Giuditta Brattini
Il dramma del popolo palestinese
Crescere Informandosi, incontra Giuditta Brattini, cooperante volontaria nella città di Gaza, ai nostri microfoni per fare il punto su quanto sta accadendo in Palestina.
Dall’inizio del conflitto a Gaza ed in tutta la Palestina ben 17.000 bambini sono morti e con loro moltissime donne. Pochi gli ospedali funzionanti. La situazione è drammatica ed anche gli aiuti stentano ad arrivare.
Nonostante le prese di posizione dell’ONU il mondo occidentale si gira dall’altra parte e fa finta di non vedere e non sentire.
Il dramma palestinese sembra senza fine ed ogni giorno i morti aumentano ed in molti ormai parlano di genocidio. Termine molto duro ma estremamente vicino alla realtà dei fatti.
Qual’è la reale situazione a Gaza oggi? Quali le maggiori criticità che vi trovate di fronte per aiutare il poolo palestinese? Com’è cambiata la vita dei bambini palestinesi? Continuando il conflitto, Hamas si rafforzerà o ridurrà il suo peso? Quanto manca al popolo palestinese un uomo come Arafat? Quali le responsabilità del mondo occidentale? Quale soluzione per far terminare questo conflitto che dura ormai da troppi anni?
Queste e molte altre le domande e gli aspetti affrontati nel corso di questa intervista.
Il dramma del popolo palestinese
Crescere Informandosi, incontra Giuditta Brattini, cooperante volontaria nella città di Gaza, ai nostri microfoni per fare il punto su quanto sta accadendo in Palestina.
Dall’inizio del conflitto a Gaza ed in tutta la Palestina ben 17.000 bambini sono morti e con loro moltissime donne. Pochi gli ospedali funzionanti. La situazione è drammatica ed anche gli aiuti stentano ad arrivare.
Nonostante le prese di posizione dell’ONU il mondo occidentale si gira dall’altra parte e fa finta di non vedere e non sentire.
Il dramma palestinese sembra senza fine ed ogni giorno i morti aumentano ed in molti ormai parlano di genocidio. Termine molto duro ma estremamente vicino alla realtà dei fatti.
Qual’è la reale situazione a Gaza oggi? Quali le maggiori criticità che vi trovate di fronte per aiutare il poolo palestinese? Com’è cambiata la vita dei bambini palestinesi? Continuando il conflitto, Hamas si rafforzerà o ridurrà il suo peso? Quanto manca al popolo palestinese un uomo come Arafat? Quali le responsabilità del mondo occidentale? Quale soluzione per far terminare questo conflitto che dura ormai da troppi anni?
Queste e molte altre le domande e gli aspetti affrontati nel corso di questa intervista.
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NovitàTrascrizione
00:00Giuditta Brattini, cooperante volontaria nella città di Gaza, ha i nostri microfoni per fare
00:25punto su quanto sta accadendo in Palestina. Qual è la reale situazione a Gaza oggi?
00:31Grazie di questa intervista che mi dà l'opportunità ancora di parlare di Palestina
00:40e anche nel tentativo di dare qualche elemento in più e qualche approfondimento sulla situazione.
00:47Io riporto i dati del Ministero della Salute di Gaza che ieri ci parlano di 41.272 martiri,
00:55di cui 17.000 sono bambini, e 95.551 feriti. Dal canto su le Nazioni Unite che stanno
01:05monitorando con attenzione dal 7 di ottobre l'evolversi della situazione, ci riportano che
01:13in sei mesi oltre 10.000 donne palestinesi sono state uccise a Gaza, tra cui 6.000 madri. Perché
01:23ci ha dato questo dato le Nazioni Unite? Perché ci stanno parlando di più di 19.000 bambini che
01:31resteranno orfani. Quindi, oltre alla distruzione che noi sentiamo, oltre ai morti, i dati che ho
01:40appena riportato, c'è quest'altra realtà che interesserà l'infanzia dei bambini di Gaza. A
01:50Gaza oggi di 36 ospedali pubblici solo 32 sono ancora, diciamo così, non più operativi,
02:03perché sottoposti sia ad aggressioni continue, ma soprattutto per la mancanza di materiali sia
02:11sanitari che attrezzature. Ci sono anche i distretti sanitari, ne avevamo 119 in tutta
02:21la striscia di Gaza e solo 70 sono rimasti più o meno operativi, ma anche questi con mancanza di
02:28materiali per cui le cure dirette sia ai feriti, ai malati cronici, ai malati oncologici, sono
02:38pressoché bloccate. Dobbiamo poi ricordare che settimanalmente nella striscia di Gaza entravano
02:47250 convogli di aiuti umanitari. Dal 7 di ottobre gli aiuti umanitari sono stati praticamente
02:56quasi sospesi e Israele sta utilizzando anche la fame per portare avanti questa sua guerra
03:05nella striscia di Gaza. Ecco perché si è parlato di genocidio in corso, un termine molto importante
03:15che non va utilizzato in maniera semplicistica, ma la situazione che oggi noi stiamo vedendo
03:23nella striscia di Gaza e che la Corte internazionale di giustizia sta indagando ci
03:30parla proprio di un genocidio in corso, perché non c'è solo una distruzione di strutture, scuole,
03:36ospedali, abitazioni, c'è proprio una volontà di fare una pulizia della popolazione, quindi colpire
03:44il più possibile la popolazione della striscia di Gaza perché vedete affamare la gente, togliere
03:55la possibilità della cura e quindi indurre la popolazione ad una sopravvivenza in queste
04:04tendopoli, in queste scuole Urua che vengono continuamente peraltro bombardate sebbene
04:09dichiarati luoghi sicuri. Ecco questo la Corte internazionale di giustizia ha un grande compito
04:17da indagare ma tanti elementi ci danno già l'idea che siamo di fronte ad un vero e proprio genocidio.
04:24Giuditta, la vostra attività di cooperanti prosegue in modo incessante, voi cercate di
04:32aiutare la popolazione palestinese in ogni modo rischiando in ogni momento la vostra vita. Quali
04:40sono le maggiori criticità che vi trovate di fronte? Innanzitutto noi stiamo operando
04:47nella striscia di Gaza con i nostri partner locali, in particolare noi stiamo portando
04:53attraverso un progetto che è finanziato anche con l'Otto per Mille della Chiesa Valdese,
04:59stiamo portando aiuto a quei feriti che vengono dimessi dagli ospedali quando ancora avrebbero
05:05bisogno invece di cure. Abbiamo anche provveduto a forniture di latte in polvere perché purtroppo i
05:14bambini, la mamma già nel periodo della gravidanza è malnutrita ma il bambino ovviamente al momento
05:21della nascita ha bisogno di maggiori vitamine e quindi un aiuto. Abbiamo quindi provveduto con
05:30la fornitura di oltre 600 confezioni di latte in polvere, ci stiamo preparando per portarne
05:37altre così come abbiamo fatto pacchi di genere alimentare che sono stati distribuiti alle
05:42famiglie, alle famiglie sfollate. Tu mi parli di rischi ed è proprio così, i rischi maggiori sono
05:49per i nostri team che si muovono sul territorio con grande difficoltà perché sono sottoposti a
05:56continui bombardamenti, difficoltà proprio di spostamento perché l'esercito israeliano ha
06:02distrutto le infrastrutture, le vie di comunicazione e quindi ecco i rischi anche per il nostro team
06:09e sono rischi quotidiani. Basta ricordare il bombardamento che ha visto la morte di sette
06:18cooperanti umanitari che stavano portando aiuti alimentari alle famiglie palestinesi. Ecco quindi
06:27mi sento di dire quello che in passato scrivevo quando andavo nella strisce di Gaza, a Gaza la
06:34morte ti cammina vicina, in qualsiasi momento tu puoi essere soggetto ad un bombardamento ti trovi
06:42nel posto diciamo sbagliato. Oggi si trovano tutti nel luogo e nel posto sbagliato. Prima hai accennato
06:51al gran numero di bambini che sono stati uccisi dall'inizio di questa guerra, dagli attacchi
06:58israeliani, ma com'è cambiata la vita dei bambini rispetto a prima dell'inizio del conflitto?
07:05Guarda, rispetto ai dati che ho dato prima voglio aggiungere quello di Save the Children di qualche
07:12settimana fa che ci parla di 21.000 bambini e bambine dispersi nel caos della guerra. Ci parla
07:21di 4.000 bambini ancora sepolti sotto le macerie e un numero non definito di bambini e adolescenti
07:28che si trovano prigionieri perché abbiamo anche queste situazioni che poco vengono raccontate
07:38perché anche c'è una difficoltà nel raccogliere le informazioni e quindi tramandare anche dati
07:46che siano poi sicuri. Ma i bambini sicuramente dall'inizio di questa aggressione hanno perso
07:54la protezione sanitaria, con l'interruzione delle vaccinazioni ad esempio i bambini sono
08:02diventati tutti molto più vulnerabili. Il fatto che nel mese scorso sia stato accertato il primo
08:08caso di polio, dopo 25 anni che la polio nella striscia di Gaza era scomparsa, la dice lunga
08:16sull'insicurezza sanitaria per i bambini. Adesso stanno facendo, Israele ha concesso
08:25delle pause umanitarie per poter fare queste vaccinazioni, mi permetto di dire che ha concesso
08:34localmente delle tregue tra virgolette di bombardamenti nel corso della giornata ma
08:41in realtà non ha neanche rispettato del tutto questo quanto aveva promesso. Ma non solo,
08:48nel frattempo ho chiesto alla popolazione continuamente di evacuare, per cui anche per
08:54portare le vaccinazioni c'è stata una grande difficoltà per reperire le famiglie che
09:02continuamente appunto si sono costrette a sfollare. Oggi i bambini, ecco un'altra cosa
09:13molto importante, nelle nostre missioni a Gaza in particolare si poneva attenzione all'aspetto
09:21sanitario ma anche la dispersione scolastica. Era una cosa cui ci tenevamo in maniera particolare
09:28perché per noi la cura è molto importante, il benessere fisico è importante ma è altrettanto
09:34importante l'educazione. Oggi noi ci troviamo di fronte a 45.000 bambini di sei anni che avrebbero
09:42dovuto andare al primo anno di scuola. Questi bambini non potranno andare a scuola così come
09:49non potranno rientrare nelle scuole i 625.000 alunni che dal 7 di ottobre hanno dovuto abbandonare
09:58la scuola. Cosa ci dice questo? Ansia, incertezza da parte delle famiglie in primis, ma per i
10:10bambini ai quali diamo la massima attenzione continuiamo a pensare che ci sia il rischio di
10:17una marginalità per loro e un rischio anche di sfruttamento. Quindi ecco le ripercussioni di
10:27questo ormai è quasi un anno di attacchi israeliani contro la popolazione nazista di Gaza. Ecco tutto
10:34questo sicuramente rende meno sicura la quotidianità e soprattutto il futuro.
10:41Ritieni che continuando questo conflitto con tantissimi morti innocenti tra i palestinesi,
10:50donne, bambini e anziani, come abbiamo detto fino a poco fa, Hamas possa ottenere più consensi e
10:57quindi diventare sempre più forte nonostante le perdite che gli sono state inflitte da Israele.
11:03Allora io vorrei fare un passo indietro. Nel 2006 ero osservatore dell'ONU nella
11:10striscia di Gaza per le elezioni. Queste elezioni furono molto libere,
11:17molto democratiche e furono vinte da Hamas. Furono vinte non solo nella striscia di Gaza
11:22ma nell'intera Palestina. L'allora leader di Hamas Ismail Agnei andò a Ramallah per esercitare
11:31diciamo così il suo il suo potere, quello che lui aveva, poteva portare come contributo dopo
11:42il risultato elettorale. Sappiamo come sono andate le cose. Il mondo, gli Stati Uniti in
11:47primis, Israele e l'Europa hanno alzato gli scudi rispetto alla vittoria di Hamas con il
11:57ragionamento che è un gruppo islamico terrorista. Per me che sono stata presente a quelle elezioni
12:04mi sono immediatamente chiesta ma perché allora mettere un partito a delle elezioni democratiche
12:10unitamente a tutti gli altri partiti. Si era esclusa la jihade islamica ma la jihade islamica
12:15non partecipa mai alle elezioni. Allora perché ammettere un partito quando poi nel momento in
12:21cui mi vince le elezioni questo viene immediatamente dichiarato terrorista. Non è che dopo il 2006 la
12:31popolazione nella striscia di Gaza ma non solo anche nei territori occupati abbia guardato a
12:35Hamas come un soggetto terrorista o comunque da tenere distante. È uscito in questi giorni un'ultima
12:45ricerca fatta da un'organizzazione palestinese, il Palestinian Center for Policy and Survey Research.
12:54Loro da quando è iniziato questa aggressione 7 di ottobre stanno facendo delle indagini con
13:03la popolazione proprio per comprendere come stanno vivendo come sentono l'evoluzione. Allora
13:11i dati che sono stati rilevati tra il 3 e 7 di settembre scorso ci riportano che il 54% sostiene
13:22ancora che l'azione del 7 di ottobre sia stata un'azione dovuta, che era da fare. È un punteggio
13:31diciamo una percentuale che è diminuita rispetto a sei mesi prima quando il 71% dei palestinesi
13:38si è intervistati nella West Bank che nella striscia di Gaza ci dicevano che erano d'accordo.
13:44È evidente che questa situazione sta amesso o avrebbe dovuto agli occhi dell'opinione della
13:55comunità internazionale avrebbe dovuto mettere in crisi Hamas. Oggi il 90% ritiene innanzitutto
14:04che Hamas non abbia commesso i crimini, sempre secondo l'indagine del centro di ricerca citato
14:11prima, il 90% è convinto che Hamas non abbia commesso i crimini di cui è stato accusato e
14:20un 36% ci sta dicendo che Hamas continua a essere il primo partito visto diciamo con favore
14:30dalla popolazione palestinese, a seguire col 21% Fatah e poi tutti gli altri. Quindi questo è per
14:38dire che Hamas sicuramente, soprattutto questi dati, si sono abbassati a sfavore di Hamas nella
14:47striscia di Gaza ma è comprensibile rispetto a quello che la popolazione sta fatendo e soprattutto
14:53al fatto che non si vedono delle prospettive di una soluzione dignitosa. Io penso che questi
15:0141 mila morti, forse saranno molti di più, questi ci chiedono una risposta dignitosa alla
15:10questione palestinese. Io ero a Gaza il 7 di ottobre e personalmente non mi ha sorpreso
15:20un'azione così forte contro la politica di oppressione e di occupazione dell'Israele. Era
15:28da mesi che, forse anche di più, vorrei quasi dire dalla fine della grande marcia del ritorno
15:35a dicembre 2019, che nei miei viaggi a Gaza percepivo che la popolazione era stanca. La
15:42grande marcia del ritorno, guardate, è stata molto trascurata nel suo senso pieno e nel suo
15:49significato. In realtà ci ha detto che la popolazione tutti i venerdì andava disarmata
15:56a chiedere il diritto al ritorno, a chiedere che ci fosse la libertà di movimento, che non ci fossero
16:04più i controlli a cui la popolazione era sottoposta e non c'è stato nessuno della
16:10comunità internazionale che abbia voluto farsi carico e dare voce anche, mi permetto di dire,
16:19a quello che i palestinesi ci stavano chiedendo. E non erano i partiti, sono manifestazioni che
16:26sono nate con una volontà di spinta sociale alla quale i partiti, le ONG, hanno tutti aderito. Ma
16:34era la popolazione che ci dava ancora una volta, ancora una volta ci chiedeva il diritto
16:39all'autodeterminazione. Noi non possiamo pensare di risolvere i problemi nel mondo con i finanziamenti.
16:46I finanziamenti portano e fanno proliferare la corruzione. I palestinesi sanno cosa vuol dire
16:56questo. I palestinesi fino al 2019 con quelle grandi manifestazioni ci hanno chiesto i nostri
17:05diritti, il nostro diritto all'autodeterminazione. Io credo che il silenzio della comunità
17:09internazionale abbia pesato molto su quanto è avvenuto poi il 7 di ottobre. Sia chiaro,
17:18lo voglio dire, onde evitare dei fraintendimenti. Nessuno vuole la morte e nessuno può essere
17:25d'accordo sull'uccisione di 1200 civili israeliani, soldati, ma dobbiamo ricordarci
17:37quello che da 76 anni il popolo palestinese sta subendo attraverso la pulizia etnica.
17:44E quindi mi sarebbe piaciuto, mi piacerebbe, credo che piacerebbe a tanti, che questa
17:50attenzione, che questa condanna noi l'avessimo vista in questi ultimi 76 anni. Per puntualizzare
18:03ulteriormente quanto tu stai dicendo, abbiamo assistito in questo ultimo conflitto alla
18:10follia in cui l'ONU dichiara certe cose ma il mondo occidentale, l'ONU condanna Israele ma
18:19il mondo occidentale si gira dall'altra parte facendo finta che il genocidio di cui tu prima
18:25hai parlato non esista. A questo punto non sappiamo come è possibile utilizzare un atteggiamento del
18:35genere. Io credo che è una domanda importante che dobbiamo porciola. Ha ancora senso di esistere
18:43l'ONU in queste condizioni? Certo. Questa è una domanda che dobbiamo farci con onestà perché
18:52l'ONU va rivisitato e rivisto nel suo agire. Abbiamo un Consiglio di sicurezza che emette
19:01delle risoluzioni vincolanti che non vengono mai rispettate. Ci sono delle risoluzioni di cui
19:08abbastanza il veto di uno dei cinque paesi indicati dalle Nazioni Unite e anche lì non
19:18si può proseguire con eventuali condanne. Quello che si sta consumando oggi purtroppo
19:26anche a livello internazionale è mandare in coma il diritto internazionale. Io sono convinta che la
19:35sovranità dei paesi è molto importante, ma se non la base sul diritto internazionale, sul
19:42significato pieno del diritto internazionale, i paesi si sentiranno liberi come Israele di
19:48commettere qualsiasi crimine. Io credo che questa dovrebbe essere una delle prime cose che l'ONU
19:54dovrebbe porre ai paesi che fanno parte delle Nazioni Unite, cioè il rispetto del diritto
20:03internazionale. Oggi abbiamo una corte penale internazionale con un suo procuratore che per
20:10altro come la procuratrice che lo aveva preceduto è stata sottoposta a minacce da parte di Israele.
20:21Cosa ci chiede oggi il procuratore della corte penale? Oggi ci chiede una condanna per i
20:30rappresentanti dello Stato di Israele, nelle persone di Gallant e Netanyahu, così come per
20:35il leader di Hamas. È evidente che c'è stata un'alzata di scudi anche qui su questa richiesta
20:45nei confronti di Netanyahu e Gallant, ma dobbiamo anche ragionare e cominciare a chiederci è veramente
20:52uno Stato democratico quello di Israele che dal 2018 si basa su uno Stato nazionale ebraico e
20:59quindi riconosce solo i diritti all'ebreo e non agli altri cittadini. Possiamo noi ritenere uno
21:06Stato democratico israele dove c'è un'applicazione di un colonialismo di insediamento, ma non solo
21:12di insediamento, ma di esclusione della persona dalla vita sociale? Perché è questo che sta
21:17avvenendo e non avviene solo per gli arabo-israeliani, avviene anche per gli stessi
21:23cittadini israeliani considerati di serie B. Abbiamo questa povera Corte internazionale di
21:33giustizia che dovrebbe rispondere sulla Convenzione e il rispetto della Convenzione sul genocidio.
21:41Abbiamo visto come si è barcamenata, le possibilità che si è data perché anche con l'ordinanza 192
21:51di gennaio, laddove dice Israele deve moderarsi negli attacchi, deve, ma tutte queste non sono
22:03neanche sentenze, tutte questi pareri restano inapplicati. Noi e la Corte penale internazionale,
22:11se non avremo dei giudici dell'AIA che porteranno avanti la questione, resterà a un punto morto,
22:17così pure come per la Corte internazionale di giustizia che forse aspetteremo anni per avere
22:26un parere se questo è stato un genocidio compiuto ai danni della popolazione palestinese. Giudita,
22:35quanto manca oggi al popolo palestinese un uomo come Arafat? Arafat aveva un grando carisma,
22:43era una persona che sapeva farsi rispettare. Oggi quello che manca, a mio avviso, ai palestinesi è
22:51avere una leadership credibile. Guardate, l'ANP, l'autorità nazionale palestinese,
22:59non è credibile, ma non lo dico io, lo dicono anche qua i sondaggi, non è più riconosciuta
23:06come un'entità che possa rappresentare i diritti dei palestinesi. Basti ricordare che l'ANP è quel
23:17soggetto che, in termini di sicurezza, nei territori occupati, collabora con l'esercito
23:24israeliano nell'arresto dei palestinesi, nell'incarcerazione, quindi sia oggi quello
23:33di cui il popolo palestinese ha bisogno è una leadership credibile. Abbiamo visto anche l'ultimo
23:41tentativo di tutte le fazioni, 19 fazioni palestinesi, ma com'è possibile? Com'è
23:48possibile in 19 fazioni palestinesi poter riuscire seriamente a trovare una persona che
23:56le rappresenta? Sono stati in Cina pochi mesi fa, lo erano stati mesi prima in Algeria e prima
24:02ancora in Russia, per trovare degli accordi, un accordo fra di loro, per trovare un denominatore
24:09comune che li potesse portare davanti alla comunità internazionale, ma fino a che non ci
24:16sarà una persona credibile, dubito che la comunità internazionale vorrà veramente prendere seriamente
24:23in conto le richieste dei palestinesi e questo è un danno ovviamente per la causa palestinese.
24:29Si parla del prigioniero Marwan Barghouti di cui anche Hamas sarebbe d'accordo nel suo
24:34riconoscimento, l'ANP ha messo dei vetri ad esempio su questo nominativo. Quindi anche tutte
24:40le difficoltà all'interno delle fazioni palestinese non danno ragione alla causa palestinese e io
24:52credo che il popolo palestinese non se lo meriti perché è un popolo resistente, lo vediamo, come
24:57si sa, riorganizzare non nella resilienza pelosa dell'accettazione dell'aggressione ma in una
25:05resilienza che li vede tutti i giorni pronti ad affrontare gli attacchi, a ricostruirsi la vita
25:13quotidianamente. Io l'ho vissuto tre settimane nei campi profughi di raccolta di sfollamento
25:20con loro e non c'è nessuna volontà di accettare quanto sta accadendo. Guardate lo Shifa Hospital
25:28è stato bombardato, hanno arrestato medici, ne hanno ammazzati, assassinati anche durante la
25:36prigionia eppure lo Shifa Hospital ha riaperto il pronto soccorso, ha riaperto una parte della
25:47dialisi per i malati cronici. Questo cosa ci fa dire? Ci fa dire che la volontà del popolo
25:55palestinese c'è di rimettersi in gioco, ci sono professionalità, quindi quello che adesso noi
26:01abbiamo bisogno è assolutamente che questo genocidio venga fermato e si rimetta la
26:09popolazione palestinese nella condizione di tornare a vivere, a ricostruirsi. Senti, in conclusione,
26:18a tuo giudizio, alla luce anche della tua esperienza e delle tue conoscenze, questo
26:26questo conflitto che va avanti, che non è soltanto questo ultimo, ma come hai ricordato te va avanti
26:33ormai da 76 anni, riuscirà in un modo o nell'altro a terminare? Ci sarà una soluzione?
26:44Quale a tuo parere potrà essere la soluzione per far cessare queste ostilità? Io voglio partire
26:55ancora una volta da questi dati che appunto di questa ricerca recentissima, come ti dicevo, i
27:00dati di una ricerca, di un sondaggio dal 3 al 7 di settembre. Il 59% dei palestinesi intervistati
27:11ci dicono che guardano ancora ad uno Stato, cioè alla soluzione di avere uno Stato dentro il quale
27:21in maniera democratica, laica, possano convivere i cittadini di diverse religioni. Quindi il 59%
27:31guarda adesso la soluzione di uno Stato. La soluzione dei due Stati, che gli accordi di
27:39Oslo ci volevano dare, sappiamo bene quanto sono stati discussi questi accordi di Oslo,
27:44quanto non furono condivisi da alcuni partiti come il fronte popolare, Hamas, non condividero
27:52la soluzione dei due Stati. Ma oggi io credo che questa è l'unica soluzione alla quale noi
28:00possiamo guardare. C'è da lavorare sicuramente e io credo che il primo sforzo sarà proprio quello
28:06di portare a convivere palestinesi con israeliani dopo questo genocidio. Questo è un altro grosso
28:20problema. Quindi due Stati diversi, due popoli e due Stati. Sì, ma i due popoli e i due Stati non
28:28è più accettabile come soluzione. Nel senso che come facciamo oggi? Basta guardare il territorio
28:36della Palestina. Basta che guardiamo questo. Non ci sono confini. Israele non ha mai avuto confini.
28:44Parliamo di uno Stato che non ha confini, perché non li ha mai avuti. Dall'occupazione del 1967 e
28:51l'ONU ripetutamente, anche con risoluzioni vincolanti, non ha riconosciuto quell'occupazione,
28:59Israele ha continuato a stare dentro l'occupazione dei territori del 67 e si è allargato con i suoi
29:0630 insediamenti, i suoi 700 mila coloni che sono oggi nei territori popolari. C'è un
29:13assetto territoriale che non ci permette oggi di pensare a due Stati e io credo che anche
29:21l'opinione pubblica palestinese, ma questo dato ci dà il 59 per cento che guarda a un unico Stato,
29:28ci dice che quella è l'unica soluzione. C'è da lavorare sicuramente, ma non è con i genocidi
29:33che possiamo portare a una soluzione di un unico Stato. Ma io faccio anche una domanda che va
29:41oltre. Perché avere uno Stato, una nazione ebraica? Perché allora dall'altra parte potrebbe
29:50sorgere la domanda di uno Stato islamico. Qui siamo su una linea rossa ma abbiamo,
30:01stiamo correndo anche dei rischi a non comprendere bene il significato di riconoscere uno Stato
30:10nazione solo per gli ebrei e dall'altra parte potremmo trovarci ad una medesima richiesta.
30:18Io credo che gli Stati democratici non si basino né su religioni né su altro, ma si basino su
30:29i fondamenti della democrazia laddove i cittadini sono tutti uguali. Se non teniamo questo come
30:35ago della bilancia, io credo che corriamo il rischio, come dall'altra parte la comunità
30:44internazionale non guarda e volentieri ad altri Stati del Medio Oriente religiosi,
30:50non possiamo correre lo stesso rischio adesso in Palestina. Quindi sulla Palestina storica
30:58una convivenza su un unico Stato, io penso che quella potrebbe essere l'unica soluzione.
31:10Mi permetto di dire un'unica cosa perché è interessante anche questa di come il mondo
31:16ci vuole far passare per terroristi e criminali alcuni e altri no. Già dalla nascita dello Stato
31:27di Israele parlavano di un Israele dal mare al fiume. Questo è stato ribadito nello Statuto
31:40del Likud nel 1977, dove ci dice uno Stato di Israele che vada dal mare al fiume. 1988,
31:52lo Statuto di Hamas ha detto la stessa cosa. Questi li abbiamo chiamati terroristi,
31:58negazionisti del diritto allo Stato di Israele di esistere. Non abbiamo detto la stessa cosa
32:05degli israeliani nei confronti dei palestinesi. Io credo che il mondo abbia sempre usato due
32:13pesi e due misure nei confronti dei palestinesi. Ci sono grosse responsabilità. Quello che noi
32:20possiamo fare è oggi quello di continuare a portare avanti, come ho detto prima, l'importanza
32:27del diritto internazionale. Perché se affossiamo anche questo, lo stiamo già mettendo in coma con
32:33quello che stiamo vedendo in Palestina, sia nei territori occupati che nella striscia di Gaza,
32:39penso che l'umanità non avrà una prospettiva felice nel prossimo futuro.