Trio Lescano - SERENITA - 1937

  • 8 anni fa
Trio Lescano - SERENITA' (Mauri - Tettoni) orchestra diretta da Pippo Barzizza - Parlophon GP 92320, 1937
Canzone probabilmente costruita su misura per le Lescano, tant'è che è difficile immaginarla cantata da chiunque altro. Dopo il ritornello iniziale, impreziosito da qualche bel portamento "svisato" e un paio di suggestivi interventi solistici, le sorelle olandesi se ne partono in un lungo ed elaborato esempio di canto "scat", interrotto solo da un breve inciso a bocca chiusa. Quello delle Lescano è uno "scat" particolare, di natura espressiva e intonato al sapore della canzone, che (stando anche al testo) dovrebbe comunicare un senso di pace e tranquillità. Sentimenti che in effetti il Trio riesce a trasmettere, compiendo quasi per magia il miracolo di contemperare le sensazioni evocate dai versi con la frenesia del canto "scat", con le sue serrate onomatopee in origine imitative di strumenti musicali. Canto che sulle labbra delle Sorelle - e ciò non va inteso come una limitazione - ha pur sempre un sottofondo vagamente "casereccio", rifuggendo quell'esibizionismo fine a sé stesso che si coglie in alcuni cantanti d'oltreoceano del periodo.
Autore del testo è quel Ferdinando Tettoni, che con lo pseudonimo di Fouché firmerà un gran numero di canzoni del periodo, verseggiando in modo piuttosto convenzionale e un po' fuori tempo. Nulla si sa invece dell'autore della musica, tale Mauri, che nella composizione di questa canzone dimostra una buona capacità di assemblare materiali musicali assai diversi. Nella prima parte si coglie infatti l'ossatura di una melodia dal sapore vagamente donizettiano, forse orecchiata dall'aria "Angelo casto e bel" (dall'opera "Il duca d'Alba"). Alla fine del ritornello, invece, un brusco cambio di clima, con un momento di sapore quasi bandistico, fa pensare per qualche misura alla celebre "Io cerco la Titina" di Daniderff, resa celebre da Charlie Chaplin nel film "Tempi moderni".

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