Toga addosso, coccarda tricolore al petto e copia della Costituzione in mano: una cinquantina di magistrati del distretto giudiziario di Milano si sono riuniti sulla scalinata principale del palazzo di Giustizia, dando vita a un flash mob per protestare contro la riforma della giustizia voluta dal ministro Nordio che prevede la separazione delle carriere nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Durante la protesta sono stati esposti due striscioni con frasi del padre costituente Piero Calamandrei. «In questa Costituzione (...) c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa (...) non è una carta morta (...) è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità (...) lì è nata la nostra Costituzione». E ancora: «Se volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne, nei campi, dovunque è morto un italiano per riscattare la nostra libertà, perchè è lì che è nata questa nostra Costituzione». A dettare le linee guida della protesta è stato il direttivo dell'Anm. Emanuela Andretta presidente della Ges Milano ha detto che «sono a rischio tutti gli italiani, perché nel momento in cui si rischia di compromettere l'autonomia e l'indipennza della magistratura chi ci rimette è l'utente del servizio giustizia, il cittadino, non è il magistrato che esercita l'attività giudiziaria». La magistrata ha poi detto che quando parlerà la rappresentante del ministero della giustizia usciranno dalla stanza precisando che «ci atteniamo alle direttive che provengono dal comitato centrale».
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