Yukos, Mosca condannata a pagare 50 mld di dollari a ex azionisti

  • 10 anni fa
Il fantasma della Yukos torna a tormentare il sonno dei vertici del Cremlino. La Corte arbitrale dell’Aja ha condannato la Russia a risarcire 50 miliardi di dollari – oltre 37 miliardi di euro – agli ex azionisti della compagnia di Mikhail Khodorkovsky.

Nel 2003 l’arresto dell’ex oligarca per frode e riciclaggio diede il via al processo di scioglimento del gigante privato del petrolio.

Lo smembramento, seguito all’accusa di evasione fiscale, aveva poi portato all’assorbimento delle principali attività del gruppo da parte della statale Rosneft.

Soddisfazione è stata espressa da GML, erede della holding di controllo, nonostante (visto l’annunciato ricorso di Mosca) si tratti solo di un primo passo.

“Il tribunale arbitrale ha specificamente ed unanimemente confermato che l’obiettivo primario della Federazione Russa non era quello di recuperare le tasse, ma piuttosto di mandare in bancarotta Yukos e di espropriare le attività sottostanti a beneficio dello Stato nelle vesti di Rosneft”, ha dichiarato il numero uno Tim Osborne.

In una nota, il colosso del petrolio sottolinea come l’acquisto delle attività di Yukos sia avvenuto in modo legale e, non essendo parte in causa, di non poter essere oggetto di reclamo.

Eppure la vicinanza di Igor Sechin, numero uno di Rosneft, al presidente russo Vladimir Putin non era sfuggita a nessuno, così come non era passato inosservato lo scontro a livello politico tra Putin e Khodorkovsky.

“I risarcimenti a Yukos non sono delle sanzioni – commenta l’analista Valery Mironov – ma, allo stesso tempo, da un punto di vista economico, raddoppiano in maniera inaspettata gli oneri finanziari che sono stati imposti alla Russia in questo momento di braccio di ferro geopolitico”.

La decisione ha scatenato la reazione di Mosca, con il ministero delle Finanze che chiama la sentenza “viziata da gravi errori” e “politicamente motivata”.

Paradossalmente, la reazione più pacata è arrivata dallo stesso Khodorkovsky, oggi uomo libero dopo la grazia ricevuta da Putin. L’ex oligarca nel 2005 aveva ceduto le sue partecipazioni agli altri azionisti e ha sempre negato di voler cercare riparazione.

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