Roma, 8 ott. (askanews) - La "vera emergenza del Paese è il Servizio Sanitario Nazionale" ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, presentando a Roma, in Senato, il settimo Rapporto della Fondazione, che quest'anno analizza le grandi criticità della sanità italiana.A partire dal divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 euro, rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell'Unione Europea, con un gap che supera i 52 miliardi; poi la crisi motivazionale del personale, che abbandona il Ssn; il boom della spesa a carico delle famiglie, cresciuta di oltre il 10%; i quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le gravi diseguaglianze regionali e territoriali, a cui fa seguito la migrazione sanitaria; e ancora i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati.Una crisi grave di sostenibilità, si spiega nel rapporto, frutto anzitutto del definanziamento attuato negli ultimi 15 anni da tutti i governi, che hanno sempre visto nella spesa sanitaria un costo da tagliare e non una priorità su cui investire in maniera costante. Inoltre, rispetto al 2022, nel 2023 i dati Istat documentano che l'aumento della spesa sanitaria totale (+4.286 milioni) è stato sostenuto esclusivamente dalle famiglie e la spesa per i "Servizi per la prevenzione delle malattie" si è ridotta del 18,6% (di ben 1.933 milioni di euro).La crisi del personale sanitario è senza precedenti: tra turni massacranti per mancanza di colleghi, burnout, basse retribuzioni, escalation dei casi di violenza, si va verso il punto del non ritorno, ha affermato Cartabellotta. Il sindacato ANAAO-Assomed stima che solo nel I semestre 2023 siano usciti dal lavoro 2.564 medici. Per Cartabellotta, inoltre, l'autonomia differenziata affonderà la sanità del Sud."Il Servizio Sanitario Nazionale costituisce una risorsa preziosa - ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - è pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute, nella sua duplice accezione di fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività".
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