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Suo padre si chiamava William Godwin ed è stato un filosofo e scrittore politico, sua madre si chiamava Mary Wollstonecraft ed è stata una famosa femminista e autrice, ma non l’ha mai conosciuta perché morì poco dopo la sua nascita. Suo padre si prese cura di lei e delle sue sorellastre Fanny e Jane.

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Trascrizione
00:00Non solo Roma, le notizie dalla regione con Elisa Mariani. Bentornati a Non Solo Roma,
00:10parliamo di donne ora nei prossimi dieci minuti perché è tempo del nostro consueto collegamento
00:16del giovedì con la redazione di Pink Magazine Italia. Vi parliamo di donne che lasciano un'
00:22impronta nella storia in tanti campi. Chi ci segue sa che non trattiamo soltanto questioni
00:29legate alla letteratura ma anche ad esempio allo sport, alla scienza, alla divulgazione. Bene,
00:35oggi parliamo di una donna che ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura,
00:39soprattutto per gli amanti di questo genere che vi racconteremo tra pochissimi istanti. Intanto
00:44fatemi dare il bentornata a Cinzia Giorgio, direttrice di Pink Magazine Italia. Buongiorno
00:50a te. Buongiorno Elisa, buongiorno a tutti. Grazie Cinzia. Allora, devo dire, parliamo di
00:57una donna che ha scritto un capolavoro della letteratura mondiale, un capolavoro perché ancora
01:04oggi riesce a trasmetterci un messaggio importante, al di là del fatto che si tratta comunque di un
01:10genere letterario che magari non può piacere a tutti. Però secondo me è importante il messaggio
01:16che Mary Shelley ci ha lasciato in eredità. Esatto, stiamo parlando proprio di Mary Shelley,
01:23la mamma di Frankenstein. Il genere è quello gotico horror, però in realtà ci racconta tanto
01:34altro. Daniela qui racconta della vita soprattutto di Mary, perché ha avuto una vita un po' sfortunata,
01:42però con tanti input che le hanno permesso poi di dare alla vita questo capolavoro senza tempo.
01:54Pensa che tutto nasce, Elisa, da una scommessa, perché in un momento tranquillo della sua vita,
02:03sul lago di Ginevra, in una notte, così racconta la leggenda, di ottobre molto tempestosa, la
02:12classica notte gotica, Mary Shelley, il marito di Mary e Lord Byron stavano un po' raccontandosi
02:24delle storie di fantasmi come facevano spesso gli inglesi. Allora si decide di fare questa cosa,
02:32di fare una scommessa a chi scriveva, a chi avesse scritto la storia più inquietante. E indovina chi
02:40vince? Giustamente lei. Frankenstein ha quel non so che di spaventoso, in effetti, quindi scommessa
02:50vinta chiaramente anche a mani basse, diremmo. Sì, ma anche perché Byron alla fine non ha
02:56manco scritto niente, poi Polidoro ha scritto il vampiro, però ecco lei, poi ne è uscita vincitrice
03:04assoluta con Frankenstein, perché come appunto ci insegna anche il genere stesso, il genere horror,
03:11fa un perno sulle paure ancestrali e la paura dell'altro e la sfida dell'uomo contro se stesso,
03:19insomma dà vita all'ubus, al vero perno intorno al quale ruota la vicenda di Frankenstein che è
03:29una vicenda molto triste, l'accettazione del diverso, la bellezza che è oltre quello che si
03:36vede. Noi lo diciamo sempre in Pink, no Elisa? Lo diciamo anche spesso con te, non fermarsi all'apparenza.
03:44Secondo me è questo il messaggio che lei ha voluto lasciarci, cioè non fermarsi effettivamente
03:49all'apparenza ma accettare anche la persona diversa, che secondo me è un messaggio rivoluzionario da
03:56morire per l'epoca in cui lei scrive. Eh beh sì, Frankenstein è uscito nel 1818, per cui insomma era
04:06veramente un periodo in cui addirittura i disabili, non è il caso di Frankenstein, ma è un diverso
04:14anche lui, i disabili o comunque le donne o le persone che non erano nella norma, tra virgolette,
04:21venivano emarginati e si aveva addirittura vergogna di averli in famiglia in alcuni casi,
04:26per cui ecco che Mary che da sempre si era considerata un outsider, allora racconta la
04:34storia di un nuovo prometeo, cioè una persona che sfida, perché attenzione Frankenstein non è il
04:39mostro, Frankenstein è il dottore che crea il mostro, perché il mostro viene chiamato la
04:47creatura e quindi vedi nemmeno da una connotazione Mary negativa, lo chiama la creatura e questo è
04:57stupendo secondo me in un periodo in cui erano tutti, se non nella norma, erano tutti mostri,
05:05per cui insomma una rivoluzione anche nella nomenclatura Elisa. Assolutamente sì, poi insomma
05:11dato un po' un'occhiata alla sua biografia, lei ha avuto diciamo il terreno fertile, perché la madre
05:17era insomma una femminista convinta, il padre filosofo e scrittore politico, quindi insomma
05:24la sua casa pullulava un po' di pensiero moderno se vogliamo. Sì, guarda lei è nata da la femminista
05:34per eccellenza Mary Wollstonecraft, che però purtroppo muore per le conseguenze proprio del
05:40suo parto, del parto di Mary e mentre la matrigna non è così convinta che sia giusto farla studiare,
05:49invece per fortuna il padre insiste e Mary studia e ha a che fare con filosofi, letterati e conosce
06:00per sescelli proprio perché era un allievo del padre e poi vabbè fanno la fuitina come si dice
06:07in gergo, per cui poi dopo si innamorano, lui è sposato, ma insomma per ottenere il divorzio ci
06:14mette un pochino, però poi alla fine la storia è aglietto fine anche se persi scele di morire
06:22abbastanza giovane in un uccidente navale. All'epoca era molto più facile morire in teneralità
06:32rispetto magari ad oggi, però chiaramente io vorrei insomma invitare anche i nostri
06:37telespettatori e le nostre telespettatrici a terminare di leggere la storia di Mary Shelley,
06:42perché è davvero molto interessante, la trovate proprio sull'articolo scritto dalla nostra Daniela
06:48Pirelli che ringraziamo se ci sta se ci sta seguendo. Cambiamo totalmente argomento Cinzia,
06:54perché qui io avrò difficoltà, ti devo dire la verità perché mi viene già un po' da ridere,
06:59no? Le donne non sanno guidare, perché non sanno guidare? Secondo me sì sanno guidare,
07:06a questo parere parla la scienza, parla la scienza. Esatto, bravissima, lasciamo parlare
07:13la scienza e la scienza dice che gli incidenti in cui sono coinvolte le donne sono molto molto
07:19meno rispetto anche sull'autostrada rispetto agli incidenti in cui sono coinvolti gli uomini,
07:24quindi già questo potrebbe bastare lì. Tanto per cominciare. Noi parliamo di effetto Bader-Meinhof
07:33che sarebbe praticamente un'illusione di frequenza, siccome magari all'inizio noi non abbiamo sempre
07:40guidato nella nostra storia, abbiamo guidato sempre un po' meno, in alcuni periodi avevamo
07:46addirittura degli autisti che erano quasi sempre uomini perché avevano la possibilità di lavorare
07:52di più, semplicemente per questo, non perché le autiste non ci fossero, ma semplicemente perché
08:00non avevano la possibilità di farlo. Per cui questa illusione di frequenza in realtà è una
08:12sorta di magia per la quale, fammela spiegare così, per la quale tu quando per esempio vuoi
08:20prenderti un cane di una razza, improvvisamente lo vedi dappertutto, oppure quando devi fare i
08:26controlli al naso, al seno, improvvisamente vedi solo pubblicità che parlano di controlli medici.
08:32Ecco questa è un'illusione, in realtà ci fai più caso, ecco perché forse è dovuto proprio a questo
08:40effetto, a questa illusione di frequenza che appunto lo stereotipo, si è creato lo stereotipo
08:46su donna al volante, pericolo costante. In realtà non è così, non è assolutamente così. Gli
08:55stereotipi contro di noi ce ne sono tantissimi, ma questo è quello che ci dà forse più fastidio
09:00di altri, perché noi siamo prudenti alla guida, perché spesso e volentieri ci portiamo i figli in
09:08macchina, quindi insomma siamo prudenti, però nell'immaginario collettivo ogni volta che,
09:15ma noi stesse diciamo, ah vedi è un'altra donna che guida. È vero, è vero, questo è vero,
09:22noi lo diciamo, noi lo diciamo. Poi c'è il pregiudizio, secondo me questo è il più radicato
09:27di tutti, che le donne non sanno parcheggiare, per restare nel tema automobilistico. Le donne
09:33non sanno parcheggiare. Quando invece non è affatto così, perché anzi non è vero che non
09:39abbiamo il senso della misura e della proporzione, è anche vero che spesso, quello dipende tanto dalle
09:48mode però, quindi non c'entra niente il fatto di essere uomo o donna. Adesso si guidano queste
09:52macchine enormi anche in città, che non servirebbe magari, e quindi magari prendere le misure è un
10:02po' più complicato rispetto a un'utilitaria regolare o addirittura una libre macchina.
10:07Assolutamente sì, io comunque ricordo, per raccontare un episodio molto personale che
10:13riguarda la mia nonna, mia nonna ha preso la patente a circa vent'anni perché, e qui forse
10:20è il tratto distintivo un po' della mia famiglia, l'ha costretta mio nonno a prendere la patente,
10:25perché all'epoca, insomma siamo negli anni 50, nessuna donna portava la macchina dove insomma
10:32ha vissuto mia nonna e mio nonno invece le disse no tu va a prendere la patente e ci vai. E quindi
10:38mia nonna racconta sempre questa cosa, che in realtà era forse più femminista di lei mio nonno,
10:42non si sa. Il fatto è che mia nonna fu la prima a prendere la patente nel luogo dove viveva,
10:49quindi insomma c'è stata questa cosa molto controcorrente ecco. Tuo nonno era come il
10:57filosofo padre di William Godwin, appunto il filosofo padre di Mary Shelley, per cui...
11:02Vuoi darsi, però ci dà la misura di quanto insomma è stato difficile normalizzare tante
11:10tante cose. Cizia vado diretta perché insomma ci rimane poco tempo a disposizione, ci lasci con
11:16cinque consigli utili su cosa? Sulla moda ovviamente. Sulla moda, concludiamo sempre
11:23con una nota diciamo frivola, che poi frivola non è perché diciamo la moda è una cosa seria,
11:28ma poi ne parleremo, avremo modo di parlarne. Però ecco i cinque must have, cioè le cinque
11:33cose che ogni donna dovrebbe avere, quali sono? Allora io ne ho selezionate alcune e la prima
11:40innanzitutto è una collana di perle, tu ce l'hai oggi? Ecco qui, neanche a farlo apposta,
11:50per dovere di cronaca lo dobbiamo dire ai nostri telespettatori e telespettatrici,
11:54non ci siamo messe d'accordo. No, assolutamente, assolutamente. Tra l'altro hai fatto bene perché
12:00le perle danno luce, Chanel le emetteva sempre proprio perché danno molta luce, illuminano
12:06l'incarnato, per cui mi raccomando sempre una collana di perle piccole o grandi che siano,
12:12questo poi lo decidete voi, anche giri e giri di perle. Poi chiaramente un tubino nero,
12:21ogni donna dovrebbe avere almeno un tubino nero nel proprio armadio, quella che diciamo la giacca
12:30tinta unita, non deve mancare mai, almeno una giacca tinta unita, lunga o corta, questo dipende
12:38dal nostro tipo fisico, poi chiaramente il tacco 12, non può mancare, almeno un tacco 12,
12:45un bellissimo tacco alto, se non riusciamo a portarlo a spillo anche un po' più consistente
12:53va bene lo stesso e infine una hit bag, la hit bag è un po' costosa, perché sono le cosiddette
13:01borse iconiche che sono come la 2.55 di Chanel, la Kelly di Hermès, sono veramente molto costose,
13:11però oggi rappresentano ed è strano a dirsi, rappresentano però un buon investimento se le
13:17si tiene in un certo modo, dopo qualche anno valgono quasi il doppio, per cui magari un
13:22investimento diverso può essere una hit bag. Per collegarci un po' al tema precedente,
13:29non compriamo macchinoni giganti, compriamo borse giganti. E' perfetto, io aggiungerei un
13:38testo must have che piace tanto a me e evidentemente a Elisa che è il rossetto rosso.
13:44Quindi è importante sottolineare un aspetto, ci sono dei classici veramente cinzia che non
13:52muoiono mai, le perle, il tubino nero, il rossetto rosso, il profumo iconico di, ad esempio adesso
13:58viene in mente a me Chanel, però insomma ce ne sono tantissimi, quelle cose che hanno fatto la
14:02storia, anche nel nostro immaginario, che hanno ancora il loro grandissimo fascino. Grazie davvero
14:09Cinzia, consigli utilissimi, torniamo giovedì prossimo allora. A giovedì prossimo, grazie
14:14mille Elisa. Grazie a te, a presto. Non solo Roma, le notizie dalla regione con Elisa Mariani.

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