Genova, 18 feb. (askanews) - Il Galata Museo del Mare di Genova presenta la nuova mostra dell'artista sinestetico Angelo Orazio Pregoni, intitolata "GIANO no race for u man". Un viaggio artistico che fonde pittura, performance e voce, esplorando il tema delle migrazioni e dell'integrazione culturale."Il significato proprio di Giano - ha detto Pregoni - è questo: di essere aperto a nuovi confini, cioè Giano, la divinità, Giano guarda oltre il confine, quindi guarda oltre l'idea di un limite e guarda oltre il limite di un ideale. Tutto questo ci porta a considerare le migrazioni, i flussi migratori, soprattutto in una città che è stata teatro, parlo di Genova, di molti migranti che sono partiti dall'Italia per emigrare in altre parti del mondo. Oggi parliamo invece di quelli che sono arrivati in Italia, della accoglienza che riserviamo loro e della loro vita, in qualche modo senza un giudizio aprioristico, cioè raccontando semplicemente una storia attraverso delle immagini, che possono essere anche immagini molto semplici ma che vanno a essere immagini dell'anima di queste persone, il colore per così dire del loro movimento interno, del loro intimo".La mostra è aperta al pubblico nel museo genovese fino al 13 marzo.
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00:00Il Galata Museo del Mare di Genova presenta la nuova mostra dell'artista cineestetico
00:04Angelo Razio Pergoni intitolata Giano, no race for you man, un viaggio artistico che
00:10fonde pittura, performance e voce esplorando il tema delle migrazioni e dell'integrazione
00:14culturale.
00:15Lo stesso artista lo ha presentato così.
00:17Il significato proprio di Giano è questo, di essere aperto a nuovi confini, cioè Giano,
00:25la divinità, Giano guarda oltre il confine, quindi guarda oltre l'idea di un limite e
00:31guarda oltre il limite di un ideale.
00:35Tutto questo ci porta a considerare le migrazioni, i flussi migratori, soprattutto in una città
00:42che è stata il teatro, parlo di Genova, di molti migranti che sono partiti dall'Italia
00:48per emigrare in altre parti del mondo.
00:51Oggi parliamo invece di quelli che sono arrivati in Italia, dell'accoglienza che riserviamo
00:55a loro e della loro vita, in qualche modo senza un giudizio aprioristico, cioè raccontando
01:04semplicemente una storia attraverso delle immagini, che possono essere anche immagini
01:09molto semplici, ma che vanno a rappresentare l'identità non fisica, ma dell'anima di queste
01:17persone, il colore del loro movimento interno, del loro intimo.