https://www.pupia.tv - Undici persone sono state sottoposte a misure cautelari eseguite stamani dai carabinieri a Saronno (Varese), con le accuse, a vario titolo, di estorsione e turbativa d'asta, aggravate dal metodo mafioso, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano.
Si tratta di un gruppo di imprenditori e professionisti operanti nel settore edilizia e movimento terra, residenti nel Varesotto, alcuni originari di Reggio Calabria e ritenuti legati alla 'Ndrangheta. Secondo le indagini dei militari, facendo leva sull'intimidazione, gli indagati hanno estromesso la concorrenza, riuscendo ad aggiudicarsi appalti sul territorio. Il gip di Milano ha ordinato per cinque di loro la custodia cautelare in carcere, per uno i domiciliari, due divieti di permanenza nella provincia di Varese e tre obblighi di firma.
"Attento, che non ti salta per aria quella betopompa là, che prende fuoco", e ancora, "ti prende fuoco l'impianto". Con queste parole gli undici indagati per racket minacciavano la concorrenza, per costringere altri imprenditori a garantire loro l'aggiudicazione di appalti e servizi edili e movimento terra.
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Saronno (Varese), coordinate dalla Dda di Milano, sono iniziate nel settembre del 2017. I militari sono risaliti al gruppo criminale, con base nei comuni di Cislago, Saronno e Gerenzano, legati a cosche della 'ndrangheta del versante tirrenico dell'estrema provincia reggina.
Gli indagati avrebbero, inoltre, manipolato anche aste immobiliari, gestite dal Tribunale di Busto Arsizio (Varese), riuscendo a spaventare e allontanare altri possibili acquirenti. L'accusa poi riguarda un'estorsione di 60mila euro al proprietario di una concessionaria d'auto, il quale si sarebbe trovato costretto a dare denaro al gruppo dopo essere stato minacciato con una pistola puntata alla nuca. (25.07.22)
Si tratta di un gruppo di imprenditori e professionisti operanti nel settore edilizia e movimento terra, residenti nel Varesotto, alcuni originari di Reggio Calabria e ritenuti legati alla 'Ndrangheta. Secondo le indagini dei militari, facendo leva sull'intimidazione, gli indagati hanno estromesso la concorrenza, riuscendo ad aggiudicarsi appalti sul territorio. Il gip di Milano ha ordinato per cinque di loro la custodia cautelare in carcere, per uno i domiciliari, due divieti di permanenza nella provincia di Varese e tre obblighi di firma.
"Attento, che non ti salta per aria quella betopompa là, che prende fuoco", e ancora, "ti prende fuoco l'impianto". Con queste parole gli undici indagati per racket minacciavano la concorrenza, per costringere altri imprenditori a garantire loro l'aggiudicazione di appalti e servizi edili e movimento terra.
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Saronno (Varese), coordinate dalla Dda di Milano, sono iniziate nel settembre del 2017. I militari sono risaliti al gruppo criminale, con base nei comuni di Cislago, Saronno e Gerenzano, legati a cosche della 'ndrangheta del versante tirrenico dell'estrema provincia reggina.
Gli indagati avrebbero, inoltre, manipolato anche aste immobiliari, gestite dal Tribunale di Busto Arsizio (Varese), riuscendo a spaventare e allontanare altri possibili acquirenti. L'accusa poi riguarda un'estorsione di 60mila euro al proprietario di una concessionaria d'auto, il quale si sarebbe trovato costretto a dare denaro al gruppo dopo essere stato minacciato con una pistola puntata alla nuca. (25.07.22)
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