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Rubbiano (Parma), 14 giu. (askanews) - La ricetta è sempre la stessa, ma il prodotto è di gran lunga migliorato dal giorno in cui il basilico è entrato la prima volta negli stabilimenti di Barilla. In trent'anni il pesto alla genovese confezionato sottovuoto ha visto crescere le vendite del 500% e ora detiene circa il 38% del mercato globale. Il 15% del venduto rimane nel mercato interno, l'85% finisce sugli scaffali e sulle tavole di mezzo mondo. "Il prodotto che assaggiamo oggi non è lo stesso del 1994, siamo arrivati al prodotto di oggi con tanti piccoli passi, garanzia di qualità e tecnologia e continueremo a migliorarlo continuamente" ha spiegato Matteo Gori, presidente della categoria sughi Gruppo Barilla.Circondato dai campi di basilico, nel 2012 è nato a Rubbiano lo stabilimento dedicato alla produzione di sughi e pesti, il più grande e sostenibile d'Europa. Qui vengono trasformate ogni anno oltre 55mila tonnellate di pomodoro e basilico proveniente da 37 agricoltori e realizzate 84mila tonnellate di prodotto. Con un investimento di 28 milioni di euro è stata lanciata nel 2024 la quinta linea di produzione in grado di produrre fino a 18mila tonnellate di sughi all'anno. Una linea completamente digitalizzata: attraverso un QR code il consumatore è in grado di risalire a tutta la filiera, dalla raccolta fino al confezionamento. "Controlliamo i campi dal momento della semina al raccolto - ha spiegato Gianfranco Salati, responsabile qualità e tecnologia dello stabilimento Sughi Gruppo Barilla -, controlliamo personalmente i laboratori: vanno a fare dei prelievi controllano la materia prima, facciamo controlli in accettazione della materia prima, la seguiamo in tutto il nostro processo produttivo, facciamo controlli di processo durante la lavorazione, abbiamo dei controlli di qualità in linea che verificano appunto tutti i nostri parametri chimico e fisico e solo alla fine dei nostri controlli potrà essere sbloccato il prodotto". Per i 30 anni del pesto Barilla è stato realizzato un murale artistico di oltre 800 metri quadri creato da Marianna Tomaselli sulla facciata principale dello stabilimento. "Le persone" - ha detto il vicepresidente dell'azienda Luca Barilla - sono quell'ingrediente "straordinario" che sta alla base della qualità di tutti i prodotti: "Noi abbiamo sempre lavorato tanto e poi negli ultimi anni non abbiamo raccontato le nostre storie reali, professionali all'interno dei nostri uffici, dei nostri stabilimenti - ha detto Luca Barilla -. Dobbiamo farlo di più in modo che la gente sia più consapevole di quanto lavoro, quanti sacrifici, quanta innovazione e quanta qualità ci stanno dietro ai nostri prodotti".A Rubbiano lavorano 400 persone, di cui 110 assunte negli ultimi quattro anni. "Ogni anno noi investiamo più del 3% dei nostri costi complessivi del personale in formazione per seguire lo sviluppo delle persone che sia adeguato rispetto allo sviluppo anche della tecnologia che entra nelle nostre fabbriche" ha aggiunto Giovanni Palopoli, vicepresidente Meal Solutions Europe Operations Gruppo Barilla.Entro il 2025, a Parma, a fianco del quartier generale di Barilla, sarò concluso il polo per ricerca, sviluppo e qualità che ospiterà 200 persone.

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