• 3 mesi fa
Trascrizione
00:00Chiara Valerio è una delle intelligenze della cultura italiana, mobile, scientifica e dioretta.
00:10Dopo il successo di Chi dice, Chi tace, torna in libreria per Ainaudi un suo romanzo del 2009,
00:15La gioia piccola d'essere quasi salvi, che era anche sugli scaffali della libreria di
00:19Festivalettoratura a Mantova. Credo che questo quasi salvi, al netto del verso di Amelia Rosselli
00:24da cui è preso, significa che si può galleggiare nonostante un sacco di ferite, nonostante un sacco
00:29di pesi, nonostante un sacco di zavorre e che la salvezza in fondo non è una cosa per sempre,
00:34si può salvare per un poco e poi di nuovo torna ad essere non salvati. Quindi questo sì e sono
00:39contenta che sia riuscito adesso, dopo che Chi dice, Chi tace ha portato scauri sulla bocca e
00:45nei pensieri di un sacco di persone. Molti lettori portano anche molte attenzioni e le
00:49prese di posizioni pubbliche di Chiara Valerio sono seguite, quanto i suoi libri, da ammiratori
00:54e ovviamente detrattori, ma se le chiediamo di dire chi si sente oggi come autrice, come persona,
01:01la risposta è da scienziata. Purtroppo di mio fugo rifugo alle definizioni. Tutti quegli anni a
01:06studiare matematica, pensando che le definizioni ti diano la possibilità di comprendere il mondo,
01:10invece ti danno la possibilità di definirlo e dopo semplicemente questo, di segnare una
01:14cinematica, poi una volta che hai segnato i posti, le definizioni danno la possibilità di definirlo
01:19un po' tautologico, però non ti danno la possibilità di comprenderlo, ma in qualche
01:22modo di muoverti dentro. Poi la comprensione ha a che fare più col corpo, con il movimento,
01:26con l'incontro con le altre persone, quindi io dalle definizioni sfuggirei sempre,
01:30però lettrice me la tengo come definizione. Lettrice, ecco alla fine, per fortuna si torna
01:37sempre lì, in quello che è uno spazio di libertà estrema, nel quale Chiara Valerio si muove fedele
01:43e anarcoide, come Cioran, anche verso se stessa. L'idea di dover corrispondere a un tema mi fa
01:50inquietudine, a me piace pensare e mi piace pensare di poter cambiare idea. Mi piace pensare
01:55che non esista una posizione definitiva rispetto a una questione, ma che si possa continuare a
02:00discutere. Mi piace pensare che ci sia qualcosa, svoltando l'angolo, su una concezione, per esempio
02:06su Virginia Woolf, solidissima che ho, che mi viene smentita. Ecco io in fondo cerco la smentita,
02:10cercando la smentita non posso godere, diciamo, delle posizioni di premazia percepita, mitomanica
02:16o attribuita che ho. Le interviste a un certo punto finiscono ed è giusto così, però alle volte
02:23è davvero un peccato.

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