In occasione della Milano Music Week 2024, per il terzo anno consecutivo, Rockol ha organizzato degli incontri dedicati alla salute mentale, tema sempre più centrale per l’industria musicale. Il primo ospite, intervistato da Gianni Sibilla, è stato il cantautore Paolo Benvegnù.
Questo contenuto fa parte della campagna di sensibilizzazione di Rockol sulla salute mentale : “Rompi il silenzio” - La salute mentale nell’industria musicale italiana - #oltrelostigma
Questo contenuto fa parte della campagna di sensibilizzazione di Rockol sulla salute mentale : “Rompi il silenzio” - La salute mentale nell’industria musicale italiana - #oltrelostigma
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MusicaTrascrizione
00:00Per il terzo anno consecutivo, Rockhall per la Milano Music Week organizza un incontro
00:10e una serie di chiacchierate sulla salute mentale nella musica, che è un tema sempre
00:14più centrale.
00:15Oggi ne parliamo con Paolo Benvenut, grandissimo cantautore, che siamo molto felici di avere
00:20con noi a chiacchierare.
00:21E quindi partirei da una domanda molto, molto generale.
00:24Che cos'è la salute mentale per te e che cos'è la salute mentale nella musica?
00:29Domanda semplice, proprio per cominciare.
00:31Lo scibile è amplissimo.
00:33Cos'è la salute mentale in questo momento storico?
00:37In tutta franchezza non riesco ad avere una definizione che sia, secondo me, soddisfacente,
00:45ma devo dire, avendo più di mezzo secolo sulle spalle, anche prima era tutto molto
00:52più sottaciuto, ma la salute mentale era un tema che si trattava ancora meno rispetto
00:58ad ora.
00:59Cos'è la salute mentale?
01:01Non lo saprei, in quello che è il mio sguardo, la mia ottica sugli esseri umani, la salute
01:09mentale è tutto ciò che non dà danno agli altri, ma è riduttivo.
01:14Quello che penso io è che in questo momento storico specialmente la salute mentale è
01:22uscire da lì e entrare nel noi, ed è una cosa così semplice da fare.
01:27Senti, noi entrambi abbiamo un po' di capelli bianchi, siamo in questa industria, ci occupiamo
01:34di musica da un po' di tempo, più o meno quando abbiamo iniziato entrambi, tutti e
01:38due, io come giornalista, tu come artista, questo semplicemente non era un tema, era
01:43una cosa che non si diceva, non si faceva, l'unica logica nell'industria musicale
01:48era mettere giù la testa e lavorare, sostanzialmente.
01:50Tu cosa ti ricordi delle tue origini musicali e anche delle fatiche che hai avuto nel gestirti
01:57in quel periodo in cui queste cose non erano un tema di discussione?
02:00Ah, io non ho fatto nient'altro che scrivere canzoni per diventare più sano, cioè il
02:06mio è proprio un caso di raggiungimento di un certo equilibrio, a me se non concesso,
02:13cioè lungi da essere risolto ancora adesso, però di un certo tipo di equilibrio grazie
02:17alla ricreazione, uno vede il mondo che è un creato e poi attraverso la propria sensibilità
02:25lo ricrea, ricreazione, guarda le parole quanto dicono tutto, è un gioco, è un gioco anche
02:31di sparizione rispetto alla realtà, perché la realtà azzanna, specialmente quando la
02:36realtà è piccola, stretta e si parte da una famiglia in cui soltanto nella realtà
02:42riesce a trovare un senso, mentre il mondo è ben altro, e perciò per me la salute mentale
02:49è stato scrivere canzoni, non significa che abbia avuto un raggiungimento riguardo a questo,
02:57ma di sicuro sono un essere umano molto meno pericoloso e mi ricordo che a un certo punto
03:04non potevo fare a meno di scrivere, tuttora non posso fare a meno di scrivere, perché
03:10è l'unica maniera che mi permette di entrare in un mondo armonico, e non parlo di armonia
03:18musicale, parlo dell'armonia tra il mio piccolo mare e il mare che c'è all'esterno,
03:23non necessariamente incontrabili questi due mondi, questi due mari, però
03:35ecco, mettiamola così, mi dà un grande conforto scrivere canzoni, e chiaramente all'inizio
03:40degli anni 90, quando ho incominciato a scrivere canzoni, il tema della salute mentale non
03:45c'era, si era tenuti a pensare che chi suonava era più che altro un freak, piace fare questo,
03:52piace bere la birra, andare in motocicletta e cercare di rimorchiare ragazzi o ragazze
03:56a seconda della situazione, ovviamente per me non era così, e perciò tutto il mio
04:04cammino è stato un cammino interno-esterno, e grazie al fatto di suonare, il rapporto,
04:11la relazione con gli altri musicisti, mi ha permesso di conoscere il mondo meglio, ho
04:17più strumenti, questo non significa che io sono uomo migliore, ma significa quantomeno
04:23che ho sperimentato la relazione con l'alterità. Quindi la disarmonia, diciamo così, disarmonia
04:30mentale che diventa armonia attraverso la musica. L'hai detto, sei stato bravissimo,
04:37hai fatto una sinossi fantastica. Senti, c'è mai stato un momento in cui in realtà
04:43questa disarmonia ti ha bloccato? Si dice che l'ansia per esempio è qualcosa che può
04:48stimolare la creatività, in altri casi invece l'ansia diventa qualcosa di patologico e ti
04:53può bloccare, c'è stato un momento in cui? Mi ha bloccato la disillusione, non l'ansia,
04:58per fortuna, ho questa fortuna che ogni mattina rinasco nuovo, cioè rinasco senza ricordarmi
05:08di ciò che ho fatto il giorno prima, nella realtà anche per certi versi autisticamente
05:12mi ricordo tutto, persino i nomi degli alberghi dove vado a suonare, quando si va a suonare,
05:17eccetera, ma ho questa fortuna che nella creazione mi dimentico ogni cosa e allora questo è
05:24un grande vantaggio, mentre lo so come dire, quello che penso io è che ciò che mi ha
05:36fermato è stata veramente la disillusione e non è stata una disillusione legata alla
05:40mia carriera, è vergognoso dire una parola del genere, è peggio di mattonella come parola
05:47o di lampadario. Oggi si usa dire percorso. Percorso, esatto,
05:52non è una cosa legata al mio percorso, la disillusione è rispetto alla mia posizione
05:57nel mondo, nell'ottica, nello sguardo verso l'altro e perciò è stato un momento in cui
06:02mi sono sentito, come si dovrebbero sentire tutti almeno una volta nella vita, il peggior
06:06criminale, il peggior mostro e contemporaneamente l'essere più sublime. Se tu parti da questi
06:12estremi, piano piano, trovi una tua posizione, ma non significa trovare una posizione nel
06:18mondo e nel ruolo, significa finalmente trovare una posizione da uomo libero, da essere umano
06:25libero all'interno di un mondo che tu riesci a considerare libero e perciò ho fatto tre
06:31anni chiuso in una casa, non uscivo mai, scrivevo canzoni brutte.
06:38Canzoni brutte è il titolo di una bellissima canzone.
06:41Però scrivo canzoni disperate che per fortuna non sono mai uscite e poi nel tempo la vita
06:51mi ha corretto, ho dovuto attendere perché certe cose bisogna attenderle sempre, bisogna
07:00attenderle e continuare a lavorarci.
07:03Senti, citavi canzoni brutte che è il titolo di una tua bellissima canzone in cui scherzi,
07:08ma dietro l'ironia c'è anche un ragionamento sui meccanismi un po' distorti dell'industria
07:13attuale.
07:14Tu come ti difendi da questi meccanismi, oltre che scriverne?
07:19Non lo so, questo mondo, questo nostro mondo, specialmente il primo piano del primo mondo,
07:30mettiamola così, è un mondo di professionisti, benissimo, però come sai ad esempio nel ciclismo
07:40ci sono i professionisti e gli amatori, ecco io preferisco gli amatori, è un po' la differenza
07:48che c'è tra essere istruiti e essere educati sentimentalmente, sembra la stessa cosa volendo
07:55andare a vedere, sembrano piccole sfumature di differenza.
07:58Una cosa è essere, come dire, istruiti a stare in una società, l'altra è essere educati
08:07sentimentalmente a stare in una società, avere il rapporto davvero con l'altro, essere
08:12toccati a toccare l'altro, e perciò io faccio lo stesso assioma, lo pongo nella musica,
08:19io e i miei compagni facciamo musica non per un pubblico, ma per privati, e noi privatamente
08:26ci occupiamo di questa cosa, e non soltanto per privati, perché sono privati, è una
08:31dimensione uno verso uno, ma noi privati parliamo di privazioni, e allora è un po' come essere
08:39degli idrauchi, fare i musicisti alle volte serve a capire dove sono le perdite e a metterle
08:44a posto. Quindi non ti preoccupi più di tanto dei risultati, ma pensi innanzitutto a quello
08:49che vuoi fare tu. Mettiamola così, non mi preoccupo dei risultati semplicemente perché
08:55se uno fa una strada in questo paese, se uno fa una strada di ricerca, è una strada che
09:00non viene vista. Adesso io faccio questa cosa da 25 anni, è come se per 25 anni tirassi
09:08nello stesso stagno un sasso, ma tipo ogni 5 minuti. È ovvio che non puoi pensare di
09:14venire pagato per fare una cosa del genere, così come è ovvio che soltanto qualcuno
09:19che ha la tua stessa sensibilità vi deve darti una carezza. Però nonostante questo,
09:26nonostante la difficoltà nella sopravvivenza proprio fisica, cioè il fonabolismo economico
09:32lo chiamerei, che ho vissuto in questi anni, eppure quella carezza vale più di qualsiasi
09:39cosa che uno possa avere, e perciò vado avanti con felicità, con una felicità e con una
09:45sensibilità incredibile, indicibile. Questo ti fa molto onore. Io stavo riascoltando il
09:50disco che tu hai appena ripubblicato, 10 piccoli fragilissimi film, che è uscito 10 anni fa,
09:57che tu hai rielaborato con ospiti, e mi è venuta in mente questa cosa che la parola
10:03fragilità fino a qualche anno fa nella musica era completamente bandita, adesso c'è,
10:08però anche 10 anni fa mettere la parola fragilità in un titolo di un album era una cosa nuova.
10:15E' molto corretto, era 20 anni fa, perciò è ancora più difficile. Non era per correggerti,
10:30è per dire che era ancora più complesso, ma nella realtà era una verità, perché
10:36io quello che ho fatto all'epoca è stato andare via dal posto dove vivevo, ho distrutto
10:40tutta la vita che avevo fatto precedentemente, già avevo 35 anni, per andare a dormire in
10:45macchina, e perciò da un lato c'era la disperazione e la nostalgia per un mondo andato, che io
10:50avevo distrutto, e contemporaneamente davanti un foglio bianco, il non sapere cosa succedeva
10:55il momento dopo. Ovviamente sono quelli che si chiamano nodi gordiani, e perciò la summa
11:03di quelle canzoni era proprio questo, dei piccoli frammenti di fragilità messe insieme,
11:11in modo da formare un racconto di questa fragilità.
11:18E mi ricordo che all'epoca, proprio davvero, mi ricordo che ho pensato a questo, Pessoa
11:27mi sembra, il poeta è fingitore, ma quando tutti sono fingitori, il poeta cosa deve fare?
11:34Se tutti sono fingitori, deve dire la verità e perciò fare prosa, è quello che ho fatto
11:40quindi musica senza filtri, in questo senso.
11:44Lì ci sono dei brani in cui si capisce che avevo delle grandi difficoltà, proprio dal
11:48punto di vista della sanità mentale, ma del resto se noi non scateniamo i nostri demoni
11:55non riusciamo a riconoscere nemmeno la gioia. Non è un discorso di sconfiggere o arrendersi
12:02ai propri demoni, è semplicemente che ognuno di noi è di una complessità abissale, se
12:08questi abissi non li vediamo mai, non trovi che sia una cosa che anche la società fa?
12:15Il folle messo da parte, la morte non c'è più, il dolore spostiamolo.
12:23A me viene da pensare che ovviamente nella loro impossibilità di comprendere determinati
12:29temi, però le generazioni precedenti avessero quantomeno nella finitezza della loro vita
12:36e perciò nel passaggio vita-morte avessero una forza maggiore rispetto alle nostre generazioni.
12:42Ecco che secondo me noi stiamo perdendoci per non farci del male, paradossalmente invece
12:48ogni tanto bisognerebbe lasciare andare. In più c'è anche da dire questo che appunto
12:54il dolore è sempre soltanto rappresentato, in maniera tra l'altro sempre più crudele.
13:00Parlo dei film, il dolore, le morti, se uno accende la televisione o qualsiasi canale
13:10ci sono ammazzamenti ovunque e da un lato può servire per esorcizzare questa cosa,
13:20ma dall'altro per chi non è tanto preparato diventa anche un fattore di mancata sensibilità
13:29rispetto a quel tema. Sì, il confine tra racconto e influenza
13:35è molto largo. Devo dire che questa cosa la precognizzavo
13:38un quindicino d'anni fa e mi sembra che adesso siamo proprio nel momento esatto in cui
13:43molti ragazzi che non hanno gli strumenti ancora per capire questa cosa, ragazzi e ragazze
13:48questa cosa non la comprendono. Su questo tema torniamo tra poco, che effetto
13:52ti ha fatto tornare su quelle canzoni su cui racconti fragilità adesso che hai una struttura
13:57mentale e un'esperienza diversa? Mi ha fatto un effetto strano più che altro
14:04perché rivedere le proprie difficoltà vent'anni dopo ti fa comprendere quanto per certi versi
14:17per superare le difficoltà uno deve entrare nella divinazione di sé e per certi versi
14:25in quelle canzoni c'era già tracciato inconsciamente un futuro, un futuro
14:32che è il mio futuro, un futuro normalissimo di un essere umano che cerca di sopravvivere
14:38e questo mi ha gratificato da un lato e mi ha fatto capire quante altre cose devo fare
14:45perciò istituzionalizzare la propria difficoltà, la propria fragilità
14:52è qualcosa comunque che quantomeno è duale, la riconosci, è duale io ribadisco sono veramente
14:59ben lungi dell'essere risolto però ecco ho detto qualcosa lo comprendevo in quella
15:06grande mancanza di lucidità. Senti in queste chiacchierate che facciamo
15:10sulla salute mentale ci parleremo anche con artisti più giovani e questa è un'industria
15:14che vive anche ovviamente di verità, di artistiche e artiste che hanno magari successo
15:19anche in un momento diverso della loro vita, tu che consiglio daresti a chi sta iniziando
15:24in una fase diversa del percorso come dicevamo prima?
15:28Innanzitutto di non considerarsi artisti, l'arte...
15:31Artigiani forse è meglio. Forse artigiani ma quello però era Michelangelo
15:35già è una parola altisonante. Ma questa distinzione l'ho sentita dire da
15:38Guccine che diceva io non sono un artista sono un artigiano.
15:41Però ti assicuro che comunque ha fatto bene a dirlo ed è giusto però comunque è altisonante
15:47perché Michelangelo diceva di sé di essere un artigiano perciò anche lì io ci andrei
15:51cauto. Io mi sento uno studente ad esempio e perciò già il fatto di non sentirti artisti
15:58perché l'arte è altro, l'arte è la natura, l'arte sono i bambini quando corrono
16:02e quando non hanno un ruolo, quando gli esseri umani non hanno un ruolo,
16:05quella è arte. Gabber lo diceva con Luporini.
16:09Il giorno in cui imparerò ad amare senza avere un ruolo.
16:12E questo tra l'altro è una delle cause secondo me di molte disabilità mentali.
16:18Il non comprendere il perché del proprio ruolo oppure negarlo il proprio ruolo
16:25e scostarsi da questo tipo di modello.
16:28Io il consiglio che darei semplicemente è di fare di questa ricreazione come dicevo prima
16:37una terapia però non personale soltanto perché attraverso una pulizia personale
16:44puoi finalmente riuscire a entrare nell'altro con pulizia.
16:50Per me la musica è semplicemente comunicazione ma non comunicazione di fidelizzazione.
16:56È comunicazione, ehi ti sto aiutando, tu aiuti me e io aiuto te, ci diamo una mano.
17:01Questa è la musica secondo me e ogni forma d'arte dovrebbe essere questo.
17:05Ecco perché la definizione di artista che sottende a industria che sottende a vendita
17:11eccetera eccetera cerco disperatamente di allontanarla da me.
17:16Va bene, grazie Paolo per questa bella dichiarata.