Il 7 agosto del 1991 la Vlora, mercantile di ritorno da Cuba, arriva a Durazzo con la stiva piena di zucchero. Durante il pieno delle operazioni di scarico, una marea di persone prende letteralmente d'assalto la nave: uomini, donne, ragazzi e bambini cercano di salire in tutti i modi. Eva e il marito si arrampicano lungo le cime d'ormeggio; Kledi, un ragazzino che si trova lì per caso, incuriosito segue la folla diretta verso la nave; il piccolo Ali sale a bordo con la famiglia e, lo stesso, fa il giovane regista Robert insieme ai compagni di studi. L'enorme folla costringe, allora, il capitano Halim Malaqi a invertire subito la rotta in direzione dell'Italia. Il viaggio si rivela un incubo: il motore centrale è in avaria, non c'è cibo né acqua, solo zucchero. Aggiunto a tutto questo, il sole d'agosto brucia il pontile. La notte, altrettanto, non risparmia problemi: il radar è fuori uso, ma il capitano fortunatamente riesce ad evitare una collisione. Finalmente l'8 agosto, la nave, carica di ventimila persone, giunge al porto di Bari. Visto dal porto, il mercantile appare straboccante di gente. Senza aspettare che le operazioni di attracco siano ultimate, qualcuno si butta subito in mare per arrivare a nuoto sulla terraferma; c'è, poi, chi intona cori di "Italia, Italia" uniti a segni di vittoria simulati con le dita. Tuttavia, quanto succede dopo non è quello che ognuno di quegli albanesi avrebbe sperato. Dopo lunghe operazioni di sgombero del porto, tutti vengono rinchiusi in uno stadio di calcio per poi essere rimpatriati. La maggior parte di coloro che sono saliti su questa nave sono stati rispediti indietro ma, a distanza di ventun'anni, tanti continuano a sfidare la sorte tentando la traversata.
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