Più di 20 “figuranti” tra i dodici e gli ottant’anni ieri sono scesi in piazza a Sesto San Giovanni per un flash mob che ha rievocato gli scioperi che nel 1944 dal primo all’otto marzo hanno bloccato le fabbriche di Sesto e di tutto il centro nord Italia. Operaie e operai, tecnici e impiegati smisero di lavorare compiendo un atto di sabotaggio, perché all’epoca dell’occupazione nazi-fascista lo sciopero non era un diritto. Sesto, come dice il brano letto in piazza, estratto da una comunicazione del Comando Presidio Militare di Monza, era il cancro della Lombardia, una città rossa e sovversiva la cui popolazione maschile doveva essere deportata in Germania. E così fu, con una repressione immediata e violenta, 570 cittadini dell’area industriale di Sesto furono deportati nei lager nazisti e 233 morirono. ANED ANPI e VENTIMILA LEGHE hanno ricordato il coraggio di quegli uomini e quelle donne
Category
🗞
Novità