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Milano, 3 ott. (askanews) - Il più evoluto e moderno sistema robotico per la chirurgia mininvasiva approda all'Istituto Nazionale dei Tumori: si chiama "Da Vinci Xi" e segna una svolta nella cura dei tumori - soprattutto quelli rari e complessi - perchè permette di eseguire interventi con un altissimo grado di precisione praticamente "su misura" del paziente, accelerando i tempi di ripresa post-operatoria."L'impiego di una chirurgia, di uno strumento robotico permette sostanzialmente di effettuare interventi con tecnica mininvasiva anche in distretti corporei che prima non erano accessibili con questa metodica - spiega ad askanews Alessandro Gronchi, direttore S.C Chirurgia dei Sarcomi e direttore del Dipartimento di Chirurgia Oncologica dell'Istituto Nazionale dei Tumori -. Naturalmente la tecnica mininvasiva ha il vantaggio di permettere una migliore qualità di vita del paziente perchè permette un recupero più veloce dopo interventi anche complessi"."E' un'innovazione perchè aumenta la qualità e la precisione dell'atto chirurgico, aumenta la visione all'interno, e permette una standardizzazione di alcune procedure complesse che vengono fatte, se non completamente, ma in autonomia dalla macchina - aggiunge Ugo Pastorino, coordinatore delle ricerche in Chirurgia Toracica all'Istituto Nazionale dei Tumori -. Significa ridurre le complicanze, ridurre i dolori, significa ridurre l'ospedalizzazione, permettere che i pazienti soffrano meno per l'intervento chirurgico senza compromettere le loro capacità di guarigione".Un cambio di passo importante per la chirurgia oncologica dell'Istituto Nazionale dei Tumori che ha portato all'adozione di nuovi e mirati modelli organizzativi."La macchina deve andare in una sala operatoria: abbiamo fatto una sala operatoria nuova e attrezzata. Ma la macchina e la sala operatoria hanno bisogno di uomini, hanno bisogno di medici, infermieri e anestesisti. E quindi abbiamo formato 52 persone in 3 mesi per utilizzare su 6 ambiti chirurgici, quindi su 6 branchie specialistiche, un nuovo strumento - sottolinea Carlo Nicora, direttore generale dell'Istituto Nazionale dei Tumori -. Perchè facciamo questo? Beh, facciamo questo per dare un'opportunità in più, l'opportunità in più ai nostri pazienti. L'Istituto vuole fare questo: non introdurre qualcosa di nuovo ma utilizzare l'innovazione per migliorare la propria capacità di curare i pazienti".Un investimento considerevole per l'Istituto Nazionale dei Tumori, reso possibile grazie alla generosa donazione effettuata, a titolo personale, da un'importante imprenditrice del settore energetico."Considero un obbligo morale dare il nostro contributo alla comunità nella quale abbiamo scelto di vivere - chiarisce Veronica Gusa de Dragan, presidente di Veroniki Holding -. E questo progetto è il risultato di un approccio etico e mirato volto a garantire che le migliori tecnologie, come il robot chirurgico, siano accessibili nel settore pubblico e a portata di mano per quelli che ne hanno bisogno".

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00:00Il più evoluto e moderno sistema robotico per la chirurgia minimvasiva approda all'Istituto
00:05Nazionale dei Tumori. Si chiama Da Vinci-XI e segna una svolta nella cura dei tumori,
00:11soprattutto quelli rari e complessi, perché permette di eseguire interventi con un altissimo
00:15grado di precisione, praticamente su misura del paziente, accelerando i tempi di ripresa
00:20post-operatoria. L'impiego della chirurgia di uno strumento
00:24robotico permette sostanzialmente di effettuare interventi con tecnica minimvasiva anche in
00:29distanti corporei che prima non erano accessibili con questa metodica. Naturalmente la tecnica
00:34minimvasiva ha il vantaggio di permettere una migliore qualità di vita sostanzialmente
00:39al paziente perché ne permette un recupero più veloce dopo interventi anche complessi.
00:44È un'innovazione perché aumenta la qualità, la precisione dell'atto chirurgico, aumenta
00:51la visione all'interno e permette una standardizzazione di alcune procedure complesse che vengono
00:58fatte, se non completamente, ma in autonomia dalla macchina. Significa ridurre le complicanze,
01:04ridurre il dolore, ridurre l'ospedializzazione, permettere che i pazienti soffrano meno per
01:11l'intervento chirurgico, però senza compromettere le loro possibilità di guarigione.
01:16Un cambio di passo importante per la chirurgia oncologica dell'Istituto Nazionale dei Tumori
01:21che ha portato all'adozione di nuovi e mirati modelli organizzativi.
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01:29quindi attrezzata solo e solamente, ma la macchina, la sala operatoria, cioè lo strumento e la struttura
01:36hanno bisogno di donne e uomini, cioè hanno bisogno dei medici, degli infermieri, degli anestesisti e
01:41qui abbiamo formato 52 persone in tre mesi per poter utilizzare su sei ambiti chirurgici,
01:48quindi su sei branche specialistiche, un nuovo strumento. Perché facciamo questo? Facciamo
01:54questo per dare un'opportunità in più, l'opportunità in più ai nostri pazienti e l'Istituto vuole
02:00fare questo, non introdurre un qualche cosa di nuovo, ma utilizzare l'innovazione per migliorare
02:06la propria capacità di curare i pazienti. Un investimento considerevole per l'Istituto
02:10Nazionale dei Tumori, reso possibile grazie alla generosa donazione effettuata a titolo
02:16personale da un'importante imprenditrice del settore energetico. Considero che è un obbligo
02:20morale di dare il nostro contributo alla comunità in quale abbiamo scelto di vivere e questo
02:27progetto è un risultato di un approccio etico e mirato, volto a garantire che le migliori tecnologie
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02:39che hanno bisogno.

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