05 Perché è qualcosa che non si può spiegare, ha a che fare veramente con qualcosa di molto antico.
01:12 Come al solito abbiamo giocato un po' a tennis, io e Steve, ma anche con Luca Pallanca che ha partecipato alla scrittura.
01:20 Mettere in scena Argento è stato semplicemente un tentativo di aggiungere alcune cose a una narrazione
01:30 che se no diventava una serie di interviste in fila e basta.
01:34 Abbiamo giocato con i colori, con la grafica, con le ombre cinesi, con la voglia e il desiderio di fare un documentario
01:43 ed è tutto girato, cioè non c'è un effetto speciale, qualche piccolo zoom sulle fotografie,
01:50 ma è tutto quello che si vede nel documentario, è tutto fatto in ripresa.
01:55 Anche proprio per omaggiare un cinema che piano piano sta andando a scomparire,
02:01 perché ormai chi fa soprattutto cinema di genere si appoggia al digitale in un modo potentissimo.
02:09 Ormai qualsiasi film, anche il film più semplice ha VFX dentro e dentro questo documentario non ce ne sono.
02:18 Abbiamo cercato di fare questo, di scandire dei capitoli, di trovare dei suoni adatti, delle immagini che evocassero delle atmosfere,
02:25 che poi in fondo è un viaggio nell'ombra.
02:28 C'è una frase di Argento che è stata un po' ispiratrice di questo, in cui lui dice "Io non sono mai da solo, vivo con la mia ombra,
02:36 ogni tanto ci parlo e gli chiedo il perché di certe cose".
02:40 E questo è stato un po' il tema portante.
03:04 Mario Argento ha scelto per 7 sui film la città di Torino, perché la ritiene una città che è carica di eleganze e di misteri, un po' è vero,
03:14 ma soprattutto è una città che si presta molto a quel gioco che lui fa sempre nei suoi film,
03:19 cioè di non far capire in realtà dove è stata girata.
03:22 Io ho passato la vita a spiegare ai miei amici cinefili che il bar in piazza CLN di Profondoso in realtà non esiste,
03:29 e la visualizzazione di un quadro di Hopper che si chiama Nighthawk, ma non è mai esistito,
03:35 l'hanno costruito apposta per i film e distrutto una volta finita la lavorazione.
03:38 Questo è un esempio di quanto quella città possa offrire degli spunti per creare una città immaginaria
03:45 che è proprio quello che lui ha fatto nel corso dei suoi film.
03:50 Torino si prestava in modo particolare, la Torino cinematografica deve veramente molto ad Ariel Argento.
03:58 Da baciare sarebbe anche questa, che non ha nulla di tradizionale, anzi è moderna, attuale decisamente.
04:03 Per chi non l'avesse ancora capito, siamo sul set di Un uccello dalle piume di cristallo,
04:08 che non è poi nient'altro che il titolo di un film del brivido che si gira in queste settimane a Roma.
04:13 Ci sarebbe piaciuto fare, ma non è stato possibile per motivi di tempo, sarebbe stato andare sul prossimo set,
04:20 che ci auguriamo parta presto di Dario Argento, è stato annunciato di nuovo di recente questo film,
04:25 con Isabelle Huppert e chiudere il documentario con lui che dice motore.
04:30 Ma lui in realtà non dice motore, lo fa fare sempre dal suo aiuto regista,
04:35 lui dà le indicazioni agli attori, fa tutte le posizioni di macchina, sono ricercate da lui,
04:41 ce lo racconta molto bene Luciano Tovoli, che ha fatto tre film con lui.
04:46 Ci sembrava un modo appunto per lanciare ancora, però crediamo che la fine che c'è adesso
04:52 sia comunque un grande atto d'amore verso il cinema, sullo schermo grande.
04:56 Come si attanagliasse lo spettatore, è come se gli dicesse non solo ti sto raccontando una storia,
05:05 mi sto apprestando a farti sentire qualcosa, qualcosa che tu non ti aspetti, qualcosa che non hai mai sentito.
05:12 Io conosco benissimo qual è questa emozione, devo semplicemente trasmetterla
05:17 e quello che devi fare è metterti lì tranquillo e aspettare che io lo faccia.
05:24 Questo è il miracolo di Dario Argenti.
05:26 Quel tipo di cinema, un cinema soprattutto di sceneggiature e di idee,
05:31 oggi è soppiantato da un cinema in cui gli algoritmi hanno un ruolo molto più importante
05:37 e quindi la creatività viene un po' ridotta.
05:40 La creatività è un aspetto fondamentale del suo cinema,
05:43 quindi è un cinema che oggi non credo sia più possibile riprodurre così.
05:47 Però come lui ha fatto con i suoi maestri, che erano Fritz Lang e Alfred Hitchcock e anche un po' Mario Bava,
05:54 come lui ha preso dal loro cinema e l'ha fatto diventare un cinema moderno,
05:59 cioè ispirato e riferente ai loro lavori, ma un cinema diverso,
06:05 così oggi credo si possa tranquillamente attingere alla sua filmografia
06:09 per fare dei film che siano contemporanei e che riprendano però quello spirito.
06:14 Del resto Tarantino, i suoi grandi capolavori li ha fatti proprio così,
06:18 ha rifatto due film italiani rendendoli completamente moderni.
06:22 Questo contrasto che ho io tra la mia metà oscura e la mia metà invece chiara,
06:29 questo cozzare di due forze, e poi di solito vince la metà chiara,
06:38 però la metà oscura si batte per vincere lei.
06:44 [SILENZIO]