Indonesia. Presidenziali cruciali per il rinnovamento del Paese

  • 10 anni fa
L’Indonesia è a un bivio storico. Il più popoloso Paese musulmano vota questo mercoledì per le elezioni presidenziali. Una scelta cruciale dopo le parlamentari di maggio. La sfida tra i due candidati, Joko “Jokowi” Widodo e Prabowo Subianto, divide e unisce un arcipelago che fino al 1998 era una dittatura, ma che oggi è la terza democrazia al mondo con un boom economico senza precedenti. La scelta per gli elettori è tra uno Stato democratico e aperto a forze nuove o uno Stato autoritario e nazionalista guidato dall‘élite tradizionale.

“Per ora, fa notare un analista politico, non possiamo prevedere chi vincerà, ma possiamo dire che sarà una lotta molto serrata.”

Populista, nazionalista, di famiglia benestante, Prabowo Subianto, ha basato parte della sua campagna elettorale sulla lotta alla corruzione. Senza contare l’alleanza con esponenti legati all’Islam radicale, una minoranza in un’Indonesia moderata ma in costante crescita. Ex generale, Subianto fu al comando delle forze speciali negli ultimi anni di potere del dittatore Suharto (di cui ha sposato la figlia). A suo favore giocano l’appoggio dei grandi media in mano ai suoi finanziatori. A suo sfavore pesano pesano alcune ombre del passato. Come le sue presunte responsabilità nella sparizione di 13 attivisti democratici nel 1998, o le accuse di abusi dei suoi paramilitari durante la lotta indipendentista di Timor Est.

Praticamente sconosciuto, almeno fino a qualche anno fa, lo sfidante Joko Widodo. Il brillante 50enne, ex-governatore di Giacarta, detto “Jokowi”, è considerato il candidato dei giovani e il preferito dalle minoranze religiose, inclusi i cristiani, che costituiscono il 10% della nazione. Nell’agenda di “Jokowi” ci sono questioni come i diritti umani, le libertà, i diritti delle minoranze, la lotta all’intolleranza religiosa. In campagna elettorale ha usato parole-chiave come pace, armonia, giustizia e bene comune. Una vittoria di Jokowi potrebbe avviare un vero processo di rinnovamento.

Per un Paese di oltre 240 milioni di abitanti, e con ancora quasi
la metà della popolazione che vive con meno di due dollari al
giorno, il risultato di questo voto sarà tutto tranne che scontato.

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