• 11 mesi fa
 «Una grande allegoria delle forze che si contendono l’umanità»: sono le parole con cui il regista Damiano Michieletto descrive Die Zauberflöte (Il flauto magico), il celebre Singspiel di Mozart, al Teatro dell'Opera di Roma fino al 21 gennaio. L’allestimento, ideato per La Fenice di Venezia nel 2015 in coproduzione con il Maggio musicale fiorentino, vede impegnato per la prima volta sul podio del Costanzi il giovane direttore d’orchestra Michele Spotti, da poco direttore musicale dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica di Marsiglia. «Con la Rivoluzione francese – dice il regista – si è affermata una nuova concezione della scuola, che deve essere laica. Così ho immaginato di raccontare questa allegoria favolosa e surreale all’interno di una scuola che si apre ad un viaggio fisico di scoperta e consapevolezza individuale. Tamino e Pamina, accompagnati dall’analfabeta Papageno, che però conosce il linguaggio non scritto degli animali, vivono il conflitto tra l’istruzione religiosa e laica (riassunto nel conflitto tra la Regina della Notte e Sarastro) e si aprono a una scoperta individuale degli affetti e della sessualità, della maturità come indipendenza dai padri». Torna a lavorare con il regista il tenore Juan Francisco Gatell, mentre Pamina è Emőke Baráth, affermata soprano di ruoli mozartiani. La Regina della Notte è il soprano Aleksandra Olczyk.  Nei rispettivi ruoli di Papageno e Papagena ecco il baritono Markus Werba e Caterina di Tonno, che si alterna con il soprano Mariam Suleiman dal progetto «Fabbrica» Young Artist Program dell’Opera di Roma (17, 18, 19, 20, 21). In scena il Coro dell’Opera diretto da Ciro Visco. Nelle repliche del 17 e 19 gennaio il ruolo di Tamino è affidato a Cameron Becker e quello di Pamina a Maria Laura Iacobellis. Papageno è Äneas Humm e Sarastro Simon Lim. Nelle stesse repliche e in quella del 21 gennaio la Regina della Notte è interpretata da Aigul Khismatullina. Biglietti  su operaroma.it e al botteghino. 

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