Intervista a Giovanni Allevi

  • mese scorso

Category

🎵
Musica
Trascrizione
00:00Dice una cosa che generalmente divide e fa arrabbiare ed è quella che a volte le malattie
00:12vengono viste con una funzione anche catartica, positiva, perché riescono a tirar fuori da
00:19noi qualcosa che noi non sapevamo di avere e questa cosa magari indispetisce qualcuno
00:28perché invece dicono ma come fai a parlare bene di una malattia che comunque è qualcosa di negativo
00:34per definizione? Puoi chiarire la tua posizione da questo punto di vista? Ti ringrazio per la
00:42domanda, ti ringrazio. Ho cercato anche di affrontare questo tema divisivo e scottante,
00:49mi rendo conto che lo sia, nel libro I nove doni perché per esempio avvicinare alla
00:58malattia la figura del guerriero è un fatto problematico, mi rendo conto. Allora perché ci
01:09definiamo guerrieri? Perché con i malati oncologici ci abbracciamo e ci stringiamo ancora di più
01:17riconoscendoci in questa parola, ma semplicemente per farci un po' di coraggio. Io lo so che la
01:23malattia è sfiancante, che la malattia è esperienza del limite, è esperienza del male e della sofferenza
01:31e il male e la sofferenza non hanno un senso, purtroppo non hanno un senso. Saremmo degli
01:39angeli, saremmo degli esseri impalpabili e senza il corpo se fossimo in grado davvero di superare
01:48la malattia, però purtroppo è così. Siamo dotati di una materia che è corruttibile e siamo destinati
01:56a soffrire, anzi per esempio il buddismo ci dice che tutti soffriamo, tutti, tutti quanti. Allora
02:04ci facciamo coraggio, diciamo siamo dei guerrieri, magari non lo siamo, però ci facciamo forza su
02:13questo ed io mi sforzo, almeno cerco di aprire il mio cuore alla possibilità che la malattia
02:19possa regalarmi dei doni. Poi magari non è vero, però lasciatemi l'illusione che sia così.
02:29Questa cosa è bellissima, ti ringrazio molto. Grazie. Che emozione è riprendersi il palco,
02:38rincontrare le persone dopo insomma un periodo in cui sei stato lontano da tutto? L'emozione è
02:46sconvolgente, cioè entrare di nuovo in contatto con l'umanità, con questo affetto incredibile
02:54che la gente continua a darmi e soprattutto anche qui in Sardegna è bellissimo. Comunque
03:05è come se questa malattia non avesse mai interrotto il filo che mi lega al cuore della
03:12gente e adesso voglio viverlo tutto, voglio viverlo proprio con il cuore, con il cuore.
03:20Allora la sensazione che dai è che tu prima vivessi tutto all'ennesima potenza e adesso se
03:26esistesse qualcosa ancora di più forte e potente dell'ennesima potenza lo si potrebbe utilizzare
03:34per descrivere il fatto che dai l'idea di voler vivere la vita ogni istante senza perdere più
03:41niente. È cambiato qualcosa nel tuo approccio alla vita? Certo, certo, perché quando fai
03:47esperienza concreta della possibilità della tua fine le cose sono due, o ti fai prendere
03:56della disperazione oppure decidi di farti attraversare dalla vita come se non ci fosse
04:03un domani ed è una condizione, una condizione bella, drammaticamente bella che però adesso
04:13sento proprio nel cuore. Il MEDFEST al centro del Mediterraneo ha portato la tua storia ma
04:21anche un messaggio che questo mare è importante, qual è il tuo regame con il mare e quale
04:27messaggio può partire dal MEDFEST? Ma sì, ma è giusto questo messaggio che non è il mio,
04:34che è proprio quello del MEDFEST, noi tutti siamo abituati a pensare che le cose importanti
04:43avvengono nel nord dell'Europa, in questi in questi paesi freddi dove vengono prese le
04:51decisioni e invece il cuore della nostra tradizione, il cuore della nostra cultura
04:59è proprio intorno al Mediterraneo, è qui che l'uomo già nel VII-VI secolo a.C. ha fatto un
05:09balzo in avanti nella consapevolezza di quello che è l'essere, di quello che è il logos che
05:18tutti quanti ci abbraccia, di quella che è la filosofia. Esistevano delle idee meravigliose
05:25nel pantheon appunto delle divinità che custodivano e che abbracciavano con tenerezza i popoli che si
05:37affacciavano sul Mediterraneo. Mi piacerebbe, non so, magari è un sogno, però mi piacerebbe
05:42tanto che tornasse il Mediterraneo ad essere veramente il centro delle decisioni, il centro
05:48della bellezza, il centro del vivere e del futuro. Sono adriatico, però effettivamente i popoli che
05:57si affacciano sul mare si riconoscono perché comunque hanno un'attitudine a guardare lontano.
06:02La cultura per me è la solitudine che cerca un abbraccio, che cerca un abbraccio. Anzi,
06:13mi spingo un po' oltre, è la solitudine che trova un abbraccio. Questo deve essere. Non
06:22ne posso più delle logiche di sopraffazione, delle divisioni. La cultura è sempre un ponte,
06:28una tensione verso l'altro. Magari partiamo da qui per creare un mondo più bello. Ecco,
06:37proprio in contrapposizione con le divisioni e con le polemiche che attraversano il nostro
06:42quotidiano, da questo punto di vista è cambiato anche il tuo approccio? Prima magari te ne facevi
06:51più un problema, adesso forse hai imparato a fartele scivolare? La divisione nei confronti
07:02dell'altro nasce sempre dalla paura. Quando noi abbiamo paura allora ci chiudiamo al riccio ed
07:09ecco nascere quindi la divisione. Poi a un certo punto, quando arriva un'esperienza come quella
07:15della malattia, viene catapultato in una dimensione ancora più profonda, dove non c'è
07:21più la divisione, ma c'è proprio la solidarietà verso l'altro, il massimo rispetto della differenza,
07:28la scoperta della dignità dell'altro. Bisogna passare attraverso la malattia per acquisire
07:39questa nuova consapevolezza. Credo che sia uno dei doni che la sofferenza e la fragilità mi
07:46hanno fatto e mi piacerebbe che ci fosse un'inversione di tendenza, perché se davvero
07:53vogliamo costruire un mondo più bello, dobbiamo prima di tutto riconoscere la dignità dell'altro,
08:00indipendentemente dalle differenze, dal suo stato sociale, da dove viene e dalle
08:09differenze e dalla geografia, perché l'umanità è una.
08:13Secondo le statistiche, il mio futuro non può spingersi troppo in avanti, ma noi non siamo
08:22persone che entrano dentro una statistica, per carità. Il mio futuro non può spingersi
08:28troppo in avanti, quindi il mio domani piuttosto è un presente allargato, che voglio vivere più
08:38intensamente possibile. Io voglio farmi attraversare dalla vita, dove se non ci
08:45possiamo mai. Prendere a mozzi la vita e mangiarla.
08:48Non così da nunziano, non fa parte della mia personalità. Dove però ogni alba è una promessa
09:06e ogni tramonto è un arrivederci. Vi voglio ringraziare tantissimo di questo incontro che
09:23abbiamo fatto, suonando un ultimo brano che si intitola appunto Tomorrow, che è domani,
09:29questo presente allargato, questo domani vicino, che è un brano che ho scritto su quel letto d'ospedale.
09:59Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org