La Costituzione e i suoi segreti. Conoscere la Carta fondamentale della Repubblica italiana dovrebbe essere un dovere, oltre che un diritto, per ogni cittadino. 139 articoli e 18 disposizioni transitorie che dal 1948 sono alla base della nostra società. Un testo troppo spesso dimenticato, sebbene possa essere la bussola che guida ogni italiano verso un rapporto leale con lo Stato e viceversa. Proprio in un periodo straordinario come quello che stiamo vivendo, con uno stato di emergenza che va avanti dal 31 gennaio 2020, entrare nelle pieghe della Carta può essere la vera via di uscita.
Strumento utile per sapere di più sul testo redatto dai Padri Costituenti è “La Costituzione della Repubblica italiana – I diritti fondamentali illustrati con le parole ed i pensieri dei Membri della Costituente”, pensata e scritta dal professor Enrico Michetti insieme a Radio Radio. Il candidato sindaco alle prossime elezioni di Roma ha esaminato nel dettaglio ciascun articolo, partendo da pensieri, principi e immagini degli autori della Carta.
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Tra gli articoli della Costituzione già analizzati in diretta e quelli che ancora dovranno essere presi in esame, l’attenzione si è incentrata sull’articolo 2 che Michetti ha illustrato in questo video con Fabio Duranti e Francesco Vergovich. Questo l’intervento a Un Giorno Speciale.
“I diritti devono convivere in maniera bilanciata senza che vi siano diritti tiranni, cioè un diritto che sia sopraordinato agli altri. Anche se, nei primi dodici articoli della Costituzione, che riguardano i diritti fondamentali, soltanto un diritto apparentemente sarebbe sopraordinato agli altri: il lavoro. Nell’ottica del bilanciamento tutti i diritti fondamentali hanno pari dignità, però il lavoro è quel diritto fondamentale su cui si regge la Repubblica. Ossia la Repubblica esiste in quanto si regge su un pilastro, che è il lavoro. Lo dice l’articolo 1: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
I diritti fondamentali non possono essere trattati con degli atti amministrativi o monocratici, cioè degli atti dell’uomo solo. Neanche in momenti di emergenza, perché quelli sono i poteri del dittatore. Mentre i diritti fondamentali è chiaro che hanno necessità della legge ordinaria. O comunque di tutto ciò che ha una vigilanza da parte del Parlamento, perché il Parlamento è l’organo sovrano. Ecco perché tutto ciò che va a incidere sulla libertà, sulla salute, sul lavoro, deve essere trattato esclusivamente dal Parlamento. Chiaramente con il Decreto Legge anche dal Governo”.
Strumento utile per sapere di più sul testo redatto dai Padri Costituenti è “La Costituzione della Repubblica italiana – I diritti fondamentali illustrati con le parole ed i pensieri dei Membri della Costituente”, pensata e scritta dal professor Enrico Michetti insieme a Radio Radio. Il candidato sindaco alle prossime elezioni di Roma ha esaminato nel dettaglio ciascun articolo, partendo da pensieri, principi e immagini degli autori della Carta.
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“I diritti devono convivere in maniera bilanciata senza che vi siano diritti tiranni, cioè un diritto che sia sopraordinato agli altri. Anche se, nei primi dodici articoli della Costituzione, che riguardano i diritti fondamentali, soltanto un diritto apparentemente sarebbe sopraordinato agli altri: il lavoro. Nell’ottica del bilanciamento tutti i diritti fondamentali hanno pari dignità, però il lavoro è quel diritto fondamentale su cui si regge la Repubblica. Ossia la Repubblica esiste in quanto si regge su un pilastro, che è il lavoro. Lo dice l’articolo 1: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
I diritti fondamentali non possono essere trattati con degli atti amministrativi o monocratici, cioè degli atti dell’uomo solo. Neanche in momenti di emergenza, perché quelli sono i poteri del dittatore. Mentre i diritti fondamentali è chiaro che hanno necessità della legge ordinaria. O comunque di tutto ciò che ha una vigilanza da parte del Parlamento, perché il Parlamento è l’organo sovrano. Ecco perché tutto ciò che va a incidere sulla libertà, sulla salute, sul lavoro, deve essere trattato esclusivamente dal Parlamento. Chiaramente con il Decreto Legge anche dal Governo”.
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