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Roma, 29 gen. (askanews) - Da quando Nijeem Osama Almasri è rientrato in Libia "Ho provato un enorme senso di tradimento. Ma non solo, ho provato un enorme senso di paura. Paura per le persone che sono ancora in Libia, paura per le donne e i bambini che subiranno torture e stupri, ma anche paura per la gente comune libica, che alla fine ha contribuito enormemente al nostro lavoro e al lavoro della Corte penale internazionale per garantire che Almasri venga ritenuto responsabile. Ma ora è tornato e viviamo in una grande delusione. Ma questa delusione non finisce qui perché l'Italia ora condivide equamente la responsabilità del sangue delle persone uccise e assassinate attraverso il sistema di Almasri". Così David Yambio, sudanese di 27 anni, imprigionato e torturato nel famigerato carcere libico di Mitiga, oggi rifugiato in Italia e portavoce di "Refugees in Lybia", intervenendo ad una conferenza stampa alla Camera dei Deputati.

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Trascrizione
00:00Al-Masri per me è un torturatore. Al-Masri per me è un trafficante umano. Al-Masri per me è un criminale di guerra. Al-Masri per me è un rapista.
00:14Tutti i crimini umani che ha commesso è un grande sogno per me che non ho potuto svegliare da 2019 fino a oggi.
00:25E ora questo sentimento è tornato da una settimana.
00:31Cosa pensavi quando Al-Masri è tornato in Libia?
00:35Ho sentito un grande senso di sbaglio, ma non solo questo. Ho sentito un grande senso di paura.
00:42Paura per le persone che sono ancora in Libia.
00:45Paura per le donne e le bambine che stanno avvenendo la tortura e la rapa.
00:50Ma anche paura per le persone comuni in Libia, che all'inizio hanno contribuito enormemente al nostro lavoro e all'internazionale,
01:00per assicurare che Al-Masri sia accettato.
01:03Ora è tornato in Libia e viviamo in grande sbaglio.
01:07Ma questo sbaglio non si ferma lì, perché l'Italia ora condivide la responsabilità del sangue delle persone
01:15che sono state uccise e uccise attraverso il sistema di Al-Masri.

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