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La prima parte della videoconversazione tra Kaballà e Franco Zanetti

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Musica
Trascrizione
00:00Che guru che sei! E' tempo che non ci si vede, eh?
00:09E' tempo, caro Pippo, in arte caballà. Senti, mi sorprende questa decisione di ripubblicare
00:20Petralavica, che è l'occasione per la quale ci parliamo, ma poi parleremo anche di altre
00:25cose. Mi sorprende perché tu non mi hai mai dato la sensazione di essere un nostalgico.
00:31Ma infatti ti è arrivata un po' quella piccola storia che ho scritto. Infatti io,
00:41come vedi, ho resistito molto a questo. L'ho scritto, se tu l'hai letta. Ho resistito
00:46a questo un po' perché non sono assolutamente un nostalgico e poi devo dire che è diventata
00:59un'occasione di festa. Sono state una serie di tali coincidenze che ci ho messo due anni a
01:07decidere. E' tutta una serie di coincidenze e di amici che mi sono stati intorno e devo dire
01:18poi alla fine dico sì, ne valeva la pena, ma non come operazione nostalgia, ma come una sorta di
01:27festa, come un compleanno. Non so come dirti, la sto vivendo con molta rilassatezza. Anche
01:35perché Petra Lavica, è vero, fu buttato questo seme, ma io ho tutto sommato questo seme che poi
01:43non è esclusivamente mio, è anche un'operazione collettiva, io ora sono agli inizi Franco,
01:49quindi ho fatto tante altre cose. Però questo fiore, questo seme, l'ho sempre coltivato. L'ho
01:57sempre coltivato nel senso che poi io Petra Lavica mi ha sempre inseguito nella vita,
02:01specialmente in questa ultima parte, perché poi ho cominciato a fare tanto l'autore e tante altre
02:07cose. E in questa ultima parte, forse perché è cambiata un po' la mia vita, i miei figli sono
02:12grandi, come diceva Fossati, fra un disco e l'altro c'è di mezzo la vita. Ci metteva tanti
02:17anni a fare il disco. Ci sono tanti inediti che, ecco, questa è una cosa molto importante che io
02:24non ho mai in realtà voluto pubblicare, perché poi sono cambiate le cose nella musica, sono
02:31cambiato io. Però la voglia del palcoscenico e di raccontare la mia terra mi ha sempre accompagnato.
02:40E quindi Petra Lavica è chiaro che faceva parte sempre di un po' del mio repertorio.
02:45Fammi spiegare, per quelli che non lo sanno, che nel 91 magari molti di quelli che ci stanno
02:51vedendo e ascoltando non c'erano. Nel 91 esce questo album, Petra Lavica, che all'uscita non
02:59fa grandi vendite, come d'altra parte non avrebbe nemmeno potuto, era troppo particolare. Però nel
03:06tempo è diventato uno dei momenti più significativi della parte di world music, come si dice adesso,
03:17nata dall'Italia. Rileggevo adesso poco fa le note del disco e ho visto che fra i partecipanti
03:26al disco c'è anche il guru Mauro Pagani, cosa di cui avevo perso memoria. E quindi c'è anche
03:35la benedizione per Interposto Pagani di De Andrè, di Cresa De Ma e tutto quanto. Quindi è stato
03:42veramente un disco importante, anche se ha avuto una nascita particolare perché nasce da te con
03:48un dj radiofonico? Sì, nasce da me con un dj radiofonico e poi con un collaboratore storico
03:58di Fabrizio De Andrè, Massimo Bottola. In realtà infatti è un'opera collettiva. Io scrivevo
04:06canzoni, io scrivevo canzoni pop. Il dj radiofonico era un po' il mio scopritore. Una
04:15sorta di mio mentore, mio manager. Io ero veramente molto ignaro di tutta questa cosa
04:21qua, cosa che adesso dopo tanti anni so bene cos'è il mercato e cos'è tutto. Ed è stato
04:27un po' tante cose. Il dj radiofonico in realtà non aveva tanta cultura musicale, aveva tanta
04:37cultura musicale e aveva questa grande volontà inespressa di creatività. Tant'è che ha scritto
04:45assieme a me tante cose. L'altra colonna era colui che aveva fatto quella parte di De Andrè,
04:55che per me era tanto cara come ascoltatore, come fan. Per cui questi due pilastri mi hanno
05:01sostenuto tantissimo creativamente in questa cosa qua. Poi c'era la mia volontà, il mio studio e
05:09la mia sicilianità. Ecco, io ci ho messo quello che loro giustamente non avevano, non essendo
05:14siciliani. Il dialetto sono state due cose. Il sentimento, la ripresa di rapporto con la mia
05:24isola che si era spezzata. Noi siciliani abbiamo un rapporto controverso, io moltissimo. E la voglia
05:32di dire delle cose nuove. La voglia di dire delle cose nuove è la war music. In realtà Mauro Pagani
05:36ce lo siamo rubati perché era nell'altra sala, quella importante che faceva Google. Ce lo siamo
05:46derubati, questo povero sconosciuto tramite Lucio Fabri che fungeva da coordinatore. Ci prendevamo
05:53tutto il meglio che c'era per portare avanti questo discorso. Ecco, mi dico solamente che
05:59abbiamo, parlo sempre al plurale perché eravamo appunto, ero con il DJ radiofonico, l'operatore
06:06di musica e il cantautore, e avevamo delle idee molto precise che nascevano più in Europa che
06:17in Italia. In Italia ce n'era. E poi la stella cometa di Cresa de Mare e di tutto quello che
06:27si sarebbe mosso nei dialetti. Tu hai lavorato con uno che fra l'altro ha cantato e scritto,
06:37anche lui nel suo dialetto veneto con Bubola. Come si sono sposati le due lingue nel lavorare?
06:50No, le due lingue in realtà non si sono sposate. C'era la conoscenza culturale della lingua. Hai
06:58detto bene lingua perché chi produce letteratura, insomma poi il discorso è lingua. Il veneto ha
07:04prodotto goldo, ha prodotto letteratura. No, ci siamo incontrati prima di tutto in questa volontà
07:12che Massimo e Gianni avevano di andare a scoprire lì cosa ci stava in questa nicchia di dialetto
07:22che la Sicilia non aveva ancora nel pop. Diciamolo francamente, mi picco almeno di questo.
07:31Sì, se non nel folk tradizionale, Ciccio Busac, c'è quella roba lì.
07:36C'era il folk tradizionale, lì non lo tocca nessuno, Rosa Balistreri, Ciccio Busac,
07:43insomma il Taberna di Lenzo, tutto il folk degli anni settanta vicino alla nuova compagnia. La
07:49grande tradizione che continua con molta forza. Però questa eresia pop oltre al sentimento ci
07:58portava a guardare realmente quello che stava succedendo in Europa e in Italia, per certi
08:03versi, in alcuni punti succedeva quella pittura fresca, per esempio. Massimo era un cultore,
08:09un cultore lo era, allora anche dell'Irlanda, di quello che succedeva per esempio con le lingue
08:17celtiche che non erano lingue e l'inglese. Insomma, tutta questa cosa veramente era un
08:23fascino per quel gruppo di lavoro. Io lo rappresentavo come siciliano, diciamo, ecco la
08:29punta che cantava in siciliano ero io, è chiaro che non poteva essere Massimo che comunque aveva
08:35la sua carriera e Gianni che aveva la sua carriera insomma radiofonica e tutto quello che è. Però,
08:42ma ecco, Massimo mi è stato da maestro nel senso che io scrivevo canzoni, no? Io già scrivevo
08:48canzoni, era una mia grande passione. Però voglio dire, io ho assorbito tanto in quel momento
08:55storico, no? Ho assorbito tanto anche di lezione della scrittura, di lezione dell'arrangiamento,
09:01di lezione... poi mi è servita nel tempo a fare il mestiere che ho fatto, spero di averlo fatto
09:06sempre con, insomma, poi con gli alti e i bassi, con tutto quello che comporta l'essere un artista.
09:14Poi il live, io Pietro Lavica l'ho fatta sempre dal vivo, tante canzoni di Pietro Lavica,
09:19anche rivisitate, anche con innesti di letture, di mondo culturale siciliano che comunque mi
09:29appartiene. Ecco, ritornando alla tua prima domanda che cos'è tutto questo, non vorrei
09:34chiamarlo operazione nostalgia, tu che mi conosci. No, infatti ho esordito dicendo strano perché tu
09:41sei uno che ha sempre guardato a domani più che a ieri, no?
09:44Beh sì, allora vogliamo dire una cosa, vediamo se tu mi suffraghi in questa cosa qui. Forse
09:52questa operazione di ieri è sempre un'operazione di domani, perché Pietro Lavica guardava a domani
09:57e quindi forse il gioco di far riprendersi quello ieri che era domani e che non ha potuto essere
10:05tanto domani nel momento in cui è uscito, forse era un po' in anticipo.
10:09Tu che ricordi hai della registrazione? Ho visto dalle note del disco che alla fine
10:16avevate deciso di tenere praticamente una prima esecuzione senza rimaneggiarla tanto.
10:21Sì, il ricordo è questo, abbastanza nitido. In realtà io, Pietro Lavica era un unicum,
10:34non esistevano le altre canzoni, era un unicum che era nato in questa visione di sentimento,
10:42nel mio viaggio in Sicilia, in questa visione di collaborazione musicale. Ed è stato un provino,
10:49una cassetta ferma, circa un anno. Per me, guarda faccio anche un paragone un po' strano,
10:58che non volevo fare, che non ero nemmeno tanto sicuro di essere un cantante. Per me era una
11:09sorta di unicum, anche per la forma destrutturata della canzone, come ben sai, strofa, ritornello,
11:17intanto è stato usato fessissimo per colone sonore, per quello che è l'evocazione. Per me
11:24era una sorta di, sembra presuntuoso dirlo, inno. Era una sorta di canzone, tant'è vero che lo
11:32proposi in Sicilia, ma anche quello era un po' troppo avanti, azzardato. Lo proposi come una
11:38sorta di canzone che dovevamo cantare in tanti, in siciliani, poteva essere una colonna sonora,
11:44e mi ritornò indietro questa palla, francamente. Rimase lì questa canzone che affascinò Bubola,
11:51che entrò nel progetto a pie pari, e a quel punto esisteva questa canzone. Chi lavorava per me mi
11:58disse, beh ma insomma esiste questa, la canzone non va da nessuna parte, nel senso che era
12:04abbastanza complicato, perché non ne facciamo un progetto con altre canzoni. Quella cosa lì,
12:13ecco perché, e lì c'è una cosa strettamente tecnica, perché quando si è registrato tutto
12:20di nuovo, quando abbiamo fatto Petra la vita di nuovo, io non la seppi cantare più così,
12:26c'è scritto, Senardi volle che si pubblicasse da quel sentimento, lasciamo il provino, tant'è,
12:38ti dico un'altra cosa tecnica, che sento un provino, non c'è il basso, in quella canzone
12:44non fu suonato il basso, tuttora non esiste il basso. Quando noi la facemmo in maniera più figa
12:51da disco è venuta fuori una cosa Pink Floydiana che rimane. Allora abbiamo fatto retromarcia e
12:58abbiamo detto facciamola strumentare questa qui, con questi ingressi un po' jazzy, un po' di Amedeo
13:04Bianchi, c'era Demo Morsetti, gente che suonava bene insomma. E Petra la vita rimase il provino
13:11di sentimento che non seppi più cantare in quella maniera. Forse adesso la so cantare molto meglio,
13:18se veramente mi è cambiata la voce, mi si è abbassata, forse la canto molto meglio.
13:24Senti, come nacque l'idea di far fare la copertina a ragazzi, studenti della scuola?
13:30Ma lì io ho avuto tante fortune, devo dire tante fortune, di avere dei discografici illuminati,
13:40perché giustamente chi più illuminato di Stefano Senardi, il visionario che peraltro non mi voleva
13:49nessuno, lui lo voleva il progetto di questo sconosciuto siciliano che andava lì, e una delle
13:55tante sue idee fu di coinvolgere, anche lui era un bel vulcanico, però già ci frequentavamo
14:03da anni. La parte finale degli Ottanta la fece Francesco Berlin, ci sono quel disco lì, tante
14:11altre cose che alla fine degli anni Ottanta succedevano a Catania. Io ero già nella musica,
14:16c'era tutta la storia del re, tutta la storia che conosciamo, tutte quelle cose lì. Stefano
14:22ebbe quest'intuizione di fare un piccolo concorso a questa scuola di grafica e i ragazzi che vinsero,
14:30ne arrivarono tanti i progetti. I ragazzi che vinsero avevano questa sorta di... ecco la
14:37tradizione dove entra di carretto siciliano con i sei quadri da cantastorie che raccontano la
14:45canzone. Non c'è nemmeno la mia fotografia nel disco. Non c'è la mia fotografia perché c'era
14:53questa forma di progetto, come si capiva, io stesso era abbastanza timido. Poi uscì negli
14:58spartiti perché allora si pubblicavano gli spartiti con tanto di pentagramma, bellissimo,
15:03quindi significa che facevamo musica, o che si faceva musica, non io, tutti. Adesso non so che
15:09spartiti si possano pubblicare. Lui ebbe questa idea, però nel disco nuovo, per esempio questa
15:21volta si apre a portafoglio, ci sono due mie fotografie, c'è questo... chissà,
15:27questo futuro piccolo c'è, la canzone è ancora attuale.

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