Lo screening per il tumore al polmone consente di scovare la malattia nelle fasi più precoci, quando maggiori sono le possibilità di cura, grazie alla chirurgia e alle terapie farmacologiche. Al punto che, racconta Federico Spandonaro, professore aggregato dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata e presidente del Comitato scientifico C.R.E.A. Sanità, i pazienti intercettati grazie allo screening possono guadagnare fino a oltre sette anni di sopravvivenza. ."Ma la diagnosi precoce consente anche di risparmiare, perché i farmaci per le fasi più avanzate sono molto più costosi - spiega l'esperto - oggi sappiamo che lo screening è costo-efficace: non solo si guadagna vita ma si spende anche meno". Una ulteriore conferma dell'efficacia di programmi di screening nelle persone più a rischio - forti fumatori ed ex fumatori - dopo gli studi pilota avviati da tempo. L'appello degli esperti ora è che tutte queste prove servano a indirizzare lo sviluppo di un programma di screening a livello nazionale. "Una sfida che ogni regione è chiamata a declinare a suo modo, ma serve una forte operazione di regia centrale da parte del Ministero della Salute, per garantire equità di accesso", si augura Francesco Perrone, presidente AIOM. Senza dimenticare, aggiunge, che la lotta al fumo prima ancora che con la prevenzione secondaria, si fa con quella primaria, interrompendo la dipendenza. .Interviste di Anna Lisa BonfranceschiRiprese di Santiago Martinez De Aguirre
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