Lazio-Roma 1-5. Domenica 10 marzo 2002 - Roma, stadio Olimpico.
LAZIO: Peruzzi, D.Baggio (46' Poborsky), Nesta (46' Gottardi), Mihajlović, Fernando Couto, Pancaro, Fiore, Giannichedda, Stankovic, Crespo, S.Inzaghi (75' Liverani). A disposizione: Marchegiani, Mendieta, C.Lopez, Comazzi. Allenatore: Zaccheroni.
ROMA: Antonioli, Zebina, Samuel, Panucci, Cafu, Emerson (84' Assunção), Lima, Candela, Totti, Montella (75' Cassano), Delvecchio (60' Tommasi). A disposizione: Pelizzoli, Aldair, Cufrè, Guigou. Allenatore: Capello.
Arbitro: Sig. Rosetti (Torino).
Marcatori: 13' Montella, 30' Montella, 37' Montella, 53' Stankovic, 64' Montella, 72' Totti.
Il Derby della cancellazione, la Roma provvede per due. Cancellata la Lazio (tre gol in 36 minuti, una resa senza dignità, un 5-1 che richiama l'unico 5-0 degli anni Trenta) e cancellato Gabriel Omar Batistuta, l'uomo che da ieri pomeriggio si è avviato solo e ferito, soprattutto nell'orgoglio, lungo il viale del tramonto. Al di là delle spiegazioni, edulcorate e di maniera, l'argentino ha rifiutato la panchina una volta appreso che a far coppia con Delvecchio sarebbe stato Montella. Ma il suo sostituto ha segnato quattro gol, rilanciato la Roma in testa alla classifica, chiuso ogni confronto con il passato, casomai rinfocolato il rimpianto per le titubanze di Capello, troppo a lungo fedele all'argentino da tempo sgonfio.
La Roma, tra l'altro, ha vinto con le due punte più Totti, ovvero il modulo rinnegato dal tecnico a beneficio del prudenziale 3-5-2, quello che, infortunio a parte, ha finito per penalizzare Montella. Può darsi che ad incoraggiarlo abbia provveduto una Lazio sgangherata e senza idee (Zaccheroni ha cominciato con un cervellotico 3-5-2 e finito con un logico, anche se ormai tardivo, 4-4-2); può darsi che una difesa a tre, lenta e impacciata, fosse quanto di meglio si potesse chiedere per invitare Capello ad osare. Sta di fatto che se l'allenatore giallorosso ha azzeccato tutte le mosse, l'uomo più rappresentativo della Lazio, Alessandro Nesta, ha sbagliato in 45 minuti più che in tutta la stagione. Non ha sbagliato solo lui, ma ha sbagliato più degli altri e in maniera grossolana.
Addirittura grottesca sul secondo gol, quello che ha definitivamente spezzato l'ipotetico equilibrio, quando ha tardato a rinviare la palla dopo la respinta di Peruzzi sul tiro non irresistibile di Totti. Montella gli ha rubato il tempo come se intervenisse su un manichino spezzato. Dopo mezz'ora era tutto finito e dopo 36 minuti Montella è andato a torcersi ancora in anticipo su Nesta (punizione di Totti) facendo pregustare ai giallorossi quello che sarebbe potuto essere il trionfo finale. Il primo gol della Roma è stato originato da tre ottime giocate: il colpo di tacco di Totti, il cross di Candela, lo stacco aereo in anticipo di Montella. Tuttavia il concorso di colpa dei laziali non è stato ridotto: Stankovic e Fiore hanno mancato nella marcatura e nel raddoppio sul capitano giallorosso; Mihajlovic ha tardato nell'uscita verso Candela, Nesta annaspava su Montella.
C'è però da dire che il vantaggio giallorosso, dopo appena dodici minuti, tutto poteva essere meno che casuale. La Roma ha preso il centro del campo, come settore e come atteggiamento, con una padronanza assoluta e a dispetto del teorico uomo in meno nella zona nevralgica (quattro contro cinque). Lo ha lasciato per appena dieci minuti all'inizio della ripresa, quando è tornata in campo come se il secondo tempo non si dovesse disputare. Fondamentale l'ingresso di Tommasi per Delvecchio, dopo che la Lazio aveva finto di avvicinarsi con Stankovic. E dopo che Zaccheroni, sostituiti Nesta con Gottardi e Dino Baggio con Poborsky, aveva attrezzato un 4-4-2 con Couto e Mihajlovic centrali.
In realtà alla prima accelerazione, Montella e Totti hanno sigillato il confronto con due conclusioni quasi identiche, entrambe da lontano, entrambe sotto la traversa alla sinistra di Peruzzi: potente il sinistro di Montella, liftato il pallonetto di Totti. Su quei due gol, la Lazio non ha sbagliato. Ormai era del tutto disciolta. Come sempre succede nel calcio, soprattutto quello italiano, la sconfitta mette pericolosamente in dubbio la permanenza di Zaccheroni sulla panchina laziale.
LAZIO: Peruzzi, D.Baggio (46' Poborsky), Nesta (46' Gottardi), Mihajlović, Fernando Couto, Pancaro, Fiore, Giannichedda, Stankovic, Crespo, S.Inzaghi (75' Liverani). A disposizione: Marchegiani, Mendieta, C.Lopez, Comazzi. Allenatore: Zaccheroni.
ROMA: Antonioli, Zebina, Samuel, Panucci, Cafu, Emerson (84' Assunção), Lima, Candela, Totti, Montella (75' Cassano), Delvecchio (60' Tommasi). A disposizione: Pelizzoli, Aldair, Cufrè, Guigou. Allenatore: Capello.
Arbitro: Sig. Rosetti (Torino).
Marcatori: 13' Montella, 30' Montella, 37' Montella, 53' Stankovic, 64' Montella, 72' Totti.
Il Derby della cancellazione, la Roma provvede per due. Cancellata la Lazio (tre gol in 36 minuti, una resa senza dignità, un 5-1 che richiama l'unico 5-0 degli anni Trenta) e cancellato Gabriel Omar Batistuta, l'uomo che da ieri pomeriggio si è avviato solo e ferito, soprattutto nell'orgoglio, lungo il viale del tramonto. Al di là delle spiegazioni, edulcorate e di maniera, l'argentino ha rifiutato la panchina una volta appreso che a far coppia con Delvecchio sarebbe stato Montella. Ma il suo sostituto ha segnato quattro gol, rilanciato la Roma in testa alla classifica, chiuso ogni confronto con il passato, casomai rinfocolato il rimpianto per le titubanze di Capello, troppo a lungo fedele all'argentino da tempo sgonfio.
La Roma, tra l'altro, ha vinto con le due punte più Totti, ovvero il modulo rinnegato dal tecnico a beneficio del prudenziale 3-5-2, quello che, infortunio a parte, ha finito per penalizzare Montella. Può darsi che ad incoraggiarlo abbia provveduto una Lazio sgangherata e senza idee (Zaccheroni ha cominciato con un cervellotico 3-5-2 e finito con un logico, anche se ormai tardivo, 4-4-2); può darsi che una difesa a tre, lenta e impacciata, fosse quanto di meglio si potesse chiedere per invitare Capello ad osare. Sta di fatto che se l'allenatore giallorosso ha azzeccato tutte le mosse, l'uomo più rappresentativo della Lazio, Alessandro Nesta, ha sbagliato in 45 minuti più che in tutta la stagione. Non ha sbagliato solo lui, ma ha sbagliato più degli altri e in maniera grossolana.
Addirittura grottesca sul secondo gol, quello che ha definitivamente spezzato l'ipotetico equilibrio, quando ha tardato a rinviare la palla dopo la respinta di Peruzzi sul tiro non irresistibile di Totti. Montella gli ha rubato il tempo come se intervenisse su un manichino spezzato. Dopo mezz'ora era tutto finito e dopo 36 minuti Montella è andato a torcersi ancora in anticipo su Nesta (punizione di Totti) facendo pregustare ai giallorossi quello che sarebbe potuto essere il trionfo finale. Il primo gol della Roma è stato originato da tre ottime giocate: il colpo di tacco di Totti, il cross di Candela, lo stacco aereo in anticipo di Montella. Tuttavia il concorso di colpa dei laziali non è stato ridotto: Stankovic e Fiore hanno mancato nella marcatura e nel raddoppio sul capitano giallorosso; Mihajlovic ha tardato nell'uscita verso Candela, Nesta annaspava su Montella.
C'è però da dire che il vantaggio giallorosso, dopo appena dodici minuti, tutto poteva essere meno che casuale. La Roma ha preso il centro del campo, come settore e come atteggiamento, con una padronanza assoluta e a dispetto del teorico uomo in meno nella zona nevralgica (quattro contro cinque). Lo ha lasciato per appena dieci minuti all'inizio della ripresa, quando è tornata in campo come se il secondo tempo non si dovesse disputare. Fondamentale l'ingresso di Tommasi per Delvecchio, dopo che la Lazio aveva finto di avvicinarsi con Stankovic. E dopo che Zaccheroni, sostituiti Nesta con Gottardi e Dino Baggio con Poborsky, aveva attrezzato un 4-4-2 con Couto e Mihajlovic centrali.
In realtà alla prima accelerazione, Montella e Totti hanno sigillato il confronto con due conclusioni quasi identiche, entrambe da lontano, entrambe sotto la traversa alla sinistra di Peruzzi: potente il sinistro di Montella, liftato il pallonetto di Totti. Su quei due gol, la Lazio non ha sbagliato. Ormai era del tutto disciolta. Come sempre succede nel calcio, soprattutto quello italiano, la sconfitta mette pericolosamente in dubbio la permanenza di Zaccheroni sulla panchina laziale.
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