Cattani, ormai sotto ricatto e in pena per la vita di sua figlia, appena dodicenne, è costretto a sottomettersi ai voleri della mafia: depista le sue stesse indagini, e consegna agli uomini di Terrasini i fascicoli con le prove contro di loro, che tanto faticosamente aveva raccolto nel giro di mesi e attraverso complesse investigazioni, e persino è costretto a ritrattare le accuse su Cirinnà, dichiarando davanti al giudice che la pistola con la quale il killer ha cercato di ucciderlo gliel'aveva messa in mano lui. E tutto ciò tra il disappunto di Altero e di tutti quelli che credevano in lui. Inoltre Corrado viene costretto da Cirinnà ad allontanarsi da Titti, la quale sentendosi abbandonata di punto in bianco dall'uomo che amava e che la stava salvando dalla tossicodipendenza, sprofonda in una fortissima depressione, venendo ricoverata in una clinica psichiatrica; Corrado vorrebbe rivederla per poterle spiegare tutta la situazione, ma la ragazza è sorvegliata a vista dagli scagnozzi di Cirinnà ed è quindi inavvicinabile, prova dunque a mandare Anna a riferirle tutto, ma prima che questa riesca a raggiungerla, una notte Titti precipita giù dalla finestra della sua stanza, morendo sul colpo; la clinica liquida l'accaduto come un tragico suicidio volontario, mentre Cattani sospetta fortemente (ma non riuscirà mai a provarlo) che Titti sia stata uccisa per ordine di Cirinnà e Terrasini, il primo per averlo tradito con Cattani ed il secondo perché riteneva che la ragazza fosse divenuta ormai una testimone troppo scomoda.
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