Quando un miracolo è un vero miracolo per la Chiesa?
La maggior parte dei miracoli presi in esame sono legati a guarigioni fisiche. Esse avvengono in modo imprevedibile, improvviso, non spiegabile scientificamente.
La Chiesa sottopone ogni presunto miracolo a un attento esame scientifico e teologico.
Prima di gridare al miracolo vuole essere certa che esso sia tale: un intervento di Dio nella storia degli uomini.
A metà del ‘700, il cardinale Lambertini, futuro Benedetto XIV, ha definito i criteri medico-scientifici in base ai quali una guarigione è un miracolo. Ancora oggi la Chiesa usa questi criteri.
La malattia deve essere grave e con prognosi negativa.
La malattia non deve essere sul punto di poter guarire spontaneamente
Una eventuale cura non deve aver favorito il processo di guarigione.
La guarigione dev’essere repentina, inaspettata e istantanea.
La guarigione deve essere completa e duratura, senza ricadute.
E “non ci sono santi!” Nelle cause di canonizzazione, senza il via libera dei medici, la causa non procede.
Ma un miracolo non è solo un fatto sensazionale.
Esso deve sempre implicare una dimensione spirituale.
Spesso si parla di miracoli avvenuti per intercessione di alcuni santi precisi, a cui ci si è rivolti in preghiera.
Alcuni hanno la fama di santi “delle cause impossibili” come S. Rita o Giuda Taddeo.
Altri sono invocati per certi tipi di problemi: San Giuseppe per il lavoro, S. Anna per rimanere incinta, S. Rocco per le epidemie.
I miracoli li fa solo Dio, ma i santi sono nostri “avvocati”, portano a Dio le nostre preghiere, e Dio può concedere delle grazie per loro intercessione.
La maggior parte dei miracoli presi in esame sono legati a guarigioni fisiche. Esse avvengono in modo imprevedibile, improvviso, non spiegabile scientificamente.
La Chiesa sottopone ogni presunto miracolo a un attento esame scientifico e teologico.
Prima di gridare al miracolo vuole essere certa che esso sia tale: un intervento di Dio nella storia degli uomini.
A metà del ‘700, il cardinale Lambertini, futuro Benedetto XIV, ha definito i criteri medico-scientifici in base ai quali una guarigione è un miracolo. Ancora oggi la Chiesa usa questi criteri.
La malattia deve essere grave e con prognosi negativa.
La malattia non deve essere sul punto di poter guarire spontaneamente
Una eventuale cura non deve aver favorito il processo di guarigione.
La guarigione dev’essere repentina, inaspettata e istantanea.
La guarigione deve essere completa e duratura, senza ricadute.
E “non ci sono santi!” Nelle cause di canonizzazione, senza il via libera dei medici, la causa non procede.
Ma un miracolo non è solo un fatto sensazionale.
Esso deve sempre implicare una dimensione spirituale.
Spesso si parla di miracoli avvenuti per intercessione di alcuni santi precisi, a cui ci si è rivolti in preghiera.
Alcuni hanno la fama di santi “delle cause impossibili” come S. Rita o Giuda Taddeo.
Altri sono invocati per certi tipi di problemi: San Giuseppe per il lavoro, S. Anna per rimanere incinta, S. Rocco per le epidemie.
I miracoli li fa solo Dio, ma i santi sono nostri “avvocati”, portano a Dio le nostre preghiere, e Dio può concedere delle grazie per loro intercessione.
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