• 9 mesi fa
Trascrizione
00:00 Eccola qua la Versilia, si balla al Gatto Nero, al Carillon, ma c'è un locale che pubblica
00:06 artisti già fanno carte false per frequentare e il suo nome è La Bussola.
00:11 Io e Andrea Soldani eravamo parecchi anni, diciamo più di dieci anni, anche di più,
00:17 che pensavamo all'analizzazione di un qualcosa che raccontasse, indicasse in maniera esaustiva
00:26 e precisa la vita di mio padre, la sua ipopoea con La Bussola e con La Bussola Domani Dopo.
00:32 Chiaramente anche proprio con Andrea avevamo già fatto manifestazioni, proprio con Gianni
00:36 Minà, dedicata a mio padre, per la RAI, però con questa nuova esperienza siamo entrati
00:42 più all'interno del personaggio.
00:45 Io come autore, chiaramente con il regista Andrea Soldani, sono, come ho molto volte
00:50 scherzato con Andrea, sono andato anche io in analisi durante queste riunioni perché
00:54 anche se sono il figlio, ho lavorato con lui, si sa un po' di tutto, ma mi sono trovato
00:59 di fronte a delle testimonianze, a delle cose che avevo anch'io sottovalutate.
01:07 Con Andrea è stata esporsa mangiando sul mare della Versilia, abbiamo detto "quest'anno
01:14 è l'anno, proviamo".
01:17 Abbiamo provato combinazioni, il 2023 corrispondevano ai 30 anni della scomparsa di mio padre e
01:27 il 2025 ci faremo una grande festa, per i 100 anni che compierà.
01:32 L'abbiamo ideata, pensata e con Andrea siamo rivolti subito a quelli che potevano essere
01:38 i migliori partner per un lavoro del genere che è la Luxvide di Luca e Mattietti Bernabè,
01:44 che sono una forza importante nel settore del film.
01:48 Con Andrea abbiamo incontrato il direttore generale Valerio Florespino che ha subito
01:53 sposato per tutta la Luxvide questo progetto, che subito anche Ray Cinema ha sposato a piena,
01:58 siamo partiti in questa avventura.
02:01 È nata che siamo andati io, Soldani, i due autori, Simone De Rita e Giuseppe Scarpa
02:07 in un appartamento, abbiamo preso tutti i cartoni che tenevano una marea di cose in
02:13 casa di mia madre, li abbiamo sparsi e abbiamo cominciato a guardarli e da lì è stato di
02:18 topo tutto.
02:19 Non c'era niente del genere in Italia all'epoca.
02:23 Un sogno inarrivabile.
02:25 La chiesa della musica.
02:27 Quando cantavo la brusola con la paura.
02:35 Tutto nasce in questo modo, nasce veramente in un appartamento in Versilia che abbiamo
02:42 affittato per 3-4 giorni insieme agli autori.
02:45 Ci siamo ritrovati lì, ho chiesto a Mario e anche io personalmente sono andato con lui
02:50 a casa della sua mamma, nel garage, dove potevano esserci elementi interessanti.
02:56 Li abbiamo raccolti in qualche scatolone, li abbiamo portati in questo appartamento,
03:01 li abbiamo aperti e abbiamo cominciato noi stessi come autori e anche Mario.
03:06 Questo viaggio è incredibile, perché ogni volta che apriamo qualche cosa usciva un documento
03:13 pazzesco, usciva la lettera di Gassman che diceva "Caro Bernardini, mi sono molto divertito,
03:21 l'idea che hai di fare quella trasmissione televisiva mi piace molto, procedi pure e
03:28 andiamo avanti.
03:29 Quella trasmissione poi sarà il mattatore, non una cosa da niente, verrà fuori il mattatore
03:36 che nasce proprio lì alla bussola, ma succedeva molto frequentemente alla bussola del locale
03:41 dove tutto poteva accadere.
03:42 Dal punto di vista narrativo abbiamo fatto una scelta precisa nell'avere aperto questi
03:49 scatoloni da cui ero partito.
03:51 Così come noi ci siamo ritrovati di fronte a queste sorprese incredibili, abbiamo immaginato
03:58 che ci fosse qualcuno che poteva in qualche modo mettere in scena quello che noi avevamo
04:02 provato in quel momento come autori e allora ci siamo inventati la figura di una giovane
04:07 speaker radiofonica che tiene una trasmissione radiofonica settimanale ovviamente inventata
04:13 e questa è una trasmissione di storie.
04:16 Quindi quella sera racconta questa storia, lei dice "all'inizio sul mio tavolo ho uno
04:21 scatolone, l'ho aperto, ho trovato delle cose incredibili, una storia pazzesca e stasera
04:25 ve la voglio raccontare".
04:27 Quindi abbiamo messo in scena quello che abbiamo provato noi in quel momento esatto in cui
04:32 abbiamo aperto quegli scatoloni.
04:34 Ecco questa è come dire la spina dorsale narrativa, le interpulsioni, i passaggi, i
04:40 cambi di scena sono segnati da questa giovanissima ragazza di cui fra l'altro si vede soltanto
04:47 la bocca che parla al microfono che ci porta, ci punteggia tutta la storia fino alla fine.
04:53 Il mio padre nasce per sbaglio diciamo, per scelta di mia nonna che era andata a Parigi
05:10 a fare la baglia dei figli dei fratelli Lumière, tanto è vero che in una presentazione anche
05:16 Gianni Minà fa riferimento che non è una questione probabilmente di igiene questa trasmissione
05:22 per lo spettacolo ma forse è una questione di latte.
05:25 Lui infatti viene chiamato come tutti gli italiani lo chiamano Antoine, Antonio perché
05:31 gli italiani sono tutti Antonio, mia nonna non gli piaceva e subito è stato cambiato
05:35 il nome in segno, però in effetti nei documenti è Bernardini Antonio detto Sergio.
05:40 Genio creativo anticipatore dei tempi.
05:42 Per tutti gli altri era il grande Sergio Bernardini, per me era Zio Sergio.
05:45 A un certo punto c'è Paolo Maldini, uno dei nostri testimoni del racconto.
05:51 Paolo Maldini era il nipote di Sergio perché Bernardini e Maldini sono imparentati sostanzialmente.
06:00 E Paolo racconta a un certo punto che quando era piccolino le due famiglie vivevano in
06:08 due villette via Regine, una vicino all'altra, giardino in comune sostanzialmente e racconta
06:15 che quando erano ragazzini giocavano a pallone nel giardino comune e fino alle 4 del pomeriggio
06:22 c'era il diveto assoluto di fare rumore, di fare casino perché lo zio rincasava la
06:28 notte tardi e il pomeriggio dormiva.
06:31 Però la cosa bellissima è che Paolo dice "poi quando si svegliava mi chiamava e io
06:37 salivo su, salivo su sul letto e giocava con me".
06:41 È un ritratto piccolissimo, familiare, che ti dà anche la sensazione di com'era l'uomo
06:51 al di là del personaggio e dell'imprenditore.
06:55 Io ho sempre detto che erano una piccola repubblica, Bernardini e Maldini, c'era un cerchio magico
07:01 per intendere, se eri in quel cerchio potrei fare qualsiasi cosa, fuori dal cerchio e
07:05 ho guardato con sospetto.
07:12 Sergio all'inizio ha sempre tenuto ben distinta la famiglia, ti faccio una cosa più esplicita
07:21 e più rappresentativa.
07:23 Mia madre, che pur non apparendo è sempre stata un volano assoluto, non ha mai messo
07:31 piede alla bussola.
07:33 Tutti andavano ai spettacoli e mia madre diceva "Diego, dove vai a lavorare papà?"
07:38 Io "Non ci vado".
07:40 L'unica volta che mi ricordo è venuta al mio matrimonio, stava chiudendo la bussola
07:45 nel '77, sono sposato da qualche annetto e ecco quello è il momento in cui mia madre
07:51 ha partecipato al mio matrimonio.
07:55 Quindi è una netta separazione tra quello che è il famigliare e quello che è l'aspetto
08:02 lavorativo.
08:03 Un uomo che aveva una visione, il vero rivoluzionare della musica.
08:08 Ha raccontato un mondo che dopo di lui nessuno più ha raccontato nello stesso modo.
08:14 Ci posso dire che chiaramente soprattutto con questo film ho riscoperto certi rapporti,
08:21 certe situazioni che me ne fanno orgoglioso.
08:23 Sono gli anni dei nostri cantautori.
08:27 Dei concerti pensavo di non farne mai nella sua vita.
08:30 L'ultima scena del film, come abbiamo detto, la colonna, la spina dorsale è il racconto
08:43 di questa speaker.
08:44 Lei alla fine finisce il suo racconto dicendo "Sergio Bernardini è stato un uomo straordinario.
08:51 Io sono felice di aver potuto raccontare la sua storia perché magari stasera, stanotte
08:58 in ascolto, c'è qualcuno che può raccogliere questa scintilla".
09:03 Questa è la cosa che ti dice tutto.
09:06 Abbiamo proprio voluto dire questo.
09:09 Le imprese impossibili non sono impossibili nel momento in cui qualcuno si mette in testa
09:16 che le può fare.
09:17 La muscola di Bernardini.
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