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Roma, 5 dic. (askanews) - "Per noi una giornata di grande importanza. Conferma un percorso che il nostro presidente Mattarella ha iniziato sin dalla cerimonia del suo insediamento. Nel discorso lui parlò dell'attentato che nel 1982 lasciò un bambino assassinato in questo stesso tempio per mano di un commando di terroristi palestinesi. Quel bambino si chiamava Stefano Tasché, e il nostro presidente dichiarò che era un bambino italiano vittima del terrorismo. La vicinanza del presidente di nuovo oggi è per noi davvero importante, perché ci fa sentire la solidarietà e la chiarezza della nostra nazione": così Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma a margine delle celebrazioni al Tempio Maggiore, per i 120 anni della Sinagoga alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella."Siamo fieri di essere italiani e di essere ebrei in un momento in cui antisemitismo e antisionismo si fondono, perché l'antisionismo è una forma di antisemitismo", ha sottolineato.

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00:00Per noi è una giornata di grande importanza, conferma un percorso che il nostro presidente Mattarella ha iniziato sin dalla cerimonia del suo insediamento.
00:09Nel discorso lui parlò dell'attentato che nel 1982 lasciò un bambino assassinato in questo stesso tempio per mano di un commando di terroristi palestinesi.
00:21Quel bambino si chiamava Stefano Taschet e il nostro presidente dichiarò che era un bambino nostro, un bambino italiano, vittima del terrorismo.
00:31La vicinanza del presidente, di nuovo oggi, è per noi davvero una fonte di grande importanza perché ci fa sentire la solidarietà e la chiarezza della nostra nazione.
00:42Siamo fieri di essere italiani, di essere ebrei in un momento in cui antisemitismo e antisionismo si fondano perché l'antisionismo è una forma di antisemitismo.

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