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Il campione paralimpico dei 100 stile libero, Antonio Fantin, racconta le emozioni vissute a Parigi e la sua vita di tutti i giorni con la voglia di mettersi sempre in gioco (Stefano Arcobelli)

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Trascrizione
00:00Allora è un po' come stare sulla Tour Eiffel, in una giornata come questa è stato anche un simbolo di serenità, capacità di analisi molto molto bella, come si diventa campione, come si vince, come si arriva, ecco a mente fredda Parigi cos'è stata per te rispetto ad altre esperienze diciamo in Vasca, rispetto ad altri Eurin,
00:29rispetto all'Olimpiade, rispetto all'Olimpiade, cos'è stato di diverso a Parigi?
00:33Grazie, io l'ho vissuto molto più, per me è stata Parigi molto più a misura d'uomo, almeno per quanto mi riguarda, nel senso che Tokyo era la mia prima Olimpiade, arrivavo con il dover vincere, avevo vinto due mondiali, avevo il record del mondo, almeno nei 100 stile libero, nei 400 stile libero ero stato imbattuto e quindi sentivo proprio la necessità di vincere, le mie gare non arrivavano più perché erano alla fine del programma,
00:59come qui, del resto a Parigi, mentre a Parigi è stato più un voler vincere, un desiderio di farlo, un voler inseguire di nuovo un sogno, voler vissare il successo di Tokyo, cercare di farlo con un record del mondo che non è arrivato per poco, però è arrivato per il record paralimpico, l'oro, costruire tutto un percorso diverso, con una consapevolezza diversa, per questo dico più a misura d'uomo per quanto mi riguarda,
01:25perché mi sono sentito un po' meno piccolo di quello che mi sono sentito a Tokyo quando entro in questo stadio e sai di essere ad un'olimpiade.
01:34E' una nazionale di superstar, da Barlam a Raimondi, alle ragazze, tu come ti corruti, qual è il ruolo, qual è l'atteggiamento, la condizione, anche la forza agonistica di Antonio?
01:55Quello di pensare che c'è sempre un'opportunità, c'è sempre qualcosa da poter cogliere, io mi sono sempre confrontato più che con le medaglie è con i tempi, lo facciamo tutti i giorni in allenamento ed è quello che ho cercato, cerco di pensare ad ogni gara,
02:13ad un'olimpiade con l'obiettivo di tornare a casa con un oro o più di un oro, però l'obiettivo vero è contestare sempre il tempo, il mio obiettivo era il doppio record del mondo, non è arrivato per poco,
02:30però sono sicuro che questo modo di pensare possa essere mio, ma di tutti noi, quindi Antonio si colloca come quel ragazzo che è iniziato nel 2017 sorprendendo un po' tutti perché negli ultimi 50 metri di un 400 stile a un mondiale a 16 anni era riuscito a rimontare più di 5 secondi se non sbaglio,
02:54ed è quel ragazzo che è cresciuto e si colloca al centro come tutti noi di questo gruppo, perché questo gruppo è fatto di tutti noi ed è la forza di questo gruppo,
03:08ognuno ha la sua unicità, la sua caratteristica, forse il mio modo, il come vivo le gare è diverso da tanti altri miei amici perché poi sono diventati amici nel senso di più quando hai fatto il segnale della testa,
03:26io ho sempre avuto un rapporto più umano che sportivo con le gare, c'è sempre stato un dietro o un retro della medaglia a cui volevo dedicarla qualcuno perché volevo che fosse la ciliegina sulla torta di un anno più complicato di altri,
03:47lo è stato l'anno scorso con il record del mondo dopo un intervento che era impegnativo, lo è stato questando perché era la prima olimpiade dopo questo intervento, lo è stato a Tokyo perché era la prima fraolimpiade e soprattutto perché arrivo e arrivo ogni volta davanti a quel blocco come quel bambino che non voleva entrare in arco,
04:08quindi il fatto che se all'inizio non siamo capaci di fare una cosa o non ci piace non è detto che non faccia per noi.
04:15Infatti sei anche un po' simbolo di resilienza in questo senso, sei un messaggero di chi magari non parte sicuro per vincere, come dicevi prima che all'inizio non volevi neanche tuffarti, non ti piaceva proprio l'acqua e invece adesso l'acqua ti ha portato alla gloria.
04:32Sì, tutto si può nella vita se si vuole, anche le cose in cui ci sentiamo meno capaci, in cui ci sentiamo meno adatti sono giuste per noi se sappiamo trovare il giusto spirito e il giusto tassello per renderle nostre.
04:51Un'altra curiosità, spendi i riflettori, fantini tutti i giorni, è diverso da quello che si racconta pubblicamente?
05:01E' ugualissimo, altrimenti non sarebbe Antonio, io ho sempre pensato che il nuoto sia e fosse sia, perché lo è ancora, una bella parentesi della mia vita, ma c'è tutto il resto attorno, non dico dietro, ma attorno,
05:18perché io do la stessa importanza al nuoto come a tutto ciò che cerco di fare, centellinando le risorse, le energie, ma cercando di valorizzare tutto, perché sono convinto che spesso si dice, fai una cosa e falla bene, ma in realtà più cose fai, meglio le fai,
05:36perché sai di poter contare su meno tempo, sai di poter, diciamo, essere in grado di lavorare su più pronti, di essere più vario, più ricco di cose, perché conosci più persone, hai la possibilità di imparare conoscenze nuove, inserirle dentro quello zaino assieme alle medaglie certo, ma quelle stanno sopra le medaglie, i rapporti umani stanno sopra le medaglie,
06:02quindi Antonio della vita di tutti i giorni è quello che si racconta sempre, perché altrimenti non serve Antonio, perché Antonio come prima cosa ha sempre posto l'autenticità, la veridicità in tutto, ed è il motivo per il quale poi ogni giorno entro in acqua e l'ho fatto a Parigia.

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