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TVTrascrizione
00:00:002030 buon 2025 sì per noi è la prima puntata del 2025 sono contenta di essere
00:00:29tornata nelle vostre case e anche stasera affronteremo un argomento richiesto da voi
00:00:36tra l'altro ancora un po' di tempo fa io sono felice questa sera di parlare di traumi ma non
00:00:41solo vedremo anche le cure o dei bellissimi ospiti che vi presenterò subito dopo il goldspot
00:00:51eccoci in diretta vi ricordo dovesse aver perso un po' di memoria che potete seguirci
00:00:58sul canale 16 del digitale terrestre ci vedete in lombardia parte del piemonte anche dell'emilia
00:01:04romagna potete partecipare con noi numeri sovraimpressione la regia ve li riporterà
00:01:08durante tutta l'ora e mezza una puntata speciale particolare dove vi chiedo proprio di aprirvi se
00:01:15ne avrete bisogno e c'è una linea telefonica e quindi potrete scrivere messaggio addirittura
00:01:21chiamare gli ospiti in studio come sempre sono sempre positivi nel rispondere sono qui anche
00:01:29per questo e allora ho il piacere di riavere in studio la dottoressa angela ferrandi coordinatore
00:01:35dell'area psicologica ospedaliere delle attività consultoriale di fondazione poliambulanza ben
00:01:40trovata grazie buonasera buonasera a tutti grazie dell'invito e un augurio per un sereno anno a
00:01:45tutti i telespettatori grazie mille grazie anche al ritorno della dottoressa silvia capra psicologa
00:01:51psicoterapeuta esperta in perinatalità di fondazione poliambulanza buonasera a tutti
00:01:56grazie dell'invito grazie a lei un benvenuto per la prima volta nei nostri studi al dottor luigi
00:02:03fabemoli psicologo clinico psicoterapeuta operatore clinico di training autogeno musico terapista
00:02:10psicomotricista di fondazione poliambulanza grazie mille grazie per l'invito buonasera a tutti
00:02:15buonasera a lei e un ben ritrovato anche la dottoressa analisa condini psicologa dell'età
00:02:20evolutiva e psicoterapeuta in formazione di fondazione poliambulanza buonasera a tutti e
00:02:25grazie dell'invito grazie a voi dopo una lunga giornata trovate il tempo e lo dico sempre per
00:02:30venire a obiettivo salute tema di quest'anno un tema quello dei traumi psicologici e dottoressa
00:02:37fernandi che abbiamo scelto perché molto spesso non se ne parla è giusto parlarne è giusto di
00:02:44parlare parlare di questa esperienza che può essere a livello emotivo molto forte ci sono
00:02:52diversi traumi psicologici traumi che potremmo portarci poi anche nel corso della vita non a
00:02:59caso io questa sera ho qui degli esperti per diverse età quindi partiamo dai bimbi più piccoli
00:03:07arrivare agli adulti esatto sì esatto quando noi parliamo di trauma pensiamo a un'esperienza che
00:03:14comunque crea una frattura una frattura tra ciò che eravamo prima e ciò che siamo dopo perché
00:03:19anche nei casi in cui c'è un'elaborazione di un trauma quindi una riattivazione di una normalità
00:03:25siamo comunque persone evolute e modificate in relazione a questo trauma e quando parliamo di
00:03:31trauma è bene distinguere in traumi piccoli non piccoli perché non hanno una una riattività non
00:03:38hanno un'incidenza ma piccoli perché non hanno una minaccia l'integrità psicofisica e sessuale come
00:03:44grandi traumi ma hanno una minaccia alla rappresentazione del sé quindi sono considerati
00:03:49piccoli traumi tutti quelli che fanno parte della nostra storia dagli abbandoni alla trascuratezza
00:03:55infantile all'esposizione indiretta di violenza di agiti di abbandoni di interruzioni di angoscia
00:04:03da separazione da bullismo che si subisce e quindi sono tutti quei traumi che vanno a minacciare a
00:04:10creare una difficoltà nella rappresentazione del sé della persona per poi arrivare ai grandi
00:04:15traumi che invece sono quelli che portano a una minaccia di un'integrità fisica psichica e
00:04:21sessuale e che quindi possono generare una serie di difficoltà e che vanno a creare una sorta di
00:04:28disagio psichico che può risolversi spontaneamente o in alcuni casi può configurarsi all'interno di
00:04:33un disturbo e le reazioni ovviamente le risposte possono essere differenti quindi c'è chi può
00:04:41superare il trauma anche grazie poi lo vedremo ad un aiuto di uno psicologo di uno psicoterapeuta
00:04:48c'è invece chi questi traumi li porta a vita e quindi poi emergono nella vita ad esempio adulta
00:04:57lei parlava di un abbandono mi viene in mente ad esempio un bambino abbandonato dai genitori e poi
00:05:04quel bambino che adulto sarà? Sarà un adulto in difficoltà nel senso che tendenzialmente in
00:05:12associazione al trauma noi sviluppiamo anche delle credenze che sono delle credenze negative
00:05:17su di noi soprattutto nel caso di abbandono bambino abbandonato è un bambino che porta in
00:05:21sé un'esperienza di sentirsi non amabile non importante non adeguato non voluto e le esperienze
00:05:29relazionali che si fanno in un contesto familiare ma che poi racconterà sicuramente meglio la mia
00:05:33collega la dottoressa Condini segnano poi l'identità della persona quindi se io sono
00:05:39stato un bambino che mi sono sentito abbandonare non voluto e non considerato sarò un adulto che
00:05:44porta nella relazione la paura dell'abbandono la paura della separazione e la paura di non
00:05:49sentirsi perennemente all'altezza adeguato amabile e voluto. Dottoressa Condini non a caso
00:05:54probabilmente siamo in sintania proprio col pubblico mi arriva questo messaggio quanto può
00:05:58incidere l'abbandono di un genitore sulla vita futura di un bambino io aggiungo al telespettatore
00:06:06quanto incide l'abbandono di un genitore ma anche la freddezza nei rapporti di un genitore perché
00:06:12l'abbandono può essere fisico ma anche mentale sicuramente l'abbandono dal punto di vista emotivo
00:06:20crea davvero una grande difficoltà poi nello sviluppo psichico proprio mentale del bambino
00:06:28che diventerà un adulto come diceva giustamente la mia collega con difficoltà anche nelle
00:06:37relazioni proprio perché si innesca nella mente un po' questa paura che si possa verificare
00:06:44successivamente la stessa situazione e la stessa condizione che si è vissuta da piccoli
00:06:51ovvero quella appunto dell'abbandono. Quindi l'adulto che poi creerà una famiglia, dei rapporti
00:06:59che adulto sarà? Quali saranno diciamo le mancanze che potrà avere perché magari anche lui
00:07:06dopo diventerà un genitore? Sicuramente è un po' come dire vivrà un po' la sua relazione di coppia
00:07:15la sua relazione con l'altro genitore con maggiore paura con questo timore che possa succedere qualcosa
00:07:24che di poterlo perdere di poter essere abbandonato dall'altro partner insomma un po' quello e
00:07:33sicuramente non sarà più difficile creare una base sicura per eventuali per eventuali figli che avrà
00:07:41ecco quindi è importante che i bambini possano affrontare anche questi momenti questi vissuti
00:07:50già da bambini. Certo, ancora quanto può incidere l'abbandono dei genitori sulla vita futura di un
00:07:56bambino? Questo argomento interessa quindi bene o male quello che è un po' già detto. Quando in
00:08:08alcune situazioni il disagio, dottoressa Ferrandi torno a lei, può delinearsi in un disturbo da
00:08:16post stress traumatico? Come lo riconosciamo? Quali sono le caratteristiche? Allora tendenzialmente
00:08:24noi abbiamo in dotazione a livello cerebrale un sistema innato di elaborazione adattiva
00:08:31dell'informazione quindi tendenzialmente quando noi viviamo un'esperienza traumatica riusciamo
00:08:36ad elaborarla. Quando purtroppo questo non succede si possono manifestare una serie di
00:08:42disagi da un punto di vista psicologico fino a configurarsi come dicevo prima in un disturbo che
00:08:48nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali è classificato come disturbo da stress
00:08:53post traumatico ed è un disturbo in cui si la persona rivive il passato quindi l'evento
00:08:59traumatico come se fosse ancora il presente quindi ci sono per maniera di sintomi che si
00:09:06protraggono anche molto al di là del tempo da più di un mese fino a un tempo X determinato.
00:09:12Il disturbo da stress post traumatico consiste nell'esposizione a una minaccia,
00:09:22a una minaccia, un'integrità fisica, psichica, sessuale che può essere una minaccia di morte,
00:09:27che può essere una violenza sessuale, che può essere un qualsiasi evento di una portata
00:09:34importante che minaccia l'integrità della persona. Questo dà via ad una serie di sintomi perché la
00:09:40persona che può assistere a questo trauma quindi può assisterci perché ne fa esperienza diretta,
00:09:47può assistere perché vede l'attivarsi di questo trauma a una persona di cui è testimone perché
00:09:53viene a conoscenza all'interno di un nucleo familiare o di una persona con cui è in stretta
00:09:58relazione intima a livello emotivo manifesta una serie di sintomi comincia a manifestare
00:10:03una serie di disagi tra cui i pensieri ricorrenti e intrusivi di quello che è successo quindi
00:10:08nella quotidianità è costantemente sottoposto a questi ricordi, questi sogni spiacevoli che
00:10:14portano a rivivere continuamente l'evento traumatico anche a distanza di tempo. Questo dà
00:10:21inoltre via ad una serie di condotte evitanti perché la persona cerca in qualsiasi modo di
00:10:26evitare questi ricordi spiacevoli ma non riesce a farlo. In aggiunta a un'iperattivazione
00:10:32a un arusal che consiste in una serie di condotte di irritabilità, di rabbia, di insonnia, di
00:10:40malessere, di disagio che necessitano di una presa in carico, necessitano di una cura perché la
00:10:46persona, torno a dire prima ed è molto importante comprendere questo aspetto, rivive il passato come
00:10:52se fosse il presente quindi è come se tutta la sua situazione si fosse fermata all'interno di una
00:10:58bolla dove tutto richiama quel disagio, quel disturbo che ha vissuto. Pensiamo agli abusi
00:11:03sessuali, pensiamo ai maltrattamenti familiari, pensiamo ai bambini che sono sottoposti all'assistere
00:11:10a una violenza domestica, pensiamo alla violenza di genere, ai lutti, agli incidenti stradali, alle
00:11:16morte improvvise. Sono tutti quei traumi che prima abbiamo definito come grandi traumi che comunque
00:11:21generano appunto questo vissuto di malessere che va preso in carico, che va gestito perché rischia
00:11:25che poi si cronicizzi all'interno di un disturbo da stress post-traumatico.
00:11:30Ci chiedono da casa quanto può condizionare la vita futura di una persona nell'avere subito una
00:11:35violenza psicologica in famiglia.
00:11:37Allora, come vi dicevo prima, sicuramente il fatto che distinguiamo piccoli traumi dai grandi
00:11:43traumi ci porta a pensare che uno sia più importante dell'altro. In realtà non è così perché le
00:11:49reazioni di una persona, e questo dipende molto dalla soggettività di ognuno di noi, tendono ad
00:11:54essere diverse. Per cui una persona può rispondere a un piccolo trauma come a un abbandono in
00:11:58famiglia, un maltrattamento in famiglia, come se invece fosse un trauma di una portata veramente
00:12:03molto elevata.
00:12:04Per cui sicuramente tanto dipende dalla soggettività di ognuno di noi, dalle risorse che abbiamo, da
00:12:11come reagiamo agli stimoli, dal supporto sociale che abbiamo, dalle nostre modalità, dalle
00:12:16strategie di coping, di fronteggiamento dei problemi, però tutto questo spesso sembra un po'
00:12:21frenare, perché comunque succede un qualcosa che non dipende solo dalla volontà.
00:12:26Tendenzialmente si tende a pensare che la persona che ha subito un trauma non ci metta volontà
00:12:31apposita, perché non va oltre, dai muovi, hai passato tanto tempo, ma insomma riprenditi.
00:12:36Lo vediamo nei casi del lutto, quando si pensa che ci sia un tempo determinato in cui è concesso
00:12:41alla persona di soffrire per la perdita di una persona cara, senza renderci conto che ci sono
00:12:46delle persone che anche a distanza di anni rivivono la perdita di un marito, di un figlio, di un
00:12:51fratello, di una madre, eccetera, come se fosse accaduta ieri. Per cui c'è un lutto complesso
00:12:57nel quale si entra, di cui poi parlerà anche la mia collega, la dottoressa Capra, però sicuramente
00:13:02c'è una condizione importante. E quindi, tornando alla domanda del telespettatore, mi viene a dire
00:13:07che molto dipende dalla soggettività di ognuno di noi, dalle modalità con cui abbiamo di
00:13:11affrontarle, ma è importante che quando noi vediamo che la nostra soggettività, la nostra capacità
00:13:17di gestione degli eventi stressanti non è sufficiente e che stiamo comunque male, è importante
00:13:23intervenire, perché l'intervento precoce è quello che sicuramente poi ha un'influenza più positiva
00:13:29sul recupero e sul potenziamento e la promozione di un benessere psicologico.
00:13:33Sempre da casa ci chiedono se da piccola avessi subito violenza sessuale. Potrei non ricordarlo
00:13:38o averlo cancellato dalla memoria? Tra l'altro io mi collego un attimino all'ultimo fatto di cronaca
00:13:44della ragazza che dopo tanti anni ha ricordato, studiava medicina durante un esame, di aver subito
00:13:52una violenza sessuale da parte tra l'altro di una persona molto vicina alla famiglia, quindi
00:13:58insospettabile. Poi, ahimè, il tutto è finito con la morte della ragazza e quindi un suicidio
00:14:05dei genitori. E quindi anch'io mi sono chiesta com'è possibile che un evento così traumatico
00:14:12venga cancellato e poi rimerga. Sì, è possibile perché quando noi viviamo
00:14:19un evento di questa portata, soprattutto se siamo dei bambini, perché questo è accaduto
00:14:24quando era piccola, chiede nell'età infantile, quindi sicuramente noi non possiamo pensare
00:14:30a un bambino come se fosse un piccolo adulto. Un bambino è un bambino e ha delle capacità
00:14:36di processazione dell'informazione, di elaborazione dell'informazione che non sono come quelle
00:14:40dell'adulto. Quindi è come se noi prendessimo una botta importantissima e cosa fa la psiche
00:14:47davanti a questo? Innanzitutto ci sono dei meccanismi di difesa, che sono anche dei meccanismi
00:14:52arcaici o dei meccanismi primitivi che intervengono a difesa dell'assetto mentale, dell'assetto
00:14:57psichico. Tante volte c'è una rimozione di quello che è successo ed è come se la
00:15:01nostra psiche prendesse quello che è accaduto, lo spostasse e lo togliesse dallo stato cosciente.
00:15:07Per cui poi può succedere che nel corso della vita attraverso dei trigger, attraverso degli
00:15:13elementi che in qualche modo riattivano, che in qualche modo ci riportano a quella condizione
00:15:18possa riemergere ricordo.
00:15:20Vogliamo spiegare a casa, a chi non lo sapesse, che cosa sono i trigger?
00:15:23Allora, succede nella nostra quotidianità che ci siano delle situazioni che in qualche
00:15:28modo vanno a richiamare un dato evento che è successo, che possa essere spiacevole o
00:15:33che possa non essere spiacevole. Il trigger viene utilizzato soprattutto all'interno
00:15:36di un disturbo post-traumatico quando noi ci troviamo a vivere degli elementi della
00:15:41quotidianità che ci riattivano, che ci richiamano in qualche modo quello che è accaduto.
00:15:46Grazie mille. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che anche a livello fisico, quindi
00:15:54cerebrale, il trauma si faccia sentire. In che modo il cervello cambia? Che cosa succede?
00:16:02Allora, teniamo presente che il nostro cervello non è dotato solo di pensieri o di qualcosa
00:16:08di astratto, ma ci sono delle strutture specifiche all'interno del sistema nervoso, ciascuna
00:16:13delle quali è deputata a tante cose. Per cui abbiamo il sistema limbico, per esempio,
00:16:18che è il sistema in cui le strutture sono deputate alla reazione emotiva, alle reazioni
00:16:25comportamentali. Quando noi siamo sottoposti ad uno stress intenso, anche a livello neurobiologico,
00:16:31ci sono dei cambiamenti, per cui vengono secrete delle sostanze, soprattutto nei casi di stress.
00:16:37Quindi ci sono delle iperattivazioni delle strutture cerebrali e gli studi presenti in
00:16:42letteratura dimostrano che ci sia una diminuzione del volume dell'ippocampo, che è una struttura
00:16:48del sistema limbico ed è deputata principalmente alla codifica della memoria delle situazioni
00:16:54e delle esperienze che noi viviamo, e un'iperattivazione della amigdala, che è invece quella struttura
00:17:00cerebrale, che possiamo dire così per rendere un pochino più elementare il linguaggio,
00:17:05che è deputata alla valutazione emotiva degli eventi che noi viviamo. Quindi quando c'è
00:17:10un evento di una portata emotiva intensa, che possa essere un evento traumatico, a livello
00:17:15cerebrale c'è un'iperattivazione dell'amigdala perché vive costantemente come se dovesse
00:17:21far fronte a degli eventi molto paurosi e quindi anche a livello del sistema nervoso
00:17:27c'è un'iperattivazione nell'emissione di alcuni livelli, come possono essere i glucocorticoidi,
00:17:37che sono i livelli che vengono sollecitati o di emissione di adrenalina, per cui l'organismo
00:17:43e il sistema nervoso si vivono costantemente in uno stato di allerta. Ovviamente anche
00:17:48l'ippocampo, che è costantemente bombardato da queste sostanze, diventa come se avesse
00:17:56un'esposizione tossica. Quindi quello che ci ha dimostrato la letteratura, attraverso
00:18:00gli studi di neuroimagine, hanno fatto degli studi per dimostrare quanto anche gli studi
00:18:05dei cervelli delle persone che sono state in guerra, per esempio, avessero dei volumi
00:18:10ridotti dell'ippocampo e un'iperattivazione dell'amigdala. Quindi hanno proprio riportato
00:18:16a livello cerebrale quanto gli effetti traumatici siano visibili, quindi in termini di strutture
00:18:22e di sistema cerebrale.
00:18:24Subito dopo aver subito un evento traumatico abbiamo delle reazioni, quindi il nostro corpo
00:18:31anche reagisce, abbiamo delle reazioni fisiologiche che nel 70-80% vengono risolte da sole, ma
00:18:42per il resto della percentuale, fino ad arrivare al 100%, cosa succede?
00:18:49E' un po' quello che dicevo prima, noi siamo dotati di un meccanismo innato per elaborare
00:18:54e processare le informazioni, quindi quando succedono delle cose il nostro cervello è
00:18:59in grado di gestire, di elaborare, di elaborare quelle emozioni, quelle informazioni, quelle
00:19:05percezioni, quelle sensazioni che derivano da un evento stressante di questo tipo e quindi
00:19:10riesce a digerire l'emozione che noi stiamo vivendo in quel momento. Succede nel restante
00:19:16percentuale dei casi che invece si vada incontro a un disagio di ordine psichico, da una sofferenza
00:19:22importante psicologica, da una difficoltà nel riprendere la quotidianità, da un'alterazione
00:19:28nei liberi di funzionamento, quindi la persona può avere dei disagi di ordine psichico,
00:19:32una compromissione nel funzionamento interpersonale e sociale, nel funzionamento lavorativo, quindi
00:19:37può riportare tutta una serie di disagi fino a configurarsi, come dicevo prima, in un disturbo
00:19:42da stress post-traumatico. Ci sono anche delle esperienze che vedono
00:19:47insomma nelle persone riaffiorare dei ricordi, dei momenti e quindi persone che dicono io
00:19:55non riesco a condurre la mia vita in modo normale perché ad esempio continuo a ripensare
00:20:01a quel momento, in quel caso qual è la cura? Allora in quel caso ed è quello che noi facciamo
00:20:08all'interno di questo progetto di psicotraumatologia che è gestito da me e dalla collega Silvia Capra
00:20:13lavoriamo attraverso il colloquio clinico, attraverso noi abbiamo un orientamento psicodinamico
00:20:18oppure attraverso l'approccio psicoterapico delle EMDR, che è un metodo di desensibilizzazione
00:20:26e riallaborazione delle emozioni, delle informazioni attraverso la stimolazione dei movimenti oculari.
00:20:33L'EMDR è un metodo, un approccio terapeutico in cui si lavora sulla traccia, sul ricordo
00:20:39della persona e quindi si cerca di desensibilizzare quello che è l'evento e l'impatto traumatico.
00:20:46L'EMDR è un approccio evidence-based, cioè vuol dire che è un approccio che si basa
00:20:51sulla sperimentazione, sulle evidenze scientifiche e ha una dimostrazione di efficacia, è stato
00:20:57riconosciuto anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come metodo elettivo
00:21:01nella gestione dei traumi.
00:21:03E dopo magari ci torniamo.
00:21:05Certo.
00:21:06Volevo leggere da casa, è vero che spesso chi ha avuto un passato di violenza da vittima
00:21:11scusate può diventare carnefice?
00:21:17Chi vuol rispondere, prego.
00:21:19Allora può essere che quello che noi viviamo lo riportiamo.
00:21:24Se io sono abituata, sostanzialmente dottoressa, in famiglia a vedere, lei diceva, magari
00:21:30non a subire violenza ma a vedere la violenza, automaticamente si innesca un meccanismo.
00:21:36Non voglio diventare quella persona come mio padre che picchiava mia mamma, però lo divento?
00:21:40Però lo divento, perché quello è quello che io ho visto, quella è l'esperienza
00:21:43che io ho fatta.
00:21:44Se io sono figlia di un genitore che agisce violenza, che picchia o che maltratta a livello
00:21:53psicologico, faccio quell'esperienza, quindi diventa mia.
00:21:57Quindi dal ruolo di vittima io passo nel ruolo di carnefice.
00:22:01Ed è per questo che è importante all'interno di alcune situazioni evitare che ci sia poi
00:22:06l'identificazione in una vittima, quindi in un passivo o in un attivo, perché poi
00:22:12il passivo aggressivo tendenzialmente ha dei problemi con l'aggressività.
00:22:15Per cui ci sono situazioni di persone passive dove rimangono inermi davanti a quello che
00:22:21è stato, sono stata la vittima e questo è quello che gli propongo, mi vedo costantemente
00:22:24vittima con una passività, quindi anche con una tendenza a sollecitare nell'altro
00:22:29o in situazioni di attività dove io divento il carnefice.
00:22:33Benissimo.
00:22:35La cura per questi problemi è, immagino, ovviamente voi siete qua, siete un po' l'esempio,
00:22:46il chiedere aiuto, cioè i bambini seguiti dopo dei traumi per varie problematiche ma
00:22:54tornando indietro ancora quando si è, non so, per la gravidanza, lutti, cioè la psicologia,
00:23:02la psicoterapia, la psicoanalisi arriva in aiuto, cioè quel bambino può modificare
00:23:10e quindi diventare non più quel famoso carnefice che ci chiedono da casa?
00:23:15Assolutamente sì ed è molto importante che ci sia un intervento di ordine terapeutico
00:23:19e come diceva la mia collega Condini prima, quando noi abbiamo dei vissuti abbandonici,
00:23:25quando noi abbiamo dei vissuti di maltrattamento, diventiamo degli adulti con delle grosse fragilità
00:23:29ma avere delle fragilità non vuol dire non poterle superare, diventano delle sfide a
00:23:33cui si fa fronte se si è seguiti, se si dà uno spazio di protezione all'interno di
00:23:38un contesto adeguato come quello del percorso psicoterapico, che sia rivolto a dei bambini
00:23:43o che sia rivolto a degli adulti che magari prima non sono stati accompagnati, che non
00:23:47sono stati visti, che hanno avuto difficoltà, è comunque importante che arrivino a chiedere
00:23:51un consulto e attivare un lavoro di ordine psicoterapeutico perché il nostro passato
00:23:56non continui a condizionare il nostro presente e c'è una frase molto bella di Jung che
00:24:01è uno psicoanalista e dice io non sono ciò che mi è capitato di essere, io sono ciò
00:24:06che ho scelto di diventare. Quindi anche qui vediamo quanto possiamo essere noi stessi
00:24:10agenti di un cambiamento in un supporto e all'interno di un percorso che sia salvavita
00:24:16per noi, salvavita a livello psichico.
00:24:19Assolutamente.
00:24:20Se posso aggiungere, credo che soprattutto negli interventi con i bambini sia importante
00:24:26agire quanto prima possibile per evitare che si sviluppino successivamente queste difficoltà
00:24:32di cui abbiamo parlato, queste fragilità e inoltre credo che anche la consapevolezza
00:24:38della famiglia sia importante rispetto alle difficoltà che possono esserci e quindi proprio
00:24:45la richiesta di un sostegno, di poter avere uno spazio in cui dire ok, possiamo anche
00:24:52affrontare questa difficoltà che ci troviamo davanti.
00:24:57Un trauma a me viene in mente anche potrebbe essere aspettarsi che proprio figlio sia in
00:25:04un certo modo e invece non è così e quindi abbiamo magari delle delusioni scolastiche
00:25:11e quindi l'idea che c'eravamo fatte inizia un po' a smontarsi e il genitore si domanda
00:25:18come mai bisogna parlarne, non bisogna parlarne, forse in questo caso ritrovo più le sue parole,
00:25:25quella consapevolezza di dire ho bisogno di aiuto?
00:25:29Sì, assolutamente sì, anche in questo caso capita spesso di incontrare bambini e anche
00:25:35ragazzi che portano proprio questo vissuto di aspettative da parte dei genitori e quindi
00:25:41bisogna un pochino anche stimolare la comunicazione tra di loro perché a volte sono delle aspettative
00:25:50che il genitore non pensa nemmeno di avere, di dimostrare al figlio e allo stesso tempo
00:25:57magari il figlio ha una lettura diversa da quella che in realtà vorrebbe essere il messaggio
00:26:05del genitore, quindi anche per questo credo sia importante che ci sia un dialogo e che
00:26:10ci si possa far aiutare.
00:26:14Noi ci fermiamo per la prima pausa pubblicitaria, ci rivediamo tra pochissimo.
00:26:19Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
00:26:50C'è la perdita, la perdita di una persona, di un nostro famigliare, di un trauma, di
00:26:54una persona sulla quale abbiamo investito e spesso è un po' quello che accennavo
00:26:58prima, l'errore che fanno le persone accanto a chi vive un trauma è quello di sentirsi
00:27:03quasi responsabili di dover alleviare la persona che hanno vicino, quando in realtà la persona
00:27:08che hanno vicino a volte ha semplicemente bisogno di poter parlare della perdita che
00:27:12ha avuto, perché le persone che chiedono una presa in carico, un percorso psicologico
00:27:17portano proprio la difficoltà, poi passando il tempo, di continuare a parlare del defunto
00:27:22che hanno avuto, quasi come se gli altri si aspettassero un recupero immediato.
00:27:27E il trauma se non viene elaborato, i percorsi di psicoterapia servono proprio a rielaborare
00:27:33il trauma, ridare un significato differente della morte interna alla persona, un po'
00:27:39come ripristinare un'esperienza, un significato.
00:27:43Attraverso l'elaborazione del trauma, del lutto, si riesce a passare da una condizione
00:27:48di focalizzazione sulla mancanza della persona, a una focalizzazione invece sulla presenza
00:27:54affettiva della persona, di quello che la persona ha insegnato, di quello che la persona
00:27:58ha lasciato, però quando questo non avviene spontaneamente il rischio è di entrare in
00:28:02un lutto complesso e quindi quello che si chiama lutto complicato e continuare a protrarsi
00:28:07anche al di là del tempo, anche negli anni, come se la perdita della persona fosse avvenuta
00:28:12ancora il giorno prima e quindi l'incapacità di riprendere in mano la vita, di toccare,
00:28:17a volte vengono mantenuti degli altari in casa, di toccare gli armadi delle persone,
00:28:22di toccare il portachiavi lasciato in una determinata posizione e quindi sì, per rispondere
00:28:28al telespettatore assolutamente può costituire un grande trauma ed è importante chiedere
00:28:32aiuto anche per questo perché è vero, come dicono tanti pazienti che vediamo, ma voi
00:28:37non mi ridate la persona che mi è mancato, sì, però alla fine del lavoro terapeutico
00:28:41riescono a godere della presenza della persona defunta che ha mantenuto nella loro vita anche
00:28:47attraverso un recupero degli insegnamenti, dei valori che ha trasmesso, dell'affettività
00:28:52che ha trasmesso e quindi piano piano riescono a recuperare e ripristinare i livelli di funzionamento.
00:28:58Quanto Dottoressa Capra è importante elaborare dunque un evento traumatico che ha determinato
00:29:05un cambiamento? L'elaborazione di un evento traumatico è fondamentale per il benessere
00:29:12psicofisico della persona, attraverso il processo di elaborazione noi possiamo aiutare le persone
00:29:19ad integrare quindi l'evento negativo vissuto, laddove per integrare in qualche modo significa
00:29:26poter aiutare la persona anche a ricordare proprio la persona scomparsa o un evento traumatico
00:29:34in genere, aiutare quindi a ricordarlo senza esserne eccessivamente destabilizzato o senza
00:29:41che il trauma in qualche modo si riattivi. Attraverso l'elaborazione che noi possiamo
00:29:47consentire proprio all'interno del setting terapeutico o comunque della consulenza psicologica
00:29:54possiamo permettere al paziente di alleggerirsi di un peso che può essere assolutamente invalidante
00:29:59rispetto alla qualità di vita. Quello che facciamo è poter fare in modo che il paziente
00:30:05arrivi veramente a ritrovare un suo equilibrio che si è spezzato a partire dall'evento
00:30:11negativo, quindi questo significa elaborare, questo significa poter portare il paziente
00:30:17a tornare o a ricostruire una vita in modo sano, in modo sereno.
00:30:22Si dice sempre che insabbiare non fa mai bene, no?
00:30:25No.
00:30:26E quindi sotterrare il problema, il trauma, un lutto, non parlarne, far finta di dimenticarsi?
00:30:36Non è questo sicuramente il modo più adatto per il funzionamento della persona per poter
00:30:44integrare, come dicevo prima, l'evento traumatico. La persona ha bisogno di parlarne,
00:30:50di parlarne tanto di un evento che è accaduto e che ha un impatto estremamente negativo,
00:30:56anzi mi viene proprio da pensare che più l'impatto è negativo, più il bisogno della
00:31:01verbalizzazione e della condivisione e soprattutto anche della possibilità di essere contenuto
00:31:07nei suoi aspetti negativi è fondamentale. Quindi questo è quello che cerchiamo di offrire
00:31:12attraverso questo progetto, cioè offrire proprio uno spazio di verbalizzazione rispetto
00:31:18alle emozioni negative e un contenimento di quelle emozioni.
00:31:22Quando lei parla di progetto, un progetto che arriva da Fondazione Poliambulanza?
00:31:27Esattamente, è un progetto, abbiamo pensato io e la dottoressa Ferrandi a questo progetto
00:31:32che arriva dal Servizio di Psicologia Clinica di Fondazione Poliambulanza, l'abbiamo pensato
00:31:37proprio per dare delle risposte in termini molto brevi. Siamo consapevoli, lavorando
00:31:43in questo campo, che un trauma, un evento traumatico, un lutto sono eventi che vanno
00:31:50presi e vanno accolti fin da subito, vanno presi proprio fin da subito perché la persona
00:31:56ha bisogno fin da quando accade l'evento traumatico di poterlo condividere, di poter
00:32:03sentire che non è da solo nell'espressione del suo dolore e della sua sofferenza. Il
00:32:08progetto di psicotraumatologia quindi che abbiamo pensato è un progetto che va ad
00:32:14accogliere queste persone nel minor breve tempo possibile. Io e la dottoressa Ferrandi
00:32:21accoglieremo quindi tutte quelle situazioni che hanno una connotazione traumatica con
00:32:26un grave impatto emotivo e io in particolare mi occuperò di tutta invece quella parte
00:32:32di eventi traumatici che accadono proprio nel periodo della perinatalità. Il periodo
00:32:38della perinatalità è un periodo che già solitamente mette a dura prova la stabilità
00:32:44emotiva della donna, della coppia. Noi sappiamo che questo è proprio un periodo dove i cambiamenti
00:32:51fisici vanno proprio di pari passo con i cambiamenti da un punto di vista psichico. Quindi molto
00:32:57spesso vediamo durante la fase della gravidanza o durante il postpartum, vediamo per esempio
00:33:03una estrema labilità della donna. La donna davvero ha la difficoltà a rimanere integra,
00:33:10stabile durante tutte queste fasi, durante tutti questi passaggi. Quindi è questo quello
00:33:16che vogliamo accogliere in questa fase specifica, peculiare che la donna vive. Tra l'altro
00:33:22tema, ahimè non allegro ma mi sento di affrontarlo, è quello della morte di un bambino piccolo,
00:33:33piccolissimo. Noi anni fa ci siamo visti proprio per una puntata in merito alla terapia intensiva
00:33:39neonatale e quindi un tema di cui ancora si fa fatica a parlare, che sembra un po' un tabù.
00:33:48Ma non deve essere ancora molto un tabù.
00:33:51Ancora molto, nel senso che quello che lei cita in questo momento è sicuramente uno degli eventi più potenti
00:33:57e più traumatici, nel senso che questo è sicuramente uno degli eventi che hanno una drammaticità enorme.
00:34:04Questo e la prematurità sono forse due elementi, due vissuti, due esperienze che i genitori possono fare
00:34:14e che hanno veramente una connotazione faticosa. Il lutto per il Natale, come diceva, è sicuramente
00:34:21una delle esperienze meno riconosciute all'interno della società. La società oggi pensa che siccome
00:34:28un genitore perde il proprio bambino durante la gravidanza, che a questo genitore non sia legittimata
00:34:36la sofferenza. Fondamentalmente una mamma che perde il proprio bambino durante il periodo della gravidanza,
00:34:42siccome non conosce il suo bambino, la società pensa che non sia legittimata a soffrire e a provare dolore.
00:34:49Mentre in realtà la donna fa esperienza di quello che è il proprio bambino durante la gravidanza
00:34:54e lo fa attraverso i movimenti fetali, lo fa attraverso le ecografie. Quindi c'è sicuramente tutta una parte
00:35:01di legame, di attaccamento che si struttura fin da quel momento. Il lutto per il Natale è un lutto sicuramente
00:35:08assolutamente innaturale. Questo è quello che dobbiamo sottolineare in modo pesante, perché quando accade
00:35:17che all'inizio della vita ci sia la morte, è qualcosa che si rompe. Il lutto per il Natale infatti agisce
00:35:24non solamente rispetto a quella che è la perdita dell'oggetto d'amore, cioè io perdo il mio bambino,
00:35:31ma agisce a livello stratificato, cioè è in modo molto più ampio la perdita di un progetto di vita,
00:35:38di un progetto di coppia, di tutte le speranze che si ripongono nella costruzione della genitorialità
00:35:45di una famiglia. Quindi quello che si infrange non è solamente la perdita del bambino stesso,
00:35:51come può accadere nei lutti in generale. In realtà qui abbiamo una perdita che è su diversi fronti,
00:35:58cioè sul fronte della progettualità di vita, che è molto più ampio e molto più complesso.
00:36:03Infatti, quello che sottolineava anche la collega, purtroppo quando accade che un lutto, il lutto anche per il Natale,
00:36:12si protragga per esempio per un anno, un anno e mezzo, in questo caso noi abbiamo proprio questo lutto complesso
00:36:21che si protrae nel tempo, e si protrae nel tempo con delle caratteristiche specifiche,
00:36:26cioè lo avvertiamo perché i sintomi sono ancora acuti, l'estrema tristezza, l'estrema rabbia,
00:36:37l'estremo senso di vuoto. Se noi ci pensiamo dovremmo poter portare la persona verso un assottigliamento
00:36:46di quelle emozioni nel corso del tempo. Quando noi vediamo che per un anno, un anno e mezzo,
00:36:53quelle emozioni non si sono mai ridimensionate, ma mantengono quell'acuità,
00:36:59allora noi ci dobbiamo davvero interrogare su come il lutto stia probabilmente trasformandosi in un lutto complicato.
00:37:08E molto spesso, come anche in altri lutti, il trattamento è un trattamento specifico,
00:37:16nel senso che sicuramente c'è il sostegno psicologico, il supporto psicoterapico che può essere di grandissimo aiuto.
00:37:22Ma in questo caso talvolta si prefigura anche la necessità di un supporto farmacologico,
00:37:28perché quando il lutto diventa così importante, così invalidante, così coinvolgente rispetto a tutte le aree della propria vita,
00:37:37a quel punto abbiamo bisogno di intervenire in modo molto pesante.
00:37:43Ci chiedono da casa, mi hanno parlato del metodo MDR, è un metodo pericoloso, lo possono fare tutti, grazie.
00:37:50Tra l'altro alcuni personaggi dello spettacolo hanno parlato di questo metodo, chi vuole rispondere?
00:38:01Allora, l'MDR non è un metodo pericoloso e non è un metodo, nel senso che è un approccio psicoterapico,
00:38:08quindi un approccio psicoterapico non è un approccio pericoloso.
00:38:11Con l'MDR si lavora, come dicevo prima, sull'immagine, sull'immagine del ricordo,
00:38:17che all'interno di poche sedute comincia a diventare più sbiadita, più lontana.
00:38:22Si lavora sulle cognizioni associate al trauma, quindi con le cognizioni negative,
00:38:26cercando attraverso la ristrutturazione cognitiva di portare a una convinzione positiva del trauma.
00:38:32Si lavora sulle sensazioni, sulle percezioni corporee e quindi non è un metodo pericoloso e può essere fatto con tutti.
00:38:41Non c'è un metodo elettivo, non c'è un approccio elettivo, la persona deve stare bene all'interno di un approccio terapeutico,
00:38:46per cui, come dicevo prima, io e la collega Capra, che ci occupiamo della psicotraumatologia,
00:38:52abbiamo un orientamento psicoanalitico, però questo non limita, per esempio,
00:38:57io sono terapeuta di MDR, di utilizzare l'MDR con alcune persone.
00:39:02Quindi viene fatto, si utilizza l'approccio che è più consono per quella persona,
00:39:07è come prendere un abito e confezionarlo appositamente ad hoc sulla persona.
00:39:12Lo sceglie il paziente o lo scegliete voi?
00:39:14No, lo sceglie il terapeuta in base a quelle che sono le caratteristiche del paziente.
00:39:19Ci sono tanti approcci e a volte quello che è importante, anche se ognuno di noi è formato in un approccio, in un orientamento,
00:39:26rimane comunque un guardrail nel quale il terapeuta si sposta,
00:39:30perché altrimenti rischiamo di prendere un abito da un armadio confezionato
00:39:34e farlo indossare a tutti i costi a una persona che magari per dimensioni può essere o troppo grande o troppo piccola.
00:39:40L'obiettivo della psicoterapia è proprio quello di creare attraverso la conoscenza del paziente
00:39:45in una relazione unica e ripetibile tra il terapeuta e il paziente
00:39:49un approccio che sia strutturato su misura di quella persona, con quelle risorse,
00:39:54con quelle potenzialità e con quelle sfide che deve affrontare.
00:39:59Può la psiche influenzare il dolore? Mi spiego meglio, nel caso di un infortunio fisico,
00:40:04può lo stato mentale o il nostro trascorso infantile influenzare la soglia del dolore
00:40:09e può eventualmente portare a dolori cronici?
00:40:13Sì, ci sono delle situazioni, delle persone che portano un dolore cronico
00:40:19che anche quando si sottopongono alla terapia del dolore, nonostante gli interventi che vengono fatti dai medici
00:40:26che si occupano della terapia del dolore, possono continuare a manifestare questo dolore cronico,
00:40:31quasi come se si identificassero con questo dolore e quasi come se non fosse più possibile vivere senza.
00:40:37Anche in questo caso è importante andare a vedere che cosa mantiene la persona così ancorata a questo dolore.
00:40:43Al di là del dolore effettivamente che prova, perché poi hanno delle valutazioni altissime rispetto alla percezione del dolore,
00:40:49però ci sono tanti pazienti che vengono in terapia e che chiedono un aiuto
00:40:53perché è un po' come se vivessero fondamentalmente all'interno di un dolore cronico.
00:40:58Dottor Fabemoli, parliamo di progetti, ci sono vari progetti destinati a varie persone, a vari disturbi, no?
00:41:08Sì, allora il progetto che io ho proposto all'interno del servizio di psicologia erogato dalla Fondazione Poliambulanza
00:41:15riguarda il training autogeno. Il training autogeno è una tecnica di rilassamento che risale addirittura al 1930.
00:41:22È stato elaborato dallo psichiatra tedesco Schulz, però come altre tecniche di rilassamento negli ultimi 20 anni è stato rivalutato
00:41:31perché proprio le ricerche delle neuroscienze hanno mostrato come queste tecniche di rilassamento aiutano le persone
00:41:38a trovare un nuovo equilibrio psicofisico e quindi a star bene.
00:41:42Quindi questi interventi determinano un miglioramento della qualità della vita delle persone.
00:41:48Diciamo che se ne parla anche abbastanza adesso, si è entrata nell'ottica proprio che un training autogeno
00:41:55possa salvare da situazioni anche di stress lavorativo, ad esempio, no?
00:42:00Sì, proprio, perché il training autogeno che è costituito da degli esercizi base, sono 6 gli esercizi di base,
00:42:07va proprio a creare delle modificazioni a livello psicofisico, va proprio a modificare quindi la frequenza cardiaca,
00:42:13la pressione sanguigna, la temperatura corporea, eccetera.
00:42:17Tutte situazioni che, se gestite adeguatamente, portano a una sensazione appunto di benessere.
00:42:23In particolar modo agisce diminuendo l'attività del sistema nervoso simpatico, aumentando invece il tono del parasimpatico.
00:42:34Il sistema nervoso simpatico, quel sistema è estremamente connesso alle funzioni corporee involontarie
00:42:40e si attiva solitamente di fronte proprio a situazioni stressanti, situazioni pericolose, situazioni inattese
00:42:46e ecco che questo sistema si attiva perché l'organismo deve dare una risposta a queste situazioni di allerta
00:42:54e in genere proprio anche in situazioni di pericolo di vita.
00:42:57Ci fa un esempio per far capire a casa?
00:43:00Certo, di fronte ad esempio a un pericolo, a un'auto, mi vedo un'auto che sta arrivando a grossa velocità,
00:43:07io posso bloccare, che è una possibile risposta, il freezing oppure posso scappare, quindi il mio corpo si attiva per mettere in atto questa situazione
00:43:16oppure di fronte a una minaccia il nostro organismo si dispone per attaccare questa minaccia o comunque per fronteggiare il problema.
00:43:25Tutto questo avviene perché vengono emessi, vengono prodotti una serie di sostanze chimiche, ormoni,
00:43:32ad esempio l'ormone dello stress, famoso il cortisolo, ma viene prodotto anche l'adrenalina,
00:43:38sono tutte sostanze fondamentali perché ci permettono proprio di affrontare la situazione di emergenza
00:43:44e però cosa succede? Che spesso quando l'ipervigilanza, la tensione diventano croniche, si prolungano per molto tempo,
00:43:52queste sostanze iniziano a produrre degli effetti negativi, indesiderati, dei veri e propri campanelli d'allarme,
00:43:58la persona quindi inizia a diventare più irascibile oppure risponde in maniera più impulsiva alle situazioni,
00:44:07il ciclo sonoveglia salta, poi ci sono tutta una serie di altri campanelli che è importante cogliere
00:44:14perché se anche questi campanelli non vengono ascoltati, alla lunga si possono avere proprio dei problemi.
00:44:20C'è una cronicizzazione, ci si ammala.
00:44:22C'è un abbassamento delle difese immunitarie, c'è tutta una serie di malattie anche psicosomatiche.
00:44:29È importante allora a questo punto, grazie proprio anche al training autogeno,
00:44:33riattivare invece il sistema parasimpatico che è antagonista, per cui se funziona uno non funziona l'altro,
00:44:41ma questi due sistemi devono essere in equilibrio tra di loro.
00:44:44Il sistema parasimpatico prima di tutto ha la funzione di mantenere l'omeostasi del nostro organismo,
00:44:49quindi valori pressori, della frequenza cardiaca, della temperatura corporea devono restare all'interno di un range,
00:44:58altrimenti andiamo incontro a delle malattie.
00:45:01Ancora, il sistema parasimpatico si attiva quando dormiamo e permette al nostro organismo di rigenerarsi
00:45:10e quindi di ricaricare le batterie.
00:45:12Le famose 8 ore di sonno, giusto?
00:45:16Noi abbiamo bisogno di questo equilibrio e il training autogeno punta proprio a trovare nell'unità psicosomatica,
00:45:22c'è proprio questa unione mente-corpo, un nuovo equilibrio.
00:45:25Il training autogeno è poi strapplicato in vari ambiti, infatti è poi strapplicato, come è stato pensato, per gli adulti.
00:45:37Però gli effetti che ha sulla regolazione emotiva, sul training del cosiddetto sistema inibitorio,
00:45:44che è fondamentale per poter rimanere concentrati su un'azione, portare a termine un compito riducendo il rischio di errore,
00:45:52oppure la capacità di gestire situazioni stressanti, risulta particolarmente utile anche nei bambini.
00:46:00Infatti mi vengono in mente i bambini, gli adolescenti, gli studenti in generale.
00:46:04Tutte le persone che devono affrontare delle...
00:46:07I giovani le chiamano l'ansia?
00:46:09Sì, proprio.
00:46:10Allora non c'è l'ansia, dicono, no?
00:46:12Proprio, e quindi si può aiutare le persone a trovare un equilibrio, a gestire meglio tutte queste sensazioni sgradevoli.
00:46:21Si tratta di 6 esercizi che la persona apprende, impara a svolgere in autonomia.
00:46:30Questo è un po' quello che differenzia il training autogeno da altre tecniche di rilassamento,
00:46:35ad esempio anche dalla meditazione, perché in altri ambiti è necessaria la presenza di una guida.
00:46:42In questo caso la guida è presente solo per insegnare gli esercizi, poi la persona li può eseguire in autonomia.
00:46:49A casa?
00:46:50A casa in autonomia.
00:46:51Quindi dopo la furicità ci può dare qualche indizio?
00:46:53Certo.
00:46:54Bene, bello.
00:46:55Però prima ho sbirciato perché c'è una sua paziente.
00:46:59Un caro saluto al dottor Fabemoli, sono Marta, la sua paziente.
00:47:03Un grazie per il bel percorso che stiamo affrontando insieme.
00:47:06La saluto anch'io, la ringrazio per questo messaggio.
00:47:09Ciao Marta.
00:47:10Noi ci fermiamo per una brevissima pausa pubblicitaria, tra poco dopo gli indizi.
00:47:26TORNIAMO AL TRAINING AUTOGENO
00:47:29Torniamo al training autogeno, qualche esempio così per incuriosire?
00:47:33Sì, come dicevo, il training autogeno di base, che è detto anche appunto somatico,
00:47:40prevede sei esercizi, sei semplici esercizi, che riguardano la pesantezza,
00:47:44la percezione della pesantezza del proprio corpo, il calore, il battito cardiaco, il respiro,
00:47:51il plesso solare, che è fondamentalmente la zona gastrointestinale.
00:47:55Cioè quella più colpita quando siamo preoccupati, arrabbiati.
00:47:58E poi la mente fresca. Perché la mente fresca?
00:48:01Perché di fronte al corpo che reagisce alle emozioni, la mente deve rimanere lucida
00:48:07e deve scegliere le azioni migliori per poter star bene,
00:48:13e non deve essere travolta dalle emozioni.
00:48:16Quindi, ad esempio, l'esercizio della pesantezza proprio consiste nel posizionarsi o distesi,
00:48:22oppure c'è una posizione da seduti sulla sedia, detta posizione del cocchiere,
00:48:27in cui la persona chiude gli occhi, e già questo ha dei vantaggi,
00:48:31perché nel momento in cui noi chiudiamo gli occhi, il nostro cervello inizia a emettere onde alfa.
00:48:36Le onde alfa, il nostro cervello appunto funziona per impulsi elettrici,
00:48:40che hanno delle ampiezze e delle forme più o meno ampie.
00:48:44Le onde alfa è stato dimostrato proprio dalle neuroscienze che sono associate alla condizione di rilassamento
00:48:51e hanno l'importantissima funzione di inibire l'azione di altre aree del cervello
00:48:57che non sono coinvolte nell'azione che noi stiamo svolgendo in un determinato momento,
00:49:02per cui vanno a togliere le interferenze, vanno a togliere le perturbazioni,
00:49:06ci permettono di rimanere concentrati su un obiettivo.
00:49:10Una volta che si è sdraiato nella posizione del cocchiere, la persona chiude gli occhi
00:49:15e deve fondamentalmente iniziare ad ascoltare il proprio corpo,
00:49:20infatti è una concentrazione passiva sul proprio corpo,
00:49:23sentire le informazioni che vengono da questo corpo e iniziare proprio una sorta di autosuggestione,
00:49:32che però ha degli effetti molto importanti, qui entrano in gioco anche i neuroni specchio,
00:49:37per cui effettivamente se noi immaginiamo qualcosa il nostro corpo si prendispone a compiere
00:49:43quell'azione che noi stiamo immaginando, quindi la persona inizia a ripetere la formula del
00:49:48ad esempio il mio corpo è pesante, il mio braccio è pesante,
00:49:51effettivamente questo andrà a influire sulla percezione che la persona ha di quell'arto,
00:49:57di quella parte del corpo, questo permette però allo stesso tempo di andare a distogliere
00:50:04tutte le perturbazioni di cui ho parlato, soprattutto sia dal mondo esterno ma anche dal nostro organismo,
00:50:11quindi anche l'azione delle emozioni che spesso ci travolgono,
00:50:15per questo il training autogeno è uno strumento molto utile per la regolazione emotiva,
00:50:21dopo l'esercizio della pesantezza abbiamo l'esercizio del calore,
00:50:24io li faccio raccontare tutti perché crea un po' di suspense,
00:50:27però sicuramente sono degli esercizi che aiutano i momenti di stress,
00:50:35quindi legati a stress generali per adulti, bambini e adolescenti,
00:50:41in questi momenti infatti le distrazioni, le perturbazioni di cui parlavo prima diventano preponderanti,
00:50:49quindi la persona esegue un allenamento per far sì che queste interferenze diminuiscano
00:50:55e riesca a focalizzarsi sull'obiettivo, sullo star bene.
00:51:00Se io riuscissi a farlo durante una pausa lavorativa, in quel momento io mi sento molto stressato,
00:51:08richiedono da me tanti compiti, posso attuare, il training autogeno va in aiuto,
00:51:17quindi è una strategia che va in aiuto, permette di regolare le emozioni
00:51:22e quindi essere più focalizzati sull'obiettivo che su quello che devo compiere, sull'azione.
00:51:27Questi corsi sono individuali o di gruppo?
00:51:29I corsi offerti dal servizio di psicologia della Fondazione Poliambulanza sono di gruppo,
00:51:36ma la persona poi una volta che ha preso l'esercizio può tranquillamente farlo da sola a casa.
00:51:43Da casa ci chiedono, buonasera vorrei un parere sulla mindfulness, grazie,
00:51:48effettivamente anche di mindfulness se ne parla tanto.
00:51:52La mindfulness è una tecnica di rilassamento, di meditazione,
00:51:57ha molti aspetti in comune con il training autogeno, ci sono naturalmente delle differenze.
00:52:03Il training autogeno è una concentrazione passiva sul proprio corpo
00:52:07e sulle sensazioni che vengono dal nostro corpo.
00:52:11La mindfulness, la meditazione invece è una concentrazione sul momento attuale,
00:52:16sul momento presente in una situazione non giudicante.
00:52:19Mentre il training autogeno porta però a un livello di rilassamento molto più profondo,
00:52:25tant'è che infatti porta anche alla produzione di onde cerebrali più ampie,
00:52:30quelle più vicine al sonno diciamo.
00:52:33La mindfulness invece ci mantiene sempre presenti, vigili sul momento presente,
00:52:38quindi produce altri effetti, però ci permette allo stesso tempo di prendere consapevolezza
00:52:44di quello che noi siamo, di quello che vogliamo, dei nostri obiettivi,
00:52:48anche in questo caso del nostro benessere.
00:52:53Ci sono anche percorsi per intervenire, per migliorare le proprie prestazioni,
00:53:02ad esempio mi vengono in mente gli sportivi che hanno sempre dei mental coach al fianco,
00:53:08ma lo può avere anche una persona normale come la sottoscritta?
00:53:12Tutti possiamo averlo perché tutti quotidianamente siamo impegnati,
00:53:16dobbiamo portare a termine dei compiti e dobbiamo essere più o meno concentrati
00:53:21e il training autogeno aiuta a far questo, proprio come dicevo prima a focalizzarsi sull'obiettivo,
00:53:27ma proprio anche da un punto di vista cerebrale si riesce a focalizzare tutte le nostre energie
00:53:32nel raggiungimento di quello scopo riducendo il rischio di errore.
00:53:36Ad esempio mi vengono in mente gli studenti, quindi la prestazione devo essere sempre al top
00:53:43per superare a livello universitario gli esami universitari, in questo caso che cosa consiglia?
00:53:50In questo caso se la persona punta sempre al top dovrebbe un attimo vedere quali sono gli obiettivi
00:53:57che si sta ponendo, se sono effettivamente reali oppure no,
00:54:02però effettivamente ci sono delle tecniche che possono aiutare le persone particolarmente ansiose
00:54:07a gestire meglio l'ansia, anche perché l'ansia è una prestazione che è buona,
00:54:14è bene che ci sia perché serve l'ansia, lo stress, ci aiutano ad affrontare le situazioni,
00:54:19non è buona quando domina e ci impedisce di essere lucidi, di prendere le giuste decisioni.
00:54:25Quindi che si trasforma e si tramuta in panico e quindi ci blocca.
00:54:30Sì, perché va proprio ad agire su determinate aree, anche sull'ippocampo,
00:54:34come si diceva prima, per cui la memoria salta.
00:54:38Quante cose che impariamo a Obiettivo Salute!
00:54:42Ci chiedono quanto deve durare un percorso terapeutico affinché possa essere efficace?
00:54:47Allora questo, per quanto riguarda il training autogeno nello specifico,
00:54:53sono sei esercizi e la persona poi li porta avanti in autonomia.
00:54:57Però qua si sta parlando appunto di un percorso psicoterapeutico
00:55:01cui dipende dalla persona e dalla problematica e quindi è un cammino che viene fatto insieme.
00:55:09Ma un altro evento che colpisce soprattutto le donne è il parto.
00:55:14Prima di tutto se hai il primo figlio non sai che cosa sta dando incontro,
00:55:17se hai il secondo forse è peggio perché sai già a che cosa va incontro.
00:55:21In questo caso anche qui c'è un percorso, vero?
00:55:24Anche in questo caso il training autogeno viene consigliato perché aiuta a modulare proprio le emozioni,
00:55:29quindi a gestire l'ansia, la paura legata appunto alla gravidanza.
00:55:33Poi aiuta anche a gestire proprio tutti quei sintomi che sono particolarmente legati alle emozioni
00:55:41e che possono quando le emozioni appunto sono disregolate
00:55:46apparire, dare effetti diciamo sgradevoli, particolarmente sgradevoli.
00:55:52Sto parlando ad esempio della nausea, del vomito, dell'insonnia, dell'irrascibilità eccetera.
00:55:57Il training autogeno aiuta a gestire meglio anche queste fasi.
00:56:01Inoltre è anche raccomandato nella fase post parto
00:56:04perché è uno strumento di prevenzione di situazioni d'ansia
00:56:07e anche situazioni più critiche come ad esempio la depressione post partum.
00:56:13Da casa ci fanno una domanda che io trovo interessante perché
00:56:17chi ci scrive dice io non trovo lo psicoterapeuta giusto per me.
00:56:21Sbaglio io o è normale? Non riesco a trovarmi bene con nessuno.
00:56:25Io credo che lei sia normale, uomo o donna che stia scrivendo.
00:56:29Però la domanda io la tramuto a voi.
00:56:32Sì direi che assolutamente la telespettatrice è assolutamente normale,
00:56:37non sbaglia, non riesce a trovarsi bene con nessuno.
00:56:41Allora sicuramente la scelta dello psicologo, dello psicoterapeuta
00:56:45è una scelta a tutti gli effetti.
00:56:47Quindi è bene che una persona possa sperimentare un terapeuta,
00:56:51riconoscere che in quel momento non si sente in sintonia con quella persona
00:56:56e pensare di poter cambiare psicoterapeuta.
00:56:59È vero, non è che possiamo pensare di cambiarne cento di psicoterapeuti,
00:57:04però sicuramente devo fare molta attenzione
00:57:07e ascoltare molto le mie sensazioni nel momento in cui io scelgo uno psicologo.
00:57:11Quelle sono quelle che mi danno le indicazioni,
00:57:15se quella persona davvero può essere la persona che mi può ascoltare.
00:57:19Non dimentichiamo che la persona che arriva da uno psicoterapeuta
00:57:22è consapevole che farà emergere delle parti di sé
00:57:27molto intime, molto private,
00:57:30che non condivide quelle esperienze con nessun altro.
00:57:33Tra l'altro l'esperienza della psicoterapia,
00:57:36mi piace sempre pensare che la psicoterapia sia proprio un dono,
00:57:39un percorso, un viaggio che si fa insieme.
00:57:42Quindi che un paziente vada alla ricerca dello psicoterapeuta
00:57:47con più si sente in sintonia, con più sente di potersi aprire,
00:57:51sicuramente più c'è questa possibilità,
00:57:54più abbiamo anche una buona riuscita,
00:57:57più abbiamo la possibilità che quella terapia sia una terapia realmente efficace.
00:58:01Anzi molto spesso io suggerisco quando le persone arrivano da me
00:58:06e dico proprio faccia la sua scelta,
00:58:09provi a sperimentare, provi a sentire dentro quello che prova
00:58:13quando sta con quella persona, è importante.
00:58:16Vi faccio una domanda, lo scelgo io lo psicoterapeuta o lo consigliate voi?
00:58:23Allora tendenzialmente quando una persona chiede il nome di uno psicoterapeuta
00:58:29si dà un nome, almeno io do un nome di un maschio e un nome di una femmina
00:58:33perché la persona deve essere libera di scegliere con quale genere si interfaccia meglio.
00:58:38Poi dal terapeuta, come diceva la collega, non è come andare dal medico
00:58:44che puoi non trovarti bene però ti dà la lista di cose che devi fare,
00:58:47vai e lo saluti, è un viaggio la psicoterapia.
00:58:50Io devo sentire di potermi affidare, è una scelta,
00:58:53di solito si danno un paio di incontri, due o tre incontri
00:58:57in cui la persona prova un po' a sentire come sta,
00:59:00prova a sentire se si può affidare, se si sente accolta, se si sente ascoltata,
00:59:04però è importante che la scelta ci sia e venga fatta,
00:59:09per cui noi possiamo consigliare un nome
00:59:12e tante volte arrivano magari le persone e dicono
00:59:14ah guardi sono venuta da lei perché me l'ha consigliata il signor Mario Rossi.
00:59:18Quello che mi piace dire è va bene che l'hanno consigliata
00:59:21però lei deve sentire come sta con me.
00:59:24Alla fine del colloquio si rilevano quelle che sono le difficoltà
00:59:27ma anche le risorse della persona e si invita la persona a fare un lavoro,
00:59:31si lascia un po' di tempo alla persona perché possa leggere dentro di sé
00:59:35come è stato quel colloquio o come sono stati quei primi colloqui
00:59:38e poi fare la sua scelta.
00:59:40Ci chiedono, questo messaggio mi piace, malipnosi, bellissimo questo messaggio,
00:59:45ma vogliamo parlare dell'ipnosi?
00:59:48L'ipnosi è un'altra tecnica che consiste proprio nel portare l'attenzione
00:59:53da fuori all'interno.
00:59:55Nel momento in cui l'attenzione viene portata all'interno
00:59:58è più facile raggiungere quello stato di trans che poi non è nulla di che,
01:00:01è quello stato che conosciamo tutti anche quotidianamente
01:00:05quando ad esempio si guida l'auto e improvvisamente ci si rende conto
01:00:09che si è fatto un pezzo di strada senza sapere il tragitto
01:00:12e le scelte che sono state fatte.
01:00:14Con la situazione quella, se sempre comunque vigili
01:00:17e poi ci sono tutta una serie di immaginari,
01:00:22c'è un immaginario che deriva ad esempio dal cinema,
01:00:26per cui si ha l'idea che si perda completamente la consapevolezza,
01:00:29la coscienza, che il terapeuta possa fare qualunque cosa,
01:00:33invece questo no, nel senso la persona ha una sua volontà
01:00:37e la esprime anche nel momento in cui si trova in questo stato di trans.
01:00:40Nello stato di trans però effettivamente cosa avviene?
01:00:43Che vengono abbassate le difese e quindi è più facile accedere
01:00:49a dei nuclei più profondi e quindi andare a lavorare su questi aspetti.
01:00:55Affascina l'ipnosi, vero? Perché è un po' misconosciuta.
01:01:01Dottoressa Condini, torno un attimo ai bimbi.
01:01:05Quanto è importante, prima il dottore parlava delle emozioni, no?
01:01:10Quanto è importante che i bambini conoscano le emozioni
01:01:15e le sappiano anche tramutare in una consapevolezza emotiva?
01:01:21Sicuramente molto importante, mi vorrei legare effettivamente
01:01:25anche al discorso che hanno fatto le colleghe rispetto al trauma,
01:01:29perché una buona consapevolezza emotiva già da bambini
01:01:33è una risorsa che permette anche di affrontare un eventuale trauma
01:01:38partendo da una base più solida, quindi già da una risorsa presente,
01:01:47quindi credo sia molto importante.
01:01:49Inoltre è anche un altro dei motivi per cui secondo me è importante
01:01:54che i bambini conoscano le proprie emozioni, i propri vissuti
01:01:58e la conoscenza del loro mondo interno,
01:02:02il loro mondo interno e le loro sensazioni
01:02:05che porta ad avere più sicurezza nell'esplorazione del mondo esterno,
01:02:10quindi sia dell'ambiente che delle relazioni,
01:02:15perciò anche nelle amicizie, con i coetanei.
01:02:18Conoscere le proprie emozioni e come ci si sente in alcune situazioni
01:02:22è importante per potersi aprire e per poter fare esperienza.
01:02:27Inoltre le emozioni sono importantissime anche se pensiamo alla vita di un bambino
01:02:31nell'apprendimento.
01:02:33La nostra vita è fatta di emozioni, ogni giorno proviamo mille emozioni
01:02:38e i bambini, come dicevano anche prima le colleghe,
01:02:42le provano in maniera diversa perché hanno un cervello diverso,
01:02:46hanno uno sviluppo diverso, sono in continua evoluzione,
01:02:49perciò anche le loro emozioni sono sempre nuove,
01:02:52sempre diverse e molto amplificate, proprio come è stato già detto.
01:02:58Se pensiamo alla vita di un bambino,
01:03:01che è caratterizzata dalla scuola, dallo sport,
01:03:04dalle varie esperienze, anche di apprendimento sociale,
01:03:07di come mi devo comportare, delle regole...
01:03:10Ecco, perché poi dopo le emozioni cambiano
01:03:12e ovviamente quando si impara anche a condividerle con la società,
01:03:17che può essere la famiglia prima e poi quello che viene fuori, no?
01:03:21Esatto, però sono proprio alla base di questo confronto anche con la società
01:03:27e con l'altro.
01:03:29Mi vengono in mente gli adulti, anche gli adulti a volte
01:03:31faticano a parlare di emozioni, quindi piango vuol dire che sono triste,
01:03:36inizio a urlare e quindi è la rabbia, le famose emoticons, no?
01:03:42Che poi ci si è fatto anche un cartone animato
01:03:46e il papà delle emozioni poi ha anche tra l'altro aiutato la Pixel
01:03:50nel creare queste emozioni, ma come possiamo aiutare i bambini
01:03:55proprio a nominare l'emozione?
01:03:58Ci sono diversi modi, credo bisogna essere molto creativi in questo
01:04:02e forse il modo migliore è quello di portarle nella quotidianità,
01:04:06cioè di iniziare, io dico sempre ai genitori, anche quando sono neonati,
01:04:11i bambini, a dire, a raccontare tutto ciò che avviene
01:04:14perché questo permette loro di strutturare il loro mondo interno
01:04:17e di capire anche quali possono essere le emozioni,
01:04:21poterle dire sei arrabbiato, forse sei triste e poterle dire anche noi adulti,
01:04:27cioè poter dire, sai oggi la mamma si è sentita un po' arrabbiata al lavoro,
01:04:31per fortuna che sono a casa e adesso non ci penso più,
01:04:35però già poter nominare le emozioni è una risorsa che diamo ai nostri bambini
01:04:43per poter affrontare meglio e con un maggior benessere mentale
01:04:47anche la loro vita e le loro relazioni.
01:04:50Anche perché le emozioni sono in continua evoluzione
01:04:53e quindi anche i bambini devono imparare a gestirle, no?
01:04:57Assolutamente sì, la gestione delle emozioni è una delle cose più difficili
01:05:03che mi capita di vedere spesso.
01:05:05Ad esempio la rabbia, immagino, i genitori la rabbia,
01:05:08oppure io adesso penso all'utilizzo molto dei video, degli smartphone di questi genitori
01:05:16anche che includono i bambini nella loro vita social, no?
01:05:21E che fanno vedere, a volte rimango, la rabbia di questi bambini
01:05:25e vogliono insegnare come viene gestita,
01:05:27però intanto io filmo mio figlio in questa situazione così molto intima.
01:05:34Sì, sì, mi è capitato effettivamente anche che mi mostrassero dei video i genitori.
01:05:39Ma io non vorrei dire che la rabbia è un'emozione negativa,
01:05:44è un'emozione che ci fa, che dà energia,
01:05:47che ci fa capire che c'è un'energia e che va capita, va compresa.
01:05:51Quindi anche in questo caso credo sia importante poter dire
01:05:55ok c'è questa rabbia e capire il motivo però per cui c'è questa rabbia.
01:06:01Poi certo ci possono essere delle strategie, delle modalità
01:06:05da prendere in modo da poterla gestire al meglio
01:06:08e non dico solamente per i bambini ma anche da parte dei genitori, chiaramente.
01:06:13Assolutamente, prima dell'ultima pubblicità altra domanda,
01:06:16la terapia di gruppo può essere d'aiuto per una persona
01:06:19che non riesce ad affrontare un percorso da sola?
01:06:22Certo, la psicoterapia può essere molto utile,
01:06:25la psicoterapia è un altro modo di fare terapia.
01:06:29Quando si fa la psicoterapia di gruppo si lavora su due livelli,
01:06:32si lavora su un livello iniziale quando io parlo e mi racconto,
01:06:37mi racconto al terapeuta, mi racconto agli altri partecipanti
01:06:40ma lavoro anche su un secondo livello,
01:06:43cioè quando sono gli altri che parlano, che cosa attivano in me,
01:06:46che cosa si muove in me, quindi sì, la psicoterapia di gruppo
01:06:49può essere comunque un'altra forma di psicoterapia
01:06:52anche per chi non riesce a stare in un contesto duale
01:06:55come la psicoterapia individuale.
01:06:58Ancora da casa, mindfulness, training autogeno, MDR,
01:07:02tante tecniche diverse, quello che chiedo è se queste tecniche
01:07:05vadano utilizzate in base al disturbo del paziente
01:07:09o del profilo psicologico del paziente per massimizzare l'effetto,
01:07:13perciò può per esempio per una persona essere più efficace
01:07:17un approccio rispetto che un altro, se sì, in base a cosa
01:07:21si dovrebbe usare una tecnica piuttosto che un'altra?
01:07:23Grazie mille.
01:07:24Beh, qui mi collego a quello che ha detto la collega,
01:07:26è il terapeuta che si muove conoscendo il paziente
01:07:32perché si crea proprio una relazione unica, speciale,
01:07:37si crea proprio un legame molto forte e quindi qui spesso
01:07:42funziona molto anche l'intuito del terapeuta, capisce qual è
01:07:46la dimensione migliore per il paziente che ha di fronte,
01:07:50qual è lo strumento migliore per aiutarlo ad esprimersi
01:07:53o ad entrare in contatto con determinati aspetti,
01:07:56determinate emozioni eccetera, e quindi è comunque un viaggio,
01:08:00una costruzione e viaggiando si sceglie anche il mezzo
01:08:05più adatto per svolgere questo tragitto insieme.
01:08:09Benissimo, grazie.
01:08:11Noi ci fermiamo per l'ultima pausa pubblicitaria,
01:08:13gli ultimi 15 minuti non cambiate canale.
01:08:29Eccoci di nuovo in diretta, questo messaggio lo leggo
01:08:32in nome di tutti i ragazzi veramente che stanno vivendo
01:08:36un momento particolare della propria vita.
01:08:39Buonasera, sono una studentessa di 14 anni, soffro tantissimo
01:08:43di ansia da prestazione, a scuola soprattutto quando
01:08:46devo leggere in pubblico, spesso mi blocca totalmente,
01:08:49come posso gestirla? Grazie.
01:08:51Allora, prima di tutto voglio dire alla spettatrice che ha scritto
01:08:55che è una situazione normale, provare ansia è normale.
01:08:59Nel caso in cui però l'ansia prende il sopravvento e ci impedisce
01:09:02come ho detto prima di essere lucidi e mettere in atto
01:09:06il comportamento giusto per quella situazione,
01:09:10allora forse è necessario magari intervenire,
01:09:13intervenire con varie tecniche per imparare a modulare
01:09:17questa emozione che sta prendendo il sopravvento.
01:09:20Vuol dire che c'è qualcosa che non è più in equilibrio,
01:09:23sta prendendo il sopravvento la paura, sta prendendo in sopravvento
01:09:27l'ansia e non riesce più a mettere in atto invece
01:09:31quei comportamenti che ci portano, che sono goal oriented,
01:09:36quindi ci permettono di raggiungere l'obiettivo.
01:09:39Che consiglio da che tipo di percorso potrebbe fare?
01:09:43Un percorso in generale di una tecnica di rilassamento potrebbe essere molto utile
01:09:48e ce ne sono moltissime, dal training autogeno,
01:09:51il rilassamento progressivo, il rilassamento frazionato di FOGT,
01:09:55c'è la mindfulness, ma anche lo stesso yoga aiuta tantissimo,
01:09:59quindi può scegliere la tecnica in cui si sente più a suo agio.
01:10:04E tra l'altro, ecco, io dico sempre che il dottor Google lo lasciamo a Google
01:10:10e i medici sono qua in studio, sono in ospedale.
01:10:13Mi raccomando, quando cercate un psicoterapeuta,
01:10:18in questo caso uno psicologo, accertatevi del curriculum,
01:10:21dell'esperienza, perché online, a proposito di mindfulness,
01:10:27di training autogeno, ci sono tantissimi medici che nascono così,
01:10:32dall'oggi al domani, non me ne vogliono, ma è così.
01:10:35Invece, visto che, dopo continuo anche altre domande,
01:10:40noi abbiamo parlato di percorsi,
01:10:43dottoressa Ferrandi, vogliamo dire dove si trovano?
01:10:46Sul sito di poliambulanza?
01:10:48Allora, i percorsi, come abbiamo detto durante la serata,
01:10:51sono erogati dal Servizio di Psicologia di Fondazione Poliambulanza.
01:10:54Quindi Poliambulanza Medical Center Flaminia?
01:10:56Esatto, le attività vengono poi svolte fisicamente
01:11:01presso il Poliambulanza Medical Center Flaminia.
01:11:04Quindi ecco qua lo trovate, l'ho azzeccata, bene.
01:11:08Torno da lei, dottoressa Condini, perché?
01:11:11Perché quando i bambini non riescono a riconoscere i propri stati d'animo,
01:11:17e quelli degli altri, si innesca un problema, no?
01:11:24Sì, è una situazione che in realtà vedo spesso nella pratica clinica.
01:11:30È una cosa che mi capita molto spesso perché arrivano bambini
01:11:34che hanno queste esplosioni di emozioni, lei prima diceva,
01:11:38questa rabbia incontrollata, manifestazioni anche magari di pianti
01:11:44molto frequenti e non controllate.
01:11:48Quindi si può arrivare a una disregolazione emotiva
01:11:51quando non vengono riconosciute le emozioni in maniera continuativa.
01:11:55Questo deve avvenire sicuramente prima da parte del genitore
01:11:58perché il bambino sente di esistere, sente di esserci
01:12:01quando è riconosciuto dal suo genitore
01:12:03e quando il suo genitore legittima che ci siano queste emozioni.
01:12:07Oppure, al contrario, potrebbe esserci una grandissima inibizione,
01:12:11una grandissima chiusura del bambino in sé stesso,
01:12:14così come i famosi disturbi psicosomatici.
01:12:18Quindi non riesco a capire che sono arrabbiata con la maestra,
01:12:23che non mi piace lo sport che sto facendo,
01:12:27allora prima di andare a scuola mi viene male di pancia,
01:12:31mi viene male di testa, forse perché ci sono delle emozioni
01:12:34che non vengono riconosciute, non vengono ascoltate.
01:12:37Ecco, questo è quello che può succedere
01:12:39quando non c'è abbastanza consapevolezza delle proprie emozioni.
01:12:43C'è un progetto dedicato anche ai più piccoli, di che si tratta?
01:12:46Esatto, è un laboratorio che ho proposto
01:12:49tramite il servizio di psicologia di Fondazione Poliambulanza.
01:12:55È un laboratorio in cui propongo diverse attività strutturate,
01:13:01sia ludiche che creative,
01:13:04quindi basato sul gioco e sulla creazione anche di oggetti in maniera creativa
01:13:11che possano poi essere utilizzati,
01:13:13che rimangano anche dopo questo laboratorio.
01:13:15Si affronteranno le emozioni e il modo in cui ogni bambino le può sentire
01:13:22insieme anche agli altri,
01:13:24quindi anche vedere come gli altri bambini affrontano delle emozioni,
01:13:27come le esprimono e perciò uno degli obiettivi,
01:13:31oltre a quello della conoscenza e della consapevolezza emotiva,
01:13:34è quello della socializzazione e dell'aumento delle competenze empatiche.
01:13:39Quindi un mare di emozioni abbiamo visto, costruiamo insieme una barca, bellissimo!
01:13:43Esatto!
01:13:44Bello, molto, molto bello!
01:13:46A proposito di bambini, torno un attimo da lei dottoressa Capra,
01:13:50perché prima parlavamo di morte di un bimbo ancora in grembo,
01:13:58ma un altro trauma è quello vissuto dai genitori di bimbi prematuri,
01:14:08perché comunque è un evento che non ci si aspetta
01:14:12e ci si ritrova magari a vivere per mesi in una terapia intensiva,
01:14:17sperando ogni giorno che il proprio bambino ce la possa fare.
01:14:21Sì, è proprio così, nell'ambito della perinatalità,
01:14:25tutto quest'arco di tempo può essere che accadano degli eventi che non sono lineari
01:14:32e sicuramente la prematurità è uno di questi,
01:14:35è uno di quegli eventi per cui i genitori si trovano, come giustamente diceva lei,
01:14:40in una situazione che non era assolutamente prevista.
01:14:43Nell'arco della gravidanza la madre, prima di tutto,
01:14:47affronta tutta una serie di rappresentazioni mentali,
01:14:50cioè pensa a se stessa, al bambino, alla relazione col proprio bambino,
01:14:55e quindi tutta la gravidanza, tutti i nove mesi della gravidanza,
01:14:58servono proprio a prefigurarsi queste rappresentazioni mentali.
01:15:02Nel momento in cui abbiamo una prematurità,
01:15:05abbiamo una prematurità da un punto di vista fisiologico,
01:15:08cioè il bambino non ha ancora portato a maturazione tutti gli organi,
01:15:12ma abbiamo soprattutto una prematurità anche di questo sistema familiare,
01:15:16abbiamo una prematurità, abbiamo dei genitori che sono prematuri,
01:15:19non si aspettavano sicuramente questo evento,
01:15:22e questa è una frattura tra ciò che avevano immaginato,
01:15:25pensato e sperato durante la gravidanza,
01:15:28perché, diciamocelo, le mamme in gravidanza pensano, sperano, si aspettano,
01:15:32hanno progetti meravigliosi e pensano che quello che è l'arrivo e il percorso nascita
01:15:38sia un evento straordinario, un evento gioioso.
01:15:41Purtroppo, invece, quando arriva la prematurità,
01:15:43questo si profila come un momento dove la nascita è un percorso in salita.
01:15:49Diceva lei che, purtroppo, quando i bambini arrivano in terapia intensiva neonatale,
01:15:54soprattutto se abbiamo una grave prematurità, stanno veramente tanti mesi,
01:15:59quindi questi genitori hanno bisogno di riorganizzarsi,
01:16:02di riorganizzare sicuramente il loro tempo,
01:16:04ma hanno bisogno di riorganizzarsi interiormente,
01:16:07perché hanno bisogno soprattutto di poter accedere a quello che è un processo di adattamento,
01:16:13a quello che è il reale, rispetto a quello che avevano immaginato.
01:16:17Quindi è un processo che è molto spesso molto lungo.
01:16:21Poi, diciamocelo, nella grave prematurità molte volte
01:16:24siamo di fronte ai due aspetti della vita e della morte.
01:16:28Molto spesso i bambini sono veramente appesi a un filo nella grande prematurità
01:16:32e quindi questo getta i genitori in uno stato di confusione, di stordimento
01:16:38e quello che più possiamo vedere come elemento tangibile
01:16:41è proprio l'angoscia della morte, l'angoscia della perdita del loro bambino.
01:16:45Quindi questo e molti altri aspetti, come per esempio il fatto che c'è
01:16:49un distacco precoce tra la mamma e il bambino
01:16:53e questa vicinanza non può essere ripristinata fin da subito,
01:16:57perché i bambini vengono messi in termopulla e quindi c'è una distanza fisica.
01:17:01Noi sappiamo che il parto è qualcosa che rappresenta
01:17:04una separazione tra la mamma e il bambino
01:17:07e l'unico aspetto che può ripristinare questa separazione
01:17:10è la vicinanza, il calore, il tocco, il contatto emotivo,
01:17:13lo stare in braccio alla propria mamma e questo purtroppo non può avvenire.
01:17:17Questo può rappresentare un grave trauma per i genitori, anche per i bambini.
01:17:23Fortunatamente i bambini poi, grazie al fatto che successivamente
01:17:28riceveranno tutta una serie di cure e di amore da parte delle figure genitoriali,
01:17:33non appena sono fuori pericolo di vita,
01:17:36chiaramente poi riparano quello che è stato un trauma,
01:17:40sia per il bambino sia che per i genitori.
01:17:43Quello che è importante però è che noi riconosciamo questi eventi
01:17:46come eventi importanti, traumatici, perché solo se li riconosciamo
01:17:50possiamo poi accoglierli e accoglierli proprio nel progetto a cui abbiamo pensato.
01:17:55Tra l'altro se li riconosciamo anche da adulti sarebbe meglio chiedere aiuto, giusto?
01:18:00Perché comunque miglioriamo sicuramente la nostra quotidianità.
01:18:06Io vi ringrazio, grazie mille per essere stati qui con noi, con me, con noi,
01:18:11anche con la regia e con il pubblico a casa per questa prima puntata.
01:18:15Direi buona la prima, buonissima per il 2025.
01:18:19Grazie a dottoressa Angela Ferrandi, ricordo coordinatore dell'area psicologico-ospedaliera
01:18:24delle attività consulteriali di Fondazione Poliambulanza.
01:18:27Grazie.
01:18:28Grazie alla dottoressa Silvia Capra, invece psicologa, psicoterapeuta esperta
01:18:31in perinnata all'età di Fondazione.
01:18:34Grazie al dottor Luigi Infabemoli, psicologo clinico,
01:18:38operatore clinico di training autogeno, psicoterapeuta, musicoterapista
01:18:43e psicomotricista, quanti ruoli!
01:18:46Grazie mille.
01:18:47Grazie a voi.
01:18:48Grazie anche alla dottoressa Annalisa Condini, ricordo psicologa dell'età evolutiva
01:18:52e psicoterapeuta in formazione di Fondazione Poliambulanza.
01:18:55Grazie.
01:18:56Grazie alla mia regia perché mi supporta e supporta.
01:19:01Grazie a Fabio, grazie ad Andrea, ad Alessandro e grazie anche a Francesca.
01:19:09Noi ci rivediamo puntualissimi settimana prossima, sempre alle 20.30, sempre in diretta.
01:19:16Vi ricordo che potete dialogare con noi, siamo attivissimi sui social,
01:19:22quindi potete scriverci sulla pagina Instagram di Obiettivo Salute
01:19:26o sulla pagina Facebook per proporci degli argomenti che vi interessano
01:19:31o semplicemente per raccontarci delle vostre storie.
01:19:34Una buonanotte a tutti, a mercoledì prossimo, arrivederci.
01:19:46Sottotitoli e revisione a cura di QTSS