• 3 anni fa
Dopo varie vicissitudini, il povero ex barbiere, senza più un soldo e ridottosi come un barbone, disperato poiché non riesce a rintracciare Marisa, decide di suicidarsi, questa volta da solo, gettandosi nel Tevere, ma viene salvato.

L'accaduto viene pubblicato nei giornali e così Marisa, che nel frattempo ha sposato il sarto sordomuto Umberto, va a visitare Marino in ospedale, e l'informa che ormai è diventata la signora Ciceri. Dietro suggerimento di un vicino di letto, Marino, pur disperato, gioca al lotto i numeri della sua travagliata storia d'amore e vince una forte somma. Risolti così i suoi problemi economici, Marino dapprima vorrebbe cinicamente vendicarsi dell'abbandono, poi l'antica passione per Marisa prende il sopravvento e tra loro riscoppia l'amore. Ma c'è di mezzo il sordomuto, per cui i due decidono di eliminarlo facendo esplodere la stufa a kerosene non appena il sarto accenderà un ferro da stiro. L'esplosione, presa per un incidente casuale, invece di uccidere il sarto gli fa riacquistare la parola e l'udito; per assolvere a un voto fatto anni prima, il sarto, per la grazia ricevuta, si farà frate con l'obbligo del silenzio e sarà proprio lui a cantare, con voce angelica, alle nozze di Marino e Marisa.

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