http://www.pupia.tv - Sesto Fiorentino (Firenze) - I finanzieri del Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Venezia, nei giorni scorsi, hanno effettuato una serie di controlli anticontraffazione e sicurezza prodotti in alcuni esercizi commerciali a Mestre, zona stazione.
L’attività di polizia economico-finanziaria è partita da alcuni sequestri effettuati dai “Baschi Verdi” fra le famose “calli veneziane”, nell’ambito del Piano operativo anticontraffazione attuato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia nel corso dell’estate. In un negozio gestito da un cittadino bengalese, sono stati sequestrati quasi 5.500 articoli non conformi al codice del consumo, tra aste selfie, dardi, cover, ombrelli e ponchos, per un valore stimato di circa 20mila euro.
Il bottino più consistente dei sequestri eseguiti è arrivato attraverso il pedinamento dei venditori abusivi di borse contraffatte a Venezia, che ha consentito di individuare, a Mestre, i due esercizi commerciali che li rifornivano. Per questo i “Baschi Verdi” sono andati a colpo sicuro, nonostante nelle vetrine dei due esercizi venissero esposte solo borse prive di marchio: nel corso delle perquisizioni locali, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto alcune borse finemente contraffatte riproducenti, in particolare, il marchio “Bottega Veneta”, occultate tra altre borse “regolari”.
L'azione di polizia economico-finanziaria, a seguito di immediati approfondimenti documentali, si è successivamente estesa a Sesto Fiorentino (Firenze), nel distretto di Osmannoro, dove sono state individuate le due società fornitrici e dove sono stati sottoposti a sequestro gli stock di merce contraffatta, pronti per essere immessi sul mercato. L’operazione si è conclusa con il sequestro di circa 2.500 borse contraffatte riproducenti il marchio registrato “Bottega Veneta”, che avrebbero fruttato, una volta immesse sul mercato, circa 500mila euro.
Al termine delle perquisizioni, i quattro commercianti implicati, tutti di origine cinese, già con precedenti specifici di polizia nell’ambito del commercio di merce contraffatta, sono stati denunciati alle Procure della Repubblica di Venezia e di Firenze per i reati di ricettazione, importazione e vendita di articoli contraffatti, alterazione di segni distintivi di prodotti industriali e commercio di prodotti con segni mendaci.
Le indagini sono tutt’ora in corso ed orientate alla individuazione di ulteriori illeciti sia penali che tributari, nonché all’eventuale presenza di ulteriori canali di approvvigionamento e vendita. (04.11.16)
L’attività di polizia economico-finanziaria è partita da alcuni sequestri effettuati dai “Baschi Verdi” fra le famose “calli veneziane”, nell’ambito del Piano operativo anticontraffazione attuato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia nel corso dell’estate. In un negozio gestito da un cittadino bengalese, sono stati sequestrati quasi 5.500 articoli non conformi al codice del consumo, tra aste selfie, dardi, cover, ombrelli e ponchos, per un valore stimato di circa 20mila euro.
Il bottino più consistente dei sequestri eseguiti è arrivato attraverso il pedinamento dei venditori abusivi di borse contraffatte a Venezia, che ha consentito di individuare, a Mestre, i due esercizi commerciali che li rifornivano. Per questo i “Baschi Verdi” sono andati a colpo sicuro, nonostante nelle vetrine dei due esercizi venissero esposte solo borse prive di marchio: nel corso delle perquisizioni locali, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto alcune borse finemente contraffatte riproducenti, in particolare, il marchio “Bottega Veneta”, occultate tra altre borse “regolari”.
L'azione di polizia economico-finanziaria, a seguito di immediati approfondimenti documentali, si è successivamente estesa a Sesto Fiorentino (Firenze), nel distretto di Osmannoro, dove sono state individuate le due società fornitrici e dove sono stati sottoposti a sequestro gli stock di merce contraffatta, pronti per essere immessi sul mercato. L’operazione si è conclusa con il sequestro di circa 2.500 borse contraffatte riproducenti il marchio registrato “Bottega Veneta”, che avrebbero fruttato, una volta immesse sul mercato, circa 500mila euro.
Al termine delle perquisizioni, i quattro commercianti implicati, tutti di origine cinese, già con precedenti specifici di polizia nell’ambito del commercio di merce contraffatta, sono stati denunciati alle Procure della Repubblica di Venezia e di Firenze per i reati di ricettazione, importazione e vendita di articoli contraffatti, alterazione di segni distintivi di prodotti industriali e commercio di prodotti con segni mendaci.
Le indagini sono tutt’ora in corso ed orientate alla individuazione di ulteriori illeciti sia penali che tributari, nonché all’eventuale presenza di ulteriori canali di approvvigionamento e vendita. (04.11.16)
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