Negli ultimi anni, il tema della salute mentale è diventato uno dei più dibattuti, anche nel settore musicale, grazie soprattutto alle iniziative intraprese da artisti e operatori del settore, tra cui Rockol. Infatti, nell’ambito della Milano Music Week, da tre anni a questa parte, Rockol ha organizzato una serie di incontri con addetti ai lavori e artisti per confrontarsi su questa importante tematica.
Il terzo ospite di questa edizione, intervistato da Gianni Sibilla, è Sethu.
Questo contenuto fa parte della campagna di sensibilizzazione di Rockol sulla salute mentale: “Rompi il silenzio” - La salute mentale nell’industria musicale italiana.
Il terzo ospite di questa edizione, intervistato da Gianni Sibilla, è Sethu.
Questo contenuto fa parte della campagna di sensibilizzazione di Rockol sulla salute mentale: “Rompi il silenzio” - La salute mentale nell’industria musicale italiana.
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MusicaTrascrizione
00:00Alla Milano Music Week parliamo di salute mentale, questo è il terzo anno che Rocco
00:04organizza questa serie di incontri per parlare di un tema che è sempre più importante in
00:09questo mondo, nella musica, per gli artisti e per l'industria, ne parliamo con Setu,
00:13benvenuto.
00:14Ciao ragazzi, grazie mille.
00:15Io partirei dalla domanda più generale che sto facendo a chi partecipa a questi incontri,
00:19che cos'è per te la salute mentale nel tuo percorso di artista?
00:25Allora diciamo che è una domanda che faccio anche a me stesso molto spesso, diciamo che
00:34nel corso della mia vita, essendo che sono sempre stato una persona molto dentro la sua
00:41testa, ho imparato più o meno forse che la salute mentale è da intendere come un benessere,
00:52come una sorta di equilibrio tra le due facce della medaglia che tutti abbiamo, però non
01:02esiste l'equilibrio perfetto, è un po' sempre imparare a rimanere sul filo, in bilico, capendo
01:08bene quali sono i tuoi limiti, imparando a conoscersi, anche imparare a conoscersi.
01:14L'equilibrio per definizione è qualcosa che va continuamente ricalibrato perché basta
01:19una piccola spinta. Mi sento troppo io. Senti, tu come riconosci questi ondeggiamenti che ti
01:27portano da una parte all'altra quando questi ondeggiamenti diventano troppo pericolosi,
01:30diciamo così, quando un disagio rischia di diventare una patologia? Diciamo che io
01:38la interpreto sempre in modo molto, come si dice, me la visualizzo sempre come una
01:45sorta di... capita a tutti di ferirsi. Per me è questo, ci sono delle ferite dentro che non
01:53bisogna trascurare per non far sì che faccia l'infezione, per non far sì che l'infezione si
01:57espanda, per non far sì che poi inevitabilmente si arrivi a un punto in cui diventa molto difficile
02:04riprendersi. Per me è questo, nel senso, io sono sempre uno molto fragile, sono sempre uno
02:14che si ferisce molto, mettiamolo così da questo punto di vista, però diciamo questi ondeggiamenti
02:22al contempo sono anche ciò che mi rende un essere umano, perché appunto, come hai detto te,
02:27l'equilibrio anche instabile ti rende un essere umano. Se fosse tutto così...
02:33Sarebbe anche un po' noioso per tutti i versi.
02:35Esatto, però è imparare anche... la cosa che ho capito tanto, che soprattutto la terapia mi
02:40ha aiutato tanto a fare, è come essere funzionale con me stesso, funzionare, perché poi quando si
02:49cade nel disfunzionale è lì un po' il...
02:54Tu hai citato la terapia e farsi aiutare in certe condizioni fondamentali è una cosa che va sdoganata, perché c'è un po' di stigma verso quel tipo di aiuto, rimanendo però nel campo musicale,
03:05tu hai usato molto la tua musica, io stavo riascoltando il tuo ultimo album, Tutti colori del buio, ed è un racconto molto aperto dei tuoi stati mentali di disagio.
03:15Come sei arrivato a usare la musica in maniera così aperta, che non è assolutamente banale, non è assolutamente scontato, per raccontare un disagio?
03:24Diciamo che è la mia... Inevitabilmente sono appunto, come ho detto prima, essendo stato fin da piccolo, io ho avuto problematiche da affrontare con me stesso, ho sempre avuto un rapporto un po' così con me stesso, problematico,
03:39e quindi la mia vita è impregnata un po' di questo, e la musica inevitabilmente, che è letteralmente la mia vita, forse l'unica cosa che mi riesce bene,
03:52forse, no scherzo, anzi grazie per i complimenti, inevitabilmente si è impregnata anche di questo, di racconti, e poi se proprio vogliamo dirla, io essendo anche da piccolo mi sono sentito molto solo,
04:12con un po' tutte le problematiche che avevo, per me raccontarle in musica, e sai anche quando ricevi certi feedback tipo dalle persone, specialmente quelli un po' più piccoli, no, non lo so, è un modo un po' anche per... Il fine oltre la musica, scusa, è quello di aiutare anche a capire.
04:34E' faticoso raccontare queste cose in musica, qualcosa che fa bene, perché noi siamo di generazioni diverse, la mia generazione è cresciuta, una buona parte, con la richiesta di non raccontare certe cose, certe cose devono rimanere dietro le quinte, e mi ricordo che una volta leggevo una bellissima intervista a Johnny Mitchell, che ha scritto uno dei capolavori della musica che è blu, e qualcuno era improverava che si era aperta troppo,
05:01e che se ci pensi quel tipo di storia mentale ha prodotto uno dei grandi capolavori della musica, però posso immaginare che sia anche faticoso farlo, cioè costa aprirsi così tanto, oppure quando racconti queste cose ti reputi quasi un personaggio, quindi crea un po' di distacco dalle storie che racconti?
05:23Non lo so perché, ti dico veramente, poi chi mi conosce lo sa, io non ho problemi a parlare, non ho troppo un personaggio, che può essere una cosa bella e brutta allo stesso tempo, quindi io come lo racconto posso raccontarlo a te e mi viene da raccontarlo agli altri, capito?
05:46Penso che appunto essere aperti e anche rendersi vulnerabili serva anche molto per, io lo dico anche in tutti i Corrieri del Buio, siccome è un passo anche per imparare un po' a stare meglio, convivere con se stessi, è sicuramente un atto di coscienza, e quindi per me anche sai, e poi ti ripeto, io mi sono sentito molto solo da piccolo perché ho iniziato a star male quando avevo 9-10 anni, quindi ero molto piccolo in un mondo di bambini,
06:16quindi mi sono sentito anche solo e invece a parlare, tutte le volte anche che parlo con qualcuno mi apro su una determinata anche mia ferita, poi senza asciugare troppo, mi aiuta anche me, capito cosa voglio dire.
06:33Senti questo tuo album in parte, lo spiegherai e mi correggerai se sbaglio, nasce anche in relazione e in reazione alla tua partecipazione a Sanremo che è stato una partenza o comunque una tappa importante della tua carriera ma anche psicologicamente molto pesante, ci vuoi spiegare questa cosa?
06:54Diciamo che è un discorso un po', cioè nel senso non è che tipo è stata pesante per me l'esperienza di Sanremo in sé. Il dopo.
07:06Sì, esatto, il dopo, ma ti spiego perché. Quando io ho fatto Sanremo, come ho detto prima, io sono sempre stato molto critico, pensieroso nei confronti di me stesso, quel momento in cui per me Sanremo sarebbe successo solo nel più lontano dei miei sogni per dire,
07:27però il momento in cui in qualche modo un sogno è diventato realtà, tra virgolette, non mi ha curato certe ferite, allora quello mi ha fatto spaventare, non è stata l'esperienza di Sanremo in sé ma il fatto che mi ha fatto rendere conto che nessun successo può colmare un vuoto che dovresti colmare tu con un lavoro su te stesso.
07:50Quindi questo mi ha fatto partire anche tutta la roba di Tutti i Corri del Buio, quindi sono tornato in terapia un'altra volta perché non stavo bene, capito? E poi mi ha aiutato tanto, tantissimo di tornare in terapia, eccetera, eccetera.
08:04Ti confronti anche con altri tuoi colleghi su questi temi? C'è un dialogo tra voi cantanti? Ne parlate di questa cosa?
08:13Io quando si apre il discorso ne parlo sempre mega volentieri, nel senso che poi appunto neanche poi da cantanti ma proprio come persone, nel senso siamo anche un po' soggetti tutti alle stesse cose, magari pressioni su se stessi che mettiamo noi stessi. Sì, ho proprio scelto il lavoro giusto, devo dire.
08:36E come ti relazioni con le persone che lavorano per te su questo tema? Riesci a stabilire dei limiti? Riesci a dire fin dove riesci ad arrivare e fin dove non riesci ad arrivare?
08:50Beh infatti come ti dicevo la terapia e tutto questo secondo me è anche imparare a capire i tuoi limiti, la tua zona di comfort, senza ovviamente metterti in una gabbia da solo, no? Però penso che sia molto importante per un artista, lo sto capendo anche io pian piano, ovviamente ho tutta l'esperienza da fare, però capire anche quali sono i tuoi limiti da certi punti di vista, capito?
09:13Se uno perdetti per questo non biasimo neanche certe persone, certi artisti che non ne parlano di salute mentale, magari stanno facendo una battaglia personale per cui non è ancora il momento, ecco per me è il momento ora magari, però ecco anche lì da artista è molto importante capire i limiti.
09:33Sì anche questa cosa è un po' soggettiva come uno si gestisce, non c'è un modo giusto o sbagliato di gestirla. Importante non stigmatizzare la roba dicendo non se ne deve parlare. No, questo non dico che sia superato però insomma c'è una consapevolezza diversa. Assolutamente.
09:50E quello che dicevamo in un'altra intervista che abbiamo fatto in questa serie, dall'esterno questo è un lavoro che viene vissuto come un lavoro da privilegiati e per certi versi lo è, ma è anche un lavoro che ha delle fatiche e dei costi anche mentali.
10:07Tu con il racconto che viene fatto del tuo percorso, della tua musica, come ti relazioni? Lo dico perché, lo dicevo appunto in un'altra intervista, la mia generazione il social li ha scoperti, voi invece ci siete nati dentro sostanzialmente, quindi quello è il vostro mondo e da lì arriva una pressione sociale gigantesca.
10:27Sì sì sì, indubbiamente, perché infatti sicuramente si studieranno gli effetti che ha avuto un po' sulla nostra, cioè si stanno già studiando sicuramente ma si studieranno ancora di più e non lo so perché sì, è una pressione incredibile perché ovviamente tu entri in un mondo che ti fa vedere quello che vuole farti vedere e poi appunto come dicevo,
10:54specialmente gli artisti, ma anche non, noi viviamo dei numeri, purtroppo, nel senso che apri il social e vedi ah quello quanto ha fatto in relazione a tu quanto hai fatto, basta vedere che tu ogni giorno entri su qualcosa che ti dice magari il numero di follower che hai, che è un numero e tu rapporti quello ad altri, no?
11:19È molto più facile paragonarsi, fare così, però poi penso che alla fine di tutto, questo appunto mi ricollega a Sanremo perché l'ho capito anche con quello, ho capito che ognuno ha il proprio orologio, come dire, il proprio tempo, nel senso è una cosa, forse la più grande, la difficoltà ad accettare.
11:39Appena le cose rallentano un attimo e ti trovi a aver più tempo da passare con te stesso, allora cominci a capire, no, certe, anche tu, problematiche, certe cose che magari non conoscevi, per dirti, tanti hanno iniziato a sperimentare, io molto prima, purtroppo anche, però tanti anche dei miei coetanei hanno iniziato a sperimentare i primi episodi di ansia, panico e non in pandemia e lo capisco molto bene, ho capito.
12:10La sensazione anche di dire, di non avere la via d'uscita, abbiamo affrontato una cosa molto particolare, però se ne possiamo trarre un guadagno, forse appunto è…
12:21La consapevolezza di parlarne.
12:23La consapevolezza, assolutamente, come dicevo l'atto di coscienza, comunque abbiamo vissuto qualcosa, anche in qualche modo, di simile tutti.
12:30Pensi che questo sia un tema che rimarrà nella tua musea anche negli anni a venire, cioè questo racconto, questo racconto di disagio?
12:36Sì, assolutamente, come ti dicevo, voglio fare un racconto completo, perché io non penso che esistano le luci, esistono le ombre, non c'è solo disagio nel mio viaggio, come non c'è solo disagio in tutti i colori del buio.
12:51C'è il colore, c'è il buio.
12:52Certo, tutti i colori del buio e infatti anche, per dirti, le prossime canzoni, io per di adesso sono in un periodo più di guarigione, quindi il prossimo album, le prossime canzoni saranno ancora racconti di quel tipo, senza appunto per forza accendere solo un faro, sai, sul…
13:09Ah, sto male, sto male, sto male, ma esiste anche, capito, il modo poi per convivere, uscirne, eccetera, eccetera, assolutamente esiste, c'è sempre e ci tengo a dirlo e quindi, niente, sì.
13:23Beh, grazie per questa bella chiacchierata in bocca al lupo.
13:25A voi ragazzi, a voi.