(LaPresse) Ha raggiunto Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, la colonna dei trattori in protesta che mercoledì mattina ha raggiunto Milano. Decine di mezzi si sono ora fermati in presidio in piazza Duca D'Aosta, davanti alla stazione Centrale, prima di essere ricevuti in Regione. «Torniamo in piazza perché l'anno scorso abbiamo chiesto determinati punti e non ne è arrivato neanche uno. In più abbiamo avuto uno stato di calamità naturale dovuta a una piovosità esagerata e non abbiamo i raccolti nelle aziende per poter mantenere gli animali. Le istituzioni e la politica non si rendono conto di queste problematiche per noi importantissime, perché arriveremo ad aprile e a maggio senza prodotti e saremo costretti a macellare gli animali», ha spiegato sotto al Pirellone l'agricoltore di Lodi Filippo Goglio, presidente di Riscatto Agricolo Lombardia. «Andando avanti così - ha aggiunto Goglio - il 35% delle aziende chiuderà, quindi il nostro made in Italy lo faranno in Turchia, Sud Africa, Algeria. Noi abbiamo bisogno del sostegno di tutta la popolazione, dei cittadini e dei consumatori, perché non sono informati su ciò che sta succedendo con la colonizzazione da parte dell'Algeria, che ci manda un sacco di derrate alimentari di bassa qualità rispetto alle nostre e con dei prezzi imposti dalle grandi lobby. Quindi vogliamo che il cittadino sia dalle nostra parte e ci dia un grosso sostegno per poter mangiare sano anche nei prossimi anni».
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00:00Torniamo in piazza perché l'anno scorso abbiamo chiesto determinati punti e non è arrivato neanche uno.
00:07In più l'anno scorso abbiamo avuto uno stato di calamità naturale, la fiorosità è esagerata
00:12e non abbiamo i raccolti nelle aziende da poter mantenere e arrivare.
00:17Per questo purtroppo le istituzioni e la politica non si rende conto di questo passaggio
00:21che per noi è emblematico e importantissimo, perché arriveremo al mese di aprile o maggio
00:25saremmo senza foro, saremmo per secca ma cerchiamo di arrivare.
00:29Oggi abbiamo un appuntamento con dei membri del tavolo agricoltore,
00:34dove vanno a riceversi le due e mezza appunto per dibattere,
00:38vediamo un attimino il tornano a quadro e potremo andare avanti.
00:41In questo modo 35% delle aziende credono ancora a portare.
00:45Quindi il nostro Made in Italy lo faranno in Turchia, lo faranno in Africa,
00:49lo faranno in Algeria e se lo fanno a mangiare come vogliono.
00:53Noi abbiamo bisogno assolutamente del sostegno di tutta la popolazione,
00:57dei cittadini e dei consumatori, perché secondo il nostro punto di vista
01:01non siamo informati di quei passaggi che stanno succedendo
01:05con la colonizzazione della parte dell'Algeria,
01:08che ci manda una forza considerata alimentare sotto qualità rispetto alle nostre,
01:13con dei prezzi imposti dalle grandi loci
01:16e quindi vogliamo che il cittadino sia dalla nostra parte
01:19e ci diamo un grosso sostegno per poter mangiare sano ancora questa città.