La chiesa di Santa Teresa alla Kalsa chiude per mancanza di un parroco carmelitano che possa sostituire padre Mario Frittitta, scomparso lo scorso marzo. L’Ordine dei Carmelitani scalzi che la gestisce non ha preti che possano gestire la chiesa e il celebre santuario. Nei due mesi successivi alla scomparsa di padre Mario, l'Ordine era riuscito a garantire le funzioni liturgiche ogni sabato e domenica, grazie a padre Paolo Pietra, che nei fine settimana arrivava dalla provincia di Catania. Domenica 28 maggio è stata celebrata l'ultima messa e chiesa e santuario sono chiusi da allora. Per mancanza di vocazioni, l’Ordine dei Carmelitani che la gestisce non ha preti. A breve vi sarà una interlocuzione tra i padri carmelitani e l’Arcidiocesi di Palermo per trovare una soluzione. L'appello accorato parte dall’associazione "I giovani di Piazza Kalsa", formata da un gruppo di ultrasettantenni cresciuti proprio tra i locali della chiesa che ospitava l'Azione Cattolica con attività ludiche, sportive e spirituali. Tutte attività a cui partecipò anche un giovanissimo Giovanni Falcone, nato e cresciuto alla Kalsa.
“Sono rimasti solo 13 carmelitani in tutta la Sicilia di cui 4 molto anziani e cagionevoli di salute – spiega Pippo Vento dell’associazione "I giovani di Piazza Kalsa" -. Sono state chiuse una chiesa di Enna e una di Catania, per lo stesso motivo”.
Ad attendere la riapertura della chiesa vi sono il Gruppo del rinnovamento dello Spirito, il terz’Ordine carmelitano formato dalle donne, una comunità del Carmelo che aveva istituito padre Frittitta e la Confraternita della Madonna del Carmelo che si riunisce una volta al mese e celebra la messa per tutti gli anziani della Kalsa. E poi c’è il santuario, meta di tanti pellegrini e turisti. La chiesa di Santa Teresa è sempre stata un importante punto di riferimento per un quartiere popolare difficile come la Kalsa e con le attività organizzate chiamava a raccolta i giovani e li guidava sulla retta via. Franco Mancino si lascia andare ai ricordi. “Siamo nati e cresciuti in questi locali. Per noi è un luogo di memoria storica – dice -. Si organizzavano gite, attività ludiche, culturali e spirituali. Poi siamo cresciuti, abbiamo cominciato a lavorare, ci siamo sposati, abbiamo avuto dei figli e adesso siamo nonni. Per tutti noi c'è stato un periodo di allontanamento e proprio durante la pandemia ci siamo ritrovati grazie a un gruppo WhatsApp e finite le restrizioni, abbiamo ricominciato a frequentare di nuovo Santa Teresa. Vedere questa chiesa e questi locali chiusi per noi è un dolore grande. Tra noi – continua Mancino - c’era anche un certo Giovanni Falcone. Ci sono foto che lo ritraggono mentre gioca a ping pong e stava insieme agli altri ragazzi”. I Padri Carmelitani hanno intenzione di consegnare le chiavi della chiesa all'arcivescovo. Dall’Arcidiocesi di Palermo fanno sapere che “è stata posta molta attenzione sulla vicenda e che presto si troverà una soluzione di concerto con i padri carmelitani. L’Arcidiocesi si farà carico della gestione della chiesa di Santa Teresa punto di riferimento importante per la città”.
Nel video parlano Pippo Vento, associazione I giovani di Piazza Kalsa - Franco Mancino, associazione I giovani di Piazza Kalsa
“Sono rimasti solo 13 carmelitani in tutta la Sicilia di cui 4 molto anziani e cagionevoli di salute – spiega Pippo Vento dell’associazione "I giovani di Piazza Kalsa" -. Sono state chiuse una chiesa di Enna e una di Catania, per lo stesso motivo”.
Ad attendere la riapertura della chiesa vi sono il Gruppo del rinnovamento dello Spirito, il terz’Ordine carmelitano formato dalle donne, una comunità del Carmelo che aveva istituito padre Frittitta e la Confraternita della Madonna del Carmelo che si riunisce una volta al mese e celebra la messa per tutti gli anziani della Kalsa. E poi c’è il santuario, meta di tanti pellegrini e turisti. La chiesa di Santa Teresa è sempre stata un importante punto di riferimento per un quartiere popolare difficile come la Kalsa e con le attività organizzate chiamava a raccolta i giovani e li guidava sulla retta via. Franco Mancino si lascia andare ai ricordi. “Siamo nati e cresciuti in questi locali. Per noi è un luogo di memoria storica – dice -. Si organizzavano gite, attività ludiche, culturali e spirituali. Poi siamo cresciuti, abbiamo cominciato a lavorare, ci siamo sposati, abbiamo avuto dei figli e adesso siamo nonni. Per tutti noi c'è stato un periodo di allontanamento e proprio durante la pandemia ci siamo ritrovati grazie a un gruppo WhatsApp e finite le restrizioni, abbiamo ricominciato a frequentare di nuovo Santa Teresa. Vedere questa chiesa e questi locali chiusi per noi è un dolore grande. Tra noi – continua Mancino - c’era anche un certo Giovanni Falcone. Ci sono foto che lo ritraggono mentre gioca a ping pong e stava insieme agli altri ragazzi”. I Padri Carmelitani hanno intenzione di consegnare le chiavi della chiesa all'arcivescovo. Dall’Arcidiocesi di Palermo fanno sapere che “è stata posta molta attenzione sulla vicenda e che presto si troverà una soluzione di concerto con i padri carmelitani. L’Arcidiocesi si farà carico della gestione della chiesa di Santa Teresa punto di riferimento importante per la città”.
Nel video parlano Pippo Vento, associazione I giovani di Piazza Kalsa - Franco Mancino, associazione I giovani di Piazza Kalsa
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