Blitz di "Bruciamo tutto" alla sede Rai: "Femminicidi narrati sui media in maniera imbarazzante"
Ospite in collegamento: Yuvi, attivista di "Bruciamo tutto"
I femminicidi sono narrati in maniera inadeguata: parola delle attiviste di "Bruciamo tutto" che, il 4 luglio scorso, hanno gettato vernice rossa sulle vetrate dell'ingresso e sullo storico cavallo all'entrata della sede Rai di viale Mazzini.
Sono state lasciate anche bambole in ricordo delle vittime di femminicidio sotto la statua dell'iconico Cavallo, appunto macchiato di rosso: le attiviste hanno ricordato i femminicidi e "il problema della cattiva informazione". Vernice rosso "sangue" anche sul pavimento d'ingresso. Le attiviste, cinque in totale, sono state fermate e portate via dalle forze dell'ordine.
"Sui fogli - spiegano dal movimento - sono sottolineate di rosso e barrate le parti dell’articolo che rinforzano la vittimizzazione del carnefice". "Ogni volta che c'è un femminicidio il giornale accompagna le tragedie con frasi imbarazzanti, razziste, misogine e che tendono quasi a giustificare o addirittura a far passare come vittima il carnefice. La morte di queste persone va onorata e noi vogliamo che le loro vere storie vengano raccontate", spiega il collettivo che neanche una settimana fa aveva sparso vernice rossa sulla scalinata di Trinità dei Monti. Il successivo 28 giugno avevano invece bloccato il traffico su corso Vittorio Emanuele II.
Vedi anche: "Bruciamo tutto", le femministe 2.0
"Dobbiamo iniziare a cambiare la cultura che domina la nostra società; - ha spiegato Yuvi, una delle attiviste - finché si continuerà a non capire che è un problema sociale che riguarda tutti, nulla potrà cambiare. Continuiamo a sentire frasi come non tutti gli uomini sono così, invece bisogna cominciare a considerare il problema come collettivo. È il patriarcato il problema di questa società, l'uomo che ancora continua a considerare la donna un oggetto di sua proprietà".
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I femminicidi sono narrati in maniera inadeguata: parola delle attiviste di "Bruciamo tutto" che, il 4 luglio scorso, hanno gettato vernice rossa sulle vetrate dell'ingresso e sullo storico cavallo all'entrata della sede Rai di viale Mazzini.
Sono state lasciate anche bambole in ricordo delle vittime di femminicidio sotto la statua dell'iconico Cavallo, appunto macchiato di rosso: le attiviste hanno ricordato i femminicidi e "il problema della cattiva informazione". Vernice rosso "sangue" anche sul pavimento d'ingresso. Le attiviste, cinque in totale, sono state fermate e portate via dalle forze dell'ordine.
"Sui fogli - spiegano dal movimento - sono sottolineate di rosso e barrate le parti dell’articolo che rinforzano la vittimizzazione del carnefice". "Ogni volta che c'è un femminicidio il giornale accompagna le tragedie con frasi imbarazzanti, razziste, misogine e che tendono quasi a giustificare o addirittura a far passare come vittima il carnefice. La morte di queste persone va onorata e noi vogliamo che le loro vere storie vengano raccontate", spiega il collettivo che neanche una settimana fa aveva sparso vernice rossa sulla scalinata di Trinità dei Monti. Il successivo 28 giugno avevano invece bloccato il traffico su corso Vittorio Emanuele II.
Vedi anche: "Bruciamo tutto", le femministe 2.0
"Dobbiamo iniziare a cambiare la cultura che domina la nostra società; - ha spiegato Yuvi, una delle attiviste - finché si continuerà a non capire che è un problema sociale che riguarda tutti, nulla potrà cambiare. Continuiamo a sentire frasi come non tutti gli uomini sono così, invece bisogna cominciare a considerare il problema come collettivo. È il patriarcato il problema di questa società, l'uomo che ancora continua a considerare la donna un oggetto di sua proprietà".
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00:00Non solo Roma, le notizie dalla regione con Elisa Mariani. È partita una nuova settimana e siamo
00:10sempre qui in vostra compagnia in diretta sul canale 14 del Digitale Terrestre, non solo Roma,
00:16pronti a raccontarvi la capitale e anche la provincia con i nostri approfondimenti giornalistici,
00:23sempre in compagnia di un ospite diverso che ci aiuterà a sviscerare la notizia del giorno.
00:29Oggi tocchiamo un tema che in realtà qui in questo studio, in questo programma, è stato
00:35trattato diverse volte, quello purtroppo dei femminicidi, numeri allarmanti che continuano
00:41a crescere, sembra non ci sia uno stop effettivamente effettivo, scusate il gioco di
00:46parole, per quella che è una vera e propria piaga sociale. I femminicidi sarebbero narrati in
00:54maniera inadeguata, talvolta imbarazzante. Non lo diciamo noi, ma lo dicono le attiviste di
00:59Brociamo Tutto che lo scorso 4 luglio hanno gettato della vernice rossa sulle vetrate,
01:06proprio all'entrata della sede RAI di Viale Mazzini, vernice rossa anche sull'iconico
01:12cavallo della sede. Sono state anche lasciate delle bambole proprio sotto l'iconico cavallo
01:18per ricordare le vittime. Secondo le attiviste, 5 in tutto, che hanno partecipato a questo blitz e
01:26poi sono state portate via ovviamente dalla polizia, i femminicidi sarebbero narrati in
01:32maniera scorretta sui principali quotidiani o comunque giornali italiani. Questo perché? Perché
01:37c'è una vera e propria vittimizzazione del carnefice, qualcosa che a queste attiviste
01:44non va giù. Qualche numero, come sempre sono 600 i femminicidi avvenuti negli ultimi quattro anni,
01:51praticamente parliamo di una donna uccisa ogni due giorni, numeri davvero allarmanti. E proprio la
01:58realtà di Brociamo Tutto si è resa nota anche qualche settimana fa, ben ricorderete sicuramente
02:05la vernice rossa gettata sulla scalinata di Trinità dei Monti. In un'altra occasione invece
02:10erano riuscite a bloccare il traffico su una nota arteria di Roma. Ebbene, noi oggi abbiamo in
02:16collegamento telefonico una delle attiviste, Yuvi Acquidoil. Benvenuto, ovviamente il buongiorno a
02:22non solo Roma. Ciao, grazie mille dello spazio. Ciao Yuvi, buongiorno, benvenuta. Ti ringraziamo
02:30anche se in collegamento telefonico di essere in nostra compagnia. Allora, voi avete in sostanza
02:37detto un qualcosa di molto forte, avete detto che i femminicidi non sono narrati in maniera
02:43corretta e da qui il blitz in una delle serie più importanti dal punto di vista istituzionale per
02:49quanto riguarda la comunicazione e l'informazione. Sì esatto, è un discorso complesso però penso
02:59che sia evidente a tutte che non c'è veramente una volontà da parte della società e della politica
03:06di affrontare il problema alla radice dei femminicidi che si chiama padriarcato e quindi
03:12per me i giornali mostrano un riflesso di questa cosa perché alla fine molti giornali esprimono
03:16comunque il potere, non è che innovino molto rispetto a… non è che ci aspettiamo grandi
03:25discussioni, grandi trovate dai giornali sinceramente, però la narrazione che stanno
03:30diffondendo penso sia anche responsabilità dei giornalisti e delle giornaliste e spesso si trova
03:36come hai detto tu una vittimizzazione del carnefice in che modo? Quando per esempio nei
03:44titoli dei giornali si leggono ancora davvero allucinante cose come l'amava troppo, un omicidio
03:51passionale, Rassus, faccio un esempio anche più recente, noi abbiamo visto negli ultimi mesi
03:57diversi femminicidi compiuti da figli o da mariti verso donne anziane, magari malate,
04:04magari in condizioni di salute molto precaria e mi ricordo che proprio su Rai News c'era
04:09una notizia che diceva che non sopportava più di vederla soffrire, mi fermo un attimo
04:15su questo, non sopportava più il marito di veder soffrire la moglie malata e quindi la
04:20uccide, quasi facendola passare per un gesto caritatevole, quindi uno legge e dice ma poverino
04:26chissà com'è tenere dietro una persona malata, l'ha uccisa perché stava soffrendo
04:30troppo. Ora immaginate un attimo, vi propongo questo
04:34gioco di fantasia di invertire le parti, immaginiamo che sia una donna anziana a uccidere il marito
04:39malato, sarebbe impensabile leggere un titolo del genere e quante donne, quante madri, quante
04:46persone che magari conosciamo, conoscete, si prendono cura molto spesso di mariti o
04:53padri malati, innumerevoli, ma nessuno si sogna certo di ammazzarli, quindi questa cosa
04:58è veramente assurda, perché una persona che è malata o anziana non avrebbe diritto
05:05a tutta la cura, a tutto l'amore e a un proseguimento dignitoso della propria vita,
05:10anche in condizioni difficili, eppure in questi casi troviamo spesso, questo era un titolo
05:15di Rai News di un femminicidio che diceva non sopportava più di vederla soffrire, quindi
05:22figuriamoci se di una donna non sopportava di vedere soffrire il marito, leggeremmo
05:27titoli ben diversi, perché ci rifiutiamo di vedere quanto questa cultura in realtà
05:33appartenga a questo paese e se prendiamo un caso più recente, c'è stato un femminicidio
05:41a maschito che non è stato ancora confermato, di un uomo che ha strangolato in provincia
05:46di Potenza la moglie e nei titoli ancora cosa c'era scritto? Il paese sotto shock,
05:53queste cose un po' sottili, la tranquillità del paesino che è stata interrotta, quindi
05:59ancora questo viene portato come un fatto di cronaca sconvolgente, però non viene problematizzato
06:05nella giusta cornice sociale, culturale. Il fatto di un femminicidio…
06:12Ti chiedo Yuvi, secondo voi sarebbe effettivamente la giusta cornice dove inserire una notizia
06:19di questo tipo? A voi come piacerebbe che fosse narrato? Come ritenete che sarebbe più
06:25corretto narrare un femminicidio? Sicuramente nominando, comunque ci sono alcune
06:33giornaliste, giornalisti virtuosi che mi è capitato di leggere che lo mettono nella
06:39cornice giusta, parlo soprattutto della narrazione predominante o anche dei casi di cui ho parlato.
06:45Comunque a me piacerebbe che si nominasse il problema che è un problema culturale,
06:49è un problema sociale ed è il patriarcato e di come io vorrei che l'omicidio, l'assassino,
06:57il femminicida non venisse ripinto come un mostro, ma come una persona che parla anche
07:05di noi, perché i femminicidi sono il culmine di un sistema, sono la punta dell'iceberg
07:10di un sistema che però parte intorno a noi, parte nelle nostre famiglie, parte dai maltrattamenti
07:17che tantissime donne subiscono in casa, donne picchiate, molestate, gli abusi che succedono
07:24per strada, il gender gap nei pagamenti o sul luogo di lavoro, i commenti sessisti,
07:32viene sempre tutto slegato come se fosse una cosa che non c'entra niente con i femminicidi,
07:38ma perché? Poi quando se ne parla è sempre molto delicato perché si alzano gli scuoli
07:43e gli uomini dicono allora tutti siamo potenziali femminicidi, il fatto è che sì in parte,
07:50ma perché? Perché questi crimini, questi fatti di cronaca, questi fatti di sangue nella società
07:57parlano di una parte di noi che noi non vogliamo guardare e quindi la isoliamo chiamandola
08:02mostro, chiamandola noio, mai, quanti uomini che sono sessisti, abusanti io sento dire
08:10noio, non toccherai una donna neanche con un fiore, ma allora di cosa stiamo parlando?
08:14Non vogliamo vedere una cosa molto scomoda, il fatto che sia una cultura di fondo che
08:19considera le donne un po' stesse.
08:21Fai fatica a credere a quando un uomo, magari in buona fede perché il beneficio del dubbio
08:27deve esserci però, perdonami se ti contraddico in questo, non riesci a credere molto alla
08:33narrazione di un uomo che dice io una donna non la toccherai mai con un dito, non riesci
08:37a crederci, non riesci a fidarti?
08:39No, non è assolutamente questo il punto, io ci credo, non è questo il punto, cioè
08:45per me dovremmo passare da una considerazione sociale e collettiva della cosa anziché
08:49sempre individuale, il punto non è andare, perché poi noi non vogliamo neanche portare,
08:54non è che la soluzione allora è il contrario, noi non siamo per misure punitive o misure
09:00per cui allora tutti gli uomini, io vorrei che ci scostassimo un po' dal discorso a
09:06non tutti gli uomini, perché il punto non è se Tizio Caio lo farebbe, il punto è che
09:10è un problema della società, il punto è che è un problema che coinvolge tutti, quindi
09:14se ci stacchiamo dal fatto individuale di quest'uomo, quell'uomo, perché ovviamente
09:19quando si parla di queste cose poi c'è sempre questo urlo di protesta, ma non tutti gli
09:26uomini, a me non interessa accusare o dire ogni uomo lo farebbe, perché non è questo
09:33il punto, il punto è riconoscere che non è una questione individuale, ma è una questione
09:38di cultura in cui tutte siamo immerse e tutte ne siamo responsabili e tutte la alimentiamo
09:44in piccola o grande misura, quindi a me piacerebbe proprio, ed è difficile perché qui diventa
09:50una cosa culturale ancora più profonda di passare dalla narrazione individualista alla
09:54narrazione collettiva e questo penso che ci vorranno tanto impegno e tantissimi anni per
09:59farlo, è difficile comunicare sicuramente, secondo me dei piccoli sforzi si possono fare,
10:04iniziando a inquadrare il problema da un punto di vista più grande, perché poi capisco
10:10quanto è delicato, perché quando si parla di patriarcato ovviamente tutti se ne distaccano
10:19e dicono no, questa cosa assolutamente no, questa cosa non mi riguarda, allora il primo
10:23passo è capire che ci riguarda e il fatto che ci riguardi non significa che facciamo
10:28e dobbiamo fare arachiri e oddio, siamo tutte bruttissime persone, no, ci riguarda perché
10:34la società ci riguarda, la cultura ci riguarda, quindi io vorrei tantissimo, sarei contentissima
10:40se arrivassimo un giorno a parlare di queste cose senza una sfumatura di giudizio transient
10:45per forza, se riuscissimo a guardarle a dire sì mi riguarda e voglio solo parlarne, voglio
10:51solo dialogare, non voglio dire ti riguardi e allora fai schifo e quindi devi essere punito,
10:57no, se noi riuscissimo a fare un passo indietro dalla cultura del giudizio da cui nasce la
11:02cultura della violenza contro cui noi ci battiamo, se riuscissimo innanzitutto a guardare questo
11:07fenomeno senza fare accuse o sentirci accusati, senza metterci sulla difensiva da una parte
11:14e senza formulare attacchio giudizio dall'altra, ma solo dicendo ragazzi è così, c'è questo
11:21problema? Che ci riguarda tutte? Vorrei farti una domanda Yuvi, tu hai parlato correttamente
11:27di giudizio, effettivamente io mi aggancio a quello che tu dici e mi prendo anche la
11:32responsabilità di quello che dico, è vero, è difficile parlare di femminicidi o senza
11:36cercare di far capire alla nostra società che non è una questione di giudizio ma è
11:40un problema effettivamente sociale perché 600 femminicidi nel giro di 4 anni è un numero
11:45spaventoso, però con le vostre azioni di protesta effettivamente non rischiate di
11:51essere giudicate e quindi è come un cane che si morde la coda? In che senso? Di essere
11:57giudicate noi? Sì, nel senso di passare per ecoattivisti, essere paragonati ad esempio
12:08a quello che sta succedendo per ultima generazione, non rischiate di passare dalla parte del
12:12torto? Questa è una domanda un po' obonista, però sono sicura che ve l'avranno chiesto
12:18in tanti. Il fatto comunque quello che io dico quando dico usciamo da una cultura del
12:24giudizio non è sottraiamoci al fatto che altre persone possano attaccarci o altro perché
12:30poi non siamo affatto, siamo distanti anni luce da una cultura dell'ascolto reciproco
12:36della non violenza in cui magari una persona ci vede e dice ma perché lo stanno facendo
12:41e non tipo guarda che pazze vandale. Comunque io posso dire una cosa, penso che il nostro
12:47gesto quello delle scale ad esempio sia stato potente a livello comunicativo e che molte
12:53persone, moltissime, non ci abbiano attaccato o giudicato male, ma so di moltissime persone
13:00socializzate come donne e non che hanno approvato, ma perché? Perché è diventata così forte
13:06questa urgenza ed è così palese, la violenza di genere è così palese che la gente si
13:14rende conto che viviamo nel silenzio di queste cose. Probabilmente mi permetto di dire che
13:21il problema della violenza di genere c'è sempre stato perché 100 anni fa forse era
13:25anche peggio, adesso c'è più l'urgenza di risolverlo questo problema il che è un
13:30fattore positivo nel dramma dei numeri che stiamo vivendo. Io vi ti chiedo di restare
13:36se puoi ancora in nostra compagnia per qualche istante, mando un po' di pubblicità e torniamo
13:41a parlare di questo fatto ovviamente delicatissimo che ha bisogno di tutti i dettagli del caso.
13:48Torniamo tra pochissimi istanti qui a Non Solo Roma, restate qua.
13:52Tema delicato quello con cui abbiamo aperto Non Solo Roma, oggi tema ai noi quello dei
13:58femminicidi che continua ad occupare la maggior parte delle notizie di Cronaca, 600 femminicidi
14:05negli ultimi quattro anni solo in Italia, praticamente parliamo di una donna uccisa
14:10ogni due giorni, in ordine di tempo l'ultima a Roma, Manuela Petrangeli uccisa dall'ex
14:16compagno con due colpi di fucile mentre era proprio sotto casa e ne stiamo parlando con
14:22una delle attiviste di Bruciamotutto, Yuvi che è in collegamento telefonico con noi,
14:27ti ringrazio Yuvi di essere ancora in nostra compagnia perché abbiamo deciso di chiamare
14:32appunto le attiviste di Bruciamotutto perché qualche giorno fa si sono rese protagoniste
14:37di un blitz nella sede RAI di Viale Mazzini, vernice rossa sull'entrata, sulle vetrate
14:43dell'entrata della RAI e anche sull'iconico cavallo che appunto c'è all'entrata
14:49proprio della famosissima sede televisiva, questo perché? Perché secondo le attiviste
14:54di Bruciamotutto sono in primis anche i giornalisti a raccontare in maniera inadeguata
14:59i femminicidi, perché? Perché c'è spesso una vittimizzazione del carnefe, c'è una
15:04sorta di giustificazione, potremmo definirla anche così Yuvi, una sorta di giustificazione
15:09anche ad esempio quando si parla del fatto che si erano separati, non accettava la fine
15:14della separazione, non accettava l'affidamento dei figli, questioni di denaro, è anche per
15:21quello? Sì, credo che sia ragionevole dire che sia collegato questo modo di narrarla,
15:32penso che sia una ragione che per me è abbastanza evidente e penso che sia evidente anche per
15:39una buona parte della popolazione, il fatto che la narrazione dominante è imposta dalle
15:48persone che sono per la maggior parte nei luoghi di potere che hanno stabilito questa
15:53cultura ed è la cultura dell'uomo bianco eterocista, ora mi spiace metterlo in questo
16:00modo, comunque è un dato di fatto semplicemente, io mi chiedo se fossero, proviamo di nuovo
16:07a rovesciare le cose, se ad ammazzare Manuela Petrangeli fosse stata una persona con un
16:13background migrante, una persona nera, sarebbero stati i titoloni su tutte le pagine dei giornali,
16:19sarebbe stata lì per strumentalizzare questa cosa? Invece a me non sembra di aver visto
16:26emergenza patriarcato nel nostro paese, guardiamoci tutti dentro, guardiamoci tutti in casa e
16:32capiamo come insieme decostruire questo tipo di cultura, perché non c'è una volontà
16:36di decostruirla da parte di chi è al potere, perché è la cultura in cui siamo semplicemente
16:41immersi. Io penso che al di là del fatto che sia stato un uomo con la pelle bianca o fosse
16:48stato un uomo con la pelle nera ad uccidere Manuela Petrangeli, il problema è lo stesso
16:52però, è stata uccisa una donna, ora non si riesce a capire bene il motivo ma è anche
16:58questo il punto, si cercano anche i motivi certe volte, forse è anche quello il problema,
17:03è stata uccisa una donna, punto. Poi chiaramente i motivi vanno cercati probabilmente in sede
17:08giudiziaria, però il fatto in sé è grave proprio perché ha perso la vita una donna
17:14che era tra l'altro anche una madre di un bambino di 9 anni.
17:18Certo, certo, assolutamente, però mi sembra che quello di cui stiamo parlando in questa
17:23trasmissione è proprio il contesto in cui problematizzare e leggere in una cornice più
17:28ampia questo fatto che, come dici tu Dassolo, sicuramente è grave a prescindere, ma questo
17:32è evidente, però penso che quello per cui noi ci siamo, cioè perché Bruciamo Tutto
17:39è nato? Bruciamo Tutto viene da, le parole Bruciamo Tutto riprendono quelle di Elena
17:46Cecchettin, la sorella di Giulia Cecchettin che fu uccisa l'11 novembre dal fidanzato
17:53e lei disse per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia Bruciate Tutto, quindi
18:00il punto è anche un po' la radicalità e anche la scomodità a volte di portare queste
18:05cose, però io penso che sia necessario portarle, sia necessario farlo anche con gli strumenti,
18:13i mezzi che avete usato che non sono solamente come quello penso alle scale di Trinità
18:20dei Monti, questa vernice rossa che c'era anche alla RAI è il sangue, quindi c'è
18:26anche una radice simbolica, una radice quasi rituale di queste azioni che noi compiamo,
18:32per cui quello era il sangue delle 40 donne, 40 poi sono quelle accertate perché sono
18:39sicuramente di più, però noi contiamo i casi confermati e noi abbiamo portato in
18:45mezzo a questo sangue che abbiamo versato sulle scale anche i nomi, dei fogli con i
18:50nomi di queste persone, quindi questo cosa significa? È un po' cercare di rendere
18:54evidente quello che le persone non vogliono vedere, quello che la società non vuole
18:58vedere e qua ritorno un po' alla questione di prima, quando si parla di femminicidi,
19:02quando si danno queste notizie così terribili, la reazione spesso è oddio che cosa orribile,
19:07pazzo, mostro, non esiste, lo si colloca distantissimo da noi, invece il mio invito
19:14è quello di cerchiamo invece di capire che cosa dice di noi, della nostra società, questo
19:20numero che tu hai citato di 600 femminicidi negli ultimi 4 anni, perché? Perché se noi
19:24non lo guardiamo, se noi non cerchiamo di risalire un po' alla radice di tutto questo,
19:30continuerà a succedere e avremo altri articoli che dicono tranquillità del paesino, un
19:36paesino, oddio era una persona tanto cara, era una persona che sembrava normalissima,
19:42certo che sembrava normalissima, perché lo è? Perché non è un mostro che noi cerchiamo
19:47di rimuovere, perché poi è il grande rimostro della società, non è un mostro, è una persona
19:52sì effettivamente normale, ma cresciuta in una cultura dove viene insegnato praticamente
19:58dalla culla che le persone socializzate come donne sono una proprietà e quindi se questa
20:05proprietà si ribella, si separa, rivendica la propria libertà, la si elimina, la si
20:11uccide, perché è il meccanismo che si innesca e tutto nasce proprio dalla cultura che insegna
20:17a trattare praticamente…
20:18Quindi tu pensi che non ci siano altri fattori ad interferire in questa situazione? Il fatto
20:26ad esempio, mi collego all'ultimo caso, quello di Emanuela Petrangeli che è stata uccisa
20:32in strada dall'ex compagno, ora io non conosciamo chiaramente le dinamiche interne di questa
20:39storia, però sembra che si fossero lasciati da un paio di anni, tu pensi che in questo
20:44caso non possa aver interferito, non so, facciamo una piccola ipotesi, un problema di tipo economico,
20:49un altro genere di problema che non c'entra niente magari con la questione del possesso,
20:54ti chiedo, potrebbe essere un'ipotesi secondo te?
20:58Ma tu cosa intendi con questione economica, nel senso da parte di lui, dell'assassino?
21:06Sì, sì, da parte dell'assassino, io sto facendo delle ipotesi perché non conosciamo
21:10bene il caso ancora al momento, non so, questioni legate a cause civili, cause per la separazione,
21:18eccetera, capita anche questo spesso, si sente spesso anche questa narrazione.
21:24Sì, ma questo a parte che io pure non è che sono né una criminologa né una giudice,
21:32non è che mi occupo, però comunque anche se fosse…
21:36Non c'è, non è un motivo, è chiaro, non è un motivo assolutamente.
21:40Però non c'è ovviamente, questo non fa semmai che rinforzare la radice patriarcale
21:49che è innegabile, nel senso, è talmente evidente davanti a noi, tutte queste donne
21:55uccise e tanti altri, qualcosa che vediamo nella società, soprattutto chi è socializzato
22:02come donna, la sente ogni giorno sulla propria pelle, l'oppressione, il fatto di non sentirsi
22:09magari sicura quando torna a casa, piuttosto che ricevere moleste, abusi, microviolenze
22:15in ogni momento sostanzialmente.
22:20Dicevo il femminicidio è il culmine di questa cosa, io non penso che ci sia da dimostrare
22:26che lo è, io penso che sia evidente che tutti questi casi hanno questa radice comune,
22:32che è il fatto dell'uomo di non riuscire a accettare che la propria compagna, moglie,
22:41madre, tutti questi legami che abbiamo visto in tutti questi casi sono nella iper grande
22:46maggioranza parenti, conoscenti, a volte vicini di casa, ricordo un caso particolare,
22:52quindi hanno tutti questi legami ed è il fatto di non poter accettare che queste persone
22:56che si considerano una propria proprietà, praticamente un proprio possesso, sfuggano,
23:02se ne vadano, decidano per se stesse e questa è la cosa più tragica, quando una donna
23:10decide di vivere libera viene uccisa perché non può, perché non può concepire di essere
23:15qualcos'altro e questa cosa è evidente che sia questo.
23:20Te lo chiedo in chiusura visto che mi rimangono 30 secondi, pensi che se riusciamo a cambiare
23:25questa radice qualcosa cambierà effettivamente?
23:30Sì senza dubbio, se noi intanto iniziamo a parlare in maniera più aperta dei nostri
23:36sentimenti, se iniziamo a smetterla di rendere un tabù certe cose, certe emozioni, penso
23:43che la prima cosa sia iniziare a parlarne e in questo per me gioca un ruolo anche parlare
23:48della sensibilità, delle emozioni maschili, anche quello è un effetto del patriarcato,
23:55non viene mai permesso di parlare sinceramente di come ci sentiamo e perché, iniziamo a
24:00fare questo passo piccolo ma che in realtà per me la radice sarà tutto lì nel riuscire
24:05ad approcciarci innanzitutto noi stessi in maniera non violenta e quindi nel vivere relazioni
24:10molto più umane, molto più non violente. Di noi volevo anche dire che come bruciamo
24:18tutto stiamo creando una coalizione perché vogliamo portare un'avvertenza al governo
24:23che è un reddito di liberazione, una misura economica di sostegno immediato, accessibile
24:28a tutte le persone socializzate come donne che subiscono violenza nelle proprie case
24:34e stiamo costruendo questa avvertenza insieme ad altre realtà, quindi siamo impegnate a
24:39creare una coalizione e poi a portare di nuovo il 25 novembre prossimo, venturo, una grande
24:47mobilitazione dove far sentire anche la nostra resistenza civile e la nostra radicalità
24:54anche. Ti ringrazio davvero di cuore, vi è stato molto interessante approfondire
25:01questo tema insieme a te, ci occorrerebbe molto più tempo per trattare un tema di questo
25:08tipo perché le sfaccettature sono davvero tante, in sostanza però possiamo dire una
25:13cosa che uccidere una donna è sempre sbagliato, qualsiasi sia il motivo alla base, non esistono
25:19giustificazioni, grazie davvero per essere stata in nostra compagnia. Grazie mille a
25:24voi, buona giornata. A presto. Ci fermiamo per un brevissimo momento di pausa e torniamo
25:30tra pochissimi istanti, ma alleggeriamo decisamente il tiro parlando di arte e cultura con una
25:35rassegna che parte tra pochissimi giorni, a tra poco.