• 3 years ago
Matura tra giugno a settembre ed è il frutto estivo per eccellenza, anche perché naturalmente dotato di proprietà dissetanti e depurative.  In botanica prende il nome di Citrullus lanatus, ma tutti noi lo conosciamo come cocomero, melone d’acqua o, più notoriamente, anguria. La quarta puntata de 'Il Gusto della salute', la rubrica online coordinata dall'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione Italiana per la Medicina Personalizzata, si articola intorno a questo prodotto dell’estate mediterranea, intensamente verde all’esterno e gustosamente rosso all’interno. “Il licopene, che arricchisce la sua polpa, è un pigmento presente anche nella buccia dei pomodori e dei peperoni ed è capace di svolgere una benefica azione antiossidante, grazie alla quale – precisa Ilaria Vergallo, biologa nutrizionista del network Polismail – si possono combattere i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare. Queste proprietà, insieme alle poche calorie dell’anguria e al suo elevatissimo contenuto di acqua che produce in chi la mangia una appagante sensazione di sazietà, ne fanno un alleato ideale per chi sta seguendo un regime dietetico ipocalorico o per chi vuole mantenersi leggero”. “Dell’anguria è possibile consumare anche i semi – spiega Martina Minelli, medico del network Polismail - ma attenzione agli effetti lassativi in quanto, oltre che di proteine, antiossidanti, vitamine e sali minerali, i semi dell’anguria sono ricchi anche di fibre, delle quali sarà bene non eccedere visto che una quantità eccessiva potrebbe portare a dolori e disfunzioni intestinali. Prestare attenzione anche nel caso in cui si soffra di cattiva digestione, perché il grande quantitativo d’acqua contenuto nell’anguria può ostacolare l’azione dei succhi gastrici rendendo il frutto non facilmente digeribile. Inoltre, in caso di disbiosiintestinale, l’anguria potrebbe anche avere un elevato effetto lassativo o provocare gonfiore addominale”.  “Ricca di vitamine e sali minerali, l’anguria ha un bassissimo contenuto calorico - sottolinea l'immunologo Mauro Minelli - principalmente derivante da zuccheri (circa 3,7 gr per 100 gr di prodotto fresco) che talvolta, però, ne possono controindicare il consumo, soprattutto in chi soffre di diabete o insulino-resistenza. Il problema – aggiunge Minelli – è che l’elevato contenuto di carboidrati dell’anguria non è bilanciato da una presenza altrettanto significativa di fibre o di proteine. Per questo l’anguria dovrebbe sempre essere consumata in abbinamento ad un alimento un po’ più ricco in proteine o in fibre, come ad esempio un frullato a base di anguria e yogurt greco, oppure con un pezzetto di parmigiano o di grana padano, o ancora con una manciata di semi di zucca. Ciò consentirebbe – conclude l’immunologo - di ridurre il rischio di picchi glicemici, in quanto limiterebbe l’assorbimento degli zuccheri. A fronte di questi aspetti – conclude Minelli – vanno segnalate le positive proprietà della citrullina, aminoacidopure presente nell’anguria che, in ragione della sua capacità dicontribuire al mantenimento nell’organismo delle giuste concentrazioni di ossido nitrico, può risultare particolarmente utile e vantaggioso per chi soffre di disfunzioni erettili. Dunque, pregi indiscutibili a fronte di qualche controindicazione opportunamente bilanciata da rimedi possibili e tutt’altro che difficili da attuare per un frutto che appartiene alle nostre tradizioni alimentari, noto anche per le sue dimensioni talvolta davvero ragguardevoli. A proposito di queste ultime, la novità è rappresentata dalla “baby anguria”, il cui peso può oscillare dameno di 1 e fino ad un massimo di 4 Kg e che – come spiegato da Pasquale Ventrone che con la sua azienda agricola ha molto creduto in questo progetto - pur deprivata dei semi, mantiene per intero i valori nutrizionali, le proprietà e i benefici dell’anguria tradizionale. 

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