Il 2024 è il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti (nato a Fratta Polesine). Il 19 luglio cade l’anniversario della morte di Curzio Malaparte, che nel caso Matteotti ebbe un ruolo chiave: testimoniò a favore del capo della squadra omicida, Amerigo Dumini, contribuendo a una sentenza più morbida. Rita Monaldi e Francesco Sorti scavano nel vero movente dell’omicidio: il petrolio e le tangenti versate al regime fascista dalla compagnia americana Sinclair Oil per sfruttare i giacimenti italiani. (Testo tratto «Malaparte – Morte come me» (Baldini & Castoldi), già finalista al Premio Strega. La voce è dell'attore Giuseppe Pambieri. A questo link la versione integrale.
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NovitàTrascrizione
00:00tecniche di un colpo di Stato. Era il giugno del 1924. Io, Curzio Malaparte,
00:10era un giovane fascista, un giovane scrittore, 26 anni, a caccia di gloria. Il futuro prometteva
00:15cose meravigliose e a Roma faceva caldo, molto caldo. Il portone del palazzo vicino al Tevere
00:23si era aperto e il deputato socialista Giacomo Matteotti era uscito nell'aria unta e polverosa
00:29del pomeriggio romano. Aveva sotto braccio la borsa, la famosa borsa di pelle con i documenti
00:35riservati e si dirigeva verso il suo ufficio, alla Camera dei Deputati. Doveva dare gli
00:41ultimi ritocchi al discorso, l'intervento più importante della sua vita. Lo andava
00:46limando da settimane perché tutti sapevano che con quel discorso, carico di accuse tremende,
00:54il governo di Mussolini poteva cadere. Aveva già denunciato apertamente davanti a tutti
01:00i parlamentari le violenze dei fascisti, gli assassini politici, le intimidazioni contro
01:05l'opposizione, la corruzione del regime, le malversazioni, i brogli elettorali. Ora
01:11voleva affrontare Mussolini con un nuovo discorso, ancora più spietato, ancora più micidiale.
01:17Voleva parlare della Sinclair Oil, degli affari sporchi di Mussolini, del petrolio.
01:26Gli sarebbero toccati poca gloria e molti rischi, non lo sapeva benissimo. Era l'unico
01:33avversario serio di Mussolini, non per i voti che prendeva, i fascistini prendevano molti
01:39di più, ma perché era bello, era bello nel suo combattere una causa persa, mentre i suoi
01:46compagni lo abbandonavano, bello perché giovane, ricco, di buona famiglia, lo chiamavano social
01:52milionario, bello perché spergiudicato e idealista, bello perché solo, era elegante,
02:00ricco, aristocratico e solitario, là dove Mussolini era goffo, proletario e osannato
02:06dalla folla. La ceca, la squadra segreta dei sicari di
02:12Mussolini, lo aspettava sotto casa di Matteotti già da ore, il governo giurava che la ceca
02:18non esisteva, che aveva lo stesso nome della polizia politica sovietica perché era solo
02:25una trovata dei giornalisti socialisti e dimenticava che anche Mussolini era un socialista.
02:32Il ballo quel giorno era diretto da Amerigo Dumini, Dumini detto nove omicidi, assassino,
02:43spia e trafficante d'armi, il mio buon amico Amerigo Dumini da Saint Louis, Missouri, padre
02:50italiano e madre inglese, era mio amico Dumini, una volta lo avevo persino voluto come padrino
02:57in un duello.