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CortometraggiTrascrizione
00:00 Il progetto è nato prima della pandemia, prima che scoppiasse la pandemia.
00:11 La scuola, il mondo dei amici di Florida, presso la quale avevo fatto già dei progetti,
00:19 dei pon.
00:20 Penso a me quando uscirono questi band, i primi band di Chips, in particolare quello
00:26 denominato "Visioni fuori luogo" e chiese un finanziamento.
00:31 Chiaramente mi contattò all'inizio, anzi mi aveva contattato io pensavo di girare un
00:37 cortometraggio, poi scoprì quando il progetto fu finanziato che le richieste erano state
00:43 fatte per un lungometraggio.
00:45 Quindi è stato abbastanza in attesa e casuale, ma poi quando dovevamo iniziare o quantomeno
00:53 provare a programmare questo progetto, questo progetto di lungometraggio, è scoppiata la
00:58 pandemia.
00:59 Perché come nelle favole c'è sempre un viato fino, pure nella vita ci deve essere
01:09 il viato fino alla morte.
01:12 Raccontare un anno di pandemia da quella particolare angolazione, da quel particolare punto di
01:17 vista, da quel particolare luogo, la periferia dell'Italia ma dell'Europa, è proprio
01:22 veramente uno dei punti più assurdi d'Europa, tanto è vero che è proprio addirittura sotto
01:28 la latitudine di Tunisi per dire.
01:31 Mi interessava raccontare l'anno scolastico perché eravamo nell'estate del 2020, la mia
01:38 sensazione è che appunto della pandemia non c'eravamo liberati e che anzi l'anno scolastico
01:45 che sarebbe iniziato di lì a poco, sarebbe stato un anno particolarmente complicato,
01:50 difficile, ma anche "sintomatico" di un certo tipo di atteggiamento, di modello e quindi
01:58 gli ho fatto la proposta di "mi piacerebbe girare un documentario come se fosse cinema
02:03 del reale con i ragazzi, il tempo è quello che è, non abbiamo tanto tempo a disposizione,
02:08 soprattutto non abbiamo tanto tempo per fare la preparazione, quindi cercherò di affiancare
02:13 il tempo della preparazione al tempo delle prime riprese".
02:15 E così è andata, il primo giorno di scuola mi sono presentato con una troupe che ho conosciuto
02:21 lì, erano tutte persone del posto, una troupe molto leggera, abbiamo iniziato queste riprese
02:27 che sono durate un anno, è il racconto di un anno appunto, l'anno scolastico 2020-2021.
02:33 Cosa ti viene in mente?
02:36 Avendo la vita che c'hai io, come vuoi?
02:39 Non servì per te, è andare avanti e non pensare al passato, perché ormai devo pensare
02:46 al futuro, a cosa vorrei arrivare.
02:48 Erano proprio i primi giorni in cui cercavo di stabilire i primi contatti, cercavo soprattutto
02:57 di trovare la misura della distanza e in questo laboratorio teatrale da cui poi sono usciti
03:04 fuori i due protagonisti, con la docente abbiamo trovato questo sistema di far riportare ai
03:11 ragazzi un oggetto per raccontarsi e da lì sono nati i racconti che poi sono i primi
03:16 materiali su cui abbiamo lavorato.
03:18 Però quando c'è stata questa battuta da parte di Erik, il protagonista maschile, lì
03:24 ho capito subito, infatti l'ho detto subito ai miei collaboratori, abbiamo trovato il
03:29 titolo al film.
03:30 Loro mi hanno guardato e mi hanno chiesto "ma come hai fatto a trovare Erik?"
03:34 "Sì, sì, guarda, la parola che dice Erik mi sembra abbastanza emblematica".
03:38 Mi rifaccio poi ad una frase che dice sempre Erik, in un altro momento del film, che mi
03:45 ha tanto colpito e che riporto sempre, sbagliando chiaramente, usando un paradosso, non sappiamo
03:51 cosa può essere il presente, non possiamo interpretare il presente se non sappiamo il
03:55 futuro, chiaramente sbagliandosi con il passato.
03:59 Però è una cosa che se ci pensiamo nel suo paradosso ci dice molte cose.
04:04 Non possiamo immaginare il passato senza il futuro e viceversa.
04:08 Mi piace questo paradosso di un dodicenne, di un tredicenne, che però ci dice molto
04:14 di quello che siamo e di quello con cui siamo costretti ad interagire in questo periodo
04:19 molto complicato.
04:20 Che cosa ti ricorda di me?
04:24 Di Fiore, che si chiama "Non ti scordare di me".
04:27 A me piaceva perché è un fiore che è cresciuto in un ambiente ostile.
04:32 Col fiore possiamo essere tutti, perché possiamo crescere in un ambiente che non è bello,
04:39 ma diventare persone fantastiche.
04:42 Credo che se si la usare ci siano alcune delle spiagge più belle del Mediterraneo, e non
04:47 solo del Mediterraneo, probabilmente, che sono state completamente deturpate, rovinate
04:52 anche da alcune scelte scelerate che sono state fatte nel passato.
04:55 Questo nel film a un certo punto si vede, però proprio quelle contraddizioni, quelle
05:00 contraddizioni che vengono secondo me sintetizzate da quell'immagine dell'oasi naturistica
05:06 che nasce accanto a un petrochimico tra i più imponenti di tutto il Mediterraneo e
05:12 che nonostante tutto, la natura riesce a riprendersi esattamente come resistono quelli che avrebbero
05:20 tutte le possibilità e le opzioni per lasciare quel territorio, invece rimangono attaccati
05:27 a un territorio che da poche gratificazioni, ma che ha pochi uguali dal punto di vista
05:37 della bellezza naturale.
05:40 E questo mi ha affascinato, mi ha affascinato e quindi questa passione che credo che possa
05:48 trasparire nel film è dovuta a quello.
05:52 Prima devi ritrovare il passato e poi ricrearti in futuro, sapendo quello che è successo.
06:03 Se non sai il futuro, non puoi andare mai.
06:06 Se non sai il passato.
06:08 La sensazione che ho avuto appena ho messo piede a Florida era che questa storia potesse
06:17 essere raccontata solo in bianco e nero.
06:20 Questa è stata la prima decisione che ho preso, seguita quasi immediatamente dall'altra
06:25 decisione, ovvero quella di girarlo in 4/3.
06:29 La maggior parte del film è in 4/3, perché ho immediatamente sentito che quando sono
06:39 arrivato, che ai ragazzi, soprattutto ai ragazzi, un po' a tutti gli abitanti, ma soprattutto
06:45 ai ragazzi, è come se mancasse l'aria.
06:48 Mancasse quell'aria che ho cercato di traturne dal punto di vista cinematografico togliendo
06:56 l'aria ai lati, comprimendo i loro corpi in un formato che in qualche modo suggerisse
07:05 una claustrofobia o una claustrofilia, per certi versi, che però era legata chiaramente
07:11 al mio sguardo.
07:12 Tanto è vero che poi, quando invece il film assume lo sguardo dei ragazzi, non è più
07:20 bianco e nero, diventa colori, perché i ragazzi, a differenza di chi è accanto a loro, vedevano
07:29 e continuano a vedere giustamente il futuro a colori, il futuro appunto, il "Cosa verrà",
07:37 che è stata almeno per me la grande lezione di questo progetto, perché i ragazzi vedono
07:45 sempre le cose in una maniera diversa da noi e questa forse è la nostra vera grande salvezza.
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